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CAPITOLO 1 – IL SETTORE IDRICO IN ITALIA

1.3. Caratteristiche del settore idrico

Innanzitutto diciamo che il settore idrico è un settore capital intensive a bassa redditività. È un settore profondamente diverso dagli altri settori regolati dall’AEEGSI in quanto siamo di fronte ad un monopolio naturale. In caso di monopolio naturale la presenza di un unico operatore è più efficiente di una pluralità di imprese, ciò significa che i costi sostenuti da una sola impresa per produrre l'intera quantità domandata sono inferiori a quelli che sosterrebbero due o più imprese contemporaneamente presenti sul mercato.

Le aziende, nonostante la bassa redditività delle tariffe, stanno continuando a investire data l’urgenza di adeguamento e rinnovamento degli impianti. Il comparto idrico, in particolare, presenta un livello di indebitamento superiore a quello degli altri settori e anche il ritorno sugli investimenti (ROI) è inferiore alla media degli altri comparti75. Inoltre, è emerso che le utility private sono più profittevoli ma anche più indebitate di quelle pubbliche76.

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La costituzione del WAREG ha favorito la cooperazione europea con riguardo al settore idrico, “L’attività

internazionale dell’Autorità”, www.autorita.energia.it.

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Maragoni A., “Le local italiane e il settore idrico. Gli investimenti e le performance delle imprese”, www.autorità.energia.it.

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Guerrini A., Romano G., “Water management in Italy: governance, performance and sustainability”, Springer International Publishing.

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L’analisi delle performance delle water utilities italiane ha evidenziato il ruolo chiave degli investimenti per assicurare efficacia alla gestione aziendale e adeguati livelli di servizi ai cittadini. Le principali aree di intervento per il perseguimento di questi obiettivi sono la sostituzione delle tubazioni, l’implementazione ed estensione dei sistemi di telecontrollo, l’ampliamento e adeguamento della rete fognaria e degli impianti di depurazione77.

L’OCSE78, negli anni, ha più volte suggerito all’Italia una completa privatizzazione del settore idrico sostenendo la superiorità dei finanziamenti privati per la risoluzione dei problemi di approvvigionamento idrico, coloro che invece erano a favore del pubblico ritenevano che il servizio idrico dovesse essere accessibile a tutti e sottolineavano quanto questo obiettivo fosse in contrasto con le leggi del profitto. Hall e Lobina, due grandi sostenitori della proprietà pubblica delle Water Utilities, ne hanno individuato 3 vantaggi sicuri: innanzitutto lo Stato paga tassi d’interesse più bassi rispetto ai privati perché sul mercato finanziario è considerato più sicuro; il pubblico garantisce equità nel senso che lo Stato consente a tutti i cittadini di accedere ai servizi idrici anche nel caso in cui non possano permettersi di pagare l’intero costo; infine, i benefici per la salute di avere un buon servizio idrico sono di natura sociale piuttosto che privata. I due economisti hanno individuato un trend secondo il quale i paesi sottoposti a una gestione privata prolungata nel tempo sono stati interessati da un ritorno alla gestione pubblica in quanto quella privata aveva apportato scarsi risultati e quindi deluso le aspettative di tutti.

Prima di arrivare nelle nostre case, l’acqua attraversa una lunga e complessa filiera, tanti passaggi che richiedono un dispendioso impiego di persone e mezzi

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Le principali aree di intervento nel settore, Marangoni A., “Le local italiane e il settore idrico. Gli investimenti

e le performance delle imprese ”, www.autorità.energia.it.

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L’OCSE è l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici, ad oggi è composta da 34 Stati. Gli obiettivi dell`OCSE sono di sostenere la crescita economica sostenibile, aumentare l`occupazione, innalzare il tenore di vita, mantenere la stabilità finanziaria, assistere lo sviluppo delle economie dei Paesi non membri, contribuire alla crescita del commercio internazionale. Grazie alle attività dell`OCSE, i Paesi membri possono comparare le differenti esperienze, cercare risposta ai problemi comuni, identificare le best practices e coordinare le politiche nazionali ed internazionali, “Cos’è L’OCSE”, www.rappocse.esteri.it.

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per poter funzionare. Così come previsti dal nostro legislatore, i servizi che costituiscono nell’insieme il Servizio Idrico Integrato (SII), sono: la captazione, l’adduzione e la distribuzione di acqua ad usi civili, la fognatura e la depurazione delle acque reflue79.

Più nello specifico, le fasi di captazione e adduzione riguardano l’insieme di attività messe in atto al fine di prelevare la risorsa idrica dal sottosuolo o dalla superficie e trasportarla verso i luoghi di utilizzo; la fase di distribuzione si riferisce alle attività di trasporto via rete dell’acqua agli utenti finali; il servizio di fognatura comprende l’attività di recupero delle acque piovane e degli scarichi idrici; e, infine, la fase di depurazione riguarda l’attività di raccolta delle acque dalle reti fognarie e il loro trattamento per la restituzione ai corsi d’acqua superficiali.

Gli elementi di criticità circa le condizioni in cui versa la nostra filiera idrica, con marcate differenze tra le diverse aree territoriali e generali problemi di inefficienza, vanno dalla disomogeneità di ripartizione e di qualità della risorsa, all’inquinamento delle falde e ancora al pessimo stato di manutenzione degli impianti. Nonostante tutto questo, gli italiani consumano tanta acqua, con riferimento al Rapporto dell’OCSE sulle performance ambientali dell’Italia (2013), si nota che il tasso di prelievo lordo di acqua pro capite è sempre elevato e superiore alla media dei paesi OCSE pur registrando una diminuzione di circa il 10%. Con il 50% del totale, il principale consumatore di acqua è il settore agricolo, segue con il 19% l’uso domestico, con il 17% l’uso industriale ed infine una quota del 15% destinata ai sistemi di raffreddamento nella produzione di energia elettrica80.

I dati CO.N.V.I.R.I. (Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche) del 2011 hanno dimostrato che dal 1999 al 2009 sono stati realizzati

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Il servizio idrico integrato inteso come processo, Precali C., “Il settore idrico in Italia, un inquadramento

generale”, www.nelfuturo.com.

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circa 5,6 miliardi di euro di investimenti anche se su base annua, gli investimenti realizzati sono stati solo una parte di quelli che erano stati programmati81.

Il fabbisogno nazionale di investimenti nel settore, nell’arco dei prossimi trent’anni, si stima essere pari a 65,15 miliardi di euro corrispondenti ad un valore medio annuo di 2,17 miliardi di euro. Dell’importo complessivo la quota coperta dal finanziamento pubblico è pari al 9,1% del totale programmato82. A prescindere dalla proprietà, pubblica o privata delle aziende, il settore idrico ha bisogno di investimenti enormi e molto spesso il capitale privato è necessario e indispensabile per il finanziamento delle infrastrutture e dei servizi. I circuiti della finanza pubblica non sono molto spesso sufficienti a garantire il capitale necessario agli investimenti in quanto essi non sono né tempestivi né selettivi e sono troppo condizionati dalle scelte politiche83. È per questi motivi che tutti i gestori oggi, siano essi pubblici o privati, devono trovare il modo di coinvolgere i capitali privati facendo ricorso ai mercati finanziari.

L’articolo 147 del Decreto Legislativo 152/06 c.d. Codice dell’Ambiente, prevede che gli ATO siano definiti dalle Regioni e che qualora l’ambito territoriale ottimale coincida con l’intero territorio regionale, dove si renda necessario al fine di conseguire una maggiore efficienza gestionale ed una migliore qualità del servizio agli utenti, è consentito l’affidamento del servizio idrico integrato in ambiti territoriali comunque non inferiori agli ambiti territoriali corrispondenti alle province o alle città metropolitane. Stando alla relazione annuale dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico del 2015, le scelte compiute a livello regionale non hanno ancora portato ad un modello uniforme sul territorio nazionale. Vi sono, infatti, alcune Regioni che

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Guerrini A., Romano G., “Water management in Italy: governance, performance and sustainability”, Springer International Publishing.

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Precali C., “Il settore idrico in Italia, un inquadramento generale”, www.nelfuturo.com.

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I finanziamenti privati a sostegno degli investimenti nel settore idrico, Casarano V., “L’Acqua come il

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dopo un’organizzazione con più ATO sono passate all’aggregazione su scala regionale, altre Regioni che avevano adottato tale soluzione fin dall’inizio l’hanno confermata e altre Regioni ancora che hanno mantenuto l’organizzazione con più ATO all’interno del proprio territorio.

Anche le dimensioni degli stessi ATO, così come riportato dalla Relazione annuale del 2015 dell’Autorità dell’energia elettrica, del gas e del sistema idrico risultano essere molto diverse sul territorio nazionale. Gli Ambiti Territoriali Ottimali nel 2016 in tutta Italia sono 68 e tra questi esistono Ambiti con oltre 1 milione di abitanti e altri con una popolazione anche al di sotto delle 50 mila unità84.

Con riferimento a quanto previsto dalla normativa circa le dimensioni degli ambiti territoriali ottimali, nella maggior parte delle Regioni italiane, tra le quali anche la Toscana, è stato individuato un unico ATO coincidente con il territorio regionale, in appena 4 Regioni, invece, è prevista ad oggi una pluralità di ATO di dimensioni comunque non inferiori al territorio delle province o delle città metropolitane così come previsto dalla normativa e nelle restanti Regioni, infine, il territorio regionale è stato ripartito in più ambiti anche inferiori a quanto previsto dalla legge85.

Sempre secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo 152/06 gli enti locali ricadenti nel medesimo ambito ottimale devono partecipare obbligatoriamente all’ente di governo dell’ambito individuato dalla competente regione per ciascun ambito territoriale ottimale. L’Autorità in questo caso ha riscontrato delle criticità in quanto esistono ancora enti locali che pur essendovi obbligati non risultano aver aderito agli enti di governo dell’ambito86.

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Relazione annuale dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico 2015, “Relazione annuale sullo

stato dei servizi e sull’attività svolta”, www.autorita.energia.it.

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Relazione annuale dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico 2015, “Relazione annuale sullo

stato dei servizi e sull’attività svolta”, www.autorita.energia.it.

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Relazione annuale dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico 2015, “Relazione annuale sullo

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Come più avanti avremo modo di spiegare, il soggetto che operativamente eroga il servizio all’utenza finale è il Gestore. Il Gestore deve attenersi a criteri di qualità, efficienza ed efficacia nel rispetto di quanto deliberato dall’Ente d’Ambito, in base al quale ha titolarità ad operare. In Italia, da almeno un secolo, tutte le acque superficiali sono pubbliche, e lo Stato ne disciplina l’uso nell’interesse generale, questo significa che tutti gli usi devono essere autorizzati. La concessione non equivale al diritto di disporre della risorsa come meglio si crede, ma conferisce il titolo di utilizzarla e il dovere di restituirla nelle forme e nei modi che l’atto autorizzativo e la legge stabiliscono87.

Nel Testo unico del 1993, tutt’ora la base del nostro ordinamento, è lo Stato che sceglie a chi affidare la concessione valutando tra le varie richieste quella che meglio rappresenta l’interesse generale88.

È, in particolare, l’ente di governo dell’ambito, nel rispetto del piano d’ambito e del principio di unicità della gestione a stabilire la forma di gestione per ciascun ATO tra quelle previste dall’ordinamento europeo, provvedendo conseguentemente all’affidamento del servizio nel rispetto di quanto previsto dalla normativa nazionale in materia di organizzazione dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica. Nel 2015, sempre secondo l’AEEGSI, permanevano porzioni di territorio non ancora serviti dal gestore affidatario, la pena, per quelle determinate gestioni, è stata quella dell’esclusione dall’aggiornamento tariffario.

Per quanto riguarda le tariffe la legge prevede che sia l’ente d’ambito a predisporle e poi a trasmetterle, per l’approvazione, all’Autorità. In caso di inosservanza degli obblighi di trasmissione dei dati, delle informazioni e degli atti richiesti, sarà l’Autorità a determinare d’ufficio le tariffe89.

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Massarutto A., “L’acqua”, Il Mulino editore, Bologna.

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L’affidamento del servizio idrico integrato, Massarutto A., “L’Acqua”, Il Mulino editore, Bologna.

89

Relazione annuale dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico 2015, “Relazione annuale sullo

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Si dice, infine, che in futuro ci sarà sempre meno acqua per un numero sempre maggiore di persone, questa affermazione è giustificata non soltanto dall’aumento demografico previsto per i prossimi anni ma anche dall’aumento dell’inquinamento e dalla rapidità dei prelievi rispetto ai tempi necessari al ripristino degli accumuli90.

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Le cause che possono determinare scarsità del bene acqua e quindi far si che diventi un bene raro, “L’Acqua

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