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1844. LUIGI COMOLLO

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C E N N I S T O R I C I SULLA

V I T A D E L C H I E R I C O L U I G I C O M O L L O

MORTO NEL SEM IN ARIO DI CHIER1

A M M I R A T O DA T U T T I P E R L E S U E S I N G O L A R I V IR T Ù

Scritti da un suo Collega.

T O R I N O

DALLA TIPOGRAFIA SPEIRANI E FERRERO vicin o a l l a C h iesa d i s. Rocco

1844.

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a

A l S I G N O R I S E M I N A R I S T I DI CH I ERI.

S ic c o m e l ’esem p io d e lle a z io n i v ir tu o s e v a le a ss a i p iù d i u n q u a lu n q u e e le g a n te d is c o r s o , cosi non s a r à fu o r d i r a g io n e , che a v o i s i p r e s e n ti u n cenno sto r ic o s u lla v ita d i c o l u i , i l q u a le essen do v iv u to n e llo ste sso lu o g o , e so tto la m ed esim a d is c ip lin a che v o i v i v e t e , v i p u ò s e rv ir e d i v e r o m o d e llo p e r ­ chè p o s s ia te r e n d e r v i d e g n i d e l fin e su b lim e a cu i a s p i r a t e , e r iu s c ir e p o i u n d ì o ttim i le v iti n e lla v i­

g n a d e l S ig n o re .

E' v e r o che a q u esto s c r itto m a n c a n o d u e cose m o lto n o te v o li q u a li sono u n o s tile f o r b i t o , u n ’e le ­ g a n te d ic itu r a ; p e r c iò ho in d u g ia to f i n o r a , p e r c h è p e n n a m ig lio re che la m ia n o n è, v o le s se a ss u m e rs i u n ta le in c a ric o ; m a sc o rg en d o v a n a la m ia d ila ­ z io n e , m i son d e te r m in a to d i f a r lo io ste sso n e l m ig lio r m o d o a m e p o s s i b i l e , in d o tto d a lle r e p l i ­ c a te in s ta n z e f a t te m i d a d iv e r s i m ie i co lle g h i , e d a a ltr e p e r so n e r a g g u a r d e v o l i , p e r s u a s o che la te n e r e z z a che v e r so q u e sto d eg n issim o co m pagn o v o s tr o m o str a ste , e la d is tin ta v o s tr a p ie tà sa p ra n -

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k

n o c o n d o n a re , a n z i s u p p lir a n n o a lla p o c h e z z a d e l m io in gegn o.

B e n c h é p e r ò n o n p o s s a a l l e t t a r v i c o lla b e lle z za d e l d ir e , m i c o n so la a s s a i i l p o te r v i con tu t t a s in c e r ità p r o m e tte r e che sc riv o cose v e r e , le q u a li tu tte ho io ste sso v e d u te o u d ite , o a p p re se da p e rso n e degne d i fe d e , d e l che ne p o tr e te g iu d i­

c a r e a n ch e v o i che p u r ne fo ste in p a r t e te s ti- m o n ii o c u la ri.

C he se sc o rr e n d o q u esto s c r itto v i se n tir e te a n i­

m a t i a se g u ire q u a lc h e d u n a d e lle a c c e n n a te v ir tù , re n d e te n e g lo r ia a D i o , a l q u a le , m e n tre lo p r e g o v i s ia o g n o r p r o p i z i o , q u e sta m ia f a tic a u n ic a ­ m en te con sacro.

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CAPO PRIMO.

Fanciullezza di L u igi Com ollo.

N a c q u e L uigi Comollo il 7 aprile 1 8 1 7 , nel territorio di Cinzano, in una borgata della la P r a , da Carlo e G ioanna Comollo, i quali sebbene di non molto distinta condi­

zione, hanno però quei beni assai p iù delle ricchezze pregievoli i veri caratteri di pietà, e di tim o r di D io. Sortì il nostro L u igi d alla n a tu ra u n ’ anim a b u o n a , cuore a r­

re n d e v o le , indole d o c ile , e m ansueta.

G iunto appena all’uso di ragione tosto si videro allignare in lui quei prim i semi di pietà, e divozione che m irabilm ente spiegò in tutto il corso del v iv er suo. Come potè ap p ren d ere a pronunziare i SS. nomi di Gesù e di M aria, gli furono ognor l’oggetto di sua tenerezza , e riverenza ; non m ostrava già quella nausea, o svogliatezza nel p reg are che

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è p ro p ria dei ragazzi; anzi quanto più erano prolungale le preg h iere , tanto più era ne allegro , e contento. A pprese con facililà a leggere e sc riv e re , e se ne servì ben tosto a p r o p r io , e altru i spirituale vantag­

g io , giacché nei giorni fe stiv i, principal­

m e n te, che quelli di sua età andavano qua e là a trastullarsi , egli raccoltine alcuni insiem e si tratteneva coi m edesim i leg g endo, e spiegando loro quel tanto che sapeva , o p p u re raccontando un qualche edificante esem pio. Q uesto gli pro cu rò la s tim a , e la venerazione dei coetanei in g u is a , ch e, lui p re se n te , niuno ard iv a p ro ro m p ere in parole sconcie , o m en che oneste , il che se inavvedutam ente a v v e n iv a , tosto 1’ un l ’altro avvertiva : « zitto che c ’ è L uigi che sente » sopraggiungendo egli , ogni discorso m en buono era in te rro tto . A ll’udire parole disdicevoli ai buoni costum i, o alle cose d i religione « non p a rla r c o s ì, tosto

« colla am m irabile sua affabilità diceva ,

« questo non istà bene nella bocca di un

« giovane C ristiano. » Secondochè esi­

geva la condizione sua, conduceva bestiam i al pascolo , m a sem pre lontano da persone

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di diverso se sso , e con libretti spirituali tra le m ani che leggeva da se so lo , o con altri. Con questo tenor di vita m entre edi­

ficava i suoi c o m p a g n i, era l ’am m irazione delle persone p r o v e tte , le quali stupivano a tanta v irtù in un giovanetto di prim a età.

« Io aveva un figlio, a ffe rm a un p a d re ,

« di cui non sapeva p iù che farm ene ,

« l’aveva trattato con d o lcez za, e con ri-

« gore , e tutto indarno ; m i venne in

« m ente m andarlo con L u ig i, se m ai gli

« fosse riuscito di renderlo alquanto docile,

« e p iù non m i fosse cagione di am aro

« disgusto. Il mio m onello da p rim a m o­

- stravasi ritroso nel dover frequentare chi

« sì poco secondava le sue m ire , m a ben

« presto allettato dalle attrattiv e di L uigi

« gli divenne a m ic o , e com pagno delle

« sue v irtù , in guisa , che al presente

« dim ostra ancor la m origeratezza e la do-

« cilità che ebbe da q u ell’ anim a buona

« succhiata. »

Singolare era 1’ obbedienza verso i suoi genitori; sem pre pronto, e attento a quanto veniva da loro ordinato , da ogni lor cen­

no pendeva anzioso , studiandosi con tutta

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sollecitudine di prevenire anzi i comandi che gli dovevano im p o rre . Q ualora al sopravvenire di qualche siccità , grandine, o perdita di bestiam i i suoi parenti mo- stravansi affi t ti , L uigi era colui che li confortava a p ren d ere com e favor del Si­

g nore quanto accadeva ; « anche di questo

« avevam o bisogno , egli diceva , ogni

« qualvolta la m ano del Signore ci tocchi

« son sem pre tratti di sua bontà , è segno

« che si ricorda di noi „ e vuole che noi

« p u re ci ricordiam o di lu i. » Non era m ai che si allontanasse d a ’ suoi genitori senza l ’espressa loro licenza , di cui ne era tanto geloso osservatore, che u na volta essendo andato a visitare certi p aren ti con lim itala licenza , essi , (allettali d all’a m a­

bilità del suo edificante p arlare ) non p er­

m ettendogli di partirsene p e r tem po , si ritirò in disparte a piangere nel vedersi a disubbidienza costretto , e com e giunse a casa , tosto dim andò perdono della d isu b ­ bidienza suo m algrado com m essa. Si as­

sentava alle volte dalla presenza altrui , e questo affine di ritirarsi in qualche c a n ­ tuccio a p reg a re , o far m editazione. P iù

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volte il v i d i , m i afferm a una persona che fu con lui a lle v a ta , m angiare in fretta , sbrigarsi di alcune occupazioni im postegli , e m entre altri godevano un pò di ric re a zio n e , sotto qualche p re te ­ sto andarsi a nascondere in fosso da vite se era in cam pagna , sul fenile se era in casa , p e r ivi trattenersi in p reg h iere vocali , o leggere libretti di m editazione.

T anto è vero che anche fra le glebe Id­

dio sa g u id are i rozzi , e gli indotti pel­

le sublim i vie della v irtù .

A questi bei sem i di v irtù andavano strettam ente uniti i v eri caratteri di d iv o ­ zione , e gran d e tenerezza p er le cose di religione. Il che dim ostrò fin da che fece la sua p rim a confessione. F atto un accurato esam e di sua coscienza, si presentò al Con­

fessore innanzi a c u i , tra p e r la confu­

sione , congiunta colla riverenza a quel S a c ra m e n to , e l ’ apprensione che p e r le sue colpe provava , ( se p u r colpa aveva ) sì grave dolore lo assa lì, che p ro ru p p e in un profluvio di lagrim e , ed ebbe bisogno di conforto a d ar p rin c ip io , e continuare la dichiarazione di sue colpe. Con p a ri edi­-

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ficazione degli astanti partecipò la prim a volta del Corpo di Cristo. Dal qual tem po in poi tanto si affezionò a questi d ue S a­

cram enti , che nello accostarvisi provava la p iù grande consolazione ; nè m ai lasciava sfuggire occasione senza che ne approfit­

tasse ; m a siccom e p er q u antunque f r e ­ quente gli si perm ettesse l ’uso della C om u­

nione non bastava a saziare l ’am ore onde tutto a rd ev a p er G esù, trovò modo di prov­

vedervi bellam ente colla Com unione S piri­

tuale , al quale proposito anche quando già Chierico trovavasi nel Sem inario udivasi più volte a dire : fu p e r l’ insigne opera di s. Alfonso che ha p e r titolo : visite al S S . Sacram ento , che im parai a fare la Com unione spirituale , la quale posso dire essere stato il mio sostegno in tutti i p e ri­

coli , cui andava soggetto finché fui vestito da secolare.

Alla Com unione spirituale, e S acram en­

tale univa frequenti visite a Gesù sacra­

m entato , d ell’ am ore di cui talm ente sen- tivasi penetrato che ben sovente giungeva a passare ore intiere sfogando i suoi fer­

vorosi e teneri affetti coll’am ato suo Gesù.

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Spesso era m andato in Chiesa a fa r quelle cose di cui suo zio Prevosto gli dava in- cum benza, spesso egli m edesim o visi recava sotto pretesto avervi che fare , m a non ne usciva m ai senza prim a trattenersi alquanto col suo Gesù , e raccom andarsi alla cara sua m ad re M aria. Non correva solennità, non si faceva catechism o, o p red ica, non si dava benedizione , nè altra funzione fa- cevasi in Chiesa a cui egli non in te rv e ­ nisse con anim o a lle g ro , e contento a p re ­ star quei servizi d i cui era capace.

L ’essere il Comollo alieno affatto dalle bam bolinaggini che son p ro p rie di q u el­

l’e tà , so ffe re n te , e tranquillo a checché potessegli accadere , affabile cogli uguali, m odesto, e rispettoso con chiunque gli fosse superiore, u b b id ien te, tutto dato alla divo­

zione, prontissim o nel p restare quei servigi che in Chiesa gli erano perm essi ; tutto questo insiem e era bel presagio che il Signore lo voleva a stato di m aggior per- fezione. Su di che già più volte aveva consultato il suo direttore spirituale, e av u ­ tane risposta p e r quanto potevasi conoscere, averlo Iddio chiam ato allo stato Ecclesia­-

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stico ne rim ase al sommo co n ten to , essendo p u r tale la sua determ inazione. Il suo zio R etto re di Cinzano (d i cui L uigi ne an­

dava ognor copiando le v irtù ) al v ed ere ram pollo sì vigoroso , e che prom etteva sì bei frutti , volle pu re secondarlo nelle sue risoluzioni. Chiam atolo pertanto a sè un giorno : hai d u n q u e , gli d is s e , v era vo­

lontà di farti p rete ? E appunto questo che io desidero e n u ll'altro , rispose. E p e r­

chè ? P e rc h è essendo i preti quelli che aprono il paradiso agli altri , spero che lo potrò poi anche a p rire p e r m e.

A tal fine fu m andato a fare il corso di G ram m atica in Caselle presso C i r i è , dove perfezionando sem pre p iù le accen­

n ate v irtù , fu della p iù g ran d e a m m ira­

zione a tu tti quelli che in qualche modo ebbero occasione di conoscerlo ; quivi spie­

gò particolarm ente uno spirito di m ortifi­

cazione. Già da piccolino soleva fa r fioretti alla M adonna coll’astinenza di qualche p o r­

zione di cibo , o di fru tta che gli si donava p e r com panatico; questo diceva, bisogna re­

galarlo a M aria. Q uivi in Caselle andò p iù avanti ; oltrecchè offriva ogni settim ana di­-

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giuni a M aria, nei pranzi stessi, e nelle cene, sovente sotto specioso pretesto si toglieva da tavola nel m eglio del m angiare ; bastava p o rta re a tavola qualche pietanza che fosse di special suo gusto, p erch è non ne m an ­ giasse, e questo sem pre p e r am or di M aria.

CAPO SECONDO.

V a a studiare in C hieri.

Sul com inciare dell’anno scolastico 1 8 3 5 trovatom i in u na casa di pensione in C h ieri, udii il pad ro n e a d ire : « m i fu detto ,

« che a casa del tale vi deve an d are uno

« studente santo ». Io feci u n sorriso p re n ­ dendo la cosa p e r facezia. « E appunto cosi,

« so g g iu n se , ei deve essere il nipote del

« Prevosto di C inzano, giovine di segna-

« lata v irtù » . Non feci g ra n caso allora di queste p a ro le , m a u n fatto assai rim a r­

chevole m e le fece assai bene rico rd are.

E ran o già p iù giorni che io vedeva uno studente (senza saperne il nom e) che tanta compostezza , e m odestia dim ostrava c a m ­ m inando p e r le contrade , tanto affabile, e cortese con chi gli p a r la v a , che io ne

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era del tutto m aravigliato. Crebbe poi que­

sta m eraviglia allorché osservava l ’esattezza colla quale interveniva alla scuola , dove appena giunto si m etteva al suo posto, nè più in a is i m uoveva, se non p e r fare cosa, che il p ro p rio dovere gli prescrivesse. E gli è consueto costum e degli studenti di passare il tem po d ’ingresso in ischerzi , g iu o c h i, e salti, alle volte anche pericolosi ; a ciò p u re era invitato il Comollo ; m a esso sem pre si scusava col d ire che non era p ra tic o , non aveva destrezza ; nulla m eno u n giorno un suo com pagno gli si avvi­

cinò , e colle p a r o le , e con im p o rtu n i scuotim enti voleva costringerlo a p re n d e r p arte di quei salti sm oderati che nella scuola si facevano ; « no, mio caro, dolce­

m ente rispondeva L u ig i, non sono esperto, m i espongo a far topica. » Indispettito l’im ­ p ertinente com pagno , quando vide clic non voleva a r r e n d e r s i, con insolenza in- tollerabile gli diede un gagliardo schiaffo sul volto. Io raccapricciai a tal vista , e siccom e l’oltraggiatore era d ’e tà, e di forze inferiore all’oltraggiato , attendeva che gli fosse resa la pariglia ; ma fu b en altro lo

ih

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spirilo del Comollo ; egli rivolto a chi l’avea percosso si contentò di dirgli : « se sei pago di questo, vattene p u re in pace che io ne son contento ». Questo mi fece ricordare di quanto aveva u d ito , che vi dovéva venire un giovane santo alle scuole, e chiestane la patria , e il nom e , conobbi essere appunto quello di cui aveva si lode­

volm ente inteso a p arlare.

Come poi nel rim anente si diportasse in fatto di studio e di diligenza , io noi saprei m eglio esprim ere che colle parole stesse dell’ottim o suo P ro fe sso re , il quale si degnò scriverm i del seguente tenore :

« B enché il c a ra tte re , e l ’ indole del­

l ’ ottim o giovane Comollo possano essere meglio conosciuti a V . S . ch e l ’ebbe per condiscepolo, e potè p iù d a vicino osser­

v a rlo , di quello che non Io siano a m e stesso , tuttavia assai di buon g rado le m ando in questa lettera il giudicio che io m e n ’ era form ato infin d ’ allora quando l ’ ebbi a scolare pel corso de’ due anni 1 8 3 5 , e 1 8 3 6 nello studio d elll'U m anità, e della R ettorica nel Collegio di C hieri.

Esso fu giovine d ’ingegno, e fregiato dalla

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natu ra di u n ’indole dolcissim a. Coltivò con am m irabile diligenza lo studio , e la pietà, c sem pre si m ostrò attentissim o ad ogni insegnam ento , ed era così scrupoloso, e vigilante nell’adem pim ento del suo dovere, che non m i ricordo di averlo m ai avuto a rim p ro v erare della benché m enom a ne­

gligenza. E gli poteva essere proposto ad esem plare ad ogni giovane p e r la intem e­

rata sua c o n d o tta , p er l ’u b b id ie n z a , per la docilità; onde io m eco stesso m ’aveva fatto un ottimo augurio allorché seppi che era entrato nella carriera E cclesiastica. Noi vidi m ai altercare con alcuno dei suoi c o m p a g n i, il vidi bensì alle ingiur i e , ed alle derisioni rispondere coll’ affabilità, e colla pazienza. Io lo g uardava com e desti­

nato a confortare la vecchiaia del ven e­

rando suo z io , il degno Prevosto di Cin­

zano, che lo am ava teneram ente, ed aveva così di buon ora saputo sem inare nel cuore di lui tante ra re , e singolari v irtù . Mi giunse perciò oltrem odo dolorosa la notizia della sua m o rte , e solo m i confortai ne!

pensiero che in breve tem po aveva con le sue v irtù com piuta anticipatam ente una

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lunga c a r r ie r a , m en tre Iddio forse lo volle a se chiam are con im m atura m o rte, perchè l o vedeva oltre la sua età provveduto di buoni m eriti , e noi d o b b iam o , in ciò v e ­ n e ra re la divina volontà. E lla m i chiede che io le dica qualche singolarità in lui osservata , m a quale cosa potrò io dirle che sia p iù singolare della sua uniform ità, e costanza in una elà che è tanto leggiera, e vaga di novità e m utazioni? Dal prim o giorno ch e entrò nella m ia scuola sino all'ultim o pel corso di d ue anni egli fu sem pre a se stesso uguale , sem pre buono, e sem pre intento ad esercitare la sua v irtù , la sua p ie tà , la sua diligenza » . . . Cosi i l suo Professore.

N è queste belle doti erano m eno eser­

citate fuori di scuola. « Io conobbi, dico il padrone di sua p e n sio n e , nel giovane Comollo il complesso di tu tte le v irtù p ro ­ p rie non solo dell'età s u a , m a d i persona lungo tem po nelle m edesim e esercitala.

D ’um ore sem pre uguale, ed a lleg ro , im ­ p ertu rb ab ile ad ogni avvenim ento , non dava m ai a conoscere quello che fosse di special suo g u s to , sem pre contento di

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quanto se gli offriva , non m ai si sentì da lui profferire , questo è troppo salso, o troppo insipido , o ppure fa molto caldo, o molto freddo ; non m ai si udì dalla sua bocca una parola m eno che onesta , o m oderala ; parlava volentieri delle cose di religione , e se qualcheduno m etteva fuori discorso, o racconto spettante alla religione pretendeva sem pre che si parlasse con m as­

sima riverenza e rispetto dei sacri m inistri.

A m antissim o del ritiro , non m ai usciva senza lic e n z a , dicendo il te m p o , il lu o g o , e il m otivo p er cui si assentava. In lutto il tem po che dim orò in questa casa, fu di g ran d e stimolo p e r gli altri a vivere da virtuoso , e riuscì a lutti di g ran dispia­

cere allorché dovette cangiare luogo p er vestire l ’abito chiericale , e recarsi nel S e­

m inario , privandoci colla sua persona di un raro modello di v ir tù. »

Io p u re posso dire lo stesso , giacché in v arie occasioni, che gli p a r la i, o tra t­

tai insiem e, non l ’udii m ai querelarsi delle vicende del te m p o , o delle stag io n i, del troppo lavoro , o del troppo studio ; anzi qualora avesse avuto qualche tem po va­-

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cante, tosto recavasi da qualche com pagno p e r farsi rischiarire alcune difficoltà , o conferire qualche cosa spellante allo stu­

dio , o alla p ietà.

N on m inore era l ’im pegno p e r le osser­

vanze religiose , e p er la vigilanza in tutto ciò che rig u ard av a alle cose di pietà : ecco quanto scrive il signor D irettore spirituale delle s c u o le , che di certo potè in tim a­

m ente conoscerlo. « Mi h a fatta inchiesta la S. V . di d arle notizie di u n figliuolo del quale m i è carissim a la m em o ria, e dolcissima cosa il risponderle. Non è il giovane Comollo L uigi u n di quelli , in rig u ard o di cui io debba usare espressioni e v a s iv e , o p p u re che io tem a di esagge- ra re nel rendergliene la p iù lodevole te sti­

m onianza. E lla ben sa che ap p arten n e ad una classe fra le altre distinta di studenti dati alla pietà , ed allo studio , m a tra questi brillava , e prim eggiava il nostro Com ollo; m i rincresce che ci tocchi già lam entare la m orte del Prefetto delle scuole, il quale e dello s tu d io , e della regolaris­

sima sua condotta anche fuori di collegio potrebbe farne le più belle testim onianze.

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Q uanto a m e oltre il poterla rassicurare di non avere m ai avuto m otivo di rim ­ pro v erare alcuna m ancanza nem m eno leg ­ giera , posso a sse rirle , che assiduo alle congregazioni, com postissim o, sem pre a t­

tento alla divina parola , divotissimo nel- l ’ assistere alla santa messa , ed ai divini uffizi, frequente ai santi sacram enti della Confessione, e C om unione, veram ente dili­

gentissim o ad ogni dovere di pietà, esem ­ plarissim o in ogni atto di v irtù , 1’ avrei di buon grado proposto a tutti gli altri studenti qual lum inoso sp ecch io , e raro m odello di v irtù . P e r quanto lo com por­

tava la sua c la sse , l’anno di R ettorica fu nom inato a c a r ic a , quale si concede sola­

m ente a ’ studenti p iù distinti p e r p ie tà , e stu d io ; si desiderava a llo ra , e si desidera ancora al presente un giovanestudente, d ’in ­ d o le , e costum i simile al Comollo L u ig i.

Il nostro s. L uigi ricordava nel suo nom e, e pareva che molte sue v irtù volesse rico­

piare nei fatti. Non mi si dim andò m ai notizia di altro studente , che più volen­

tieri io abbia reso di questa ; posso dirle tutto il bene possibile in un giovine. R a­-

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ptus est no m alitia m utar et intellectum eius.

Spero che o ra in Cielo preghi p e r m e . » Sin qui il suo D irettore spirituale.

Io non saprei p iù che aggiungervi alle sovra esposte dichiarazioni , se non quel tanto che nella sua condotta esterna ho os­

servato. T e rm in ati appena gli esercizi di pietà che nei giorni festivi nella capella della congregazione si facevano , ben lungi d a ll’andarsene al passeggio , o a qualche altro lecito d ivertim ento, egli tosto p o rta­

vasi al catechism o dei fanciulli solito a farsi nella Chiesa dei P P . Gesuiti , al quale , com e p u re a tu tte le altre sacre funzioni, divotam ente assisteva. Quella stessa curio­

sità , ed anzietà di v edere , e sentire g e ­ neralm ente com une a tutti quelli che da paesi vengono nelle c ittà , il che d ’altronde è proprio di q u ell’ età , o fosse benefizio dell’indole felice sortila dalla n a tu ra , o m e­

rito di v irtù , pareva che in lui fosse af­

fatto estinta. Q uindi il suo an d are , e ve­

nire dalla scuola era tutto raccoglim ento, e m odestia , nè m ai andava q ua , e là vagando o collo sguardo , o colla persona ; eccettochè p er prestare il debito rispetto

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ai S uperiori , alle C h iese, a qualche im ­ m agine , o p ittu ra della B . V . , dinanzi cui non fu m ai che passasse , senzachè con risp etto non si traesse il capello.

A tal proposito p iù volle n ell’ accom ­ pagnarlo m i avvenne che il vedeva sco­

p rirsi il capo senza saperne il p erc h è ; m a g u ard an d o poscia attento scorgeva q uinci, o quindi in qualche m uro dipinta l ’im m a­

gine della M adonna. E ra orm ai sul finir del corso di R e tto r ic a , che io l ’in te rro ­ gava sulle cose p iù c u rio s e , o sui m o­

num enti p iù ragguardevoli della Città , ed egli rispondeva di non ne essere punto inform alo , com e se fosse stato del tutto forestiero. Q uanto più poi era alieno dalle vicende , e occupazioni tem porali , tanto p iù era inform ato , e instrutto delle cose di Chiesa. N on facevasi esposizione delle Q uarantore , o di altra funzione di Chiesa che egli noi sapesse , e se il tem po gliel perm etteva non v ’ intervenisse. A veva il suo orario p er la p reg h iera , lettura spi­

rituale , visita a Gesù sacram entato , e ciò e ra scrupolosam ente osservato. A lcune m ie circostanze vollero che p er p iù mesi ad

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ora determ inata m i recassi al D u o m o , e questa era appunto l ’ora che il Comollo an d av a a trattenersi col suo G esù. P ia- cem i pertanto descriverne l’atteggiam ento;

ponevasi in qualche canto presso 1’ altare quanto poteva , ginocch ione colle m ani g iu n te , e incrocicchiate alquanto prostese, col capo m ediocrem ente in c lin a to , cogli occhi b a s s i, e tutto im m obile della p e r­

sona ; insensibile a qualsivoglia v o c e , e ru m o re . Non di rado m i occorreva che com piuto quello che toccavam i fare, voleva invitarlo che meco venisse p e r essere da lui accom pagnato a c a sa ; pel che aveva bel far cenno col capo, passandogli vicino, o tossire p erch è egli si m o v esse, m a era sem pre lo stesso , finché io non m i ac­

costava toccandolo ; e allora quasi si risve­

gliasse dal sonno tutto si scuoteva, e sebbe­

ne a m al in cuore aderiva al mio invito.

S erviva molto volentieri alla santa Messa anche n e ’giorni di scuola quanto poteva, m a nei giorni di vacanza servirne quattro o cin q u e era cosa o rd in aria.

B enché poi fosse così concentrato nelle cose di spirito , non vedevasi m ai ra n n u ­-

2a

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volato in volto , o tristo , m a sem pre ilare , e contento rallegrava colla dolcezza del suo p arlare , e suoleva dire che gli piacevano grandem ente quelle parole del profeta D avid : Servite Domino in laetitia ; p arlav a volentieri di sto ria, di poesia, delle difficoltà della lingua latina o ita lia n a , e questo in m aniera docile, e g io v ia le , sì, che m en tre profferiva il proprio sentim ento, m ostrava sem pre di sottom etterlo all'a ltru i.

A veva u n com pagno di special confiden­

za p e r conferire di cose spirituali, il tra t­

tare, e p arlare delle quali gli era di g ra n d e consolazione. P arlav a con trasporto dell’im - m enso am or di Gesù nel darsi a noi in cibo nella santa C om unione : quando discor­

reva della M a d o n n a , tutto si vedeva com ­ preso di tenerezza, e dopo d ’ avere raccon­

tato , o udito raccontare qualche grazia con­

cessa dalla M adonna a favore del corpo, egli sul finir tutto rosseggiava in volto , e alle volle rom pendo anche in lagrim e escla­

m ava : se M aria cotanto favorisce questo m iserabile corpo , quanti non saranno i favori che sarà p e r concedere a p ro delle anim e di chi la invoca ?

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m T a n ta era la stim a che aveva delle cose di religione , che non solo non poteva patire se ne parlasse con disprezzo , ma nem m eno con indifferenza ; a m e stesso u n a volta accadde che scherzando, mi servii di parole della sacra scrittu ra , e n e fui vivam ente ripreso , dicendom i non doversi faceziare colle parole del Signore.

Q uando alcuno voleva raccontare qual­

che cosa rig u ard a n te i Sacerdoti , tosto prem etteva o doversene p a rla r b e n e , o tacere affatto, perchè erano M inistri di D io.

In simil guisa andava il nostro L uigi p re ­ parandosi alla vestizione C h iericale, c quando ne parlav a m ostra vasi tutta gioia, e contento. « Possibile suoleva d ire , ch e io m iserabile g uardiano di bu o i, abbia a d i­

ventare P re te pastore delle anim e ? ep p u re a n iu n ’altra cosa mi sento inclinazione , questo mi dice il Confessore , m el dice la volontà , solo i m iei peccati m i dicono il contrario ; n ’ andrò a su b ire 1’ esam e , l ’esito del quale m i sarà qual arb itro della volontà D ivina sulla m ia vocazione ». Si raccom andava anche spesso ad alcuni suoi colleghi che pregassero, perche il Signore

2

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lo illum inasse , e gli facesse conoscere se fosse , o no chiam ato allo stato Ecclesia­

stico. Cosi fra la stim a dei com pagni, fra l’am ore dei superiori , onorato , e tenuto da tutti qual vero m odello d ’ ogni v irtù com piva il corso di R ettorica l ’anno 1 8 3 6 .

CAPO TERZO.

Veste l’ abito Chiericale va nel Seminario di Chieri.

Come ebbe subito l ’esam e s u d d e tto , e sortitone favorevole esito, si p rep arav a p e r la vestizione. Q ui io non saprei com e chia­

ram en te esp rim ere tu tti gli affetti d i tene­

rezza che ebbe a p ro v are in tal circostanza.

P reg av a e g li, faceva p re g a re altri p e r lui, digiunava , prorom peva sovente in la g ri­

m e j si tratteneva molto in C h ie sa , sinché giunto il giorno di sua festa (così chia­

m ava il giorno di sua vestizione chieri­

cale) fece la sua confessione, e com unione, e contento assai p iù che se fosse sublim ato a qualunque più onorevole carica , tutto com preso di santa apprensione , tutto con­

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centralo in sentim enti di religione , rac­

colto , e m odesto che p arev a un angioletto, fu insignito del tanto rispettalo , e desi­

derato abito ecclesiastico. T al giorno fu sem pre m ai p e r lui m em orando , e suo- leva d ire essersi il suo cu o re totalm ente c a n g ia to , di pensoso, e rannuvolato , d i­

venuto tutto ilare , e g io v ia le , e che ogni qual volta ram m entava un tal giorno sen- tivasi di tenera gioia innondare il cu o re.

V en n e intanto il giorno dell’ apertura del S e m in a rio , dove egli p u n tualm ente re ­ candosi fece cam peggiare le sue non ¡stra­

ordinarie , m a com piute v irtù . Quello poi che in ¡special m odo lo distinse, fu un esat- to adem pim ento d e ’ suoi doveri di p ietà, e s tu d io , un ard en te spirito di m ortifica­

zione. A veva letto nella vita di san t’ Al­

fonso , com e esso aveva fatto quel g ran voto di non p erd ere m ai te m p o , la qual cosa era al Comollo m otivo di alla am m i­

razione, e studiavasi con tutto l ’ im pegno d ’ im itarlo ; perciò fin dal suo prim o en­

trare nel Sem inario , s’ appigliò con tal diligenza alle cose d i studio , e di pietà, che di tutte le occasioni , e di tu tti i mezzi

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approffittava , che al suo scopo tendes­

sero , all' esatta occupazione del tem po.

Suonato il cam panello subito interro m p ev a checché facesse p e r rispondere alla voce di Dio ( così chiam ava il suono del cani - panello ) che lo chiam ava al suo dovere, e m ’»accertò p iù volte, che dato un tocco il cam panello gli era im possibile il conti- n u a re ciò che aveva fra le m ani , p erch é rim aneva tutto confuso , e non sapeva p iù che si facesse. T an to rad icata era in lui la v irtù dell’ ubbidienza. Non parlo dei S u p e r io r i, ai quali u b b id iv a ciecam ente senza m ai d im an d ar conto , o ragione di ciò che gli era ingiunto ; m a agli stessi colleglli assistenti , anche agli uguali m o- stravasi attento , docile ad oc ni loro or- d ine , e consiglio non a ltrim en ti che ai S u p erio ri m edesim i. Dato il segno di stu ­ dio puntualissim o v ’ interveniva , e in raccolto atteggiam ento composto si a p p li­

cava in m aniera che a qualunque r u ­ m ore , chiacchera , leggerezza , che da altri si facesse ; p areva fosse in sen sib ile, nè punto più della persona si m o v ev a, se non al segno del cam panello. Un d ì, che

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u n com pagno passandogli dietro gettogli a terra il m antello ; esso si contentò di fa r­

gli un sem plice motto , acciocché meglio si guardasse altra volta , il com pagno in­

dispettito rispose con viso a lte ra to , e con parole offensive ; allora il Comollo s’appog­

giò di nuovo sulla ta v o la , e tutto tranquillo si pose a studiare , com e se nulla a lui fosse stato delto o fatto.

Nella ricreazione , nei c ir c o li, nei tem pi di passeggiata desiderava sem pre discorrere di cose scientifiche , anzi suoleva in tem po di studio form arsi nella m ente u na serie delle cose che m eno intendeva p er q uindi tosto com unicarle in tem po libero a d un com pagno , con cui aveva special confi­

denza, onde averne nel m iglior m odo pos­

sibile , la dichiarazione.

Nel m entre che anim ava le conversa­

zioni con v arie utili rice rch e , e ra c c o n ti, osservava tu tto ra in pratica quel non m ai abbastanza encom iato tratto di civ iltà: di tacere quando taluno parlava : pel che non di rad o avvenivagli di troncare a mezzo la parola , onde d a r cam po che altri libe­

ram en te parlasse.

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2 *

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A bborriva grandem ente lo spirito di c r itic a , o di censura sulle persone altru i, parlava dei S u p e rio r i, m a sem pre con riverenza , e rispetto ; parlav a dei c o m ­ pagni , m a sem pre con carità , e m ode­

razione ; p arlav a dell’orario delle costitu­

zioni , o regolam enti del S e m in a rio , degli apprestam enti di tavola , m a sem pre con espressioni di soddisfazione, e di contento ; di modo che io posso con tu tta schiettezza afferm are , che nei due anni e mezzo che lo frequentai nel Sem inario, non lo intesi m ai a proferire p a ro la , che fosse contraria a quel principio che fisso teneva nella sua m ente : degli altri o parlarne bene o tacerne affatto. Q ualora poi fosse stato costretto a d a re il p ro p rio giudizio sui fatti altrui , p rocurava sem pre in terp retarli nel senso m igliore , dicendo avere im paralo dal suo zio , che u n ’azione di cento aspetti , no­

vantanove cattivi „ uno buono , si doveva p re n d e re sotto l’aspetto buono e giudicare bene di tale azione. P e r 1’ opposto p a r ­ lando di se stesso, taceva tutto quello che poteva to rn are in sua lo d e , non faceva mai parola di carica , onore , o prem io

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a lui com partito , che anzi avvenendo che taluno il lodasse, m ettevano la lode in fa­

cezia , abbassando cosi se stesso m entre altri 1’ esaltava.

Q uei bei fiori di tenera divozione onde noi l ’abbiam o veduto adorno tra le glebe, e i pascoli ; negli s t u d i , ben lungi dal- l’appassire cogli a n n i , p ervennero a m o­

strarsi in tu tta loro bellezza , e com piuta perfezione. D ato il segno della p re g h iera, o di qualu n q u e altra sacra funzione , a c ­ correva im m antinente colla p iù esatta dili­

genza, e composto nella persona , col m as­

simo edificante raccoglim ento di tutti i suoi s e n s i, si faceva a favellare col S ig n o r e n è m ai si ravvisò nel Comollo il m enom o rincrescim ento a portarsi in C a p e lla , o altro luogo a d assistere a cose di divo­

zione. Bensì il m attino al prim o tocco del cam panello tosto si alzava da letto, e ag­

giustato quanto era di dovere, recavasi un q u arto d ’ora p rim a degli altri in Chiesa a p re p a ra re l ’ anim a sua p e r 1’ orazione.

I sem inaristi nei giorni f e s tiv i, o anche feriali in cui assistessero alle solenni fun­

zioni di Chiesa, solevano essere dispensati 51

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dal recitare la corona della B. V . : il Comollo non seppe mai astenersi da sif­

fatta special d iv o z io n e , m a term inate le funzioni di Chiesa , m en tre che ognuno passava il tem po nella perm essa ricreazione, egli con u n altro com pagno si ritirava in C apella a p ag are , com e suoleva d i r e , i debiti alla sua buona M adre colla recita del S S . R osario. N e 'g io rn i di vacanza e particolarm ente nelle ferie del S S . N atale, di carnovale , delle solennità P a s q u a li, egli anche p iù volte al giorno lontano dai suoi com uni divertim enti andava col solito com pagno a re c ita re, quando i salmi p e n i­

tenziali , quando 1’ ufficio dei defunti , o quello della B . V . , e questo in suffraggio delle anim e del p u rg ato rio .

S em pre am ante e devoto di Gesù sacra­

m entalo oltre il fargli frequenti visite, e com unicarsi spiritualm ente , approffittava p u re di tutte le occasioni p e r com unicarsi sacram entalm ente, il che faceva con g ran d e edificazione dei circostanti. P rem ettev a alla C om unione un giorno d i rigoroso digiuno in onore di M aria SS. ; dopo la confes­

sione non voleva p iù p a rla re d ’ a l t r o , che

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di cose concernenti alla grandezza , alla bontà , a ll’ am ore del suo Gesù che si p rep arav a a ricevere nel dì seguente , e giu n ta l ’ora d ’accostarsi alla sacra m ensa, io lo scorgeva assorto nei p iù alti , e d i­

voti p e n s ie r i, e com posta la persona nel p iù divoto atteggiam ento , a passo grave cogli occhi bassi dando in frequenti scuo­

tim enti di santa commossione a v v ic in a r s i a ricev ere il Santo dei S anti. R itiratosi poscia a suo posto pareva fosse fuor di se, tanto vivam ente vedovasi commosso, c da viva divozione p enetrato. P re g a v a , m a ne e ra interrotto d a singhiozzi, interni gem iti, e lagrim e , nè poteva acquetare i trasporti di tenera com m ozione, se non qu an d o term inata la Messa si com inciava il canto del m attutino. A vvertito d a m e p iù volte a fren are quegli atti di esterna divozione, com e quelli che potevano d are n ell’occhio a l t r u i , m i s e n to , risp o n d e v a m i, m i sento una piena di tal contento nel cuore , cui se non perm etto qualche sfogo p a re mi voglia togliere il respiro. N el giorno della com unione diceva altre volte , m i sento sì ripieno di dolcezza , e di contento , che

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nò so capire , nè spiegare. D a ciò ognun vede chiaram ente come il Comollo fosse avvanzato nella via della perfezione , giac­

ché quei m ovim enti di tenera com m ozione, di dolcezza , di contento p e r le cose spi­

rituali sono un effetto di quella fede viva, e carità infiam m ata , che altam ente gli era radicata nel cuore , e costantem ente lo guidava in tu tte le sue azioni.

A questa divozione in tern a andava stre t­

tam ente congiunta u n ’esem plare m ortifica­

zione di tu tti i suoi sensi esteriori. Mo­

desto qual era negli occhi spesso gli avve­

niva di far passeggiale in g iard in i, o ville, senza che egli avesse m enom am ente veduto quello di p iù rim archevole che tutti gli altri aveano osservato ; non vagava m ai qua e là collo sg u ard o , m a com inciato col suo com pa­

gno qualche buon discorso , attento il con­

tinuava, non m ai badando a checché occor­

resse , e tal volta accadde , che dopo il passeggio interrogato dal com pagno se aves­

se veduto suo p a d re , che p u r gli era pas­

sato vicino , e 1’ aveva salutato , rispose di non averlo veduto. Sovente era visitato da alcune sue cugine di C h ie ri, e questo

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gli era un g rav e cruccio, dovendo tra tta re con persone di diverso sesso , onde appena detto quello che la stretta convenienza , e il bisogno voleva, raccom andando loro con bella m aniera di venirlo a tro v are il m eno possibile , tosto da loro si licenziava. R i­

chiesto alcune volte se quelle sue p aren ti ( colle quali trattav a con tanto riserbo ) fossero g r a n d i , o piccole , o di straordi­

n aria avvenenza , rispondea che all’om bra gli parevano g ran d i , che p iù oltre nulla sapeva non avendole m ai rim irate in faccia.

B ell’esempio degno di essere im itato da chiunque aspira o trovasi nello stato ec­

clesiastico !

E ra assueffatto d ’incroccicchiar l ’u na col­

l ’altra le gam be e di appoggiarsi col gom ito quando gli veniva bene fosse a ta v o la , nello studio , o in iscuola. P e r am or di v irtù anche di questo si volle correggere , e p e r riuscirvi pregò instantem ente un com pagno, il quale ogni volta 1’ avesse veduto nelle succitate posizioni , acrem ente il dovesse am m onire, e ram p o g n are, dandogli special penitenza. Ecco onde procedeva q u ell’este­

rio re compostezza p e r cui in Chiesa , nello

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studio, in scuola o in refettorio innam orava ed edificava chiunque il rim irasse.

L e mortificazioni circa il cibo erano quo­

tidiane : d ’ordinario quando p iù sentivasi bisogno di far colezione era appunto allora che se ne asteneva. A tavola era parco al som m o, beveva poco vino , e quel poco adacquato. T alvolta lasciava pietanza , e vino contentandosi di m angiare p an e in­

zuppato nell’acqua sotto lo specioso p re ­ testo che gli tornava m eglio p e r la corporal sanità , m a in realtà p e r ispirilo di m or­

tificazione; giacché avvertito che un simile cibo poteva cagionargli m ale di capo , o di stomaco , rispondeva : a m e basta che non possa nuocere all’anim a. Nel sab- bato d ’ogni settim ana digiunava p e r am or della B . V . nelle altre vigilie, nel tem po qu aresim ale, anche prim a che fosse p e r età tenuto, digiunava con tal rig o re, principal­

m ente nella piccola refezione della sera, che un c o m p a g n o , il quale eragli accanto a m ensa, disse p iù volte che il Comollo voleva uccidersi. T ali sono i precipui atti di p en i­

tenza esterna che m i sono n o ti, dai quali lieve cosa sarà argom entare quello che ei nu-

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drisse in cuore, giacché se le azioni esteriori derivano sem pre dall'abbondanza di cuore, bisogna p u r d ire che l ’ anim o del Comollo fosse di continuo occupato in teneri affetti d ’a m or di Dio , di viva carità verso il prossimo , e ili ardente desiderio di p a ­ tire p e r am or di Gesù Cristo.

L a vita che il Comollo tenne nel S e­

m inario diede sem pre (così si esprim e un suo S u p e rio re ) ottim a e santa idea di lui , m ostrandosi in ogni occorrenza esat­

tissimo nei suoi doveri sì di studio che di pietà , esem plare affatto nella sua m oral condotta , così che tutto il suo contegno dim ostrava u n ’ indole la più docile , ub­

bidiente , rispettosa , e religiosa. E gli era gradevole nel p arlare , epperciò chiunque fosse in tristezza , conversando con lui ne rim aneva consolalo ; modesto , edificante nelle parole , e nei tratti sì che anche i più indiscreti erano obbligati riconoscere in lui uno specchio di m o d e stia , e di v irtù , e un suo com pagno ebbe a d i r e , che il Comollo era p e r lui una continua predica ; ch e era un m ele che raddolciva i cuori, e gli um ori anche i più bizzarri. Un altro

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com pagno disse più volle che voleva ado­

perarsi a tutta possa p e r farsi santo , e p er riuscirvi non crasi fissalo altro che seg uire le traccie del Comollo ; e benché si vedesse di g ran lunga indietro da l u i , nulla m eno essere assai contento di quel tanto che ve­

niva in lui ricopiando.

I l tem po di vacanza p e r lui in quanto alla m orale sua condotta era quello stesso del S em inario. Assiduo nella frequenza dei Ss. S a c ra m e n ti, nell’esercizio delle sacre fu n z io n i, nel fare il Catechismo ai ragazzi in C hiesa, ( il che faceva già sin da quando era ancora vestito da laico) ed anche p er le vie quando gli avveniva d incontrarne.

Ecco com e egli stesso esprim e il suo o rario in una lettera diretta ad un am ico.

« Ho già passati circa d ue mesi di vacanze, i quali anche con questo caldo eccessivo m ’ hanno fatto assai bene p e r la corporale sanità. Ho già studiato quegli avvanzi di logica e d ’ etica che si sono ommessi nel decorso d ell’anno ; leggerei volentieri la storia sacra di G iuseppe Flavio che mi suggerisci, ma ho già incom inciata la storia delle e r e s ie , onde v errà a m ancarm i il

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tem po. Del resto la m ia stanza , è tuttora l ’ am eno paradiso terrestre ; quivi e n tr o , salto , rid o , s tu d io , leggo, canto , e non vi vorrebbe altro che tu p e r far la battuta ; a tavola, in ricre azio n e, a passeggio sem ­ p re mi godo la com pagnia del caro mio zio , il quale sebbene cadente p eg l’ anni c sem pre g iu liv o , e lepido , e mi racconta ognor cose una p iù bella d ell’altra locchè m i contenta al l ' estrem o.

T i attendo pel tem po stabilito , stam m i allegro ; e se mi vuoi bene p reg a il S i­

gnore p e r m e etc. »

A ffezio n assim o qual era a tutte quelle cose che riguardavano l ’ ecclesiastico m i­

nistero, godeva molto quando vi si poteva o c c u p a re , sicuro segno che il S ignore lo chiam ava allo sialo a cui aspirava. Suo zio Prevosto p e r coltivare sì prezioso ter­

ren o , e secondare l ’ottim a inclinazione del nipote l ’im pegnò a fare un discorso in onore d i M aria S S . , ed ecco com e egli esprim e i suoi sentim enti in u n ’altra lettera scritta allo stesso succitato suo com pagno.

« D ebbo significarti un affa r e , che da un canto m i consola , d all’ altro m i con­-

5!)

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fonde. Il mio zio mi diede incum benza di lare u n discorso sulla gloriosa assu n ­ zione di M. V . L 'essere eccitato a p arlare di questa m ia cara M adre tutto m i riem pie d i gioia il cu o re. D all’ altro canto cono­

scendo la m ia insufficienza , veggo p u r chiaro quanto io sia lungi dal saperne tessere condegnam ente gli encom ii. C hec­

ché ne sia , appoggiato all’ aiuto di colei di cui debbo favellare mi dispongo ad u b ­ b id ire ; l ’ho già s c ritto , e m ediocrem ente s tu d ia to ; lunedì sarò da te onde l ’ ascolti re c ita re , e m i facci le osservazioni che stim erai a proposito sia rig u ard o al gesto, com e rig u ard o alla m ateria.

R accom andam i all’ Angelo Custode pel buon viaggio : . . . addio »

Io tengo presso di m e questo discorso, nel quale q u an tu n q u e siasi servito di alcuni au to ri, nulla m eno la composizione è s u a ; e vi si scorgono espressi tutti quei vivi affetti onde ard ev a il suo cuore verso la g ra n M adre di D io. Nello esporlo poi vi riuscì m irabilm ente. « Sul punto di com ­ p a rire alla presenza del p o p o lo , scriveva egli , io mi sentii m ancare la forza , la

tiO

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voce , e le ginocchia non mi volean p iù reg g ere ; m a tostochè M aria mi porse la m ano divenni all’ istante vigoroso e forte ; di m aniera ehe lo com inciai , lo proseguii sino alla fine senza il m enom o intoppo ; questo lo fece M aria , io non già , sia lode a lei. » Di lì a qualche m ese essen­

dom i recato in Cinzano, richiesi ad alcune persone che loro paresse della predica del Chierico Comollo, al che tutti mi risposero lodevolm ente. Il suo zio disse che vedeva l ’opera di Dio m anifestata nel suo n ip o te:

predica da santo, mi diceva ta lu n o ; oh, diceva u n ’altro pareva un angelo da quel p u lp ito , tanto era m odesto , e franco nel ragionare ! altri : che bella m aniera di p re d ic a re . . . ciò dicendo ripetevano alcuni sentim enti e p e r fino le stesse parole che fisse ancora avevano nella m em oria.

Senza dubbio sarebbe stato g ran d e il bene che avrebbe fatto nella vig na del S ignore u n coltivatore di così buona vo­

lontà. T ale appunto era l ’aspettazione del vecchio suo z i o , tale la speranza dei g e ­ nitori , tale p u re il desiderio di tutti i suoi com patriotti , d e ’ suoi superiori , d e ’ suoi

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com pagni ; se non che Iddio già lo vedeva abbastanza m aturo p e r lui , e p erchè la m alizia del m ondo non venisse a cangiare il suo in tellelto , volle com pensare la sua buona volontà e chiam arlo a godere il frullo dei m eriti già acquistali , e di quelli che vieppiù b ram av a di acquistare.

CAPO QUARTO.

C ircostan ze che precedono la sua M a la ttia .

Non è m io scopo di esporre cose a cui io attribuisca del soprannaturale ; io dirò solo i fatti nella m aniera che sono avve­

nuti colla p iù scrupolosa esattezza , lascian­

do ognuno in libertà di farne quel giudizio che gli paia m igliore.

C orreva l ’anno 1 8 5 8 , lorchè nelle va­

canze autunnali trovatom i con lui su r un colle , ed osservando la scarsezza dei rac­

co lti, che si vedeva in c a m p ag n a: l’anno venturo , presi io a dirgli , il Signore ci donerà più abbondante vendem m ia , e fa­

rem o m iglior vino ; lo beverai tu , rispose.

P e rch è ? ripigliai : p e r c h è , ei soggiunse, Z)2

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io spero di b ern e del m igliore ; strettolo a p arlar p iù chiaro , term inò con d ire che sentivasi tutto a rd ere di desiderio di a n ­ d are a gustar l ’ am brosia dei beati.

Sul finire delle stesse vacanze , recossi in T orino e dim orò più giorni in casa di una persona di mollo buon giudizio , da cui rilevo , e trascrivo le seguenti parole :

« Noi fum m o tulli grandem ente edificati dalla m odestia di quel buon Luigi ; co r­

tese , affabile , sem plice inspirava pietà in ogni sua azione , m a specialm ente quando p reg av a, pareva un san L uigi. E ra nostro piacere g ran d e che si fosse trattenuto ancora qualche tem po con noi , m a ei se ne volle assolutam ente p artire . N ell’atto che si licen­

ziava , addio , gli d is s i, forse non ci ve­

d re i« più ; no . . . n o , rispose egli, non ci vedrem p iù ; non è però a tuo rig u ard o che parlo c o s ì, io replicai , m a p e r la m ia età già di molto avanzata , che anzi v o g lio , e te lo auguro che tu venga a d ir Messa n uova. A llora egli con parole franche , e ris o lu te , oh rispose , io non dirò Messa nuova ; l’anno venturo Ella vi sarà ancora , e io non vi sarò p iù . P re -

ka

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ghi intanto il Signore p e r m e , addio.

Queste ultim e parole pronunziate con tanta franchezza da persona cotanto am ata , ci lasciò tutti vivam ente com m ossi, e sovente andavam o d icen d o : chi sa? che quel buon L uigi sappia di dover m orire ? e poiché ci venne partecipata la nuova di sua m orte : troppo bene ei la p re v id e , esclam am m o ! » A questo racconto io vi presto tutta credenza , essendom i stato riferito d a più persone colla stessa precisione.

F inite queste ultim e sue vacanze , e messosi in via p e r recarsi in Sem inario, era giunto a tal luogo, ove progredendo p erdeva di vista il suo paese. Ivi soffer­

m atosi, disse a suo padre : non posso to ­ gliere lo sguardo da Cinzano , e in terro ­ gato che guardasse , se forse provasse rin ­ crescim ento a recarsi in Sem inario ; anzi, disse , desidero di a rr iv a rv i presto in quel luogo di pace ; quel che g u ard o è il nostro Cinzano che lo rim iro p er l’ultima volta ; richiesto di nuovo se non istesse bene in salute, se volesse rito rn are a casa: n iente, n ie n te , ris p o s e , sto benissim o, andiam o a lle g r i, il Signore ei aspetta. Q ueste pa-

kk

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a s ro le , d ice suo p ad re, le abbiam o più volle in casa rip etu te ed ogni qual volta passo in quel luogo , anche presentem ente , a stento posso tratten er le lagrim e. Il p re ­ sente ragguaglio fu p u re a m e riferito p ri­

m a della m o rte del C om ollo.

Non oslante tulli questi presentim enti del fine del suo v iver m o rtale, che il Co­

m ollo aveva in più circostanze e ste rn a ti, con la solila sua tranquillità , e pacatezza con aria sem pre uguale , e im p ertu rb a ta continuò seriam ente ad applicarsi a tutti i suoi doveri di studio , e di pietà , tal­

ché all’ esam e solilo a subirsi alla m ela d e ll’ anno consegui ( com e l 'anno an tece­

d e n te ) il prem io che si suole c o m p artire a quelli del corso che in modo speciale p e r scienza, e v ir tù si distinguono. Io però che osservava tu tti i suoi and am en ti, lo ve­

deva oltre l’usato a ttento nella p re g h ie ra , e in tutto il resto delle cose di p ie tà ; vo­

leva sovente discorrere dei m artiri del T on- chino ; « quelli , diceva , son o veram ente pastori del gregge di G . C . , i quali danno la loro vita p e r la salvezza delle pecore sm arrite ; quanta gloria sarà loro co m par-

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tita in paradiso. » A ltre volle diceva: « oh potessi a lm e n o , quando sarò p er p artire da questo m o n d o , sentirm i , sebben senza m erito , dal Signore un consolante euge serve bone.

D iscorreva con g ran d e trasporto di gioia del Paradiso ; e fra le belle cose che suo- leva d ire u na fu questa ; « sovente m ’av-

« viene di essere so lo , e d iso ccu p ato , o

« di non poterm i addorm entare lungo la

« notte , ed è appunto in quel tem po che

« io faccio le a m en e, e deliziose m ie pas-

« seggiate. Suppongo tro v arm i sur u n ’alta

« m ontagna, dalla cim a di cui m i sia dato

« scoprire tu lle le bellezze della n a t u r a ,

« contem plo il m a r e , la t e r r a , paesi ,

« città , con quanto di p iù magnifico in

« essi si trova ; levo quindi lo sguardo pel

« sereno cielo , m iro il firm am ento , che

« lutto di stelle tem pestato form a il più

« m araviglioso spettacolo ; a questo vi ag-

« giungo ancora l’idea di u na soave m usica,

« che a voce, e a suono faccia «echeggiare

« di lieti evviva valli , e m onti , e così

« deliziando la m ente con questa m ia

« im m aginazione, m i volgo in altra p arte,

(47)

« alzo gli o c c h i, ed eccom i innanzi la

« Città di Dio ; la m iro all’ esterno , po-

« scia mi avvicino , e penetro d e n t r o ,

« qui pensa tu alle cose , che senza n u -

« m ero io faccio passare a rassegna » ; e proseguendo nella sua passeggiata raccon­

tava cose le p iù curiose , ed edificanti che egli {insevasi di vedere nelle varie session del P arad iso .

F u p u re in quest’anno che gli cavai il secreto com e egli facesse lu n g h e preg h iere senza veruna distrazione ; « vuoi che io ti dica , dicevam i , com e io m i m etta a p reg are , ella è u n ’im m agine tu tta m ate­

riale che ti farà rid e re : « chiudo gli occhi, col pensiero m i porto entro u na gran d e sala adornata nella m aniera la più sq u is ita , in fondo alla quale si erge un maestoso trono su cui siede l ’O nnipotente, dopo di lui tutti i cori dei beali com prensori, quivi m i pro­

stro , e con tutto il rispetto a m e possibile faccio la m ia p reg h iera ».

Questo dim ostra secondo le regole dei m aestri di spirito quanto la m ente del Co- mollo fosse staccata dalle cose se n sib ili, e

hi

(48)

quanto ei fosse padrone di raccogliere a be­

neplacito le intellettuali sue facoltà.

Suoleva leggere in tem po di Messa nei giorni feriali le meditazioni sull ' inferno del P . P in am o n ti, intorno a che l’udii più volte a d ire « nel decorso di q u est’ anno lessi sem pre in Capella m editazioni sull'inferno, le ho già lette , e le leggo di nuovo, e b en­

ch é trista e spaventosa ne sia la m ateria , p u re vi voglio persistere , affinchè consi­

derando m en tre vivo l ’ intensità di quelle pene , non le abbia ad esperim entare sen­

sibilm ente dopo m orte. »

Coi sentim enti della più viva penetrazione nel corso della quaresim a di quest’anno fece altresì i santi spirituali esercizi ; finiti i quali , quasi p iù nulla si dovesse aspettare in questo m ondo , dim ostrava che il più gran d e di tutti i favori che il Signore gli potesse concedere era quello degli esercizi spirituali. « E lla è grazia la p iù g ran d e, di­

ceva con trasporto ai suoi com pagni , che Dio possa fare ad un cristiano accordandogli un tal mezzo onde trattare, e disporre delle cose dell’anim a sua con piena cognizione , con tutto l’a g io , e con soccorso di circo-

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(49)

S t a n z e sì fav o rev o li, quali sono m ed ita­

zioni, istru zio n i, le ttu re , buoni esem pi.

Oli quanto siete buono S ignore verso di noi ; che ingratitudine non sarebbe m ai p e r chi non corrispondesse a tanta bontà di un D io» !

Così m entre egli s’andava perfezionando nella v irtù , e arrich iv a l ’anim a sua di m eriti dinanzi al suo Signore,, s’ approssim ava il tem po in cui doveva riceverne la rico m ­ pensa com e p are egli abbia in p iù guise antiveduto.

CAPO QUINTO.

D ivien e in fe rm o , m uore

U n ’ anim a sì p u r a , e di sì belle v irtù adorna qual era quella del Comollo, d ireb - besi nulla d over pav en tare, all’ avvicinarsi l’ora della m orte. E p p u re ne provò p u r egli g ran d e apprensione. A hi che sarà del peccatore se anche le anim e buone tem ono p u r cotanto al doversi presentare al cospetto del divin G iudice a re n d ere conto d ell’ope­

rato ! E ra il m attino del 2 3 m arzo 1 8 3 9 , 49

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giorno della S S . A nnunziala , che io nel-, l ’andare in Capella lo (1) incontrai pei cor­

ridoi che mi stava aspettando, e com e l’ebbi interrogato del buon riposo , mi rispose francam ente essere p er lui spedita. Ne fui mollo sorpreso, stante che il giorno avanti avevam o passeggiato buon tem po insiem e , e sentivasi in perfetto essere di salute ; onde chiesta la cagione di un lai p arlare « S ento, rispose e g li, senio u n freddo che m ’occupa tu tte le m em b ra, mi duole alquanto il capo, lo stomaco è im p ed ito , del m ale però poco mi do p e n a , quello che m i atterrisce (ciò diceva con voce seria ) si è il doverm i p re ­ sentare al g ran d e Giudizio di Dio » E so r­

tandolo io a non volersi così affannare , es­

sere queste certam ente cose rem ote, e avere tutto il tem po a prepararsi , entram m o in C hiesa. Ascoltò ancora la santa Messa, dopo la quale venne sorpreso da uno sfinimento di forze , p e r cui dovette tosto m ettersi a letto. T erm in ate che furono le funzioni di Capella m i recai a visitarlo nella p ro p ria

( 1) T u l i o ciò che q u i v i m i n u t a m e n t e rac co n to è sia lo scritto parte d u r a n t e sua m a l a t t i a , pa rte im m e­

d ia ta m e n te do p o da u n suo co m pa gno .

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cam erata , dove appena m i vide tra gli astanti, fece segno che gli m 'approssim assi e fattom i ch in are il capo, com e se avesse a m anifestarm i cosa di gran d e im portanza , così prese a dire « Mi diceste ; che era cosa rem ota e che erav i ancor tem po a p re ­ p a rarm i p rim a d ’an d arm en e , ma non è così;

so certo che debbo presentarm i presto al cospetto di Dio ; poco tem po mi resta a di­

sporm i ; vuoi che ti dica di p iù ? A bbiam o da lasciarci » Io lo esortava tuttavia a non in q u ietarsi, e non affannarsi con tali idee ; non m 'in q u ieto , interrom pendom i disse, nè m ' affanno , solo penso che debbo andare al gran Giudizio, e Giudizio inappellabile, e questo agita tutto il mio in tern o . T ali p a ­ role mi colpirono al vivo, e mi resero assai inquieto ; perciò ogni m om ento desiderava sapere delle sue nuove, e ogni volta che io lo visitava m i ripeteva sem pre le stesse p a ­ role. S ’ avvicina il tem po che debbo p r e ­ sentarm i al divin Giudizio , dobbiam o la­

sciarci » tal mente che nel decorso di sua m alattia m i furono non u na , m a p iù di quindici volle rip etu te. L occhè sin dal prim o giorno di m alattia manifestò anche a

SI

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più altri suoi colleghi nell’occasione che da loro era stato visitato. Disse p u re che il suo m ale sarebbe inteso al rovescio dai m e­

dici, che operazioni, e m edicine non gli av reb b ero prodotto v erun giovam ento ; II che tutto avvenne. Queste cose che d a p ­ p rim a io attribuiva a m ero tim ore dei G iu­

dizi divini , al vedere poi che s’ andavano avverando di tratto in tratto , le palesai ad alcuni c o m p a g n i, quindi allo stesso nostro signor D irettore S pirituale, il quale benché sulle p rim e ne facesse poco conto , rim ase poi mollo m aravigliato dacché ne v id e gli effetti.

F ra ttan to il Comollo si stette il lunedì febbricitante in le tto , il m arted ì, e m erco­

ledì passolli fuori di letto , però sem pre tri­

s to , e melanconico assorto nel pensiero dei Giudizi divini. Alla sera del m ercoledì si pose di nuovo a letto com e inferm o p e r non levarsi p iù . F ra il g io v e d ì, v enerdì, sab- bato della stessa settim ana ( santa ) gli furon fatti tre salassi, prese v ari m edicinali, ru p p e in copioso sudore , il che non gli recò alcun giovam ento. Il sabbaio a s e r a , vigilia di P a sq u a, andatolo a visitare, « poiché, m i

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