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CAMPIONI DI STOFFE

Nel documento IT A L IA N A (pagine 70-73)

I T A L I A N E D E L R I N A S C I M E N T O E P E R S I A N E

— T a v. 3 6 . D e tta g lio 47 L.

D E C O R A T I V A E I N D U S T R I A L E 67

mai, senza andare mai all’ unisono, e si combinano in un’ armonia che ha del meraviglioso. Più ancora che nell’ arte ornamentale della P ersia ciò si osserva in quella araba. Non le pare, lettore, che un ornamento arabo faccia l’effetto di una grande sinfonia eseguita da una grande orchestra, ove i ricami del violino e quelli della viola, il suono d ’anitra del clarino e il pecoresco dell’oboe e le trom be e i corni e gli ottoni tutti, s’intreccino, suonino senza urtarsi mai e svolgano ciascuno di bei motivi, i quali compaiono e scompaiono, si ripetono e si perdono ancora quasi vogliosi, essi medesimi, di ciò ; perchè non dai motivi singoli ma dall’a r­

monia dell’assieme il nostro orecchio deve essere dolcemente impressionato... non le pare, lettore, che un ornamento arabo faccia questo medesimo effetto ? —

Tale è l’arte musulmana della Persia, filiazione diretta della sassanide e della persepolitana, dell’arte caldea e assira nel suo periodo islamitico cosi congiunto all’arabo, cui appartiene p reci­

samente il tipo delle stoffe pubblicate dall 'A rte Italiana (1).

Al f r e d o Me l a n i. (1) Gli originali sono circa due terzi più grandi delle nostre riproduzioni.

Abbiam o stim ato opportuna la riduzione per offrire m aggior copia di m otivi.

— D ettaglio 48. F ig . 100 —

r i m a parlarne faccio una supposizione gratuita, questa:

che tra i lettori se ne trovino alcuni i quali non cono- scano nè il nome dell’Antelami nè l’opera sua riprodotta in questo numero, la Deposizione della Croce, bassorilievo della cattedrale di P arm a, inquadrato su tre lati dal fregio che è il tema di questo articolo, poi mi chiedo :

A priori potrebbero essi giudicare quest’opera contempo­

ranea del tanto noto quanto goffissimo bassorilievo che in Milano, presso il ponte di P o rta Rom ana, rappresenta il ritorno dei Mi­

lanesi nella loro devastata città nel 1176, accom pagnati dai con­

federati della L ega L om barda ?

L a scultura dell’Antelam o è del 1178 e decorò il parapetto d ’un pulpito della cattedrale di Parm a. Il bassorilievo di Milano dello stesso tempo fu messo in co del ponte dove i Milanesi du ­ rante l’assedio aveano fatte le maggiori prove di valore, per ricordare uno dei fasti più memorabili della nostra nazione e della storia dei Comuni Italiani.

In arte queste due opere sono separate dall’abisso, che sta tra la barbarie e l’arte vera, in cronologia stanno appena a qualche anno, forse solo a qualche mese di distanza una dall’altra.

E non è solo dal confronto col bassorilievo di Milano che spicca la grandissima superiorità di quello dell’Antelamo.

Rechiam oci in Toscana, la regione d ’Italia che in quell’epoca si trovò meno im barbarita da guerre e invasioni e rivolgimenti politici.

A Pistoja abbiamo le sculture dell' architrave della porta m aggiore di San Bartolomeo in Pantano, di M agister R obertus

del 1167, e le sculture dell’architrave della porta di S ant’A ndrea, di un magistro Gruam onte, forse comacino.

Abbiamo a poca distanza da Pistoja sulla strada di Lucca, a Groppolo, la statua di San Michele che calpesta il drago in­

fernale e gli ficca nella gola la sua lancia. Questo San Michele rappresenta le tradizioni scultorie bisantine portate al colmo del cretinismo. Abbiamo nella stessa Groppolo un pulpito del 1193, posteriore di quindici anni a quello di Parm a, con ingenui ten ­ tativi di composizione, ma con un lavoro di scalpello che di poco sta al disotto del colmo barbaro del vicino Arcangelo.

A San Frediano di L ucca c ’ è la vasca battesimale con una quarantina di figure a bassorilievo di forte aggetto; a Pisa ci sono le opere di un Bonoamicus e di un Guglielmo, della stessa epoca, e ad Arezzo l’ arco della porta della Pieve, che è del 1216, posteriore di trentotto anni al pulpito dell’Antelam o: tutte sculture ancora barbare.

Il confronto con tutti questi lavori di scultura del X II e del principio del XIII secolo fa em ergere quello dell’Antelamo come un picco isolato in mezzo ad una bassa pianura, contrastando colla teoria giustissima, che l’artista è formato dall’influenza del­

l’ambiente, ossia da quell’insieme di cose preesistenti e contem po­

ranee, di pratiche in corso, di tradizioni di scuola, che sempre influirono e influiranno sempre sugli animi degli artisti, ma falsa quando è spinta sino a negare, a esclusivo favore dei mediocri, che di quando in quando possano sorgere individui il cui genio, spingendosi oltre l’ambiente contem poraneo, riesca a trovare un’ ispirazione atta a conferire loro la forza di vincere quella

Fig. 100. Deposizione della Croce bassorilievo di Benedetto Antelami.

LII.

UN F R E G I O D E L 1178

pressione d'influenza alla quale sottostanno quanti si trovano -a senz’essere architetti, eressero stupende arch itettu re e fondarono lo stile detto lom bardo, e che poi, sino ai dì nostri, non han attribuisce l’impulso che determ inò il risorgim ento della buona

scultura.

influenza bisantina l’ornam entazione non restò a lungo schiacciata nelle più abbiette form e, e qualche segno di vita lo diede anche libera, squisita, un vero capolavoro di composizione decorativa, nella quale le masse rilevate e le masse liscie, il più ed il meno

gistero dell’arte, benché le forme, considerate m inutam ente, pos­

sano p arere piuttosto sco rrette o pesanti e di lavoro un p o ’ g re g ­ ornati testé citati rapp resen tan o il lato deficiente, molto deficiente.

È una specie di niello in pietra, genere che, anche p er molto tem po dopo l’A ntelam o, fu tra tta to con qualche relativa rozzezza, con disegni più sovente geom etrici che rappresentativi.

L ’esatta riproduzione che abbiamo potuto ottenere, m entre mi evita il nojoso com pito d ’una descrizione, mi facilita quello

A N N O I I .

MARZO 1893 N.° 9.

A R T E I T A L I A N A

DECORATIVA E INDUSTRIALE

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l u i.

Nel documento IT A L IA N A (pagine 70-73)

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