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Caratteristiche per la scelta e l'uso

Nel documento MCAI Ghiaccio Misto (pagine 70-78)

La piccozza è il principale attrezzo da usare in fase di progressione; essa viene peraltro utiliz-zata anche in numerose altre manovre, com-prese quelle di soccorso e autosoccorso e la discesa in corda doppia, manovre che verranno descritte nel capitolo 11. Viene inoltre usata come ancoraggio nell’assicurazione su neve e nelle manovre ausiliarie all'autoassicurazione su ghiaccio.

Una caratteristica molto importante per l'uso in parete è l'angolo di impatto, angolo che la becca forma con la parete all'atto

dell'infissio-C02-26 Cordini per attrezzi

C02-27 Elastici per attrezzi 68

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ne. Esso si misura, come mostrato nella figura C02-28, disponendo la piccozza di fronte a una parete verticale a contatto di questa con la punta della becca e con il puntale: l'angolo di impatto è l'angolo formato con la parete dalla parte inferiore del primo terzo della becca: esso può essere superiore, uguale o inferiore a 90° (angolo retto).

Un angolo di impatto maggiore di 90°, detto “positivo”, a seguito di una trazione verso il basso sull'attrezzo, genera una componente “positiva” della forza rivolta (lungo la becca) verso la parete: questo tende ad aumentarne la penetrazione della becca nel ghiaccio e quindi la tenuta. Le piccozze con angolo di impatto positivo sono quindi attrezzi adatti alla tecnica di progressione piolet traction, mentre sono poco efficienti per il gradinamento.

Un angolo di impatto minore di 90°, detto “negativo”, a seguito di una trazione verso il basso sull'attrezzo, genera una componente “negativa” della forza, rivolta cioè verso l'ester-no della parete: questo facilita la fuoriuscita della becca dal ghiaccio e riduce quindi la tenu-ta. Le piccozze con angolo di impatto negativo sono quindi attrezzi non adatti alla tecnica di progressione piolet - traction, mentre sono effi-cienti per il gradinamento.

Un angolo di impatto pari a circa 90°, a segui-to di una trazione verso il basso sull'attrezzo, non genera praticamente alcuna componente della forza nè verso l'interno nè verso l'esterno della parete. Le piccozze di questo tipo sono quindi attrezzi utilizzabili per la progressione piolet traction, il gradinamento, ecc. e sono quindi attrezzi universali, non specializzati.

Alpinismo su ghiaccio e misto Attrezzatura alpinistica C02-28 Angolo di impatto C02-29 Becche e angolo 1/3 della becca angolo di impatto Angolo di impatto della piccozza Definizione dell’angolo di impatto (è raffigurato il caso di angolo positivo, cioè maggiore di 90°, che favorisce penetrazione e tenuta).

Misurazione dell’angolo di impatto.

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Un'altra caratteristica importante è la lunghez-za del manico, che va adattata al tipo di pro-gressione. Le piccozze (di tipo tecnico) sono disponibili in lunghezze da 40 a 90 cm con passo di 5 cm. Le lunghezze minori sono van-taggiose per l'uso in parete, in particolare per la progressione piolet traction; per pendii di neve di modesta pendenza o su ghiacciaio conven-gono lunghezze maggiori, ma non è comunque conveniente superare lunghezze di 55-65 cm. Il martello-piccozza è disponibile in lunghezze da 40 a 55 cm.

Esistono anche manici telescopici (previsti dalle norme) che attualmente però sono scarsa-mente collaudati, pesanti, sostanzialscarsa-mente di scarsa affidabilità e quindi da impiegare al più su terreno relativamente facile e di caratteristi-che assai variabili.

A seguito di quanto esposto più sopra e nei paragrafi precedenti, si possono fornire le seguenti indicazioni di massima per la scelta ottimale dell'attrezzo in base al tipo di terreno su cui si pratica prevalentemente l'attività alpi-nistica. Deve essere detto peraltro che tale scel-ta è detscel-tascel-ta in misura imporscel-tante dalle capacità tecniche individuali e anche dalle abitudini e preferenze dell'interessato; è poi di fatto l'espe-rienza personale e di compagni di fiducia quel-la che permette di selezionare l'attrezzo più adatto nelle varie condizioni. (Per gli aspetti tecnici si veda il capitolo 6).

Si possono distinguere due principali casi di interesse pratico:

- uso universale, in parete, su misto, su ghiac-ciaio

- uso specializzato, su parete ripida.

Attrezzatura alpinistica

Alpinismo su ghiaccio e misto

La scelta della piccozza è determinata dalle capa-cità tecniche individuali e dalle abitudini e pre-ferenze dell'interessato: sono le esperienze per-sonali e quelle dei com-pagni di fiducia che per-mettomo di selezionare l'attrezzo più adatto alle varie condizioni.

Alpinismo su ghiaccio e misto

Nel primo caso va trovato un compromesso tra gli attrezzi specificamente adatti a ter-reno facile e alla neve - angolo di impat-to negativo, manico lungo, becca a modesta curvatura - e quelli adatti a terreno tecnicamente impegnativo - angolo di impatto positivo, manico corto, becca a forte curvatura. Tale compromesso può essere costituito da un attrezzo con angolo di impatto circa pari a 90° o lievemente positivo e con manico metallico o in materiale sintetico di lunghezza compresa indicativamente tra 50 e 60 cm; conviene la becca curva di tipo classico a sezione rettango-lare (o a T rovesciata), con forma della punta a cuneo slanciato, angolo di taglio positivo, den-tatura media nel primo terzo e solamente sulla parte inferiore; la paletta è opportuno sia poco inclinata con taglio diritto o poco arcuato; il puntale può essere di qualsiasi tipo, ma preferi-bilmente non cavo.

Nel secondo caso l'attrezzo deve essere caratte-rizzato da un angolo di impatto positivo e avere manico metallico o in materiale sintetico di lunghezza compresa indicativamente tra 40 e 50 cm; conviene la becca ricurva accentuata a sezione rettangolare smussata superiormente, oppure a banana, con forma della punta a cuneo slanciato, angolo di taglio positivo, den-tatura media o variabile di lunghezza compresa tra un terzo e due terzi della becca e solamente sulla parte inferiore; dovendo utilizzare in una salita due attrezzi è opportuno munirsi di un martello piccozza (vedi figura C02-30). Il puntale deve essere dotato del foro necessario per applicazioni varie.

Notevole flessibilità è offerta dagli attrezzi a

C02-30 Due attrezzi

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Attrezzatura alpinistica

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struttura modulare, già menzionati.

L'intercambiabilità di diversi tipi di becca, paletta e massa battente consente di risolvere soddisfacentemente il problema dell'adatta-mento alle diverse condizioni d'uso evitando di acquistare e dover portare con sè più attrezzi; anche il caso della rottura della becca, ancor oggi possibile, si risolve dotandosi di un pezzo di riserva assai più leggero e meno ingombran-te di un attrezzo completo. La rottura del manico è assai meno probabile e quella del puntale ancor più improbabile e con conse-guenze minori; la becca invece si può rompere per fatica. Nel caso degli attrezzi modulari va curato attentamente il collegamento tra loro (bloccaggio) delle varie parti che deve essere effettuato tramite apposito attrezzo e controlla-to frequentemente anche durante l'uso.

Norme principali

La normativa europea EN 13089 per le piccoz-ze e i martelli-piccozza distingue due tipi di attrezzo:

N=piccozza normale (“classica”), di uso universale T=piccozza tecnica, per elevate difficoltà

Il manico della piccozza deve resistere ad un carico di 2,5 kN per il tipo N e 3,5 kN per il tipo T applicato a metà della sua lunghezza, con la piccozza disposta orizzontalmente e sospesa mediante anelli di fettuccia in due punti distanti 25 cm dal centro stesso; al ter-mine della prova la piccozza non deve presen-tare una deformazione permanente superiore a 3 mm. Questo aspetto della norma è collegato

Attrezzatura alpinistica

Alpinismo su ghiaccio e misto

L'intercambiabilità di diversi tipi di becca, paletta e massa battente consente di risolvere soddisfacentemente il problema dell'adatta-mento alle diverse con-dizioni d'uso evitando di acquistare e dover portare con sè più attrezzi.

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all'uso orizzontale della piccozza come mezzo di assicurazione. Si noti che è ammessa una defor-mazione permanente, seppur piccola, e quindi piccozze che abbiano subito violente sollecita-zioni trasversalmente al manico vanno attenta-mente controllate e, se del caso, sostituite. Le norme prevedono anche prove di resistenza della connessione manico-testa, di resistenza della becca (a flessione), di resistenza del pun-tale, di resistenza della paletta e di comporta-mento a fatica (solo per il tipo T). Le prove di resistenza a fatica costituiscono un'importante innovazione normativa: il meccanismo della fatica è infatti la causa principale di cedimento, soprattutto della becca.

Sulla piccozza deve essere indicato il codice della norma, il nome o marchio del costruttore e la classificazione dell’attrezzo (N o T). Il costruttore deve anche fornire indicazioni su uso e manutenzione e sulla vita presumibile della piccozza.

Alpinismo su ghiaccio e misto Attrezzatura alpinistica

RAMPONI

Generalità

I ramponi costituiscono l'altro attrezzo essen-ziale (con la piccozza) per le ascensioni su ghiaccio. Storicamente sono successivi alle pic-cozze grazie anche all'uso, in passato, degli scarponi chiodati. Nel 1909 l'alpinista Oscar Eckenstein ideò il primo vero rampone a 10 punte. I ramponi a 12 punte, come normal-mente siamo abituati a vedere, sono stati intro-dotti nella prima metà degli anni ’30 da Amato Grivel.

Le prove di resistenza a fatica costituiscono un'importante innova-zione normativa: il mec-canismo della fatica è infatti la causa principa-le di cedimento, soprat-tutto della becca.

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C02-31 Ramponi 1

A seguito dell'evoluzione dei materiali e delle tecniche, le ditte produttrici propongono oggi una nutrita serie di ramponi tra i quali è possi-bile scegliere quelli più adatti al tipo di ascen-sione da effettuare.

Possiamo individuare tre settori di impiego che richiedono caratteristiche diverse:

a. ramponi da cascata b. ramponi da alpinismo c. ramponi da escursionismo

I ramponi studiati per cascata e dry-tooling sono approfonditi in un manuale specifico; invece i ramponi progettati per l’escursionismo su neve e per lo sci alpinismo, che presenta basse difficoltà su neve dura o ghiaccio tenero, presentano 10 punte e sono in genere più leg-geri dei modelli delle altre categorie.

In questa sezione ci occupiamo dei ramponi per alpinismo: essi sono dotati di 12 punte, presentano una allacciatura ad attacco rapido e il peso alla coppia varia da 800 a 1000 grammi.

La struttura

I ramponi sono di norma costruiti in acciaio al cromo-molibdeno resistente alle basse tempe-rature. La parte anteriore è costituita di solito da 4 punte frontali d'appoggio (due circa oriz-zontale e le altre due circa a 45°) per l'uso su ghiaccio ripido. Il telaio del rampone, cioè la struttura che porta le punte, può essere a profi-lo verticale o a profiprofi-lo orizzontale. Il telaio ver-ticale è caratteristico dei ramponi rigidi più tecnici, garantisce minori vibrazioni e alta

resi-Attrezzatura alpinistica

Alpinismo su ghiaccio e misto

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C02-32 Ramponi 2

stenza purché usato con suola rigida.

Nella categoria ramponi da alpinismo possia-mo distinguere in possia-modo sommario tre tipi di struttura:

a. Rampone con snodo centrale o con la

parte centrale in lamina d’acciaio

(semi-rigi-do) adatto ad un uso universale, dal misto alle ascensioni di difficoltà medio/alta.

b. Rampone rigido, privo di snodo adatto alle ascensioni di alta difficoltà su pareti di ghiaccio ripido; risulta a volte scomodo invece per effet-tuare lunghe camminate. Richiede scarponi asso-lutamente rigidi (scafo in plastica o equivalente), a suola piana e non troppo morbida, altrimenti è soggetto a rottura al centro del corpo. Nella pro-gressione frontale risulta più efficiente e meno faticoso rispetto a quello snodato, ma è più sog-getto alla formazione di zoccolo.

c. Rampone snodato tra la parte anteriore e

quella posteriore, a telaio orizzontale, privo di

attacco rapido e dotato di anelli e cinghie per

il fissaggio. Di norma è di facile regolazione e

adattabile alla quasi totalità delle calzature. Nella progressione frontale risulta meno effi-ciente e più faticoso rispetto a quello rigido, ma viene meno sollecitato a flessione ed è quindi meno soggetto a rottura. È meno soggetto alla formazione di zoccolo.

In generale le punte frontali, inclinate più o meno marcatamente verso il basso, possono essere diritte o lievemente curvate verso il basso.

Per pareti molto ripide (tecnica piolet traction) sono preferibili i modelli con punte frontali più lunghe, più spiccatamente inclinate verso il basso e più ricurve.

Alpinismo su ghiaccio e misto Attrezzatura alpinistica

Il rampone snodato, a telaio orizzontale, privo di attacco rapido, è di facile regolazione e adat-tabile alla quasi totalità delle calzature.

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La distanza tra le punte deve essere un poco maggiore per garantire migliore stabilità. Per pendenze minori o per salite di misto devono essere adottati criteri sostanzialmente opposti. Le seconde punte, più laterali rispetto a quelle frontali per garantire stabilità, possono essere verticali o diagonali in avanti. Su difficoltà pro-nunciate una forte inclinazione in avanti è van-taggiosa, ma rende più difficoltosa la progres-sione su terreno misto; per uso universale con-vengono quindi seconde punte verticali o moderatamente inclinate in avanti.

Nel documento MCAI Ghiaccio Misto (pagine 70-78)