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Dossier I: villa Longo a Fiessetto A.

B. C.Vi., ms 487, fasc 3, frammento 3 (c 42v)

Sul recto del frammento di foglio, è disegnato a mano libera un puteale a nicchia a edicola (Documento I/scheda 9, fig. 10)

«Un’erta de una piera e meza longa p[iedi] 6, 1/2;

un sogier de saxo de una pera e meza in luse p[iedi] 3, 1/1 un pezo d[e] pilastro longo p[iedi] 4, largo su do fazze xxxx 10;

do mezi capiteli, i[n] nichi in tavola p[iedi] 1, xxxx 8;

La longhezza da i muri d[e]lla casa alla spina: passa 41, d[e] i q[u]ali ne son fatti 14 verso ‘l bruolo; talch[é] resta 27, i q[u]ali vano d[e] zelosie p[er] la seragia d[e]ll’horto, et dopii. Et si comprende il foro d[e]lla porta d[e]l bruolo et horto.

Dalla parte d[e]l vicin, va[n] tutti li 41 passa, et tutto ‘l muro và pien.

La larghezza d[e]l cortivo è passa 20; et 20 passa d[e] muragia piena va in fazza de mezo dì, p[er] serarse, compeso il foro d[e]lla porta p[ri]ncipal.

La longhezza d[e]lla corte è passa 10, d[e] muro pien, senza ‘l nichio d[e]i pozzi.

La larghezza d[e]lle ditte è passa 4, p[iedi] 4, computando i fori. A la larghezza d’un caro da mesura [deleto: «è in luse»] basta d’ava[n]tazo pie 7.»

Documento I/23

Dossier I: villa Longo a Fiessetto

A.

13 luglio-28 agosto 1568: Gerolamo, per conto del padre analfabeta, il muraro Lorenzo, registra le ricevute dei pagamenti fatti da Marc’Antonio Longo per il lavoro eseguito: la realizzazione dell’edificio per custodire gli arnesi agricoli («teza»), per un totale di poco più di 50 ducati.

Gli eredi di Antonio Longo, nel marzo precedente, avevano stipulato con lo stesso maestro un accordo per la realizzazione delle strutture murarie del cortile della casa domenicale di Fiessetto (Documento I/21).

B.

Ricevuta scritta da Girolamo figlio del muraro Lorenzo. Testo aggiunto all’accordo del maggio precedente (Documento I/21) C.

Inedito D.

B.C.B.Vi., ms. 487, fasc. 3, f. XX (c. 32r-v)

(c. 32r)

«Adì 13 luio, R[ice]ve mio padre dal sopra dito el M[agnifi]co M[isser] Mar[c’Antoni]o Longo a bo[n] co[n]to d[e] la fabrica d[e]la teza lire sesa[n]ta do, val d[ucati] n[umer]o 10»

(c. 32v)

«Adì 31 luio 1568.

Re[ce]vi io Ierolimo p[er] nome d[e] m[aestr]o Lorenzo mio padre a bo[n] co[n]to d[e]lla teza dal Mag[nifi]co M[isser] Marcho[An]tonio Lo[n]go duchati dodexe, val l[ire] 728, s[oldi] 8, val d[ucati] 12.

Adì 23 auosto. Ric[e]vi io Ier[ola]mo sop[r]a dito p[er] nome d[e] mio padre dal M[agnifi]co M[isser] Marcho[An]tonio

Lo[n]go sop[r]a dito a bo[n] co[n]to d[e]lla fabricha con la teza d[ucati] vinti, val d[ucati] 20.

Adì 28 dito. Recevi io Ier[ola]mo sop[r]a dito p[er] nome d[e] mio padre dal Mag[nifi]co M[isser] Mar[c’Antoni]o sop[r]a dito cechini otto da l[ire] 8 per l’uno, ch[e] son d[ucati] 8, l[ire] 3.»

Documento I/24

Dossier I: villa Longo a Fiessetto

A.

19 agosto 1570: Francesco Longo stende, a Venezia, il testo di un accordo privato riguardante la definizione dei confini delle proprietà dei Longo e dei Sommariva a Strà, in località di Fiessetto, sottoscritto, da una parte, dai figli ed eredi di Antonio Longo, Francesco e Marc’Antonio e, dall’altra, dai figli ed eredi di Giovanni Paolo Sommariva, Girolamo, Agostino e Fausto, ai quali si aggiunse, quattro giorni dopo, anche Alessandro.

Come dichiara la clausula finale, l’accordo avrebbe potuto essere registrato presso un notaio della stessa città, qualora richiesto dalle parti.

Preso atto dell’esistenza della nuova «casa da statio» che i Longo avevano fabbricato sul loro possedimento, l’accordo stabilisce che l’estensione dei confini della proprietà Longo, a Fiessetto, verso («sol levar»), sul confine dei Sommariva, non avrebbe potuto, in alcun modo, oltrepassare il margine occupato dal muro divisorio, del quale si erano appena gettate le fondazioni [previste fin dal maggio 1568: Documento I/23D.].

Innanzi tutto, l’accordo delinea il tracciato del confine sul quale la parte dell’erigendo muro doveva trovare perfetta corrispondenza: a Nord, verso il fiume Brenta, il confine delle due proprietà è determinato solo idealmente (non essendo previsto alcun muro) sul tracciato di una linea retta collegante la porzione di muro già esistente al letto del fiume; a Sud, il confine è segnato dal rettifilo collegante l’angolo («canton») del muro del

coritvo maggiore [cfr. Documento I/22] al fossato che, adiacente

alla strada comunale, separa, per un tratto e naturalmente, le due proprietà. [Morfologiacamente la risultante è un rettilineo, in

tutto corrispondente a quello delineato nel desiderio espresso da Francesco fin dall’agosto del 1566: Documento I/7].

Dato che una parte delle fondazioni del muro e un pozzo già esistente (Documento I/22) finivano sopra il terreno dei Sommariva, questi concedevano ai Longo lo stato di fatto, assicurandosi, però, che mai, né le prime, né il secondo (in quello stesso muro incassato), avrebbero potuto dare la possibilità ai nobili veneziani di recriminare come propria la porzione di terreno dei Sommariva occupata dal muro di confine, o estendersi al di là di quella.

B.

Accordo scritto da Francesco Longo.

Sottoscrizioni di Francesco e Marc’Antonio Longo; Girolamo Agostino, Fausto e Alessandro fratelli Sommariva.

C. Inedito D.

B.C.B.Vi., ms. 487, fasc. 3, f. XXI, mezzo (c. 34r-v)

Sul verso del mezzo foglio (c. 34v), Francesco Longo registra: «1570, auosto. S[cri]tto fatto co[n] i Sumariva c[irc]a la fab[ri]ca d[e]l muro divisorio tra loro et noi»

«Per rimover ogni dificultà che p[er] tempo alcuno potesse ocorer tra li Cl[arissi]mi M[isser] Franc[esc]o et M[isser] Marc’Ant[oni]o figlioli del q[uondam] Cl[arissi]mo M[isser] Ant[oni]o Longo, da una et l’Ecc[ellen]te M[isser] Hier[ola]mo Sumariva d[octor] et frad[el]li figlioli del q[uondam] M[isser] Z[uane] Paulo dall’altra parte p[er] ocasione delli loro confini delle terre possedono l’una et l’altra parte in la villa de Strà in loco ditto Fiesseto dove al p[rese]nte li Mag[nifi]ci Longhi hanno fabricato la sua casa da statio.

Per la presente scritura tutti li sop[r]a nominati d’acrodo dechiarano che li p[re]detti Cl[arissi]mi Longhi con li sui confini sii estendano et haver debano verso sol levar in confin delli

Sumariva solame[n]te tanto quanto ocuperà il muro divisiorio sopra terra del qual hora sono fatti li fondamenti, sì che si intendi il muro esser tuto delli Cl[arissi]mi Longhi et che non ecedino esso muro p[er] tanto spatio p[er] quanto sarà fatto esso muro, et dalla parte verso la Brenta dove non si farà muro il suo confin sii fin dove si terminerà tirando una retta linea da esso muro, si che il muro possi continuar tutto retto fin sopra la Brenta, et dalla parte verso la strada il confin delli Cl[arissi]mi Longhi cominsciando dal canton del muro che sererà il suo cortivo fin sopra la strada pervenghi fino a mezo il fosso che divide il loco di essi Cl[arissi]mi Longhi dal loco delli Sumariva, et cussì parimenti li confini delli Sumariva p[er]venghino fino arente il muro delli Cl[arissimi] Longhi talché tochino esso muro e questo sii p[er] ta[n]to spatio che teniva esso muro andando poi a retta linea dove non sarà muro dalla parte verso la Brenta fin sopra l’aqua e dalla parte verso la strada cominciando dal canton sopra scrito del muro che sererà detto cortivo fin sopra la strada comune sii estendino fino al mezo del sop[r]a scrito fosso devisorio.

Et cussì dechiarano che il pozzo delli Cl[arissi]mi Longhi fatto nel confin delli Sumariva dove hora si ritrova stii, ma p[er] ciò non dia né possi dar action alcuna in tempo alcuno a modo alcuno a essi Cl[arissi]mi Longhi oltra il muro verso il confin delli Sumariva dechiarando che se ben una parte del fondam[en]to del detto muro è fatto sop[r]a il confin delli Sumariva (in caso che fusse desfato esso muro) ditti fondam[en]ti non diino ne posino dar mai action alcuna a modo alcuno a essi Cl[arissi]mi Longhi a pregiuditio delli confini de detti Sumariva. Et la p[rese]nte s[cri]tura si habia a registrar nelli atti di un pub[bli]co nod[ar]o di q[ues]ta città a rechiesta di ciascuna delle parte.

19 agosto in Vinez[ia]. Io Fr[ances]co Longo s[u]detto approbo et confirmo ut s[upra].

Adì ditto. Io Marc’Ant[oni]o Longo sopra scritto confermo ut sup[r]a.

Adì ditto. Io Hieronymo So[m]mariva xx soprascritto co[n]firmo qua[n]to di sopra.

Adì ditto. Io Agostin So[m]mariva d[octor] d[e]l q[uondam] M[isser] Zuan Paulo contento come di sopra.

Adì ditto Jo Fausto So[m]mariva d[octor] d[e]l q[uondam] M[isser] Zuan Paulo co[n]te[n]to ut supra.

Adì 23 ditto. Io Alessandro Som[m]ariva d[e]l q[uondam] M[isser] Zuan Paulo co[n]teto ut supra.»

Documento I/25

Dossier I: villa Longo a Fiessetto

A.

24 aprile 1572: Francesco Longo, nella casa di Strà [la stessa di Fiessetto ?], in presenza di Francesco Zamberlano, stende un conto dettagliato riguardante i lavori in muratura eseguiti da Lorenzo muraro nelle pertinenze esterne di villa Longo, secondo gli accordi del maggio precedente (Documento I/21D.).

Per il calcolo del compenso dovuto viene computata la messa in opera delle murature in base un rapporto di costo per unità di realizzazione prestabilita (Documento I/21), tanto per le fondazioni dei muri del cortivo, a Sud e a Est, quanto per quelli delle corti laterali l’edificio padronale; ma anche per le fondazioni della stalla dei cavalli, della colombara e degli orti chiusi

Nello stesso giorno, maestro Lorenzo viene saldato per tale opera con poco più di 5 ducati, in base a un computo eseguito da Francesco sulla base dell’accordo del maggio del 1568 (Documento I/21D.) e dei riscontri registrati nel libro di fabrica [non pervenuto] relativi ai sei versamenti («partide») che sul nome del maestro erano stai fatti [da quattro anni a quella parte] per un ammontare di 46 ducati.

Sentito il consiglio di Francesco Zamberlan, viene deciso che ogni qual volta le fondazioni risultassero più profonde dei due piedi e mezzo stabiliti, maestro Lorenzo dovesse essere indennizzato.

Infine, viene registrata la richiesta di maestro Lorenzo di eseguire le serande in legno («zelosie del horto») a un prezzo diverso da quello stabilito per costruire i muri dell’orto.

Un’aggiunta di testo, datata 16 giugno, registra un ulteriore pagamento fatto all’ordine di Lorenzo muraro per l’esecuzione del muro confinante con i Sommariva, con un sovrapprezzo di sette lire per la riscontrata maggior profondità delle fondazioni, e per un totale di 11 ducati.

Rendiconto con ricevuta scritto da Francesco Longo. C.

Inedito D.