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Dossier I: villa Longo a Fiessetto A.

B. C.Vi., ms 487, fasc 3, f XXII (c 36r-37v)

Sul verso del foglio (c. 37v) Francesco Longo registra: «IC[Iesus] XC[Christi]. 1572, 24 april. Conto fatto co[n] M[isser] F[rances]co Zamberlan et m[aest]ro L[orenz]o muraro qui nella n[ost]ra casa de Strà s[opra] le misure d[e]lle fond[ament]e et d[e]lli muri d[e]l horto.»

«1572. Adì 24 April. Conto fatto in q[uest]o giorno con m[aest]ro L[oren]zo muraro alla p[rese]ntia d[e] M[isser] F[rances]co Zamberlan, sopra le fond[amen]te d[e]lle corte, et cortivo, et s[opra] il lavoro delle seragie d[e]l horto.

La fazza verso mezzo dì et quella d[e] levante verso el visin è passa n[umer]o 75.

Tutte do le teste d[e]lla corte [aggiunto soprarigo: «sale»] verso la Brenta sono passa n[umer]o 40, p[ied]i 23.

Tutte do le teste d[e]lla corte [aggiunto soprarigo: «sale»] verso mezo dì sono passa n[umer]o 11, p[ied]i 10.

La fazza d[e]lla cortesela verso el vesin è passa n[umer]o 25, p[ied]i 23.

La fazza d[e]lla cortesela verso el bruolo è altretanto p[ass]a n[umer]o 25, p[ied]i 23.

Le fond[a]mente d[e]l luogo da cohio d[e]lla colombara et d[e] tutto l’horto sono passa n[umer]o 90, p[ied]i 7.

Pilastri d[e]lla colombara p[er] il s[u]pin d[e]lla grossezza, et p[ro]fondità, passa n[umer]o 3, p[ied]i 5.

Tutti li muri d[e]l horto sopra terra sono compresi li pilastri [aggiunto soprarigo: «d[e]lle colombare»], passa n[umer]o 89, p[ied]i 10.

S[um]ma passa n. 362, p[ied]i 1

Montano a passa 7 al duc[a]to, segondo il suo obligo p[er] il scritto fatto l’anno 1568 tra noi, duc[a]ti 51, l[ire] 4, s[oldi] 10,

d[e]lli quali ha havuto p[er] avanti in sie partide, come appar nel libro d[e]lla fabrica, d[ucati] 46, si che resta haver d[ucati] 5, l[ire] 4, s[oldi] 10, li quali conto a lui al p[rese]nte p[er] saldo d[e]l ditto conto, con dechiaratione che ogni volta ch[e] m[aest]ro L[oren]zo ditto farà conoscer cavando le fondamente [deleto: «a»]» verso el vesin da le siano p[ro]fonde più di piè 2 et mezo che sono sta nella s[u]ditta misura appreciata lui debba esse refatto. Il ch[e] imporrà p[er] quanto mi afferma M[isser] F[rances]co Zamberlan sopraditto passa otto, et di tanti doverà esser refatto in questo caso et non altramente.

Et insieme faccio nota ch[e] lui pretende non dover far le zelosie d[e]l horto al precio ch[e] le sono sta messe di passa sette al ducato nelli passa 89, p[ied]i 10 sopradetti.

[Aggiunto dalla stessa mano:

In q[uest]o giorno, 16 Zug[n]o 1572 ch[e] io darò a m[aest]ro L[oren]zo s[u]detto d[ucati] 11 p[er] fatt[ur]a d[e]l muro fatto verso el vesin. Gli ho dato app[re]sso l[ire] 7 p[er] el sopra più d[e]l p[ro]fondo d[e]lle fondam[en]te valutade ut s[upra] a pie 2 et mezo si che le ho pagate p[er] pie di 3 p[er] fondo.»

Documento I/26

Dossier I: villa Longo a Fiessetto

Cha Longo

Ramo di Santa Maria Formosa – Venezia

Benetto Longo (= ante 17.III.1455) Nicolò Marco T.: 17.III..1455 ª Chiara (= 17.III.1484 ) T.: 25.III.1483 Zuanne Samaritana (= post 17.III.1455) Monaca a San Lorenzo

Isabetta (= post 25.III.1483) Monaca a Santa Chiara Polissena Monaca a Sant’Andrea Bianca T. 12.VI.1478 Geronimo = ante 26.IV.1474 Francesco = 26.IV.1474 (?) T. 16.XII.1472 ª Soradamore di Garzoni di Vicenzo (ª Polo Barbo) T. 3.IV.1527 Lunardo (= post 25.III.1483) Anzola (= post 25.III.1483) Prioressa monastero di Sant’Andrea di Zira Lugrezia (= post 25.III.1483) ªViaro Helena (= post 28.XII.1514) T. 27.XI.1512 Francesco (= 12.II.1556) T.11.V.1555 Senatore

Antonio

(= 31.X.1567)

Consiglio dei X; Savio del Collegio alle Acque

ª 1529 Laura Nani qm. Bernardo

T. 14.II.1574 Soradamore (= post 11.VI.1555) ª 0000 Donado Francesco Longo (20.I.1529-12.IV.1584)

Consiglio dei X; Savio del Collegio; podestà di Padova e Bassano

T. 11.II.1582

Marc’Antonio Longo

(20.I.1538- post 1607) Senatore e Savio del Collegio

ª 1559 Zuanna Salamon di Vettor

ª 1565 Elisa Dolfin di Iseppo

Marietta (= post. 14.II.1574) ª Iacopo Bollani Soradamor (= post. 14.II.1574) ª Malipiero Antonio (20.X.1560-13.IX.1626) figlio di Zuanna Salamon

T. 25.III.1626 ª 1588 Elena Foscari di Alvise

Francesco

(25.VIII.1583-30.I.1635) Senatore figlio di Elisa/Lisetta Dolfin

T.27.I.1635 ª 1619 Lugrezia Priuli di Zaccaria

Marietta

Monca al convento di Santa Giustina (= post. 25.III.1626)

Elisa

ª 1637

Giovanni Sagredo di Agostino

Giustina

(= post. 27.I.1635) Monaca nel convento di Santa

Giustina

Orsa

ª 1640

Lorenzo Sagredo di Agostino

Tra figlia Antonio Zaccaria

Documenti e fonti

B.M.C.Ve., Mss. P.D.C. 403, «Cathastico delle cose di casa» [Famiglia Longo, scritto da Francesco Longo, s.d.], [testamenti]: cc. 1r-2v; 2v-5r; 5v- 6v; 6v-8r;8r-10r; 10v-11v; 11v-12v; 15r-17v; 17v-18v; 18v-19v; [«scrittura de compositione» con «arboro de descendentia», 11.VI.1553]: cc. 178r- 179v.

B.M.C.Ve., Mss. P.D.C. 2065/II, «Assi di proprietà Sagredo», passim

A.S.Ve., Miscellanea Codici I, «Storia veneta 17», Reg. 20, [«Marco Barbaro, Arbori de’ patritii veneti», IV (G.-M.), ma: A.M. Tasca, 1734]), c. 301

A.S.Ve., Savi ed Esecutori alle Acque, b. 559 («Libro dell’Ecc. Coleggio Delle Acque», s.n.c., (A4v), (C2v, C3v, C4v, C5r, C6r-v, C7r-v, C8r)

A.S.Ve., Savi Esecutori alle Acque, b. 238 «Elezioni del Collegio», f.n.n (filza di minute)

A.S.Ve., Savi Esecutori alle Acque, b. 227 (tit. agg. «Catalogo dei Savi ed Esecutori destinati a presiedere nel magistrato»), s.n.c. A.S.Ve., Avogaria de Comun, Matrimoni, Reg. +, p. 225

A.S.Ve., Avogaria de Comun, Matrimoni, Reg. I, p. 165/III A.S.Ve., Avogaria de Comun, Matrimoni, Reg. III, p. 160 A.S.Ve., Avogaria de Comun, Matrimoni, Reg. IV, p. 158 A.S.Ve., Avogaria de Comun, Matrimoni, Reg. 106/1 A.S.Ve., Avogaria de Comun, Matrimoni, Reg. 107/2

A.S.Ve., Avogaria de Comun, Nascite. Libro d’oro, Nas. II, 176t., 177t. A.S.Ve., Avogaria de Comun, Nascite. Libro d’oro, Nas. IV, 155t. A.S.Ve., Avogaria de Comun, Nascite. Libro d’oro, Nas. V, 141 A.S.Ve., Avogaria de Comun, Nascite. Libro d’oro, Nas. VII, 151 A.S.Ve., Notarile. Testamenti, (not. Marin Renio), b. 840, n. 14 A.S.Ve., Notarile. Testamenti (not. Andrea Ercole), b. 358, n. 304 A.S.Ve., Notarile. Testamenti (not. Gaspare Brunacini), b. 755

Documento I/scheda 1

Dossier I: villa Longo a Fiessetto

fig. 2

A.

Progetto complessivo di villa, in scala, dimensionato, orientato, ambientato.

Circondato, a «tramontana», dal fiume Brenta; a meridione, dalla «strada comun da Stra a Paluello»; a oriente, da altra proprietà segnata da una confine rettifilo; a «ponente», dal bruolo e da campi coltivati, il complesso di villa risulta situato nell’area dell’antica contrada di Fiessetto, sulla destra del naviglio Brenta (þ 2.1).

La pianta del corpo padronale si trova collocata all’estrema destra del sistema, delimitata, a oriente dal confine dei vicini, a ponente dal muro del bruolo al quale si accede dal cortile antistante la facciata principale dell’edificio. Il cortile principale è collegato alla strada comune da un lungo percorso conluso da un portone d’accesso e affiancato da due oblunghi corpi di fabbrica.

Al progetto si fa esplicito riferimento nel Documento I/2 come ideazione di Francesco Zamberlano approvata da Antonio Longo il 20 marzo 1566.

B.

Disegno architettonico a penna e inchiostro su carta (foglio di cm 42,7x28), attribuito a Francesco Zamberlan sulla base riscontri di scrittura personale.

C. Inedito D.

B.C.B.Vi., ms. 487, fasc. 3, Dis. 1 (s.n.c.)

Il disegno è costruito in scala (come mostra il segmento di unità segnato alla base inferiore del foglio) e realizzato su una griglia geometrica incisa a punta d’argento, solo nei punti d’interesse ripassata a penna con squadra. Vi è fatto uso dei codici di rappresentazione grafica per i «campi arati» e per il fiume, ma non per i punti di orientamento cardinale, indicati dall’Autore apponendo direttamente il nome sul lato corrispondente, compresa l’indicazione: «Ostro ver sirocho gradi 25 posta al limite inferiore destro del foglio.

La pianta della casa padronale (rappresentata in proprozioni minori che in: Documento I/scheda 2, fig. 3) è corredata da precise indicazioni dimensionali degli spazi, presumibilmente espresse facendo riferimento alla sotto-unità di misura utilizzata durante la Repubblica, in piedi veneziani. Rappresenta la sezione del piano nobile e mostra una distribuzione degli ambienti impostata su equilibrata tensione tra un potenziale asse longitudinale, che collega la loggia meridionale a quella settentrionale mediante una sala oblunga, e una disposizione compatta dei vani (tre per lato) attorno a un centro: equilibrio spaziale reso possibile dalla condivisione contemporanea, nell’una e dell’altra tensione, del medesimo perno di svincolo spaziale. Quattro camere di ugual dimensione (13x15) si trovano collocate agli angoli dell’edificio e sono alternate da vani di maggior dimensione, corrispondenti, a Sud e a Nord, alle logge (13x20), a Ovest e a Est, da due camere maggiori (17x18,1/2 e 14x18,1/2): al centro una sala («portego») che, per le dimensioni identiche a quelle delle logge (13x20) e la rotazione di 90° rispetto a quelle, acquista una funzione di snodo e collegamento fondamentale.

Nel complesso l’edificio rappresentato è un quadrato quasi perfetto (46x50) di piccole dimensioni (=m. 16x17,4).

Le logge del piano nobile, opposte tra loro, sono ricavate dall’incasso, ciascuna, tra le due camere angolari. Ambedue sono costituite, nel lato esterno, da un colonnato: due colonne intere al centro e due mezze colonne affiancate ai muri perimetrali. Nel lato interno, in entrambe i casi, il diaframma con la sala centrale della casa, è interrotto da un’ampia porta d’ingresso. Alla loggia della facciata principale, rivolta a Sud, da accesso una scalinata,

alta quanto il paino terreno e impostata direttamente sul colonnato. La loggia settentrionale è collegata al cortivo sulla Brenta da una terrazza con rampe di scale laterali.

L’edificio è a tre piani come mostrano le scale di servizio collocate ai lati dei vani mediani di maggiori proporzioni: a sinistra un’unica rampa (larga 3 passi ca.) collega il pian terreno con il primo piano; a destra una doppia rampa (larga 6 passi ca.) dal pian terreno, sostando in un pianerottolo al primo piano, sale fino alla soffitta.

Ai lati dell’edificio due cortili minori (22 passi di larghezza) collegano, con un sistema simmetrico di aperture, la porzione esterna al perimetro della proprietà rivolta al fiume, al cortile maggiore (100x100) e antistante al lato principale del corpo padronale. Quest’ultimo è rappresentato schematicamente come un’area dalla forma quadrangolare, circoscritta, a Est, dal rettifilo confine dei vicini che prosegue fino alla strada comune; e, a Ovest, dal muro di cinta dell’ampio bruolo al quale viene dato accesso da un ampio portone. Il cortivo maggiore, non determinato morfologicamente, sul lato meridionale presenta l’entrata principale alla villa, con un portale aperto su una lunga via d’accesso (10 passi), tangente lungo tutta l’estensione dei «campi arati», a Ovest, a partire dalla strada del comune fino all’entrata vera e propria alla villa. Questa, scandita da momenti e pause diversi, è preannunciata, al limite esterno del muro meridionale di recinzione del cortivo principale, da due corpi di fabbrica oblunghi (40x100), a cui corrispondono, all’interno della recinzione, due corpi minori di fabbrica, a sinistra, una stalla; a destra, un vano non meglio specificato.

Nella parte occidentale della possessione è rappresentato (senza soluzione di continuità grafica) il fondo agricolo suddiviso, a Sud, a partire dalla strada comune fino all’entrata allo spazio della casa padronale, nei «Campi arati» e, a Nord, a partire dal limite del cortivo maggiore fino alla Brenta, nel «Bruolo ponente». Nella parte orientale della possessione è segnato un muro rettifilo di confine con altra proprietà.

Documento I/scheda 2

Dossier I: villa Longo a Fiessetto

fig. 3

A.

Pianta del corpo padronale, dimensionato. B.

Disegno architettonico a penna e inchiostro, acquarellato, su carta (porzione di foglio), attribuibile a Francesco Zamberlan per ipotesi deduttive con Documento I/scheda 1, fig. 2 e riscontri di scrittura personale.

C. Inedito D.