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Dossier I: villa Longo a Fiessetto A.

B. C.Vi., ms 487, fasc 3, f XIII diviso (c 22r-23v)

Sul verso del foglio (c. 23r: errata segnatura) Francesco Longo intestò la missiva «Al Cl[arissi]mo M[isser] Ant[oni]o Longo Pad[re] Oss[ervandissi]mo. Venetia. A S[an]ta Maria Formosa».

Antonio Longo registrò: «12 Aprile 1567. Co[n] 3 memorie da risolver col Sa[n]sovino».

(cc. 22r-v)

«Cl[arissi]mo padre. Se ben spero di ritrovarmi domenega de lì avanti mezo giorno, seco[n]do ch[e] gl’ho scritto [deleto: «replicatam[en]te di fare»], niente di meno le faccio le presenti per dirgli del ricever delle sue di hieri, dalle quali ho inteso mal volentieri, per parlare co[n] ‘l mio senso proprio, [deleto: «et non co[n] quello d’altri»], il descargo delle piere vive [aggiunto soprarigo: «a la botega»] del Zamberlano, perch[é] sento, ch[e] sotto sopra seria avantazo farle condur greze de qui, et lavorarle su la fabrica; ch[e] certo è troppo gran cosa a veder il mal termine di queste ch[e] sono sta condute, lavorate in quella città; et più ch[e] vado avanti in questi lavori, più mi discontento d’ogni cosa; ma siamo qui, et no[n] si può far altro, ch[e] corregger quelli errori, ch[e] patisseno correttione. Se si torà l’altra barca di piere, desidero ch[e] si metta in considertione, questo mio parere, et faccissi poi quello ch[e] è meglio [deleto: «ch[e] altra non intendo ch[e] si facci.»]. Fu conduto qui ultim[amen]te dui pezzi di soaze d[e]lle colone di portego verso mezo dì, et ciascuna di esse ha una schienza, grossa qua[n]to è un pugno, ch[e] è una compassione a vederle; gli [Zamberlano?] le mostrai avanti che ‘l partisse de qui, et voleva mantenere, ch[e] [deleto: «una di esse»] tutte due fussero sta fatte, nel stracolo di descargarle, niente di meno, si vede ch[e] una è sta lavorata a quel modo. Spendemo ‘l denaro, come se havessamo fior de roba et di lavoro, et havemo [sostituito il deleto: «gran parte di» con: «pur assa»] cara. Egli [Zamberlano?] si scusa co[n] dire ch[e] ‘l cargar e discargar fa questi desordeni; et io [aggiunto soprarigo: «anch[e]»] credo ch[e] ‘l portar su e zo, no[n] facci bene alcuno; e vorei, se potesse, levargli questa [deleto: «sua»] scusa, et farle lavorare de qui.

Scrivo le p[rese]nti pricipalm[en]te per dire ch[e] più ch[e] andamo ava[n]ti in la fabrica, più temo ch[e] habbiamo ad esser in casa mal seguri, onde per far quelle provisioni maggiori ch[e] si può, mi pare ch[e] si debba attendere a fare tutte le porte, massim[amen]te quelle delle loze, quanto più forte [deleto:

«ch[e]»] sia possibele. Quelle ch[e] sono fatte, han[n]o delli difetti: p[ri]ma il legname no[n] è bello: ha d[e]lli gropi assai; ha delli stropoli; et sono ugnole, co[n] doi tressi: chi le facesse dopie le erte no[n] le sustenteriano, come è sta detto altre volte. [aggiunto soprarigo: «No[n] si ha»] altro remedio [deleto: «no[n] si ha»] ch[e] darli un tresso, in mezo a li dui altri, dove a ponto cascherà la seradura: così anch[e] par ch[e] senta m[aest]ro Nic[ol]ò marangone.»

[Testo deleto da una linea obliqua:

«Onde, per tale effetto, piacerà a V[ostra] M[agnificenza] dimane andando a S[anta] Agnese far tuor do tavole de larese, larghe un pe e mezo, il costo d[e]lle q[u]ali, mi dice ch[e] serà c[irc]a 30 soldi [aggiunto soprarigo: «l’una»], né si curi V[ostra] M[agnificenza] ch[e] siano fior di roba, né senza gropi, perch[é] vano di dentro via, et vano in tressi. Addesso q[uest]o m[aest]ro Nic[ol]ò mi dice ch[e] si può anche tuor tavole di pe, ch[e] costerano c[irc]a 10 s[oldi] l’una, co[n] le q[u]ali si farà la med[esim]a opera, face[n]do li tressi di due pezzo incolà; [deleto: «et a q[uest]o modo venirano più larghi»]; et così mi pare ch[e] sia bene, pure mi si porti a q[uan]to serà meglio (c. 22v) consigliato de li.»]

«2. Se si lavora le fenestre soazade di piera viva ch[e] vano sopra il colonado del portego, è bene rissolver se si die metter li ferri, come credo ch[e] sia [sostituito a: «meglio», «nec[essa]rio»]; et se si han[n]o a mettere, bisogna ordenarli, accioch[é] si possino metter nelle fenestre, avanti ch[e] vadino in opera.

3. Il simile dico d[e]lle cape de i volti: il Zamberlano è obligato a far esse cape de legname a razi; ma facendo le fenestre de ferri, mi pare ch[e] si d[e]bba fare ancho esse cape d[e]lli volti [aggiunto soprarigo: «di ferro»]; [deleto: «è ancho ch[e]»] et vorei spender manco in fature, ch[e] fusse possibile [segno di interruzione]»

[Testo deleto da una linea obliqua:

«Su ‘l colmo di fa buon lavoro; serà tutto rifatto, et co[m]pito, spero, dimane a buon hora. Piaccia a Dio ch[e] la fattura sia utile et facci quel effetto ch[e] si desidera; certa cosa è ch[e] l’aqua no[n] resta su i copi; ma tutta la vale no[n] si leva. D[ome]n[e]ga di sera andando [deleto: «in»] a longo la Brenta verso Strà, vidi il

colmo di M[isser] Ant[oni]o Capelo, ordenato dal Sansoino, ch[e] no[n] ne ha manco di quello ch[e] era questa. Dicono ch[e] questi coperti moderni, tutti l’han[n]o, per l’uso della cornise, la quale quando non si usava co[n] tanti ordeni, li cop[er]ti no[n] haveano vale. Tanto è, il n[ost]ro ne ha [sostituito a: «d[e]lla vale», «la sua parte»], ma l’aqua secur[amen]te va zo alla distesa, senza ritenersi ponto, et lo vedo ogni giorno ch[e] li vado su. Questa fattura haverà levato in gran parte essa vale; si haverà levato questo dubio, ch[e] l’aq[u]a no[n] gli resti morta su; et l’haverà tutto si fatto. No[n] resterà a far altro sopra esso colmo ch[e] sbusare dove haverà da andar li canoni d[e]lli necessarii, et a fare l’altro luminale, il q[u]ale si potria cominciare dimane. Hier sera a 24 hore cominciò qui a piovere, et ha continoato gran parte d[e]lla note passata, con grande utile d[e]lla ca[m]pagna, la q[u]ale p[er] gr[ati]a di Dio è belliss[im]a et già le segale han[n]o fatto la spiga, et tutte l’altre cose vano bene, et promettono buon anno, se la gr[ati]a di Dio no[n] mancherà. Serà stata questa piova buona ancho per la sparesara, ch[e] ne farà abond[an]te, haverà fatto anche servicio alle artichiochi, i q[u]ali sono sta piantati in cento buse, et ottanta [deleto: «ne han[n]o»] sono verdi, vivi, et [deleto: «ch[e]»] promettono d’essere arpi[gi]ati. Oltra le due tavole di larese s[u]dette, le piacerà tuor anch[e] dui quarti di chiave d’albeo, da far il luminal, et tuorli ad ogni modo tanto p[er] tempo ch[e] si possino mandar de qui co[n] la p[rima] com[m]odità [aggiunto soprarigo: «di barca»] p[er]ch[é] diman a buon hora, se no[n] s[u]viene q[u]alch[e] imped[imen]to si darà principio a fare q[ue]l luminal, dove di hanno a metter in op[er]a. Bisogna ancho un centenaro de chiodi mantoani, et cinque d[e] 3 s[or]te de pe.»]

«Mi racc[oman]do a V[ostra] M[agnificenza] con tutti li nostri. Di Fiesseto, a XII di ap[ri]le MD.LXVII

Suo fiol Fr[ances]co Longo» (c. 23r: errata segnatura)

[testo deleto da una linea obliqua

«Memoria di robbe da mandar fuora p[er] la fabrica.

Do tavole d[e] larese da far i tressi d[e]lle porte d[e]lle loze, larghe un pe e mezo;

do q[uar]ti d[e] cha[i]ave p[er] el luminal;

tavole d[e] larese n[umer]o 14 d[e] 1 pe d[e] largheza, 8 pie in op[er]a;

17 chiodi d[e] mezo pe p[er] le porte d[e] soffita; 12 chiodi d[e] 3 q[uar]te d[e] pe p[er] el luminal; 1000 chiodi da canal p[er] el suolo e p[er] le porte; do pironi da ochio p[er] la fenestra d[e]l luminal; et le robbe p[er] la intestadura iuxta la polizza.» ] [A lato, è iscritto il conto:

Documento I/14

Dossier I: villa Longo a Fiessetto

A.

22 aprile 1567: Francesco Zamberlano stende un resoconto per Antonio Longo riguardante la spesa per cento settanta cinque miara di pietre vive consegnate nella sua bottega da Andrea della Vecchia, in due volte [secondo gli accordi stabiliti all’8 dello stesso mese: Documento I/11D.] per un totale di poco più di 656 lire, dal quale viene detratta (secondo la specifica aggiunta sotto il testo) la caparra di 310 lire [50 ducati] ricevuta da Antonio Longo per conto dello Zamberlan [cfr. Documento I/11D.].

Datata il 25 aprile è un’aggiunta di testo scritta da Antonio Longo: vi è registra una dichiarazione fatta dallo scaricatore Antonio detto Copin Bastasso e relativa ad altri tre quantitativi di pietre vive (forse, riguardante nuovi approvvigionamenti di materiale litico per il cantiere di Fiessetto).

B.

Rendiconto autografo di Francesco Zamebrlano: R. 2. Aggiunta e registrazione di Antonio Longo.

C. Inedito D.