Tale argomento richiede un approfondimento in quanto la pressione influisce sui vari meccanismi di scambio termico sopra elencati, specialmente nel caso dellโebollizione sottoraffreddata.
La caduta di pressione si puรฒ vedere come la somma di 4 componenti [11]:
โ๐ = โ๐๐๐ก๐ก๐ + โ๐๐๐๐๐ + โ๐๐๐๐๐ฃ + โ๐๐๐๐๐๐
Dove
ฮPattr รจ la caduta di pressione dovuta al lavoro della forza di attrito alla parete. Questa รจ la principale
fonte di perdite nel caso di fluido allo stato liquido, e nel caso di fluido gassoso a bassi numeri di Mach.
ฮPconc รจ la caduta dovuta ad ostacoli o ad improvvise variazioni della sezione nella direzione del
flusso, ed รจ quindi una perdita concentrata.
ฮPgrav รจ la caduta dovuta alla variazione di energia potenziale, ed ha rilevanza importante nei casi di
flussi che si sviluppano in verticale.
ฮPcompr รจ la caduta che avviene quando si ha un fluido allo stato gassoso; รจ principalmente dovuta
allโaccelerazione del fluido, e quindi a variazioni dellโenergia cinetica.
Nel caso in esame, le perdite di pressione gravimetriche sono trascurabili, dato che il flusso si sviluppa in canali orizzontali. Anche le cadute per variazioni brusche di sezione ed ostacoli sono nulle nel canale di refrigerazione. Un altro aspetto da tenere in considerazione รจ lo stato monofasico o bifasico del fluido. Nel secondo caso infatti le perdite sono maggiori rispetto al primo.
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6.3.1 PERDITE DI PRESSIONE IN REGIME MONOFASE
Nel caso di un condotto idraulico (con fluido incomprimibile), la tipica espressione per calcolare le perdite di pressione distribuite lungo il condotto si ricava dallโequazione di momento per un tratto di condotto. ๐๐ ๐๐ = ๐ โ ๐๐ข2 2๐ท๐ป Dove
f รจ legato al fattore dโattrito che รจ funzione del Re e della rugositร relativa (e/D); si ricava dal diagramma di Moody che di seguito viene riportato [figura 6-12]. Tale fattore in sistemi in cui vi รจ un forte gradiente di temperatura sulla sezione, viene corretto con un termine che tiene conto della differente viscositร del fluido sulla sezione. Tale fattore รจ lo stesso che si utilizza per il calcolo del coefficiente convettivo (ฮผb /ฮผw)0.14.
ฯ รจ la densitร media del fluido [Kg/m3
] u la velocitร media del fluido [m/sec] DH = 4A/P รจ il diametro idraulico [m]
Nel tratto laminare si ha solo la dipendenza dal Re ( f ~1/Re ), mentre nel flusso turbolento la dipendenza รจ piรน complessa e subentra la rugositร relativa (legge di Colebrook).
Nel caso di un fluido allo stato gassoso invece, le perdite di pressione tengono conto anche degli effetti di comprimibilitร ; questo comporta una dipendenza dal numero di Mach. Dalle equazioni della gasdinamica monodimensionale, si puรฒ trovare il rapporto tra le pressioni di ristagno in ingresso e uscita da ogni tratto ds del condotto, in funzione dei numeri di Mach calcolati sulle rispettive sezioni, nel caso in cui lโattrito sia trascurabile rispetto allโapporto diabatico:
๐๐ก2 ๐๐ก1 = 1 + ๐พ๐12 1 + ๐พ๐22 1 +๐พ โ 12 ๐22 1 +๐พ โ 12 ๐12 ๐พ ๐พโ1
Dove i pedici 1,2 sono riferiti alle sezioni di ingresso e di uscita. Successivamente dalle espressioni delle pressioni di ristagno, si possono ricavare le pressioni statiche.
๐๐ก ๐ = 1 + ๐พ โ 1 2 ๐2 ๐พ ๐พโ1
95 95 95 Esprimendo questo per ogni sezione, si possono ottenere le pressioni in ogni punto del condotto. Nel caso in esame il numero di Mach รจ comunque piuttosto basso (M<0.1), il che comporta effetti di comprimibilitร trascurabili, e perdite di pressione dovute essenzialmente allโattrito.
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6.3.2 PERDITE DI PRESSIONE IN REGIME BIFASE
Questa precisazione รจ doverosa perchรฉ in un flusso bifase il valore delle perdite per attrito รจ solitamente piรน elevato del caso monofase, a paritร di portata totale. Trascurando le perdite di pressione dovute a ostacoli localizzati, i termini espressi per il caso monofasico si ripetono. Dallโequazione di Bernouilli si puรฒ ottenere che la differenza di pressione tra la sezione 1 e la sezione 2 sia: ๐2โ ๐1=๐ 2 ๐2 (๐ข22โ๐ข12) ๐ ๐๐๐ + ๐๐ง ๐ข 2 1 ๐๐๐๐ฃ๐๐๐๐ก๐๐๐ ๐๐ + ๐ 2 2๐2๐๐ ๐๐ข๐๐ 2 1 ๐๐ก๐ก๐๐๐ก๐
Dove il primo termine rappresenta la caduta dovuta alla variazione di energia cinetica. Gli altri due termini rispettano la nomenclatura prima utilizzata.
Nel caso di un flusso bifase sono due i possibili approcci: modello di fluido omogeneo, o modello di flusso a fasi distinte.
1. Modello omogeneo: il modo piรน facile di trattare il problema delle cadute di pressione in
flusso bifase, รจ quello di ipotizzare un fluido equivalente con caratteristiche pesate attraverso il titolo di vapore, definito come la percentuale massica di vapore rispetto alla massa totale. Nel caso di condotti orizzontali e ฮpslip trascurabili si ha:
๐๐ ๐๐ = ๐๐๐
๐๐๐๐ข 2
2๐ท๐ป
Dove
ฯeq รจ la densitร del fluido equivalente valutata come:
๐๐๐ = (1 โ ๐)๐๐๐๐ + ๐๐ฃ๐๐๐
X titolo di vapore
feq รจ il coefficiente di attrito equivalente ricavato dal diagramma di Moody, e calcolato al Reeq
๐ ๐๐๐ =
๐๐๐๐ข ๐ท๐ป
๐๐๐ ๐ รจ la velocitร media sulla sezione
Per la valutazione della viscositร equivalente, diverse relazioni sono state proposte. Secondo Lombardi e Silvestri
97 97 97 Il modello di fluido omogeneo รจ una valida approssimazione nel caso di elevate pressioni (prossime a quella critica del fluido) e velocitร . ร inoltre un buon metodo nel caso di bassissima percentuale volumetrica di vapore, o per flusso in regime di ebollizione a nebbia. 2. Modello a 2 fluidi: come detto precedentemente, le perdite di pressione in condizioni bifasica
sono sempre maggiori di quelle in flusso monofase, a paritร di portata totale. In letteratura si fa spesso riferimento ad un coefficiente moltiplicativo ฮฆlo2 definito come il numero per il
quale bisogna moltiplicare le perdite relative al flusso considerato monofase saturo, per avere le perdite bifasi corrispondenti. Questo concetto di moltiplicatore a volte non ha un vero significato fisico in quanto la natura delle perdite per attrito nei due casi potrebbe avere spiegazioni completamente differenti. Per affrontare il problema del flusso a fasi separate esistono molte correlazioni. Di seguito si riporta la piรน utilizzata: la correlazione di Nelson e Martinelli.
In questo caso la perdita di pressione puรฒ essere scritta come segue: ๐๐
๐๐ ๐๐ก๐ก๐๐๐ก๐ = ๐ โ ๐ท๐๐
2(๐ , ๐, ๐บ) ๐บ2
2๐๐๐ท๐ป
Il moltiplicatore per le perdite di attrito รจ stato correlato alla pressione e al titolo, tramite il parametro detto di Lochkart-Martinelli:
๐๐ก๐ก = โ๐๐ โ๐๐ฃ= 1 โ ๐ฅ ๐ฅ 0.9 ๐ ๐ ๐๐ 0.1 ๐ ๐ฃ ๐๐ 0.5
Dove x รจ il titolo di vapore e il resto della notazione รจ di facile interpretazione. ร evidente che tale relazione รจ valida per valori del titolo non troppo prossimi allโunitร , nรฉ per valori vicini allo 0. Dal grafico [figura 6-13] si ricavano poi i valori del moltiplicatore di perdite. Il valore del titolo varia lungo il condotto; per questo il calcolo viene effettuato su tratti molto piccoli in cui si considera il titolo costante e pari al valore della sezione di ingresso.
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FIGURA 6-13 GRAFICO PER LA VALUTAZIONE DEL MOLTIPLICATORE DI ATTRITO SECONDO MARTINELLI E NELSON PER UN FLUSSO BIFASE DI ACQUA
99 99 99 In mancanza di un grafico del coefficiente di perdita valido per la situazione in esame, nel [11], viene suggerito di utilizzare la seguente relazione:
๐ท๐ฟ๐2= 1 + 10 โ ๐๐๐ ๐ ๐๐ก๐ก Infine il valore della perdita viene valutata come:
๐ฅ๐๐๐๐๐๐ ๐ = ๐ท๐ฟ๐2๐ฅ๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ข๐๐๐
Ovvero deve essere valutata la caduta nel caso di flusso completamente liquido, e moltiplicata per il fattore prima definito.
Per il caso in esame, il titolo di vapore passa rapidamente al valore unitario entro pochi passi di integrazione lungo lโascissa.
Come evidente sono stati approfonditi solo i casi di perdite di pressione per attrito, questo perchรฉ: ๏ผ le perdite gravimetriche sono praticamente nulle su tutto il condotto, e comunque trascurabili
anche nel caso di condotto verticale (si ricorda che la lunghezza della camera di combustione piรน lโugello di scarico non arrivano a 12 cm di lunghezza totale)
๏ผ le perdite concentrate non sono presenti, infatti non vi sono discontinuitร geometriche rilevanti lungo il condotto
๏ผ le perdite dovute allโaccelerazione (quindi variazione di energia cinetica) sono rilevanti nel caso di flusso comprimibile e numeri elevati di Mach; nel caso in esame tale apporto รจ trascurabile, ma previsto dal modello di calcolo.
In conseguenza di ciรฒ sono previsti essenzialmente 2 casi:
1. perdite per attrito nel caso di fluido in stato liquido ed ebollizione sottoraffreddata 2. perdite per attrito nel caso di flusso in regime a nebbia.
Questi due casi sono sufficienti a coprire con sufficiente esattezza le fenomenologie fluidodinamiche presenti nel prototipo in analisi.
Alla luce di quanto esposto, si procede a mostrare il metodo di calcolo utilizzato per il problema dello scambio termico.