• Non ci sono risultati.

Bolli con tria nomina e probabili iniziali di tria nomina

6 Tipo: a canale

C. VALERI FIRMAṆ[I]

IV. Laterizi e dolia

IV.2 I bolli laterizi di Mutina e del suo territorio

IV.2.1 Bolli con tria nomina e probabili iniziali di tria nomina

I bolli recanti tria nomina variamente abbreviati risultano essere il gruppo più numeroso tra quelli esaminati – con ben 90 su un totale di 191 esemplari censiti – e sono in larga parte riferibili alla tipologia del marchio a lettere rilevate entro cartiglio rettangolare.

Fanno eccezione alcuni marchi impressi a lettere incavate, tra i quali si segnalano per il fatto di non essere fortemente abbreviati – a differenza dei restanti bolli G.E.M (tab. 1, n. 30), C.P.F (nn. 43-44) e CRB (nn. 58-59), da interpretare probabilmente come iniziali di tria nomina –

41 Atlante III (2), scheda FO 25, pp. 281-282. 42 Carta Archeol Territ.1988, n. 430, pp. 261-263. 43 Carta Archeol Territ.1988, n. 425, pp. 257-261. 44 Atlante III (1), scheda MA 13, pp. 253-255.

45 Si tratta del senatus consultum Hosidianum e del senatus consultum Volusianum (CILX, 1401 = ILS6043 = FIRA

142

quello Q.CA^ER^ELL/IANV^ARI (n. 4) da Savignano sul Panaro46 e quello

C.MVNATIVS/L.F./CRESPV47 (n. 42) da Bondeno, in cui compare anche il patronimico.

Tra i bolli attestati da un solo esemplare degno di menzione è il marchio L F SABINI (n. 31), che trova puntuali confronti a Ravenna e Rimini48, per il quale è probabilmente individuabile

un riscontro nell’epigrafia lapidaria: da Castelvetro di Modena, infatti, proviene l’iscrizione L

FAIANO/ L F SABINO/ AED FLAM PATR COL/ TRIB COH PRIM LIGVRVM49. Pur non essendovi

alcuna prova a favore di un’effettiva identificazione tra il personaggio menzionato nell’epigrafe e quello presente sui bolli, è da rilevare l’esistenza di vari casi in cui ex militari in congedo si dedicarono ad attività connesse alla produzione fittile50.

Si segnalano, inoltre, il bollo P.IVN.CIL (n. 32) rinvenuto nel podere Pratoguarrato di Savignano, ove sono stati individuati i resti di un impianto produttivo, che trova riscontro su una tegola da Cesena51, ed il marchio, proveniente dal medesimo contesto, Q ACVT.OL (n. 3),

per il quale è stato proposto uno scioglimento Q. Acut(i) O(liani), in merito al quale pare interessante rilevare, da un lato, il fatto che un Q. Acutius è ricordato su un mattone graffito proveniente dal podere Magiera di Corleto52, dall’altro, l’attestazione nella Tabula alimentaria

di Veleia di un fundus Ollianus53.

Per quanto concerne il bollo P.PEDVC.R proveniente dall’agro modenese (n. 57), esso è probabilmente da riferire ad un membro della gens Peducaea, ben attestata proprio a

Mutina54, mentre non trova confronti in regione, fatta eccezione per un bollo su dolio dal

territorio bolognese55, il gentilizio Cloelius, che compare nel marchio L.CLOELI/BLAESIAN^I su

una tegola rinvenuta nell’edificio 5 del settore NE dello scavo presso il Parco Novi Sad (n. 15).

46 Per il gentilizio Caerellius cfr. OPELII, pp. 18-19; quanto al diffuso cognomen Ianuarius, esso compare anche su

una lucerna a canale proveniente dal podere Pratoguarrato di Savignano sul Panaro (CHIESI 1988, p. 126).

47 Nel caso in cui la lettura dell’ultima riga fosse corretta, si tratterebbe dell’unica attestazione del cognomen

Crespu(s); quanto al gentilizio Munatius, noto anche su laterizi urbani, sui quali compare L. Munatius Crescens,

officinator di Domizia Lucilla (CIL XV, 121), esso risulta ben attestato in regione, con una particolare

concentrazione a Parma (CILXI, 1062; 1092-1096; 1098) ed è presente nel Veleiate anche in prediali (CILXI, 1147, I, 15,17; I,31; I, 34; II, 75,77; IV, 24; IV, 41-42; V, 70-71).

48 Cfr. rispettivamente BERMOND MONTANARI 1973, n. 37, p. 48; CILXI, 6689,212b. 49 CILXI, 838.

50 Cfr. CHIESI 1988, p. 126; da ambiente militare potrebbe provenire anche Q. Publius, personaggio che usava

marcare i propri prodotti con un bollo che richiama la tipologia dei marchi legionari (tab. 2, n. 13).

51 CILXI, 6689, 133a;

52 CILXI, 6690,2; al riguardo vd. GIANFERRARI 2002, nota 48, p. 408. 53 CILXI, 1147, V, 60.

54 Delle sei attestazioni del gentilizio nella regio VIII, cinque – fatta eccezione per un’iscrizione ravennate (CILXI,

6751) – provengono da Modena: CILXI, 832; 902-904 a cui è da aggiungere una stele proveniente dalla necropoli presso il Parco Novi Sad (DONATI, CENERINI 2013, n. 11, pp. 420-421).

143

Da quest’ultimo sito, ma dall’edificio 3, proviene inoltre il bollo su tegola TRINM^A^R (n. 63), da interpretare verosimilmente come tria nomina abbreviati T(iti) Rin(---) Mar(---) alla luce del confronto con il marchio TR^INVN^IM^ARC̣[---] (n. 62), anch’esso su tegola, rinvenuto a Rubiera nel greto del fiume Secchia; se l’interpretazione fosse corretta ci si troverebbe di fronte ad un gentilizio Rinun(ius?) non altrimenti noto.

Da riferire a tria nomina è inoltre il bollo a lettere rilevate entro cartiglio ovale SEX M P dalla tomba 106 della necropoli del Parco Novi Sad (n. 40), che trova confronto in un esemplare, mutilo della parte iniziale, da S. Ambrogio di Collegara (n. 41), e che con tutta probabilità non ha alcun legame con l’analogo bollo su terra sigillata tardo-italica, riferito a Sex(tus) M(urrius)

P(riscus)56.

Particolarmente interessante è, inoltre, una lastra fittile recante il bollo a lettere a rilievo entro grande cartiglio rettangolare A^D FORN CA^T/ L A^EMILI/ FORTIS (n. 1), rinvenuta nel podere Pratoguarrato di Savignano sul Panaro – località denominata ancora nel XVI secolo «Campo Forte» – fra i resti di una fornace annessa ad una villa urbano-rustica. Per tale iscrizione, probabilmente databile all’età augustea in base ai caratteri formali, è stato proposto recentemente da V. Righini57 uno scioglimento Ad forn(acem) Cat(ulorum) vel

Cat(uliorum)/ L(uci) Aemili/ Fortis alla luce del confronto col bollo visto dal Mommsen a

Piacenza presso un privato, ma di provenienza incerta, L^L. CA^T^V. L^E^T^F/ FIGL^LV58

letto come L.L. Catu(lorum) vel Catu(liorum) L(upi) et F(elicis)/ figl(ina) Lu(piana) – e con i marchi attestati ad Alba Pompeia L.C.LVPI, L.C.L.F.L e LCL, per i quali la studiosa propone, rispettivamente, le letture L(uci) C(atuli) Lupi, L(uci) C(atuli) L(uci) f(ili) L(upi) e L(uci) C(atuli)

L(upi). Il bollo di Savignano potrebbe pertanto menzionare i medesimi Catulii menzionati sugli

esemplari di Placentia ed Alba Pompeia, che avrebbero pertanto avuto proprietà terriere, con annessa una fornace, anche in territorio modenese; quanto a L. Aemilius Fortis, egli avrebbe potuto essere il gestore dell’impianto produttivo o il nuovo proprietario, che avrebbe conservato la denominazione fornax Catuliorum/Catulorum per dare continuità all’azienda. L’indicazione di moto a luogo, espressa mediante ad + accusativo, porta infine a propendere per un’interpretazione della lastra, secondo l’ipotesi già avanzata da C. Michelini59, come una

tabella di accompagnamento per il trasporto di materiale destinato alla fornace, ossia argilla

56 OCK, 1213. 57 RIGHINI 2012. 58 CILXI, 6674,12. 59 MICHELINI 1988, p. 536.

144

di cava o – meno probabilmente – laterizi fabbricati in un’altra struttura produttiva ed inviati alla fornace per la cottura.

Ad un’officina locale, attiva nel territorio fra Poggio Rusco, Sermide e le Valli Finalesi è da ricollegare il bollo C.CESTI.SA^T^V, attestato su dieci esemplari(nn. 5-14); il nomen Cestius è ben documentato nell’Italia settentrionale60, mentre il diffuso cognomen Saturninus è

attestato sia su lucerne a canale, la cui produzione è databile tra la seconda metà del I e gli inizi del II sec. d.C.61, sia su ceramica a vernice nera62 e terra sigillata di produzione padana63.

Una concentrazione di attestazioni presso S. Martino Spino, località Baia-Masetta, ove sono venute alla luce tracce di una villa rustica con annessa fornace forse destinata alla fabbricazione di laterizi64, potrebbe portare, in via del tutto ipotetica, a supporre una

localizzazione in tale sito della produzione dei bolli recanti i marchi C.COR.POL (nn. 16-29), per il quale è stato proposto uno scioglimento C(ai) Cor(neli?) Pol(lionis?)65, e M VARI MVNDI (nn.

80-88)66, benché questa proposta di ubicazione sia resa ancor più incerta dal fatto che tali

marchi sono documentati anche nel territorio tra Revere, Sermide e Poggio Rusco.

Testimoniata da ben dieci esemplari67 è la produzione di tegole bollate STA.PAC.CE^L (nn.

47-56), riferibile ad un’officina con un raggio d’azione limitato al territorio tra Modena ed il Po68 e da interpretare probabilmente come tria nomina di un unico personaggio, per il quale

in CIL XI è proposto uno scioglimento Sta(tius) Pac(cius?) Cel(er?)69. Spicca inoltre la presenza

di una tegola, ora perduta, rinvenuta a Pola, in Istria, con bollo letto STA.PAC.C.F, che

60 Cfr. OPELII, p. 52. 61 BUCHI 1975, pp. 142-143.

62 In particolare, il bollo romboidale spiga SATVR spiga, attestato su una patera a vernice nera da S. Martino Spino

(GIORDANI 1990, p. 91; fig. 3,8 p.89 e fig. 5, p. 91), compare identico anche su una coppa in terra sigillata proveniente da Poggio Rusco.

63 OCK, 1799.

64 Cfr. Atlante I, schede MI 77-MI 78, p. 80.

65 Cfr. CALZOLARI 1987, n. 5, p. 43; la gens Cornelia è ben nota in Italia settentrionale (OPELII, pp. 76-78), con

numerose attestazioni sia di suoi membri che di prediali da essa derivanti nella Tabula alimentaria di Veleia (cfr. CRINITI, SCOPELLITI 2012, pp. 36-38). Tale gentilizio compare inoltre su varie produzioni laterizie (cfr. RIGHINI ET AL.

1993, pp. 240-241).

66 Il gentilizio Varius è attestato in Cisalpina anche in relazione ad una produzione anforica bollata VARI.PACCI e

compare, nella forma VARIA – emendata in VARIAE, in seguito ad autopsia, da D. Rigato (RIGATO 2010, p. 104) – , su un laterizio a Sarsina (CILXI, 6689,252).

67 Si aggiunge un esemplare proveniente da una località imprecisata del mantovano, quasi sicuramente da

localizzare a sud del Po (CASALI, ORLANDINI 1984, p. 176).

68 CALZOLARI 1991, p. 52. 69 CILXI, 6689,176.

145

sembrerebbe documentare una produzione del medesimo personaggio, o, perlomeno, di un membro della stessa famiglia70.

Da localizzarsi probabilmente nell’area tra Reggio Emilia, Modena ed il corso del Po è la fabbrica di laterizi, attiva a medio raggio, con marchio L.V^AL^ERI.LAE^TI (nn. 68-79), i cui prodotti sono documentati, oltre che nella Bassa Modenese a Mirandola, Novi-Concordia, Carpi e a S. Martino in Rio, anche a S. Pellegrino presso Reggio Emilia, a San Lorenzo di Pegognaga e nell’Oltrepò Mantovano71. La presenza a Rimini di una tegola prodotta da questa

officina, più che con l’apertura di una filiale, si può giustificare ipotizzando un commercio che sfruttasse l’idrovia del Po e poi la navigazione costiera72. Il gentilizio Valerius è molto diffuso

nella regione emiliana e compare su bolli laterizi di fabbriche attive in aree limitrofe, a nord- ovest di Ostiglia73, nella provincia di Rovigo74 e nel territorio bolognese75.

Dotata di una certa potenzialità economica, che potrebbe definirsi «di medio raggio», fu l’officina di laterizi con bollo Q LICINI/ AMANDI (nn. 33-38) – personaggio che, considerato il

cognomen76, era probabilmente un liberto – che riforniva il mercato sia della pianura

modenese sia del territorio polesano, probabilmente mediante un trasporto per via d’acqua77.

Tali prodotti sono stati rinvenuti, infatti, oltre che nel modenese – a Collegara, Fiorano e, come reimpiego, a San Felice sul Panaro – nel Polesine a Chionsano di Gaiba, Adria e nella zona di San Basilio78, nella variante priva di nessi. Quanto agli esemplari modenesi, i quattro

provenienti da Collegara presentano nesso A^N^D, mentre quello da Fiorano ha il nesso M^A; essendo perduto, è impossibile invece avere informazioni precise sul bollo di San Felice sul Panaro.

Per quanto concerne la cronologia di tali produzioni, non è il caso di fare affidamento su criteri paleografici certi né sull’analisi onomastica; l’unico elemento utile è la presenza, in larga parte degli esemplari, di apicature, che sarebbero apparse intorno all’età giulio-claudia79. La

70 CILV, 8110,138.

71 Cfr. da ultimo CALZOLARI 2001, p. 168 72 CILXI, 6689,249a; CALZOLARI 1991, p. 56.

73 Q.Valeri Nasonis; al riguardo vd. BUCHI 1979, pp. 165-166. 74 C.Valeri; al riguardo vd. ZERBINATI 1986, p. 294.

75 L.Valeri Pipercli (CILXI, 6689,250) e L Valeri T F (CILXI, 6689,248). 76 Cfr. KAJANTO 1982, p. 360; OPELI, pp. 87-88.

77 CALZOLARI 1987, p. 42.

78 CILV, 8110,245; DE BON 1939, nota 1, p. 52; ZERBINATI 1986, n. 40a, p. 292 e fig.84, p.301. 79 Cfr. GIOVAGNETTI, PIOLANTI 1978-79, p. 85.

146

presenza dei tria nomina non permette, inoltre, di avere informazioni sicure neppure sulla posizione sociale dei personaggi menzionati, che potrebbero essere ingenui o liberti.