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The biggest and the smallest stage.

Nel documento Gli UGC : soggetto, attrazioni, pratiche (pagine 61-65)

1. Early cinema, YouTube e attrazioni.

1.3. The biggest and the smallest stage.

I comici che sorridono all’obiettivo e i prestigiatori ammiccanti sono stati, all’inizio del secolo, i protagonisti di un cinema che mostra se stesso e le sue possibilità, e insieme legame con le serie culturali che lo precedevano.

Nella produzione di gran parte degli Users Generated Content e nella pratica quotidiana di fruizione di questi sulle piattaforme digitali ci pare di ritrovare, in conclusione, una caratteristica chiave del cinema delle origini, e cioè una sostanziale predominanza del visivo sul narrativo107.

Sul palco virtuale di YouTube, che si presenta contemporaneamente come “il più piccolo e il più grande palcoscenico, il luogo più pubblico al

106Burch N., A Primitive Mode of Representation?, in Elsaesser T., Barker A. (ed.), op. cit., p. 220- 228.

107

mondo al quale si accede dal privato delle nostre case”,108le possibilità di successo di un contenuto sono legate tanto al formato proposto quanto alla capacità di quel formato di adattarsi alle caratteristiche di replicazione dell’ambiente dei social network.

La comicità sembra aver dimostrato più di altri generi una grande adattabilità ai processi di replicazione virale tipici dei video online, e analizzarne le ragioni permette di capire meglio alcuni dei meccanismi fondamentali che caratterizzano la diffusione dei prodotti amatoriali in rete.

Seguendo la linea proposta da David Gurney109 un caso dal quale vale la

pena partire, fra tanti, è quello del video dal titolo Charlie bit my finger –

again!110.

Nel video (fig.1), un breve filmato amatoriale nel quale un genitore riprende i due figli che giocano, vediamo due fratellini: il più grande mette un dito nella bocca del fratello minore, che lo morde, suscitando una reazione (“Charlie bit my finger!”). Il maggiore ci prova una seconda volta, ma in questo caso il morso del bambino è molto più forte, e non accenna a mollare la presa, finchè il fratello, quasi in lacrime, riesce a staccarsi (“Charlie bit me… and that really hurt!”). La combinazione della fissità sadica del bebè che conclude la scena con una risata incurante del dolore del fratello, e la puntuale telecronaca della vittima che ci descrive quello che stiamo vedendo seppure non necessario creano un effetto indubbiamente comico.

108 Wesch M., YouTube and You. Experiences of Self-awareness in the Context Collapse of the

Recording Webcam, “Explorations in Media Ecology”, Vol.8, I.2, New York, Hampton Press, 2009,

pp.19-34.

109 Gurney D., Recombinant Comedy, Transmedial Mobility and Viral Video, “The Velvet Light Trap”,

n.68, Fall 2011, Austin, University of Texas Press, pp. 3-13.

Fig.1

Il video ha raggiunto su YouTube quasi 430 milioni di visite, diventando il video più visto tra quelli non commerciali e non musicali, ma ancora più importante è il fatto che abbia generato centinaia di video di risposta, tra remix (Charlie bit me – remix) e parodie di vario genere (come Batman bit my finger

– Charlie bit my finger spoof).

Questa spropositata popolarità per un video di meno di un minuto che mostra in fondo una scena piuttosto comune non è imputabile solo alla indubbia fortuna di filmati con protagonisti bambini: in fondo avremmo potuto vederlo in uno dei programmi televisivi che raccolgono video amatoriali, come i già citati America’s Funniest Home Videos o Paperissima, ma mai avrebbe potuto, in quei contesti, incontrare un pubblico così vasto.

La sua capacità di diffusione sul web ha invece evidenziato come i contenuti comici, o umoristici, incorporino alla perfezione la qualità “virale” che in Rete decreta il successo: esattamente come in biologia i virus hanno successo quando riescono a ricombinare il loro codice genetico questo tipo di contenuti permettono ad altri codici culturali di ricombinarsi con loro ed attraverso di loro.111

Una delle ragioni della supremazia del registro comico all’interno delle operazioni di replicazione, appropriazione e partecipazione starebbe

111

innanzitutto nello stesso meccanismo base della comicità: la compresenza di congruo e incongruo, la tensione fra plausibile e non plausibile la rendono capace di combinare più codici culturali, mettere insieme più livelli di senso.

Da qui la naturale predisposizione a diventare materia prima per la costruzione di pratiche e convenzioni di un nuovo medium.

Inoltre la comicità, sia nella sua forma teatrale, con il cabaret o il varietà, che in quella televisiva, è per sua natura modulare, costituita da singoli numeri che possono essere combinati e giustapposti in modo diverso a seconda delle esigenze: dei numeri da vaudeville si sono appropriati il cinema, la radio e la televisione nel momento in cui questi media emergevano, e la propensione degli sketch ad essere sostituiti, riordinati, anche all’ultimo momento – pensiamo ad esempio a programmi come il Saturday Night Live - li indentifica come singole unità di facile circolazione su piattaforme come i social network, dove gli utenti costruiscono un loro proprio palinsesto incorporando i video nelle loro pagine profilo.112

Non citiamo per caso il popolare programma comico statunitense: abbiamo visto come uno dei motori della iniziale diffusione di YouTube nell’uso popolare sia stato proprio uno sketch del Saturday Night Live, Lazy Sunday, che ha per primo evidenziato il potenziale dei formati brevi comici sulla piattaforma.

Inoltre lo stesso programma predispone da tempo, in fase di registrazione, i

SNL digital shorts, delle pillole tratte dagli sketch che andranno in onda o

pensate appositamente per il web113 e nate per ampliare la circolazione dei contenuti anche al publico di Internet.

112 Gurney D., Give Me That Old Time Virality, FlowTv.org, marzo 2009, in

http://flowtv.org/2009/03/give-me-that-old-time-viralitydavid-gurney-northwestern-university/

113 disponibili anche alla pagina ufficiale della NBC: http://www.nbc.com/saturday-night-

Nel documento Gli UGC : soggetto, attrazioni, pratiche (pagine 61-65)