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Le modifiche apportate al Regolamento sono alcune modifiche più che altro per chiarimenti e la maggior parte sono modifiche di natura tecnica. La prima modifica è all’art. 2, il presupposto della tassa, quando diciamo che si parla di aree scoperte di natura non pertinenziale od accessoria, andiamo a dire, tra parentesi, quali sono, diciamo che sono i piazzali dei distributori di carburanti, autolavaggi, depositi di materiali edili e/o di materiale finito proveniente dal ciclo produttivo o di qualsiasi natura, da utilizzarsi ai fini dell’attività produttiva stessa. Cioè si fa un chiarimento per dire quali sono questi tipi di aree.

Un'altra variazione viene fatta all’art. 6 – comma 2, dove l’Ufficio Tributi del Comune può chiedere, perché non è un obbligo, ma nel nostro Regolamento abbiamo detto che può chiedere all’amministratore del condominio, elenco degli occupanti o detentori dei locali ed aree del condominio, incluse le superfici tassabili e le loro destinazioni d’uso.

Questo perché nella maggior parte dei casi noi dal 2000 ad adesso abbiamo le planimetrie di tutti i locali, una volta non venivano allegate le planimetrie. In questo caso possiamo chiedere agli amministratori condominiali che hanno le planimetrie e hanno anche di ogni condominio per un’equità e uniformità di comportamento verso tutti i contribuenti, di avere l’esatta planimetria e quindi i metri quadri esatti di tutti i locali. La stessa cosa viene inserita al comma 3 dell’art. 7: incluse le superfici tassabili e le loro destinazioni d’uso.

Poi all’art. 8 dove si parla del gettito del servizio, viene inserito, siccome non c'è l’obbligatorietà di coprire il 100% del costo del servizio, viene inserito un comma nuovo dove si dice che la Giunta Comunale, nella determinazione delle tariffe, si pone l’obiettivo etico di coprire integralmente il costo del servizio di smaltimento dei rifiuti urbani consentito in via permanente dall’art. 1 - comma 7 – del Decreto 392 del 2000, convertito nella Legge n. 26 del 2001, senza abbattimento di alcuna percentuale del costo del servizio, per i costi derivanti dallo spazzamento stradale, con il gettito del tributo tassa rifiuti solidi urbani.

È solo una precisazione.

Diciamo che invece il nocciolo di tutta la modifica regolamentare, è proprio all’art. 9, come diceva prima l’Assessore, dove si parla di classi di contribuenza. In questo caso vengono abbandonate le vecchie descrizioni delle categorie e viene introdotta la nuova descrizione delle categorie, copiando pari-pari il Decreto Ronchi, in modo tale che dal 2008 siamo in grado di avere con esattezza quali sono i metri quadri delle categorie del Decreto Ronchi per avere poi al momento in cui si passerà da tassa a tariffa, avere già praticamente i dati disponibili per poter fare questo passaggio.

Altra variazione che viene introdotta è questa, c’era già la riduzione per i locali di aree ad uso scolastico, occupati o detenuti dai soggetti indicati nella precedente normativa, però tale riduzione può essere concessa solo ed esclusivamente – viene introdotto questo nuovo concetto – a fronte di un impegno costante delle direzioni della scuole, sulle tematiche relative alle modalità e ai criteri di raccolta differenziata dei rifiuti e sul costante impegno all'interno del plesso scolastico, sulle modalità di raccolta differenziata. Poi viene introdotto un altro comma, questo è puramente dovuto per legge e quindi è stato copiato pari-pari

a ciò che ci dice la legge, che la riduzione del 60% delle tariffe per le superfici ed aree scoperte utilizzate ad uso industriale, commerciale e anche da supermercati ed ipermercati ed ospedaliero, qualora almeno il 60% dei rifiuti prodotti non siano assimilabili agli urbani per qualità e di contro non possono essere conferiti al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti comunali, i dati dovranno essere desunti dalla dichiarazione annuale, al MUD, che è l’inventario della produzione dei rifiuti. Le aziende che risultino avere i requisiti di questo beneficio e di tale riduzione, devono essere richiamati nella determinazione dirigenziale.

È da sapere che ad esempio nel Comune di Treviglio sono due sole aziende che sono in questi casi, sono il Pellicano e la SAME, non abbiamo altre aziende e l’Amministrazione sta già trattando per poter riportare... avevamo prima anche l’Ospedale, quindi l’idea è quella di arrivare anche con queste due aziende a fare come l’Ospedale. Però la legge prevede questo, l’abbiamo introdotto come norma regolamentare.

Non ci dovrebbero essere altre modifiche introdotte.

Presidente

Grazie Dottore. Sempre sul provvedimento il Sindaco. Prego.

Sindaco

Solo per ribadire che il lavoro che stiamo facendo con queste macro-utenze, realizza un nostro obiettivo sociale importante, è tra i nostri obiettivi sociali primari, la tracciabilità dei rifiuti provenienti da queste macro-utenze e la riduzione drastica dei rifiuti indifferenziati. Questo era ed è l’obiettivo che ci proponiamo e stiamo lavorando per realizzarlo.

Presidente

Grazie Sig. Sindaco. È terminata l’illustrazione del provvedimento, apriamo la discussione. È iscritta a parlare la Consigliera Siliprandi, ne ha facoltà.

Consigliera Siliprandi

Grazie Presidente. In sede di presentazione del Bilancio io ero assente, ma mi è giunta voce che l’Assessore Stucchi ha dichiarato che non ci sarebbero stati aumenti di tariffe. In realtà poco prima Lei ha detto che ci sono due eccezioni, così credo di aver capito, una che riguarda le aree mercatali, 13.000 Euro e comunque è un aumento, quindi non è vero che non sono state aumentate le tariffe. Il secondo, ma quello non ho capito se è un aumento, perché in realtà mi sembra che si tratti

soltanto di un monitoraggio, per quanto riguarda l’Azienda Ospedaliera, cioè non è aumentata la tariffa, ma semplicemente il costo del monitoraggio, 130.000 Euro.

Poi per quanto riguarda la riduzione a fronte compostaggio, è stata mantenuta? Come? Io vorrei chiedere, non so se si può fare un emendamento in un Regolamento, comunque aggiungere riduzione nel caso in cui si elimini totalmente l’umido e questo per quanto riguarda i privati, per quanto riguarda i ristoranti e per quanto riguarda l’Ospedale.

Come? Attraverso il bio-trituratore da porre sotto il lavello come fanno tutti i Paesi industrializzati, esclusa... non è vero, migliora il depuratore e questo è dimostrato. Quindi non ditemi che poi c'è un problema col depuratore, perché non è vero. Basta un po' di buona volontà.

Elimineremmo completamente l’umido e davvero riusciremmo a ridurre le tariffe, a privati e non privati. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliera. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mancini, ne ha facoltà.

Consigliere Mancini

Grazie Presidente. Solo per chiedere una precisazione al Dott.

Pelizzari. Mi sembra di aver capito che il Comune, attraverso l’Ufficio Tributi, abbia la facoltà di poter chiedere agli amministratori di condominio, che cosa? La planimetria dell’appartamento che viene occupato e i suoi abitanti. Poi se l’amministratore non risponde, il Comune non può fare niente, ma soprattutto perché l’amministratore del condominio non è in possesso di questi dati. Io non ho mai dato all’amministratore del condominio la planimetria del mio appartamento.

Domanda: è il caso di mettere una cosa che non può essere mai attuata e illegittima? Uno. E allora l’alternativa non sarebbe meglio se l’Ufficio Tributi del Comune, ravvisando questa esigenza, non comunichi direttamente con il titolare della unità immobiliare, chiedendo la planimetria ai fini appunto di una tariffazione della T.A.R.S.U., perché stando così le cose noi mettiamo in un Regolamento una possibilità che non può essere mai attuata. Per cui è assolutamente ininfluente e quindi è anche sciocco metterla, pertanto io direi proprio di toglierla.

Grazie.

Presidente

Grazie. È iscritto a parlare il Consigliere Riganti, ne ha facoltà.

Consigliere Riganti

Sullo stesso argomento del Consigliere Mancini. Le parti comuni del condominio, come si intendono, almeno dall’esplicazione che è stata fatta, è l’alloggio. Invece no, la regola, la legge dice le parti comuni del condominio che io uso assieme al mio alloggio, cioè se in un condominio c'è una sala riunioni e io l'ho adibita al mio ufficio personale, se nel condominio c'è l’alloggio del custode e io l'ho adibito a qualcosa di uso mio privato, allora devo sommarla al mio appartamento e questo gli amministratori devono segnalarlo e devono segnalare anche se ci sono altri locali come magazzini di proprietà del condominio che vengono usati da una persona che abita nel condominio o che non abita nel condominio, può essere anche un esterno, che li usa, ma le parti condominiali usate che creano un reddito o che danno un uso privato. Ma non che all’amministratore si deve chiedere e l’amministratore men che mai deve dare la planimetria degli alloggi o delle autorimesse o delle cantine di un condominio. Non è possibile.

Comunque è chiaro che voterò contro a una disposizione di questo genere. Avevo fatto anche l’interpellanza che chiedeva questo. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliere. Sì, va bene. Lo formalizzi. Nessun altro è iscritto per la discussione? Nessun altro, procediamo con le repliche.

Consigliere Zordan, prego.

Consigliere Zordan

Su questo tema si è tornati tante volte anche nella precedente Amministrazione e anche i governi, sia da una parte che dall’altra, su questo tema hanno dimostrato sempre molta perplessità e prudenza.

Noi dobbiamo proprio al nostro concittadino nel suo periodo di sottosegretariato, Ronchi, il decreto che ha introdotto un principio che ha entusiasmato tutti: ognuno deve pagare in base alla monnezza – oramai si dice così facendo riferimento a Napoli – che produce e il principio sicuramente è giusto, positivo, tanti sono d'accordo e dicono che bisogna fare così. Però c'è un piccolo problema, se il principio, l’affermazione è valida, c'è l’aspetto concreto, pratico, del verificare la quantità di monnezza prodotta, perché oggi si adottano criteri presuntivi, la superficie, il numero di abitanti e poi si differenziano le tariffe sulla base delle risorse economiche in sostanza dei produttori, o del tipo di attività di produttori, non sempre rapportandolo alla quantità prodotta.

Certo ben diversa è la quantità di rifiuti prodotti da un ristorante, dalla quantità di rifiuti prodotti da una banca, da un cinematografo e lì nascono i problemi di conteperamento e integrazione dei vari criteri, per trovare un modo per distribuire un po' più equamente. Adesso il principio oggettivo, si paga secondo a quanto si produce, sembra che risolva tutti i problemi. La questione è che non sono stati ancora individuati e chiedo anche all’Assessore che sicuramente ha seguito tutte queste vicende, agli Assessori, sistemi e meccanismi per applicare concretamente questo principio del pagamento della corrispondenza della tariffa richiesta, alla quantità di rifiuti prodotti. Tentativi più strani e più diversi, ne ho seguito qualcuno, da cassonetti con una tessera magnetica che pesa tutto quello che viene buttato dentro, da altri criteri, tentativi, di un gettone dato secondo la quantità raccolta, vari tentativi che però, almeno per quanto ne so io, può darsi che abbiate notizie più precise, non hanno dato grandi risultati.

Il grosso pericolo, ed è per questo anche che a livello governativo il meccanismo è sempre stato rinviato, hanno sempre affermato che il principio è giusto, però sono non so quanti anni, dieci se non di più, che l’applicazione di questo criterio è stata rinviata, proprio perché c'è molta preoccupazione. Il rischio è che e l’avevamo verificato facendo alcune simulazioni, che soggetti che oggi pagano una discreta somma, una discreta cifra, che però non producono tanti rifiuti, vedano sgravate in maniera molto significativa le loro contribuzioni. Mentre invece e il discorso è quello, le famiglie che sono quelle che, al di là degli scarichi industriali ecc., ma le famiglie che sono quelle che producono una fetta molto importante di questi rifiuti, andranno a vedere significativi aumenti. Di fronte a questo pericolo, quali sono le proposte, perché avete parlato di primi passi per arrivare all’applicazione precisa di questo criterio. Quali esperienze avete visto, quali soluzioni si possono ipotizzare?

Presidente

Grazie Consigliere. Nessun altro ha chiesto di intervenire nel dibattito.

Procediamo con le repliche da parte dell’Esecutivo. La parola all’Assessore Stucchi. Prego Assessore.

Assessore Stucchi

Alla Consigliera Siliprandi. Innanzitutto io ho scritto nella mia relazione al Bilancio e ho detto l’altra volta in Consiglio Comunale che non ci sono aumenti di tariffe, tranne nelle tariffe della tassa rifiuti per gli ambulanti e l’Azienda Ospedaliera che non è proprio un aumento, ma che adesso gestiamo un servizio che prima non gestivamo, quindi

diciamo che non è proprio un aumento e questo l'ho detto all'inizio della relazione, poi nel dettaglio e poi in Consiglio Comunale l’altra volta.

Quindi non mi sembra di essermi contraddetta.

Per quanto riguarda i trituratori, il Decreto legislativo 16 gennaio 2008 – n. 4 – Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del Decreto legislativo 3 aprile 2006 – n. 152 – recante norme in materia ambientale, all’art. 181/bis – comma 19 – dice che non è ammesso lo smaltimento dei rifiuti, anche se triturati, in fognatura. Quindi quello che proponeva non è consentito dalla normativa.

Per quanto riguarda la riduzione del costo del compostaggio, a Treviglio non c'è mai stato, c'è da tenere presente che in genere chi fa il compostaggio ha anche il giardino e spesso chi ha il giardino produce comunque rifiuti che poi non sono soggetti a compostaggio, ma vengono portati in discarico, nel senso che viene tagliato il prato e poi viene portato in discarica. Quindi si producono comunque dei rifiuti e lo smaltimento poi è a carico di tutti i contribuenti.

Per quanto riguarda la domanda del Consigliere Mancini e Riganti, risponde il Dott. Pelizzari.

Presidente

Grazie Assessore. Prego Dottore.

Dott. Pelizzari

Nel Regolamento non è scritto che devono presentare le planimetrie, ma parliamo solamente delle superfici tassabili. Quando ho parlato di planimetrie è perché è dal 2000 che quando il contribuente singolo viene a chiedere o il cambio di abitazione o la nuova abitazione, in quel momento chiediamo le planimetrie, in modo tale che abbiamo esattamente la superficie. Il Regolamento dice solo che il Comune può, siccome non è un obbligo di legge, noi inseriamo che può chiedere agli amministratori condominiali che dicano quali sono i loro condomini che amministrano e se hanno questi dati, di darci pure le superfici. Non è un obbligo di legge, però possiamo dire che a Treviglio, indipendentemente dalle superfici, siccome il Regolamento già prevedeva che il Comune può chiedere all’amministratore del condominio l’elenco degli occupanti, abbiamo già fatto questo tipo di richieste e possiamo dire che nel 99,99% dei casi, gli amministratori condominiali hanno risposto alle nostre richieste. Quindi non troviamo... anche se non è un obbligo di legge, in Treviglio gli amministratori condominiali hanno risposto.

Presidente

Grazie Dottore. Prego Assessore Tura.

Assessore Tura

Rispondo invece io alla questione sollevata dal Consigliere Zordan. È vero quello che prima accennava, quindi questa previsione del Decreto Ronchi di far pagare la tariffa, nel senso di rapportare il costo del servizio alla quantità di rifiuti prodotta. Su questa previsione di fatto non è mai stato previsto un obbligo di applicazione cogente, oggi è permessa, ma non è prescrittiva per gli enti. Occorre premettere secondo me che l’applicazione della tariffa può avvenire sostanzialmente secondo due percorsi, da una parte applicando rigorosamente il metodo normalizzato, che comunque poi era stato emanato e quindi andando a calcolare con una previsione estremamente macchinosa, che però dovrebbe essere un po' l’espressione di una serie di studi fatti, su quella che è l’attitudine alla produzione dei rifiuti da parte delle diverse categorie di utenti e quindi con questa previsione macchinosa e con un sistema piuttosto elaborato, si arriva comunque a definire dei fattori di moltiplicazione per ciascun utente e quindi avere in maniera poi deterministica quella che è la tariffa che devono pagare.

L’altro sistema, premesso che una quota è sempre fissa, perché tutti devono concorrere al pagamento del servizio di spazzamento stradale e così via, però una quota è da pagare in base ai rifiuti prodotti e non presunti sulla base della categoria dell’utenza, del componimento del nucleo familiare ecc., ma in base ai rifiuti effettivamente prodotti. Per verificare a quanto corrisponde la produzione dei rifiuti, sono stati sperimentati diversi sistemi, che vanno dal peso del sacco, all’acquisto preventivo di un sacco che implica non tanto il costo della materia in sé, quindi del sacco di plastica, quanto dello smaltimento che comunque è implicito. Questo per esortare i cittadini a consumare meno sacchi, perché appunto costano e quindi a utilizzare invece i contenitori per la raccolta differenziata perché questi invece sono gratuiti. Quindi in breve il sacco che viene utilizzato per conferire i rifiuti indifferenziati, ha un costo notevolmente elevato, perché non è soltanto il costo della materia prima, ma è il costo anche dello smaltimento rifiuti e questo appunto dovrebbe essere il sistema per indurre i cittadini a fare una migliore raccolta differenziata.

Il primo sistema ha il limite di risolversi in un peggioramento di quelli che sono i costi che gravano sulle famiglie ed in particolare su quelle numerose, perché è un dato oggettivo che emerge da moltissimi studi,

anche a livello nazionale, che la produzione dei rifiuti è proporzionale al numero di componenti del nucleo familiare. Per cui se noi dovessimo andare ad applicare questo sistema normalizzato che il Ministero comunque ha approvato come criterio di riferimento per i Comuni che applicano la tariffa con queste modalità, di fatto andremmo a ridurre notevolmente la tariffa a cui sono soggetti i single e andremmo invece ad aumentarla in capo alle famiglie numerose. Non solo, ma anche le utenze non domestiche che magari appunto hanno una scarsa produzione di rifiuti nonostante grande superficie, troverebbero chiaramente un indubbio vantaggio e questo andrebbe un po' a scapito di quello che è il bilancio complessivo del costo del servizio in capo al Comune.

Il sistema invece della tariffa proporzionata all’effettivo conferimento dei rifiuti indifferenziato, ha come limite quello di indurre molti cittadini a utilizzare per lo smaltimento dei rifiuti non tanto i sacchi regolari, comunali, quindi quelli che sono stati distribuiti e che implicano il costo di smaltimento finale, ma potrebbe indurre poi a utilizzare lo shopper della spesa di plastica, piuttosto che altri sacchi venduti nei supermercati e di fatto già adesso noi vediamo che nel Comune di Treviglio è molto diffusa l’abitudine di smaltire i rifiuti domestici utilizzando gli shopper della spesa, depositando poi i rifiuti all'interno dei cestini stradali. Oppure a comunque utilizzare i sacchi grandi e poi a depositarli nei luoghi che fanno comodo, perché non sempre sono luoghi così isolati e magari in disparte, a volte sono anche luoghi centrali e sono magari la porta di casa del vicino e così via.

Per cui di fronte a questa situazione ritengo che questa seconda soluzione possa essere tentata, ma io francamente sono scettica, perché ho molto a cuore quello che è l’ambiente nel suo insieme, per cui l’idea di vedere rifiuti poi sparsi ovunque e in campagna, mi terrorizza un po' francamente. In ogni caso penso che questa sperimentazione possa essere avviata solo qualora si sia in grado di presidiare il territorio in maniera puntuale e continuativa, cosa che al momento non possiamo dire che sia così in costante. Ripeto, a tutt’oggi abbiamo comunque una percentuale di abbandono dei rifiuti estremamente rilevante. Per cui credo che sia veramente problematico in questo momento andare a introdurre un sistema di questo genere. Io francamente ripeto non ho preclusioni, anzi se potesse essere un sistema che incentiva la raccolta differenziata sarei ben felice di adottarlo. Il problema è che non vorrei che l’aumento della raccolta differenziata che si potrebbe avere per esempio presso il servizio S.A.B.B., diciamo la raccolta porta a porta, non vorrei che poi però avesse come contrappeso un aumento incredibile dei rifiuti abusivi che comunque la S.A.B.B. raccoglie e che comunque ci fa pagare, perché

ogni volta che vengono abbandonati dei rifiuti, poi la S.A.B.B. se non è quel giorno è un altro giorno, ma comunque ha l’ordine di andare a raccoglierli e smaltirli, non possono certo essere lasciati dove sono.

Grazie.

Presidente

Grazie Assessore. La Consigliera Siliprandi ha presentato un emendamento, lo vuole illustrare? Prego. Non mi sono accorto che era

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