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Le piastrine (Figura 12) sono la fonte principale del BDNF periferico (circa il 90%) e svolgono un ruolo importante nell’immagazzinare questa neurotrofina secreta da altri tessuti.

Figura 12. Formazione delle piastrine a partire dal megacariocita (Marco Rissone)

Infatti, gli mRNA di BDNF e di TrkB, sono espressi in diversi tessuti non neuronali, compresi muscoli, timo, cuore, fegato, testicoli, cellule muscolari vascolari lisce, polmone e milza. Il BDNF viene prodotto anche a livello di monociti, linfociti ed eosinofili. Queste ultime cellule lo producono tramite il sistema autocrino,

Un ruolo chiave di questa neurotrofina sta pure nella crescita, nella sopravvivenza e nella chemioresistenza delle cellule tumorali in varie patologie, tra cui il linfoma di Hodgkin, il mieloma, il carcinoma epatocellulare e il neuroblastoma.

Molte cellule non neuronali come le muscolari lisce, i fibroblasti e gli astrociti

possono non esprimere tutte le componenti molecolari della via secretoria sottoposta a regolazione e quindi sono in grado di secernere neurotrofine solo in maniera

costitutiva. La valutazione delle concentrazioni periferiche di BDNF viene considerata un metodo importante e non invasivo, nell’ambito dello studio dei

correlati diagnostici, prognostici e di monitoraggio dei pazienti depressi. Tuttavia, la misurazione del BDNF periferico si è rivelata molto più complessa di quanto

inizialmente stimato (Serra-Millàs, 2016). In condizioni fisiologiche esiste una stretta relazione tra BDNF e piastrine, in quanto queste sono il suo deposito nel sangue. Inoltre, durante il processo coagulativo, si nota una differenza di circa 100 o 200 volte tra i livelli plasmatici e sierici della neurotrofina rilasciata dalle piastrine. E’ stato dimostrato che la quantità di questa sostanza fisiologica nel siero è quasi identica a quella reperita nei lisati piastrinici lavati. Pertanto, i livelli di BDNF sierici e plasmatici sembrano riflettere la quantità di BDNF immagazzinata nelle piastrine circolanti e, quindi, queste ultime potrebbero fungere da serbatoio la neurotrofina circolante. Il siero conterrebbe dunque la quota di BDNF rilasciata dalle piastrine attivate durante la coagulazione.

Il BDNF nelle piastrine può svolgere un ruolo importante anche durante un trauma tissutale o in lesioni di nervi, rilasciando il contenuto a questo livello.

Inizialmente è stato osservato che il BDNF non veniva prodotto dalla cellula

precursore dei megacariociti delle piastrine mature, dove manca la sintesi proteica, ma era invece presente nel torrente circolatorio. Uno studio più recente rivela invece che il BDNF si trova nel citoplasma delle piastrine e sugli α-granuli, il che potrebbe significare che sia prodotto proprio nelle piastrine o trasferito da un megacariocita (MK). Un’altra ricerca invece sottolinea come la linea progenitrice di un

megacariocita produca BDNF dopo stimolazione di trombopoietina, espressa anche nel midollo osseo da fegato e reni, mentre i livelli di BDNF nelle cellule MEG-01, aumentano in correlazione col tempo. Questa nuova ipotesi sulla produzione di BDNF in una linea cellulare di megacariociti ha portato alla conclusione che la neurotrofina in questione possa potenziare proprio la proliferazione cellulare dei megacariociti in vivo. E’ possibile allora che esista un recettore per BDNF sulla superficie cellulare di MEG-01, mentre non è mai stato trovato il recettore TrkB, neppure a livello piastrinico. E’ quindi possibile che esista un nuovo recettore sconosciuto su MK o sulle piastrine.

Alcuni agonisti come trombina, collagene, Ca++, o addirittura uno stress da taglio potrebbero indurre rapido rilascio di BDNF da parte delle piastrine. Anche in questa circostanza però solo la metà di esso sarebbe rilasciato, mantenendo nelle piastrine un pool stabile di questa sostanza come sistema tampone. Un altro studio invece riporta che il rilascio della nostra neurotrofina, nei pazienti depressi era indipendente dalla reattività piastrinica. Va comunque sottolineato che allora la conoscenza della

tra i due.

Il tasso di rilascio del BDNF è concomitante alla secrezione di 5-HT dai granuli densi e di PF4 dagli α-granuli rilasciati in quantità assai maggiore rispetto al BDNF stesso. Infatti, alcuni ricercatori ipotizzano che ci sia una quantità di questa neurotrofina non rilasciabile, vale a dire sequestrata da un trasportatore o legata ad un recettore sulla superficie piastrinica. Questo potrebbe favorire la permanenza all’interno delle piastrine di BDNF, come è stato visto per 5-HT e per gli astrociti. Alcune tecniche microscopiche Immunoelettroniche suggeriscono che le piastrine possano legare il BDNF esogeno.

Uno studio recente mostra che il BDNF è presente sia negli α-granuli che nel citoplasma, e si ritrova sia come P-Selectina, ovvero come marcatore α-granulo sia come PKC, marcatore citoplasmatico.

La produzione piastrine di BDNF attraverso l’attivazione del recettore PAR1, stimolato dalle proteasi durante la stimolazione trombinica, con il fattore di crescita dell’endotelio vascolare senza stimolazione di endostatina. Il peptide attivatore del PAR1 ha mostrato una curva dose risposta di rilascio di BDNF a due fasi: la prima è di massiccio rilascio con attivazione a basso livello completamente inibita dalla prostaglandina PGE1, il che suggerisce che questa fase dipenda dalla mobilitazione del Ca++. La seconda è di lieve rilascio con attivazione ad alto livello, e non ènon interessata dal blocco da parte di PGE1, suggerendo che debba esistere un altro segnale non influenzato da questa prostaglandina.

E’ interessante notare come l’attivazione di PAR1 promuova il rilascio di fattori pro- angiogenici e tra cui andrebbe annoverato anche il BDNF sia fra questi fattori.

Altra dato interessante è che il BDNF nei granuli α è rilasciato sulla piastrina attivata, mentre quello citoplasmatico non lo è (Serra-Millàs, 2016).

Da tutto quanto visto in precedenza, si evince l’assoluta importanza della risposta infiammatoria nella depressione e più in generale nei disturbi dell’umore. In queste condizioni, l’organismo risponde con un aumento della sintesi di BDNF, neurotrofina il cui scopo è forse quello di limitare gli effetti patologici prodotti dallo stato

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