Veste l’ abito Chiericale va nel Seminario di Chieri.
Come ebbe subito l ’esam e s u d d e tto , e sortitone favorevole esito, si p rep arav a p e r la vestizione. Q ui io non saprei com e chia
ram en te esp rim ere tu tti gli affetti d i tene
rezza che ebbe a p ro v are in tal circostanza.
P reg av a e g li, faceva p re g a re altri p e r lui, digiunava , prorom peva sovente in la g ri
m e j si tratteneva molto in C h ie sa , sinché giunto il giorno di sua festa (così chia
m ava il giorno di sua vestizione chieri
cale) fece la sua confessione, e com unione, e contento assai p iù che se fosse sublim ato a qualunque più onorevole carica , tutto com preso di santa apprensione , tutto con
2G
centralo in sentim enti di religione , rac
colto , e m odesto che p arev a un angioletto, fu insignito del tanto rispettalo , e desi
derato abito ecclesiastico. T al giorno fu sem pre m ai p e r lui m em orando , e suo- leva d ire essersi il suo cu o re totalm ente c a n g ia to , di pensoso, e rannuvolato , d i
venuto tutto ilare , e g io v ia le , e che ogni qual volta ram m entava un tal giorno sen- tivasi di tenera gioia innondare il cu o re.
V en n e intanto il giorno dell’ apertura del S e m in a rio , dove egli p u n tualm ente re candosi fece cam peggiare le sue non ¡stra
ordinarie , m a com piute v irtù . Quello poi che in ¡special m odo lo distinse, fu un esat- to adem pim ento d e ’ suoi doveri di p ietà, e s tu d io , un ard en te spirito di m ortifica
zione. A veva letto nella vita di san t’ Al
fonso , com e esso aveva fatto quel g ran voto di non p erd ere m ai te m p o , la qual cosa era al Comollo m otivo di alla am m i
razione, e studiavasi con tutto l ’ im pegno d ’ im itarlo ; perciò fin dal suo prim o en
trare nel Sem inario , s’ appigliò con tal diligenza alle cose d i studio , e di pietà, che di tutte le occasioni , e di tu tti i mezzi
27
approffittava , che al suo scopo tendes
sero , all' esatta occupazione del tem po.
Suonato il cam panello subito interro m p ev a checché facesse p e r rispondere alla voce di Dio ( così chiam ava il suono del cani - panello ) che lo chiam ava al suo dovere, e m ’»accertò p iù volte, che dato un tocco il cam panello gli era im possibile il conti- n u a re ciò che aveva fra le m ani , p erch é rim aneva tutto confuso , e non sapeva p iù che si facesse. T an to rad icata era in lui la v irtù dell’ ubbidienza. Non parlo dei S u p e r io r i, ai quali u b b id iv a ciecam ente senza m ai d im an d ar conto , o ragione di ciò che gli era ingiunto ; m a agli stessi colleglli assistenti , anche agli uguali m o- stravasi attento , docile ad oc ni loro or- d ine , e consiglio non a ltrim en ti che ai S u p erio ri m edesim i. Dato il segno di stu dio puntualissim o v ’ interveniva , e in raccolto atteggiam ento composto si a p p li
cava in m aniera che a qualunque r u m ore , chiacchera , leggerezza , che da altri si facesse ; p areva fosse in sen sib ile, nè punto più della persona si m o v ev a, se non al segno del cam panello. Un d ì, che
28
u n com pagno passandogli dietro gettogli a terra il m antello ; esso si contentò di fa r
gli un sem plice motto , acciocché meglio si guardasse altra volta , il com pagno in
dispettito rispose con viso a lte ra to , e con parole offensive ; allora il Comollo s’appog
giò di nuovo sulla ta v o la , e tutto tranquillo si pose a studiare , com e se nulla a lui fosse stato delto o fatto.
Nella ricreazione , nei c ir c o li, nei tem pi di passeggiata desiderava sem pre discorrere di cose scientifiche , anzi suoleva in tem po di studio form arsi nella m ente u na serie delle cose che m eno intendeva p er q uindi tosto com unicarle in tem po libero a d un com pagno , con cui aveva special confi
denza, onde averne nel m iglior m odo pos
sibile , la dichiarazione.
Nel m entre che anim ava le conversa
zioni con v arie utili rice rch e , e ra c c o n ti, osservava tu tto ra in pratica quel non m ai abbastanza encom iato tratto di civ iltà: di tacere quando taluno parlava : pel che non di rad o avvenivagli di troncare a mezzo la parola , onde d a r cam po che altri libe
ram en te parlasse.
29
2 *
A bborriva grandem ente lo spirito di c r itic a , o di censura sulle persone altru i, parlava dei S u p e rio r i, m a sem pre con riverenza , e rispetto ; parlav a dei c o m pagni , m a sem pre con carità , e m ode
razione ; p arlav a dell’orario delle costitu
zioni , o regolam enti del S e m in a rio , degli apprestam enti di tavola , m a sem pre con espressioni di soddisfazione, e di contento ; di modo che io posso con tu tta schiettezza afferm are , che nei due anni e mezzo che lo frequentai nel Sem inario, non lo intesi m ai a proferire p a ro la , che fosse contraria a quel principio che fisso teneva nella sua m ente : degli altri o parlarne bene o tacerne affatto. Q ualora poi fosse stato costretto a d a re il p ro p rio giudizio sui fatti altrui , p rocurava sem pre in terp retarli nel senso m igliore , dicendo avere im paralo dal suo zio , che u n ’azione di cento aspetti , no
vantanove cattivi „ uno buono , si doveva p re n d e re sotto l’aspetto buono e giudicare bene di tale azione. P e r 1’ opposto p a r lando di se stesso, taceva tutto quello che poteva to rn are in sua lo d e , non faceva mai parola di carica , onore , o prem io
30
a lui com partito , che anzi avvenendo che taluno il lodasse, m ettevano la lode in fa
cezia , abbassando cosi se stesso m entre altri 1’ esaltava.
Q uei bei fiori di tenera divozione onde noi l ’abbiam o veduto adorno tra le glebe, e i pascoli ; negli s t u d i , ben lungi dal- l’appassire cogli a n n i , p ervennero a m o
strarsi in tu tta loro bellezza , e com piuta perfezione. D ato il segno della p re g h iera, o di qualu n q u e altra sacra funzione , a c correva im m antinente colla p iù esatta dili
genza, e composto nella persona , col m as
simo edificante raccoglim ento di tutti i suoi s e n s i, si faceva a favellare col S ig n o r e n è m ai si ravvisò nel Comollo il m enom o rincrescim ento a portarsi in C a p e lla , o altro luogo a d assistere a cose di divo
zione. Bensì il m attino al prim o tocco del cam panello tosto si alzava da letto, e ag
giustato quanto era di dovere, recavasi un q u arto d ’ora p rim a degli altri in Chiesa a p re p a ra re l ’ anim a sua p e r 1’ orazione.
I sem inaristi nei giorni f e s tiv i, o anche feriali in cui assistessero alle solenni fun
zioni di Chiesa, solevano essere dispensati 51
dal recitare la corona della B. V . : il Comollo non seppe mai astenersi da sif
fatta special d iv o z io n e , m a term inate le funzioni di Chiesa , m en tre che ognuno passava il tem po nella perm essa ricreazione, egli con u n altro com pagno si ritirava in C apella a p ag are , com e suoleva d i r e , i debiti alla sua buona M adre colla recita del S S . R osario. N e 'g io rn i di vacanza e particolarm ente nelle ferie del S S . N atale, di carnovale , delle solennità P a s q u a li, egli anche p iù volte al giorno lontano dai suoi com uni divertim enti andava col solito com pagno a re c ita re, quando i salmi p e n i
tenziali , quando 1’ ufficio dei defunti , o quello della B . V . , e questo in suffraggio delle anim e del p u rg ato rio .
S em pre am ante e devoto di Gesù sacra
m entalo oltre il fargli frequenti visite, e com unicarsi spiritualm ente , approffittava p u re di tutte le occasioni p e r com unicarsi sacram entalm ente, il che faceva con g ran d e edificazione dei circostanti. P rem ettev a alla C om unione un giorno d i rigoroso digiuno in onore di M aria SS. ; dopo la confes
sione non voleva p iù p a rla re d ’ a l t r o , che
32
di cose concernenti alla grandezza , alla bontà , a ll’ am ore del suo Gesù che si p rep arav a a ricevere nel dì seguente , e giu n ta l ’ora d ’accostarsi alla sacra m ensa, io lo scorgeva assorto nei p iù alti , e d i
voti p e n s ie r i, e com posta la persona nel p iù divoto atteggiam ento , a passo grave cogli occhi bassi dando in frequenti scuo
tim enti di santa commossione a v v ic in a r s i a ricev ere il Santo dei S anti. R itiratosi poscia a suo posto pareva fosse fuor di se, tanto vivam ente vedovasi commosso, c da viva divozione p enetrato. P re g a v a , m a ne e ra interrotto d a singhiozzi, interni gem iti, e lagrim e , nè poteva acquetare i trasporti di tenera com m ozione, se non qu an d o term inata la Messa si com inciava il canto del m attutino. A vvertito d a m e p iù volte a fren are quegli atti di esterna divozione, com e quelli che potevano d are n ell’occhio a l t r u i , m i s e n to , risp o n d e v a m i, m i sento una piena di tal contento nel cuore , cui se non perm etto qualche sfogo p a re mi voglia togliere il respiro. N el giorno della com unione diceva altre volte , m i sento sì ripieno di dolcezza , e di contento , che
33
nò so capire , nè spiegare. D a ciò ognun vede chiaram ente come il Comollo fosse avvanzato nella via della perfezione , giac
ché quei m ovim enti di tenera com m ozione, di dolcezza , di contento p e r le cose spi
rituali sono un effetto di quella fede viva, e carità infiam m ata , che altam ente gli era radicata nel cuore , e costantem ente lo guidava in tu tte le sue azioni.
A questa divozione in tern a andava stre t
tam ente congiunta u n ’esem plare m ortifica
zione di tu tti i suoi sensi esteriori. Mo
desto qual era negli occhi spesso gli avve
niva di far passeggiale in g iard in i, o ville, senza che egli avesse m enom am ente veduto quello di p iù rim archevole che tutti gli altri aveano osservato ; non vagava m ai qua e là collo sg u ard o , m a com inciato col suo com pa
gno qualche buon discorso , attento il con
tinuava, non m ai badando a checché occor
resse , e tal volta accadde , che dopo il passeggio interrogato dal com pagno se aves
se veduto suo p a d re , che p u r gli era pas
sato vicino , e 1’ aveva salutato , rispose di non averlo veduto. Sovente era visitato da alcune sue cugine di C h ie ri, e questo
3 U
gli era un g rav e cruccio, dovendo tra tta re con persone di diverso sesso , onde appena detto quello che la stretta convenienza , e il bisogno voleva, raccom andando loro con bella m aniera di venirlo a tro v are il m eno possibile , tosto da loro si licenziava. R i
chiesto alcune volte se quelle sue p aren ti ( colle quali trattav a con tanto riserbo ) fossero g r a n d i , o piccole , o di straordi
n aria avvenenza , rispondea che all’om bra gli parevano g ran d i , che p iù oltre nulla sapeva non avendole m ai rim irate in faccia.
B ell’esempio degno di essere im itato da chiunque aspira o trovasi nello stato ec
clesiastico !
E ra assueffatto d ’incroccicchiar l ’u na col
l ’altra le gam be e di appoggiarsi col gom ito quando gli veniva bene fosse a ta v o la , nello studio , o in iscuola. P e r am or di v irtù anche di questo si volle correggere , e p e r riuscirvi pregò instantem ente un com pagno, il quale ogni volta 1’ avesse veduto nelle succitate posizioni , acrem ente il dovesse am m onire, e ram p o g n are, dandogli special penitenza. Ecco onde procedeva q u ell’este
rio re compostezza p e r cui in Chiesa , nello
studio, in scuola o in refettorio innam orava ed edificava chiunque il rim irasse.
L e mortificazioni circa il cibo erano quo
tidiane : d ’ordinario quando p iù sentivasi bisogno di far colezione era appunto allora che se ne asteneva. A tavola era parco al som m o, beveva poco vino , e quel poco adacquato. T alvolta lasciava pietanza , e vino contentandosi di m angiare p an e in
zuppato nell’acqua sotto lo specioso p re testo che gli tornava m eglio p e r la corporal sanità , m a in realtà p e r ispirilo di m or
tificazione; giacché avvertito che un simile cibo poteva cagionargli m ale di capo , o di stomaco , rispondeva : a m e basta che non possa nuocere all’anim a. Nel sab- bato d ’ogni settim ana digiunava p e r am or della B . V . nelle altre vigilie, nel tem po qu aresim ale, anche prim a che fosse p e r età tenuto, digiunava con tal rig o re, principal
m ente nella piccola refezione della sera, che un c o m p a g n o , il quale eragli accanto a m ensa, disse p iù volte che il Comollo voleva uccidersi. T ali sono i precipui atti di p en i
tenza esterna che m i sono n o ti, dai quali lieve cosa sarà argom entare quello che ei
nu-36
drisse in cuore, giacché se le azioni esteriori derivano sem pre dall'abbondanza di cuore, bisogna p u r d ire che l ’ anim o del Comollo fosse di continuo occupato in teneri affetti d ’a m or di Dio , di viva carità verso il prossimo , e ili ardente desiderio di p a tire p e r am or di Gesù Cristo.
L a vita che il Comollo tenne nel S e
m inario diede sem pre (così si esprim e un suo S u p e rio re ) ottim a e santa idea di lui , m ostrandosi in ogni occorrenza esat
tissimo nei suoi doveri sì di studio che di pietà , esem plare affatto nella sua m oral condotta , così che tutto il suo contegno dim ostrava u n ’ indole la più docile , ub
bidiente , rispettosa , e religiosa. E gli era gradevole nel p arlare , epperciò chiunque fosse in tristezza , conversando con lui ne rim aneva consolalo ; modesto , edificante nelle parole , e nei tratti sì che anche i più indiscreti erano obbligati riconoscere in lui uno specchio di m o d e stia , e di v irtù , e un suo com pagno ebbe a d i r e , che il Comollo era p e r lui una continua predica ; ch e era un m ele che raddolciva i cuori, e gli um ori anche i più bizzarri. Un altro
37
3
com pagno disse più volle che voleva ado
perarsi a tutta possa p e r farsi santo , e p er riuscirvi non crasi fissalo altro che seg uire le traccie del Comollo ; e benché si vedesse di g ran lunga indietro da l u i , nulla m eno essere assai contento di quel tanto che ve
niva in lui ricopiando.
I l tem po di vacanza p e r lui in quanto alla m orale sua condotta era quello stesso del S em inario. Assiduo nella frequenza dei Ss. S a c ra m e n ti, nell’esercizio delle sacre fu n z io n i, nel fare il Catechismo ai ragazzi in C hiesa, ( il che faceva già sin da quando era ancora vestito da laico) ed anche p er le vie quando gli avveniva d incontrarne.
Ecco com e egli stesso esprim e il suo o rario in una lettera diretta ad un am ico.
« Ho già passati circa d ue mesi di vacanze, i quali anche con questo caldo eccessivo m ’ hanno fatto assai bene p e r la corporale sanità. Ho già studiato quegli avvanzi di logica e d ’ etica che si sono ommessi nel decorso d ell’anno ; leggerei volentieri la storia sacra di G iuseppe Flavio che mi suggerisci, ma ho già incom inciata la storia delle e r e s ie , onde v errà a m ancarm i il
38
tem po. Del resto la m ia stanza , è tuttora l ’ am eno paradiso terrestre ; quivi e n tr o , salto , rid o , s tu d io , leggo, canto , e non vi vorrebbe altro che tu p e r far la battuta ; a tavola, in ricre azio n e, a passeggio sem p re mi godo la com pagnia del caro mio zio , il quale sebbene cadente p eg l’ anni c sem pre g iu liv o , e lepido , e mi racconta ognor cose una p iù bella d ell’altra locchè m i contenta al l ' estrem o.
T i attendo pel tem po stabilito , stam m i allegro ; e se mi vuoi bene p reg a il S i
gnore p e r m e etc. »
A ffezio n assim o qual era a tutte quelle cose che riguardavano l ’ ecclesiastico m i
nistero, godeva molto quando vi si poteva o c c u p a re , sicuro segno che il S ignore lo chiam ava allo sialo a cui aspirava. Suo zio Prevosto p e r coltivare sì prezioso ter
ren o , e secondare l ’ottim a inclinazione del nipote l ’im pegnò a fare un discorso in onore d i M aria S S . , ed ecco com e egli esprim e i suoi sentim enti in u n ’altra lettera scritta allo stesso succitato suo com pagno.
« D ebbo significarti un affa r e , che da un canto m i consola , d all’ altro m i
con-5!)
fonde. Il mio zio mi diede incum benza di lare u n discorso sulla gloriosa assu n zione di M. V . L 'essere eccitato a p arlare di questa m ia cara M adre tutto m i riem pie d i gioia il cu o re. D all’ altro canto cono
scendo la m ia insufficienza , veggo p u r chiaro quanto io sia lungi dal saperne tessere condegnam ente gli encom ii. C hec
ché ne sia , appoggiato all’ aiuto di colei di cui debbo favellare mi dispongo ad u b b id ire ; l ’ho già s c ritto , e m ediocrem ente s tu d ia to ; lunedì sarò da te onde l ’ ascolti re c ita re , e m i facci le osservazioni che stim erai a proposito sia rig u ard o al gesto, com e rig u ard o alla m ateria.
R accom andam i all’ Angelo Custode pel buon viaggio : . . . addio »
Io tengo presso di m e questo discorso, nel quale q u an tu n q u e siasi servito di alcuni au to ri, nulla m eno la composizione è s u a ; e vi si scorgono espressi tutti quei vivi affetti onde ard ev a il suo cuore verso la g ra n M adre di D io. Nello esporlo poi vi riuscì m irabilm ente. « Sul punto di com p a rire alla presenza del p o p o lo , scriveva egli , io mi sentii m ancare la forza , la
tiO
voce , e le ginocchia non mi volean p iù reg g ere ; m a tostochè M aria mi porse la m ano divenni all’ istante vigoroso e forte ; di m aniera ehe lo com inciai , lo proseguii sino alla fine senza il m enom o intoppo ; questo lo fece M aria , io non già , sia lode a lei. » Di lì a qualche m ese essen
dom i recato in Cinzano, richiesi ad alcune persone che loro paresse della predica del Chierico Comollo, al che tutti mi risposero lodevolm ente. Il suo zio disse che vedeva l ’opera di Dio m anifestata nel suo n ip o te:
predica da santo, mi diceva ta lu n o ; oh, diceva u n ’altro pareva un angelo da quel p u lp ito , tanto era m odesto , e franco nel ragionare ! altri : che bella m aniera di p re d ic a re . . . ciò dicendo ripetevano alcuni sentim enti e p e r fino le stesse parole che fisse ancora avevano nella m em oria.
Senza dubbio sarebbe stato g ran d e il bene che avrebbe fatto nella vig na del S ignore u n coltivatore di così buona vo
lontà. T ale appunto era l ’aspettazione del vecchio suo z i o , tale la speranza dei g e nitori , tale p u re il desiderio di tutti i suoi com patriotti , d e ’ suoi superiori , d e ’ suoi
41
com pagni ; se non che Iddio già lo vedeva abbastanza m aturo p e r lui , e p erchè la m alizia del m ondo non venisse a cangiare il suo in tellelto , volle com pensare la sua buona volontà e chiam arlo a godere il frullo dei m eriti già acquistali , e di quelli che vieppiù b ram av a di acquistare.