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Ca’ Pesaro Galleria internazionale di Arte Moderna

IL CASO DELLA FONDAZIONE MUSEI CIVICI DI VENEZIA 3.1 Storia e struttura della Fondazione Musei Civici di Venezia

3.2 Risultati delle Indagini Osservant

3.2.3 Ca’ Pesaro Galleria internazionale di Arte Moderna

La Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro ha sede presso il grandioso palazzo progettato dal massimo architetto del barocco veneziano, Baldassarre Longhena, per volontà della nobile e ricchissima famiglia Pesaro nella seconda metà del XVII secolo.

Nel 1902 il Comune di Venezia designa il prestigioso palazzo, da poco donato alla città dalla duchessa Felicita Bevilacqua La Masa, quale sede permanente della Galleria Internazionale d’Arte Moderna.

La splendida collezione di Ca’ Pesaro si arricchisce nel tempo attraverso acquisti e donazioni. I primi acquisti furono sostanzialmente di opere prese dalle Biennali veneziane: si privilegia fino agli anni ’50 l’arte europea, in accordo con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, che dalle Biennali rileva invece opere d’arte italiana.

Figura 3.7 Percorso dei visitatori provenienti dall’area Civiltà Veneziana

Sala 1 Sala 2

Sala 3 Sala 4

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A partire dagli anni ’60 l’attenzione si sposta agli artisti italiani come Boccioni, Casorati, Arturo Martini e Gino Rossi.

Importanti per Ca’ Pesaro furono le donazioni che presero avvio con quella del 1897 da parte del principe Alberto Giovanelli, seguito dal barone Edoardo Franchetti, dal barone Ernst Seeger, da Filippo Grimani, ma soprattutto dall’Associazione Industriali e Commercianti Veneziani. Nel 1914 la Galleria acquisisce le più prestigiose cere di Medardo Rosso, mentre negli anni ’60 il lascito De Lisi che arricchisce la collezione di opere di Morandi, De Chirico, Carrà oltre che di Kandisky, Mirò, Matta, fino alla preziosa donazione Wildt del 199019.

La Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro vede ogni anno un buon flusso di visitatori con una media, dal 2011 al 2014, di circa 74.421 visitatori20 che possono ammirare, attraverso le 15 sale che ospitano la collezione permanente, importanti dipinti e sculture otto- novecentesche tra cui capolavori di artisti stranieri come Klimt, Chagall e Kandinsky e capolavori di artisti italiani come Morandi, Boccioni, Sironi e Martini.

Recentemente, nel 2013, è avvenuta l’inaugurazione di un nuovo percorso espositivo con il nome di “Colloqui” con l’intento di proporre ai visitatori un nuovo itinerario che vuole rappresentare e raccontare il significato di quelle dinamiche relazionali e di quelle affinità elettive, che stanno alla base della grande storia artistica contemporanea e dei rapporti tra gli artisti21.

Le 15 sale che compongono questo nuovo percorso espositivo sono le seguenti:  Sala 1 – Colloqui. Rodin, Medardo, Wildt.

Il percorso si apre con tre fondamentali punti di forza della collezione, oltre che della scultura europea del XIX secolo, messi a confronto in un dialogo ricco di implicazioni22. Appena entrati in sala i visitatori possono ammirare l’imponente gesso de I borghesi di Calais (1889), opera chiave di Auguste Rodin e collocato accanto a due cere appartenenti agli esordi di Medardo Rosso e al gesso preparatorio della monumentale maschera dedicata da Adolfo Wildt all’architetto Larass, il cui originale andò distrutto durante la guerra.

19 http://capesaro.visitmuve.it/it/il-museo/la-sede-e-la-storia/il-palazzo/

20 I dati sui visitatori sono stati ricavati da http://www.visitmuve.it/it/fondazione/trasparenza/attivita-e-bilanci- muve/

21 http://capesaro.visitmuve.it/it/il-museo/percorsi-e-collezioni/percorsi-e-collezioni/ 22 http://capesaro.visitmuve.it/it/il-museo/percorsi-e-collezioni/primo-piano-2/

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 Sala 2 – Dalla pittura di macchia al luminismo scientifico.

Alcuni dei lavori più importanti di Medardo Rosso come Madame X e Ecce Puer sono esposti nella seconda sala del museo, in dialogo con opere di Fattori, Signorini, Pellizza da Volpedo, Morbelli, Novellini e Grubicy de Dragon, in un percorso che vuole trasportare il visitatore dalla pittura di macchia al luminismo scientifico del divisionismo.

 Sala 3 – Dal verismo alla Belle époque.

La terza sala si apre con La famiglia Guidini (1873) di Giacomo Favretto, una delle più riuscite foto di famiglia della pittura ottocentesca italiana, accanto a dipinti di Liebermann ossia Lavoratrici di merletti (1894), De Nittis con il bow window e ad alcune opere della collezione veneziana, come Contadina che lavora (1904) di Jan Toorop, Ultima occhiata (1914) di Federico Zandomeneghi ed in fine è presente in sala “il molo di Bourdeaux al mattino” di Alfred Smith (1896).

 Sala 4 – Tra simbolismi e secessioni.

Il quarto ambiente espositivo propone capolavori assoluti dell’arte europea del primo Novecento infatti il visitatore può ammirare opere come Giuditta di Klimt del 1909 o Visione di donna di Paul Albert Besnard del 1890.

Inoltre, sono chiamati a confronto in questa sala di forti suggestioni anche il marmo di chiara impronta secessionista di Adolfo Wildt Carattere fiero e anima gentile (1912), lavori dello scultore Minne come L’uomo con l’otre (1897) e di Max Klinger con la sua scultura in bronzo Bagnante (1896-1897)

 Sala 5 – L’uomo che pensa. Auguste Rodin e Adolfo Wildt.

In questa sala il visitatore si trova davanti all’imponente Pensatore di Rodin del 1880, una delle splendide versioni in gesso. Troviamo nuovamente, in questo spazio

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espositivo, il confronto tra Rodin e Wildt che qui trova sostanza tramite numerose opere ottenute grazie alla donazione nel 1990 come Vir Tempori Acti o il Crociato del 1906. In sala è presente anche un’opera famosissima di Marc Chagall Rabbino di Vitsbek (1914-1922).

 Sala 6 – Venezia: interpreti della Secessione italiana

Sala 6 è dedicata ad importanti artisti che hanno fatto la storia della pittura italiana di inizio Novecento.

Sono presenti in sala tre opere di Arturo Martini: Prostituta del 1913, Il Buffone del 1913-14 e Fanciulla piena d’amore sempre del 1913.

I visitatori possono ammirare inoltre l’opera di Felice Casorati Le Signorine del 1912 che li accoglie all’ingresso dello spazio espositivo.

In sala sono presenti anche opere di Gino Rossi, Boccioni e Balla.

 Sala 7 – Arcaismi. Anni Venti e Trenta.

La sala è dedicata sempre ai grandi artisti italiani protagonisti degli anni a cavallo tra gli anni venti e gli anni trenta. Il primo Novecento ha visto costituirsi e diffondersi diversi movimenti artistici d’avanguardia, mentre gli anni venti sono caratterizzati dalla nascita di gruppi e movimenti di ritorno all’ordine che intendevano mettere in discussione i metodi delle avanguardie recuperando la tradizione figurativa del passato. In sala sono presenti opere di Sironi come Figura con scodella del 1928 e Paesaggio Urbano del 1924, opere di Carrà come Ritorno dai campi del 1937 o Tramonto al mare del 1927, di Martini sono presenti opere come Fanciulla verso sera del 1919 e Testa di ragazza ebrea del 1931.

Di Felice Casorati, invece, si possono ammirare in sala Scodelle del 1919 e Ragazze a Neri del 1926.

In questa sala è presente anche Il Contadino dell’artista belga Constant Permeke del 1921, artista originale che si è sempre ispirato ai grandi maestri fiamminghi rappresentando la vita quotidiana di pescatori e contadini.

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 Sala 8 – Risonanze metafisiche.

De Chirico è con Morandi il grande protagonista di questa sala, dove si possono ammirare le stranianti composizioni dei Bagni misteriosi messo in dialogo con la sobria monumentalità di Sironi – Paesaggio urbano del 1950 circa ed Eclisse del 1942, entrata in collezione come deposito a lungo termine – o, ancora, con le silenti, malinconiche Nature morte di Giorgio Morandi.

 Sala 9 – Estenuazione del colore.

Comune a tutti gli artisti presenti in questa sala è la ricerca sul colore.

La sala ospita artisti come Emil Nolde con Piante Fiorite del 1909, Filippo De Pisis con Natura morta con cocomero del 1931, Fanciulla del 1932 e Grande Paesaggio del 1948. Sono presenti, inoltre, due opere di Dufy e Derain entrambi all’interno del gruppo dei Fauves che si è da sempre dedicato molto al ruolo del colore.

Di Derain il visitatore può ammirare l’opera Paesaggio del 1932 mentre di Dufy è esposta l’opera Studio con fruttiera risalente al 1942 che trasmette l’interesse dell’artista per il tema dell’atelier e per la ricerca sulla luce e sul colore.

 Sala 10 – Fantasmi del potere. Anni Trenta e Quaranta.

Il percorso continua con una sala dedicata al complesso periodo storico che vede l’affermarsi in Europa dei regimi totalitari. In questo spazio espositivo vengono messe a confronto opere in cui i riferimenti alle ideologie e ai miti dei totalitarismi sono evidenti.

La corsa di Deineka si affianca al piccolo bronzo raffigurante il Centometrista (1935) di Martini e alla rudezza del Pugile (1939) di Martinuzzi.

Armando Pizzinato denuncia il dramma con la sua grande e imponente tela del 1949: Un Fantasma attraversa l’Europa.

 Sala 11 – Surrealismi e Astrazione.

Questa sala è dedicata a due delle più complesse tendenze d’avanguardia del secolo scorso centrate sul rapporto tra arte e realtà.

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All’interno dello spazio le opere dei grandi esponenti delle due tendenze dialogano tra loro: è presente Kandinsky con Zig zag bianchi del 1922 e Tre triangoli del 1938, Paul Klee con 3 soggetti in polifonia del 1931 e Mirò con un quadro del 1950.

Max Ernst, uno dei più importanti esponenti del surrealismo, è presente in sala con l’opera Il metereologo del 1950, di Tàpies è possibile ammirare L’offerta del 1952 mentre di Tanguy è esposta l’opera Costruire e distruggere del 1940.

 Sala 12 – Passaggio.

La sala 12 è un “passaggio” in senso proprio e metaforico, segnato dal capolavoro postcubista di Ben Nicholson, un artista che indica in modo pertinente il deciso passaggio postbellico della ricerca espressiva verso l’astrattismo.

 Sala 13 – Astrazione segnica. Anni Cinquanta.

Inizia da questa sala un percorso dedicato nell’intricata galassia di quel particolare momento espressivo che, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, coinvolge contemporaneamente artisti europei, statunitensi e perfino giapponesi, con sfumature, tendenze e nomi diversi: Informale in Italia, Informel, Art Autre, Tachisme in Francia, Action painting o Abstract expressionism negli Stati Uniti23.

Per citarne alcune, sono esposte in sala Soggiorno a Venezia di Tancredi del 1955, Ettore e Andromaca di Mirko Basaldella del 1959 e G.G. 105 di Mario Deluigi del 1961.

 Sala 14 – Gesto e colore. Anni Cinquanta.

La penultima sala del percorso espositivo ospita opere di ben cinque tra gli otto artisti del Gruppo degli Otto del 1952.

Relazioni emozionanti s’innestano tra Viaggio in Italia. Sicilia (1955) di Emilio Vedova, l’astrazione lirica di Muro e alghe del 1954 di Santomaso e Parete di una casa di pescatore del 1951 di Birolli, ove spazi e colori sono anch’essi diluiti nell’universo

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dell’astrazione; così come tra l’astrazione luminosa di Afro in Esemplare n.3 del 1952 e quella dei paesaggi dipinti da Zoran Music Vento e sole del 1958 e di Morlotti Campagna d’autunno del 195624.

In sala è presente, inoltre, La Partigiana veneta di Leoncillo del 1954.  Sala 15- Arte Povera nella collezione Sonnabend.

L’ultima sala è dedicata ad alcuni degli artisti principali dell’Arte Povera tra cui Pier Paolo Calzolari, Mario Schifano, Pistoletto e Zorio. Tutti artisti che ritroviamo nella magnifica collezione di Ileana Sonnabend una delle più grandi scopritrici di talenti artistici della seconda metà del Novecento.

Figura 3.8 Mappa piano collezione permanente di Ca’ Pesaro.

Pannello con indicazione per l’uscita

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