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Giacca imbottita

Nel documento MCAI Ghiaccio Misto (pagine 28-35)

È costituita di norma da un involucro esterno e da un'imbottitura che, in alcuni modelli, è estraibile. L'imbottitura interna può essere in piumino d'oca o in varie fibre sintetiche. Le giacche con imbottitura in piumino naturale hanno migliori proprietà termiche, ma, se bagnate, perdono almeno temporaneamente la loro capacità isolante e l'imbottitura tende a distribuirsi in modo non uniforme. Le giacche con imbottitura sintetica sono meno isolan-ti ma soffrono in misura minore delle conseguenze dell'inzuppamento. Sono comunque capi di vestiario da utilizza-re solamente in alta quota, con condi-zioni di temperatura molto bassa o per bivacco. In altre condizioni sono vantaggiosa-mente sostituite dalle combinazione di una normale giacca a vento e di un corpetto imbot-tito, da usare in caso di necessità.

Equipaggiamento Alpinismo su ghiaccio e misto

Copricapo

Un buon copricapo deve proteggere adeguata-mente dal freddo e dal vento ed essere abba-stanza ampio da poter coprire nuca, fronte e orecchie. Inoltre il berretto potrebbe essere indossato sotto il casco. È opportuno portare con sé anche un passamontagna di tipo leggero in cotone o seta da indossare in combinazione con un altro copricapo. Il passamontagna è un ottimo riparo in situazioni meteo severe (vento forte, basse temperature, tormenta). Può essere anche in lana o in tessuto misto e anche in pile e deve permettere una certa traspirazione; ver-sioni di pile “wind stopper” costituiscono una

C01-05 Giacca imbottita

C01-06 Copricapi: berretto da sole, passamontagna in capilene, copricapo indossabile anche sotto il casco, foulard

Guanti

Funzioni essenziali dei guanti sono: - protezione dal freddo

- protezione dalle abrasioni e urti sul ghiaccio (in particolare nella tecnica “piolet traction”). Un guanto impermeabile a cinque dita risulta più pratico ed efficace nell’impiego degli attrez-zi e nell’uso delle viti da ghiaccio. Le moffole (di lana infeltrita e/o con imbottitura in pile) per quel che riguarda la protezione dal freddo, sono senz'altro da preferire ai guanti a cinque dita, infatti, contengono una maggior quantità di aria, offrendo un isolamento superiore; rac-chiudono inoltre in un unico involucro le quattro dita, che si scaldano a vicenda. In caso di freddo intenso, può essere utile l'uso di un sottoguanto in acrilico o in seta o di una sopramoffola; la sopramoffola in perlon pro-tegge dall'inzuppamento. Anche il Goretex viene utilizzato in combinazione con pile o altri tessuti.

Molto validi sono guanti in materiale “wind stopper” che proteggono dal vento: va infatti ricordato che, ad esempio, le moffole in lana, estremamente calde in assenza di vento, perdo-no con quest’ultimo molta della loro termicità al punto da richiedere sopraguanti in nylon o

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soluzione efficace. Un foulard ripara dal vento, impedisce al sudore di colare sugli occhi, abbi-nato al berretto da sole ripara le orecchie. Nelle escursioni estive, un cappellino di tela è molto utile per proteggere il capo dall’azione diretta del sole: può essere dotato di frontino oppure di tesa larga.

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equivalenti.

Per salite su ghiaccio è opportuno dotarsi di guanti a cinque dita dentro i quali può essere ospitato un sottoguanto in pile ed è bene por-tare almeno un paio di moffole di riserva.

Equipaggiamento Alpinismo su ghiaccio e misto

Occhiali

In ambiente nevoso di alta montagna è indispen-sabile l'uso di appositi occhiali. I motivi sono ben noti, ma è opportuno comunque richiamarli bre-vemente. Dedichiamo poi un certo spazio a caratteristiche e criteri di scelta in quanto l'im-portanza di questo essenziale elemento dell'equi-paggiamento è spesso sottovalutata.

All'aumentare della quota, l'irradiazione solare cresce progressivamente a causa della riduzione dello spessore atmosferico e quindi della diminu-zione dell'assorbimento. Anche la composidiminu-zione dello spettro solare cambia sostanzialmente. Lo

C01-07 Guanti da sinistra a destra dall’alto: wind stopper, moffola in lana, a 5 dita in lana, guanto tecnico in neoprene, sottoguanto in capile-ne, copriguanto in Goretex.

C01-08 Occhiali

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spettro solare di interesse nella presente discus-sione si può suddividere in tre regioni principali: UV (ultravioletto), visibile e infrarosso. La radia-zione UV, invisibile all'occhio umano, corrispon-de a lunghezze d'onda inferiori a circa 380 nm (1 nm = un miliardesimo di metro) ed è spiccata-mente attinica, promuove cioè determinate rea-zioni chimiche; la radiazione visibile, che appun-to consente la visione umana, si estende da circa 380 nm a circa 710 nm; la radiazione IR (infra-rosso), invisibile ma che percepiamo sostanzial-mente come calore, corrisponde a lunghezze d'onda superiori a circa 710 nm.

Poiché l'assorbimento atmosferico è selettivo, cioè in funzione della lunghezza d'onda, ne con-segue un considerevole aumento della radiazione UV (ultravioletto). Neve e ghiaccio presentano elevata diffusione (colore bianco) ed elevata riflessività (struttura “speculare” della superficie, soprattutto del ghiaccio) e questo accresce ulte-riormente il livello medio della radiazione cui è sottoposto l'occhio umano producendo elevate concentrazioni della radiazione, i riflessi, assai fastidiosi e anche dannosi. È ben noto l'effetto dannoso ed estremamente doloroso di una ecces-siva esposizione degli occhi a radiazione con ele-vato contenuto UV: da una irritazione modesta della congiuntiva si può giungere alla congiunti-vite acuta (cecità temporanea) e, nei casi più gravi, a lesioni permanenti. Di tali effetti è relati-vamente frequente non rendersi conto in tempo utile, in quanto divengono evidenti molte ore dopo l'esposizione. Un alpinista in queste condi-zioni non è ovviamente in grado di collaborare alla buona conduzione della cordata e costituisce

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impedimento e pericolo oltre che per sé stesso anche per i compagni.

È quindi indispensabile ricorrere all'uso di occhiali da sole che devono assolutamente essere di qualità e adatti all'uso in ambiente di alta quota.

Essi devono garantire:

• efficiente assorbimento della radiazione UV; tale assorbimento deve crescere al decrescere della lunghezza d'onda in quanto la radiazione UV è tanto più dannosa quanto questa è più breve. Esistono precise indicazioni mediche al proposi-to: al di sotto di 310 nm l'assorbimento deve essere praticamente totale, non inferiore al 70% al di sotto di 380 nm.

• un ragionevole assorbimento nella regione visi-bile dello spettro solare; tale assorbimento viene ottenuto tramite opportuna colorazione delle lenti ed è normalmente compreso tra il 50% e l' 80%. L'eccessivo assorbimento, cioè occhiali molto scuri, è sconsigliabile in quanto produce affaticamento dell'occhio; inoltre la pupilla si adatta alla riduzione del livello di luminosità dila-tandosi e una eccessiva dilatazione accresce l'as-sorbimento di radiazione UV. Le colorazioni più opportune sono quelle comprese nella gamma grigioverde - grigio - grigio bruno; altre colora-zioni, soprattutto quelle assai marcate, sono da evitare in quanto alterano eccessivamente le caratteristiche della percezione (eccessivo o insuf-ficiente contrasto, alterazioni eccessive della sen-sibilità cromatica, addirittura disturbi della vista). Anche colorazioni ad andamento digra-dante dall'alto verso il basso sono da evitare, in quanto affaticano l'occhio in conseguenza del

Equipaggiamento Alpinismo su ghiaccio e misto

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continuo adattamento necessario a seguito dei frequenti movimenti verticali del capo. Lenti fototropiche caratterizzate da assorbimento dipendente dall'intensità della radiazione, e quindi variabile automaticamente con essa, costi-tuirebbero una buona soluzione se non per il fatto che la loro efficienza risulta stabile solo per quelle in vetro, mentre quelle in materiale sinte-tico perdono gradualmente le loro caratteristiche per effetto di fatica. Lenti polarizzate sono effi-cienti nell'assorbire la luce riflessa, aumentando così anche il contrasto, ma la loro funzionalità dipende fortemente dalla direzione di provenien-za della luce

• assorbimento pressoché totale della radiazione IR (infrarossa). Tale radiazione non ha di per sé effetti direttamente nocivi sull’occhio, che però la assorbe fortemente con conseguente fastidioso riscaldamento locale

• angolo di visione sufficiente: alcuni tipi ancora in commercio, allo scopo di proteggere lateral-mente, risultano di dimensioni troppo piccole e limitano il campo visivo con conseguente affati-camento (anche psicologico) e rischio. La forma migliore è quella a “goccia”

• robustezza e sicurezza; da questo punto di vista sono preferibili le lenti in materiale sintetico. La montatura deve essere sufficientemente robusta e può essere in nylon, materiale leggero e indefor-mabile, in plastica o in poliflex. La plastica si regola molto facilmente e si può adattare alle forme del viso: ha però una durata e resistenza inferiore al polifex che a sua volta è difficile da modellare

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• ventilazione adeguata, tale da evitare eccessivo appannamento, peraltro inevitabile in determi-nate condizioni; le lenti in materiale sintetico si appannano meno.

Spesso è necessario utilizzare protezioni laterali e per il naso: gli occhiali ne devono quindi esse-re forniti. Esse devono peraltro esseesse-re rimovibi-li (almeno quelle laterarimovibi-li) in quanto ostacolano una adeguata ventilazione; quelle laterali pos-sono essere evitate mediante forma e struttura adeguata degli occhiali in cui si ponga cura di evitare elementi riflettenti in prossimità delle regioni critiche.

La scelta di un paio di occhiali adatto all'uso in alta quota è resa difficoltosa dal fatto che deter-minate caratteristiche essenziali (protezione UV, ecc.) non sono sempre rilevabili da una semplice ispezione visiva. È quindi necessario affidarsi a un rivenditore serio e competente oppure alla propria o all'altrui esperienza. Di recente è stata emanata una nuova certifica-zione per occhiali da sole UNI EN 1836, la quale, oltre a stabilire una serie di requisiti che rendono gli occhiali “sicuri” (privi di parti sporgenti, essere costruiti con materiali che non devono causare irritazioni alla pelle,...), obbliga il produttore a riportare in etichetta le seguenti informazioni: il riferimento alla norma UNI EN 1836, l’identificazione del fabbricante, il numero della categoria del filtro, il tipo di filtro, il numero e l’anno della norma tecnica di riferimento, le istruzioni per la cura e la manutenzione.

Equipaggiamento Alpinismo su ghiaccio e misto

C01-09 Occhiali e casco

Alpinismo su ghiaccio e misto Equipaggiamento

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