• Non ci sono risultati.

canalizzazione e riPetenze alle sUPeriori

Nel documento con gli occhi delle bambine (pagine 86-90)

Fonte: elaborazione Miur per Save the Children – Anno: a.s. 2018/2019

La mappa regionale fotografa la quota di diplomati nei licei sul totale dei diplomati, che nella media italiana si attesta al 50%. Il grafico in alto invece dà conto delle percentuali di ragazze e di ragazzi bocciati nei 4 anni di scuola superiore, con punte del 12% tra gli adolescenti del Sud e del Nord-Ovest.

Le ragazze, che sperimentano una ripetenza nel 6% dei casi, sono anche molto inclini a scegliere un indirizzo liceale (grafico in basso), soprattutto al centro e al Sud, e solo nel Nord Est sono relativamente numerose negli istituti tecnici (poco meno di 3 su 10).

orientamento efficace che li aiuti a scoprire aspirazioni e obiettivi da seguire – probabilmente non ci sarebbero differenze così nette tra maschi e femmine.

L’OCSE ha spesso evidenziato nei suoi studi sui sistemi educativi come l’impatto del livello socioeconomico degli studenti sui risultati è maggiore nei paesi in cui la canalizzazione avviene precocemente, rispetto ai sistemi comprensivi, in cui la canalizzazione avviene a 16 anni. Ormai la maggior parte dei sistemi europei canalizza gli studenti a 16 anni31, ed è significativo che sistemi ‘comprensivi’ caratterizzino i paesi con i migliori risultati e anche i minori divari di genere nelle competenze (Finlandia, Estonia, Danimarca, Norvegia, Polonia, Svezia)32.

Secondo i dati forniti a Save the Children dal Miur relativi al 2019, le giovani diplomate provengono per la maggior parte dai licei (61%) mentre solo il 38% dei diplomati maschi ha concluso un percorso di studi liceale. Ma anche tra i liceali prevale una specializzazione di genere, che vede i ragazzi più presenti nei licei scientifici (il 26% di tutti i diplomati, rispetto al 19% delle diplomate) e le ragazze nei licei ‘umanistici” (il 42% di tutte le diplomate, solo il 13% dei diplomati). Il 42% dei giovani diplomati ha studiato in un istituto tecnico, in gran parte ad indirizzo tecnologico (7 su 10), rispetto ad un 22% di diplomate, che hanno frequentato in prevalenza un istituto tecnico ad indirizzo economico. Gli istituti professionali hanno accolto il 17% delle diplomate e il 19% dei diplomati, ma anche qui i ragazzi mostrano una propensione per specializzazioni più tecniche e orientate al mondo dell’industria nel 30% dei casi, mentre le ragazze solo nel 10% dei casi.

L’ITALIA DELLE MAPPE E DEI DIVARI

Ragazze e ragazzi che mostrano seri deficit nelle competenze di base (così detta dispersione implicita), profonde diseguaglianze territoriali che si incrociano con quelle di genere: è questa la fotografia che si ricava dalle mappe presenti in questa sezione dell’Atlante. Osservando quelle sulla dispersione implicita di ragazze e ragazzi - vale a dire di quanti non hanno sufficienti competenze in matematica e in italiano - provincia per provincia, si nota un diffuso svantaggio dei maschi rispetto alle femmine: quest’ultime, infatti, ricadono nella sacca della dispersione implicita in poco più di un caso su 5, mentre per i ragazzi il fallimento formativo colpisce oltre un alunno su 4.

Emerge anche una molteplicità di divari molto pronunciati, non solo lungo la direttrice Nord-Sud ma anche tra province geograficamente vicine. Ad esempio, nelle province del Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trento e gran parte della Lombardia, dove la scuola secondaria appare ben organizzata e più attrezzata a cogliere anche le sfide poste dai

low performers, la loro quota è molto ridotta tanto per le ragazze quanto per i ragazzi.

maPPare la PoVertà

edUcatiVa

monica Pratesi, dell’Università di Pisa, condivide con l’istat e save the children l’impegno a definire e perimetrare aree prioritarie di povertà

educative: “abbiamo provato a studiare le dimensioni della povertà educativa e a tradurle in numeri, cercando di fornire cifre locali, riferite a dove la gente vive. l’obiettivo è costruire mappe significative e vive del fenomeno per orientare e favorire l’azione politica al riguardo”. Fonte: https://www.infodata.ilsole24or e.com/2020/07/31/e-se-giovanni-va-male-a-scuola-a-mi sura-multidimensionale-della-poverta-educativa-le-prime-ma ppe-italiane/

87 Ricca rd o V e n tu ri p e r Sa ve t h e Ch ild re n

In queste province, soprattutto nel Veneto, si nota anche un forte vantaggio dei ragazzi in matematica (come rilevano le mappe sulle differenze nei punteggi ai test Invalsi in matematica e italiano), e una percentuale più elevata di alunni negli istituti tecnici-professionali. Non si tratta, in quest’ultimo caso, di una scelta “ghettizzante” perché in queste aree del paese gli istituti tecnici-professionali garantiscono livelli di apprendimento elevati nelle materie di base, non sono l’anticamera dell’abbandono scolastico e sono spesso collegati al mondo produttivo, qui particolarmente vitale e bisognoso di manodopera specializzata. Il Veneto è anche la regione con la percentuale più bassa di ragazze diplomate nei licei (appena sopra il 50%) e la più alta di diplomate negli istituti tecnici, il 29%. Questo sistema garantisce al Veneto di essere la regione, dopo il Trentino Alto Adige, con la minor incidenza di giovani NEET (cioè che non studiano, non si formano, non cercano lavoro). Questo risultato positivo non incide, tuttavia, sul divario di genere che sembra quasi amplificarsi, con i giovani maschi 15-29enni che non studiano né lavorano al 9,5% e le giovani al 15,6%. All’opposto, una regione come il Lazio, con una vocazione produttiva più sbilanciata sui servizi e la Pubblica Amministrazione, mostra la quota più elevata di studenti che frequentano il liceo rispetto alla formazione tecnica (oltre 7 ragazze su 10 hanno ottenuto un diploma liceale), tassi di dispersione implicita molto vicini alla media italiana sia per i ragazzi che per le ragazze, e un’incidenza di giovani NEET del 20% per i maschi e del 21,4% per le femmine. Nel Mezzogiorno, colpisce come in Calabria e in Sicilia oltre che nelle province di Caserta in Campania e di Foggia in Puglia, le percentuali di dispersione implicita siano drammaticamente alte tanto per le studentesse che per gli studenti (da un terzo alla metà degli alunni) ma con tassi sempre inferiori anche di 10 punti percentuali per le ragazze.

il sito

inValsiopen è il sito ufficiale dove reperire tutte le informazioni sulle prove invalsi. Previste tra marzo e maggio le prove nel 2021 mentre nel 2020 non si sono svolte a causa della sospensione delle lezioni per la pandemia.

MEDIA ITALIA

22,1

% MEDIA ITALIA

26,1

% Ragazze e ragazzi in dispersione implicita (%) 6,1 - 14,3 14,8 - 19,3 19,4 - 23,3 23,4 - 29,2 29,3 - 35,2 35,3 - 43,6 45,3 - 52,1 Ragazze Ragazzi Ragazze Ragazzi %

,1

2

2

A MEDIA IT T % ALIA

2

MEDIA IT %

,1

6

2

ALIA MEDIA IT %

,1

2

2

6,1 - 14,3 in dispersione implicita (%) Ragazze e ragazzi % in dispersione implicita (%)

26,1

%

2

45,3 - 52,1 35,3 - 43,6 29,3 - 35,2 23,4 - 29,2 19,4 - 23,3 14,8 - 19,3 6,1 - 14,3 89

sette gradi di arramPicata

Nel documento con gli occhi delle bambine (pagine 86-90)

Documenti correlati