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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

Canonico St efa n o Cu n e o. Storia dell’ insegne Santuario di Montallegro. — T ra g li ecclesiastici lig u ri, che fanno onore agli studi in genere ed alle storiche discipline in ispecie, deve annoverarsi il canonico Stefano Cuneo di R a p a llo , altrettanto dotto e geniale scrittore, quanto modesto e affabi­

lissimo sacerdote.

Profondo conoscitore delle lettere latine e italian e, valente epigrafista, poeta semplice e grazioso, pedagogista antico e saggio, raccoglitore appas­

sionatissimo di lib ri, per cui un giorno acquisterà nuovo titolo di gratitu­

dine dalla sua R apallo, possedeva egli veramente tutte le doti per iscrivere il volum e ponderoso e nello stesso tempo geniale, che usciva sullo scorcio del passato a n n o , in veste m agn ifica, dalla Tipografia Arcivescovile di Genova.

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11 titolo dell’ opera potrebbe forse, a prima giunta, ingenerare il sospetto, che si tratti di uno dei tanti funghi storici, che nascono con tanta facilità a proposito di certi argomenti, una filastrocca di m iracoli, narrati in forma più o meno secentistica e petulante ; invece 1’ opera del venerando cano­

nico Cuneo, mentre manifesta il sacerdote innamorato delle glorie della sua Madonna e del Santuario di Lei, al quale tanta parte della sua vita e delle sue sostanze dedicava, palesa anche 1’ uomo nudrito di forti studi, che la fede circonda costantemente dei lumi della ragione e del sorriso delle lettere.

Perciò le affermazioni, i racconti, le descrizioni, che compongono ben 460 pagine, sono condotte con metodo rigorosamente scientifico: la tradi­

zione esaminata , passata al crogiuolo della critica , confermata con argo­

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della spedizione di Carlo V ili. Qui l’ A atore ha bellissime pagine , dove , con tacitiano v ig o r e , riproduce le lotte sanguinose combattute in Rapallo nel 1494 e 1495 tra fautori e nemici di Carlo V i l i : fatti in generale poco conosciuti e che tanto importano alla conoscenza della Storia , non solo della Liguria, ma dell’ Italia tutta.

Cosi si apprende, come le lotte di Carlo V e Francesco I si ripercuo­

tessero sulla nostra R iv ie ra, specialmente su R a p a llo ; la quale, per essere uno dei centri più importanti , era anche spesso presa di mira dai p ira ti, specialm ente dal feroce Dragut, che nel Luglio del 1549 la mandava a ferro e a fuoco.

Quindi il eh. Autore passa a parlare delle Chiese di Rapallo, degl’istituti di Beneficenza e di Educazione e, poscia, nella II parte, da pag. 77 alla fin e, del Santuario di M ontallegro.

In una serie di 23 capitoli, dalla guerra degli imperatori greci contro il domina delle sacre im m agini e dalla apparizione della Vergine sul Monte, alle Indulgente concesse dai sommi Pontefici a favore di quella Chiesa , l ’Autore rac co lse , in forma sempre piana ed ele g a n te , quanto riguarda l’ insigne Santuario, non dimenticando m ai tutto ciò che avesse attinenza alla Storia C iv ile e che valesse ad illustrare i singoli avvenim enti.

L ’ appendice intitolata e Gita d.i Rapallo al Santuario di Montallegro — Incantevole panorama che presenta il Golfo Tigullio » è

1

’ ultima pennel­

lata del quadro grandioso e magnifico, degno veramente di ornare la casa di ogni persona amante delle patrie memorie.

C am ogli, 15 A prile.

Prof. P. St u r l e s e.

Eu g è n e Ja r r y — Les origines de la domination Française a Gines ( 13 9 1- 14 0 2). — Paris — Picard, 1896.

L a politica interna della repubblica di Genova nel secolo X IV offre largo argom ento di in d agin i, di raffronti e di considerazioni agli storici ed ai filosofi.

M entre, con audaci imprese si estende il dominio ed il traffico della città nelle colonie di Oriente, mentre le relazioni commerciali coi popoli del- l’ occidente divengono più frequenti e più proficue, e da Tana e da Caffa fino ai Paesi Bassi ed a ll’ Inghilterra la croce di San G iorgio, rispettata e temuta, protegge i G enovesi trafficanti ed industri, mentre infine la guerra di Chioggia rivela il valore, la sapienza, la costanza dei marinai e degli am m iragli, il governo interno della città subisce rapidissime ed improvvise

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A lla dominazione viscontea, cominciata dopo l’ infausta battaglia d’Alghero, succede un breve periodo di libertà, funestata da ferocissime lotte tra po­

polani e nobili, tra antichi guelfi e antichi gh ibellin i, tra ambiziosi e pre­

potenti cittadini che si contendono il seggio dogale, appoggiandosi per aiuto a questo ed a quello del principi stranieri, e specialmente alla casa di Francia che finisce poi collo stabilire su G enova il proprio dominio.

Il signor Ja rr y , che già altri studi aveva fatto sulla politica del duca Lu igi d’ Orléans in Italia, si é accinto adesso allo studio minuto e parti­

colare delle cause che produssero ed affrettarono lo stabilimento della do­

minazione francese sulla fine del X IV se c o lo , quella dominazione che recenti pubblicazioni di altri autori, in parte raccolti dall’autore stesso nel nostro Archivio di G enova, in quello di T o rin o , n ell’A rchivio e nella B i­

blioteca Nazionale di Parigi; e di questi i più importanti sono pubblicati in Appendice, altri invece sono com pendiati, altri infine citati soltanto.

Dell esame coscienzioso e diligente di tutte queste carte, finora sconosciute, lo Ja rr y si serve per rifare di sana pianta la storia del decennio 1 392-1402,

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condotta, a nome del duca di O rléans, dal prode Enguerrand de C oucy, le cui imprese a Savona e nella riviera di Ponente sono illustrate con do­

cumenti nuovi, quelle in cui si espongono le discussioni avvenute a Genova in seno alle varie assem blee, secondo i verbali conservati nell'Archivio Nazionale di Parigi e pubblicati in Appendice, e finalmente le bellissime pagine, in cui si esamina l ’effetto prodotto dall’ occupazione di Genova sulle relazioni internazionali della Francia.

Noi avrem m o però desiderato in uno studio cosi diligente e cosi minuto una m aggiore imparzialità ; avrem m o voluto che 1’ egregio autore si fosse mostrato altrettanto spassionato, quanto dotto; non avesse giudicato i fatti con criteri esclusivam ente francesi, procurando di scusare e di attenuare le colpe (e ve ne furono delle gravissim e) degli emissari e degli agenti fran­

cesi, non avesse gravato la m ano, ogni volta che glie se ne porgeva il destro, su G enova e sui Genovesi.

Potrem m o citar infiniti esempi di questa parzialità ; basterà però uno solo, di tutti il più evidente.

Quando nel 17 Novem bre 139 4 i Savonesi si diedero al duca di Orléans, il C oucy solennemente promise loro a name del suo signore molte cose e fra le altre di difenderli contro Genova e di mantenere la loro indipendenza.

Queste promesse non furono nè ratificate nè mantenute ed il signor Ja rry (pag. 92 e seg.) quasi giustifica e loda la mancanza di fede, mentre scaglia tutti i fulmini della sua retorica contro l’ Adorno, che non mantenne i patti promessi al re C arlo e si rivolse a Gian Galeazzo (pag. 179)·

E un’ altta cosa ancora avrem m o desiderato, che Γ Α . si fosse soffermato un p o ’ più a lungo sull’ immenso vantaggio che la casa di Francia ritraeva dal possesso di Genova, e come base d’ operazione per le pretese angioine sul reame di Napoli e come centro di commercio e via di comunicazione col Levante. I danni che la dominazione francese recò a Genova ed al suo comm ercio ad esclusivo profitto di M arsiglia e degli altri porti di Francia meriterebbero di essere studiati sul serio; il materiale storico non manche­

rebbe nel nostro A rch ivio ; e noi crediamo che non sarebbe difficile dimo­

strare che, accettando il dominio di Genova, il re C arlo V I non si sobbarcava ad un peso cosi ingrato, non compiva un’ opera cosi nobile e disinteressata, come il signor Ja rry a più riprese e con insistenza dichiara nel suo volume.

Ca m i l l o Ma n f r o n i.

Prof.

G i r o l a m o B e r t o l o t t o

Direttore Responsabile.

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