Conseguenze d i sua m orte.
Ella è verilà veram ente innegabile che la m em oria delle anim e buone non finisce colla loro m o r te , ma viene tram an d ata a posteri con loro utilità. U na m alattia , e m orte accom pagnata da tanti belli esem pi , e sentim enti di v irtù e di p ietà , risvegliò p u re in m olti sem inaristi il desiderio di volernelo im itare. P erciò non pochi s’i m pegnarono a seguitare gli a v v is i, e consigli loro dati m en tre ancora viveva altri a ten er dietro a ’ suoi esem pi , e v i r t ù , di m odo che alcuni sem inaristi ch e p rim a non m ostravano g ran fatto di vocazione allo stato cui dicevano a sp irare , dopo la m orte del Comollo si videro con le p iù ferm e ri
soluzioni d ivenire modelli di v irtù .
« Egli fu appunto alla m orte del Co-76
mollo , dice un suo c o m p ag n o , che mi sono risoluto di m enare una vita da bravo Chierico p er d ivenire santo ecclesiastico , e q u an tu n q u e tale determ inazione sia stata finora inefficace , ciò nulla m eno non mi rim ango , anzi voglio addoppiare vieppiù ogni giorno l’ im pegno. » N è queste furono solam ente determ inazioni di prim o m ovi
m ento , m a continua ancora oggidì farsi sentire il buon odore delle v irtù del Co- m ollo. O nde il R etto re del Sem inario alcu ni mesi sono , m ' ebbe a d ire ch e « il cangiam ento di m oralità avvenuto nei no
stri S em inaristi alla m orte del Comollo , continua ad essere tuttodi p e rm an en te. » Q ui sarebbe opportuno osservare che lutto questo avvenne principalm ente dietro a due apparizioni del Comollo seguile dopo la di lui m orie ; una delle quali viene testificata d a u n ’ intiera cam erata d ’ indi
vidui ; come p u re sarebbe conveniente p a r
lare di alcuni favori celesti che all’ in ter
cessione del m edesim o furono ottenuti.
Io però tutto questo tralascio , conten
tandom i solo di ch iu d ere questo com unque siasi ra g g u a g lio , con d ue fatti , ai quali
77
atteso il carattere , e la dignità delle p e r sone che li afferm ano p a rm i potersi p re stare tutta la credenza.
U na persona molto im pegnata pel se r
vizio di Dio era d a lungo tem po tentata : quando con un mezzo , quando con un altro aveva sem pre riuscito a vincere la tentazione ; un giorno poi fu sì g ag liard a, che pareva ornai essere sgraziatam ente vinta , e quanto p iù cercava d ’allontanare le cattive idee dalla sua fantasia , tanto più vi correvano. S e c c o , arid o , non po
teva m uoversi a p reg are ; allorché vol
gendo lo sguardo sopra u n tavolino , vide u n oggetto che apparteneva al Comollo che conservava qual g ra ta m em oria di lui ;
« allora m i posi a g rid a re , afferma la persona m edesim a , se tu sei in paradiso, e m i puoi favorire presso il Signore pre
galo che m i liberi da questo terribile fran gente. G ran cosa ! dette ap p en a tali parole quasi fosse m utato in u n altro cessò del tutto la non voluta tentazione e mi trovai tranquillo. D ’ allora in poi non tralasciai più d 'invocare in mio soccorso q u ell’
An-78
gioietto di c o s tu m i n e ’ m iei b iso g n i, e ne fui ognor favorito».
L ’altro fatto io lo scrivo tal quale m i viene esposto d a chi ne fu l’ atto re , e testim onio oculato. « U n m attino fui ch ia
m ato a tutta fretta a raccom andare al S i
g nore l ’ anim a di u n mio am ico il quale pativa l’ultim a agonìa. L à giunto lo trovai veram ente qual eram i stato detto ; era privo dell’uso dei sensi , e della rag io n e, aveva gli occhi a c q u o s i, le lab b ra d u re , e bagnate di freddo sudore , le arterie sfi
nite , e m ancanti sì, che avresti detto a m inuto dovesse m an d are l ’ ultim o re s p iro ; lo dim andai p iù v o lte , m a senza p rò . Non sapendo p iù che m i fare , dirotte m i ca
devano le lacrim e ; e in tal frangente v e nutom i in m ente il chierico Comollo , di cui eranm i state riferite tante beile v irtù , volli a sfogo del mio dolore invocarlo.
O rsù , dissi , se tu puoi qualche cosa presso il Signore , pregalo che sollevi qu est’anim a addolorata, e sia liberata dalle angosce di m orte. Questo dissi, e l ’inferm o tosto lasciato a n d are l ’estrem o del lenzuolo che stretto teneva tra denti , si riscosse,
79
e cominciò p arlare quasi non fosse stato am m alato, e il suo m iglioram ento fu tale, che passali otto giorni l’ inferm o si trovò totalm ente guarito da una m alattia che esigeva più mesi di convalescenza , e potè rip ig liare le p rim iere sue occupazioni.
Nel decorso di questo ragguaglio poco si parlò della v irtù della m odestia ch e era ap punto quella , che in m odo particolare caratterizzava il Comollo. U n esterno così regolato , una condotta tanto esalta , una compostezza sì e d ific a n te , una m o rtifica- zione sì com pita di tu tti i sensi e p rin cipalm ente degli occhi fanno arg u ire che egli abbia una tale v irtù in g rado em i
n ente posseduta : e a m e pare non dire di troppo se affermo , e n u tro costante opinione che egli abbia porlata all’ altra vita la bella stola dell’ innocenza battesi
m ale. Questo io argom ento non solo dalla scrupolosa riserbate zza nel trattare , o p a r lare con persone di sesso diverso ; ma molto più da certe m aterie teologiche che egli niente affatto com prendeva , da certe interrogazioni ridicole che talvolta faceva, il che m ostrava la sua sem plicità, e p u
-80
rezza. Mi conferm a in questa opinione ciò che rilevai dal suo D irettore di spirito , il quale dopo lungo discorso m eco fatto sul C om ollo, conchiuse ch e aveva egli co
nosciuto in lui u n Angioletto d i costum i, che fervoroso, e divoto di s. L uigi sem pre si studiava d ’im itarn e le v irtù ; difatti tut- tavolta che di questo santo faceva parola, ( oltrecchè gli offriva m attina , e sera spe
cial p re g h iera) pariavane sem pre con tras
porto d i contento , e di gioia ; anzi glo- riavasi p erch è ne portava il n o m e. Son L uigi di nom e , diceva , ah potessi p u re un giorno essere L u ig i di fatti : che se s tudiavasi di seguire le v irtù di S . L u ig i gli av rà certam ente tenuto dietro in quella che di tal santo è la caratteristica il can
do re , e p u rità di costum i.
D al fin q u i esposto ognun facilm ente com prende com e le v irtù del Compilo q u an tu n q u e non siano strao rd in arie , sono però nel loro g enere singolari , e com pite , di m odo che p a r m i si possa p ro p o rre p e r esem plare a qualu n q u e persona sia secolare , che religiosa : avendo p e r certo che chi sarà seguace del C om ollo,
81
diventerà giovine virtuoso Chierico esem p la re , vero , e degno m inistro del S an
tuario.
Ecco quel tanto che mi riesci di scri
vere intorno al giovane Comollo L uigi , accertando ognuno avere ciò fatto con an i
mo di esporre niente altro che la p u ra v erità , e appagare le varie richieste fat
tem i d a ’C o lleg h i, e da altre persone. C on
tento d ’ altro canto , se penna m iglior della m ia , servendosi di queste stesse m e
m orie , che m eschinam ente ho esposte , aggiungendo , o togliendo ciò che p iù le torna a grado lesserà u n p iù grazioso , com pito 4 e ordinato racconto.
82
L ’a u tore d i q u esti cenni non intende di d a re a d essi altro peso , se non quello della fede p u ram ente um ana.
I N D I C E
A i sign ori S em in a risti d i C h ie r i. pag. 3
C a p o I. — F a n c iu lle zza d i L u ig i C
o-m ollo . » 5
C a p o l I. — V a a stu diare in C h ieri » 13
C a p o 111. — V este l ’ abito C hiericale va nel S em in ario d i O n e r i . . . . » 2 6 C a p o IV , —- C ircostanze che precedono
la sua M a la ttia . » 4 2 C a p o V . — D ivien e in ferm o, m uore » 49
C a p o V I. — S u oi F u n e ra li . . » 7 3
C a p o V II. — Conseguenze d i sua
m orte » . . » 7 6