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L’andamento energetico italiano ricalca nel complesso quello europeo. Come riportato dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sosteni-bile (ENEA), la domanda di energia primaria nel 2018 è stata di 157 Mtep, circa l’1,6% in meno rispetto all’anno precedente. Tale abbassamento deriva da una diminuzione, in termini assoluti, dell’utilizzo di gas naturale (-2 Mtep), che tuttavia, rimane la principale fonte. In-fatti, nel 2018 il suo impiego conta 59,5 Mtep, seppur in calo del 3,3% rispetto al 2017, mentre il petrolio annovera 54,8 Mtep (-1,2%). A livello percentuale sono i combustibili solidi a segnalare una diminuzione più grande rispetto al 2017 (3,5 Mtep, ovvero -2,8% ri-spetto al 2017). Per contro, si evidenzia una crescita del 16,3 % per il consumo di elettricità e dell’1,6% per il consumo di energia da fonte rinnovabile. Tendenzialmente il consumo primario rimane ad un livello inferiore rispetto a quello dei primi dieci anni del Duemila, e supera di poco (2,5 Mtep) la quota del 1991. Dopo un periodo in discesa a partire dal 2006, la domanda di energia ha avuto un innalzamento nell’ultimo quinquennio, seppur leggero (Figura 4.1). Ad ogni modo, dal 1990 è stata soggetta ad un aumento complessivo con media annua dello 0,2%, marcato da uno straordinario incremento del consumo di energia da fonti rinnovabili, che nel periodo in esame è circa cinque volte maggiore.

Figura 4.1 - Domanda di energia primaria in Italia. Dettaglio per fonte. (1990-2018), Mtep (Report ENEA - raee-2020.pdf (enea.it), pag.47)

Il quadro energetico si è presentato negli anni con un mix piuttosto diversificato. Nel 1990 le fonti fossili costituivano circa il 94% del consumo totale e, tra queste, il petrolio era

10 il più utilizzato, tanto da più che duplicare la quantità di gas naturale consumata. Oggi in-vece, pur avendo la quota predominante, i combustibili fossili rappresentano il 78,2% del consumo totale (Figura 5.1). Un altro aumento degno di nota è quello registrato dalle energie rinnovabili, che dal 1990 al 2018 mostrano un progresso medio annuo del 5,5%. Nel 2018 le fonti alternative riescono a coprire un consumo di 29,3 Mtep, ovvero il 18,7% del totale.

Tra il 1990 e il 2018 l’eolica è l’energia che ha evidenziato l’aumento medio annuo mag-giore, ossia il 38,4%, seguita dai biogas con +30,9% medio annuo e dall’energia solare con +24,1% medio annuo. Anche la domanda di energia elettrica nell’intera serie storica ha

com-piuto un balzo in avanti, “con un tasso di crescita medio annuo attorno al’1%.”

Figura 5.1 - Domanda di energia primaria in Italia. Dettaglio per fonte, anni 1990 e 2018 (%) (Report ENEA - raee-2020.pdf (enea.it), pag.48)

Per quanto riguarda i consumi finali di energia, se ne annoverano 121,6 Mtep nel 2018, perfettamente in linea con l’anno precedente. Negli ultimi dieci anni se ne contano 16,4 Mtep in meno con una decrescita media annua di -1,3%. Esaminando lo sviluppo sull’intero pe-riodo, riportato in Figura 6.1, si rileva un andamento dei consumi finali attorno ai livelli medi registrati nella metà degli anni Novanta.

Figura 6.1 - Consumi energetici finali in Italia. Dettaglio per settore, anni 1990-2018, Mtep (Report ENEA - raee-2020.pdf (enea.it),pag.51)

Fino al 2005 si registra una continua crescita di tutti i settori, mentre il periodo successivo mostra un progressivo cambio di direzione dei consumi. In particolare, è il settore industriale

11 a risentirne maggiormente, con una riduzione media annua dell’1,2% tra il 1990 e il 2018.

In questo ultimo anno i consumi finali sono stati pari a 24,3 Mtep, scendendo del 2,5% ri-spetto al 2017, a sua volta in calo riri-spetto all’anno precedente.

I trasporti, invece, presentano un tendenziale aumento fino al 2007 per poi passare ad un costante calo che ha riportato i consumi ai livelli di metà anni Novanta. Ciò nonostante, tale settore presenta un tasso di crescita medio annuo dello 0,3% sull’intera serie storica, e nel 2018 consumi sui 35,6 Mtep, segnando addirittura un incremento di essi del 3,1% rispetto al 2017. Il settore agricolo è rimasto pressocché immutato, fluttuando tra 2,5 e 3 Mtep annui, anche se tra il 2017 e il 2018 ha evidenziato un aumento dei consumi del 3,8%. L’unico settore che ha mostrato un andamento incrementale costante è quello civile, il quale in media presenta un aumento annuo dei consumi pari all’1,5%. Nel dettaglio, “nel 2018 il settore ha consumato 51,4 Mtep di energia, segnando un aumento dello 0,5% rispetto al 2017. A spin-gere maggiormente la crescita lungo tutto l’orizzonte analizzato è stato il comparto dei ser-vizi.” Comparando il primo e l’ultimo anno del periodo in esame, si nota un radicale muta-mento della ripartizione settoriale dei consumi finali (Figura 7.1).

Figura 7.1 - Consumi energetici finali in Italia. Dettaglio per settore, anni 1990 e 2018, (%) (Report ENEA - raee-2020.pdf (enea.it), pag.51)

Nel 1990 l’industria assieme agli usi civili possedevano, in termini di quota percentuale, più della metà dei consumi totali, contendendosi il primato. Subito a seguire vi era il settore dei trasporti con una quota ad ogni modo importante, ben il 28% del totale. Nel 2018 la situazione risulta molto cambiata, presentando al primo posto il settore civile con il 43% dei consumi finali contro il 29% (circa) dei trasporti e il 21% dell’industria. È proprio quest’ul-tima ad aver ceduto la quota maggiore, quasi il 10%, a favore degli usi civili, mentre il settore trasporti ha mantenuto i suoi consumi stabili. In termini di energia secondaria, ossia energia elettrica, i consumi finali sono aumentati in quasi tutti i settori nel 2018 rispetto all’anno precedente, registrando nel complesso una crescita dello 0,5% [8].

12 Dalle stime ENEA, nel 2019 il consumo interno lordo di energia primaria è stato al di sotto di 170 Mtep, in calo di circa l’1,3% rispetto all’anno precedente, dopo gli aumenti della stessa entità registrati nei due anni precedenti. Tuttavia, i consumi rimangono comunque al di sopra del 2% rispetto al minimo del decennio, raggiunto nel 2014. La riduzione stimata nel 2019 risulta compatibile con la spinta negativa scaturita dalle primarie variabili guida (abbassamento crescita economica, calo produzione industriale, clima più mite nei mesi in-vernali e calo prezzi dell’energia). “In termini di fonti primarie la riduzione di circa 2 Mtep rispetto al 2018 è imputabile al minor ricorso a solidi (-21%), import di elettricità (-13%) e in misura minore petrolio (-0,8%), per un totale di oltre 3 Mtep. Sono invece in aumento le rinnovabili (+1,3%) e soprattutto il gas naturale (+2,3%), in particolare nella termoelettrica”

(Figura 8.1).

Figura 8.1 - Fabbisogno di energia primaria per fonte (var. rispetto anno precedente, Mtep) (ENEA - 01-analisi-trimestrale-2020.pdf (enea.it), pag.27)

Nel mix energetico le fonti fossili continuano a mantenere una quota percentuale pari a 2/3 del totale, in particolare a detenere il primato nel 2019 è il gas naturale con il 36%.

Così come i consumi energetici primari, anche quelli finali sono scesi di oltre l’1% ri-spetto al 2018 annoverando circa 125,5 Mtep. Il calo è da ricondurre alle diminuzioni in tutti i settori di impiego finale (Figura 9.1). Nell’industria si registra un -1,3% rispetto al 2018 in correlazione all’abbassamento della produzione industriale, ed una riduzione nel settore ci-vile in coerenza con un clima più mite nella stagione invernale. Nei trasporti vi è stata una crescita dei consumi aerei che, tuttavia, ha bilanciato solo leggermente il calo dei trasporti stradali, pari al -1%.

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Figura 9.1 - Consumi finali di energia per settore (media mobile ultimi tre anni, Mtep) (ENEA - 01-analisi-trimestrale-2020.pdf (enea.it), pag. 29)

Nel 2020 l’Italia è stato il primo Paese europeo a subire lo shock della pandemia, con conseguenti impatti negativi sul sistema energetico. ENEA, sulla base di dati provvisori, ha effettuato una stima sui consumi di energia primaria nel primo trimestre, che risulterebbero inferiori di più del 7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il calo maggiore è maturato a marzo, quando il governo ha dichiarato il lockdown nazionale, rilevando di conseguenza un fabbisogno energetico minore del 15% rispetto allo stesso mese nel 2019. Considerazioni e dati analoghi sono state ottenuti da stime sui consumi finali. Sempre valutando stime su dati parziali, in termini di fonti primarie la diminuzione si è attestata sui 3,5 Mtep nei primi tre mesi rispetto allo stesso periodo del 2019. Le fonti trainanti sono state petrolio e gas (-1,5 Mtep circa ciascuno, -12% il petrolio, -6% il gas), seguite dai solidi con un calo maggiore a 0,5 Mtep. Rimangono stabili, invece, le fonti rinnovabili. Se queste sono le premesse del primo trimestre, il secondo sarà ancora più problematico in termini di consumi energetici.

Secondo le stime ENEA, infatti, “pur ipotizzando ottimisticamente un ritorno alla normalità già a giugno, la domanda di energia del II trimestre risulterebbe in calo tendenziale di quasi il 20% mentre complessivamente, nell’insieme del I semestre, il calo sarebbe ben superiore al 10% (rispetto al I semestre del 2019)” [9].

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Capitolo 2

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