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Le differenze riscontrate in base a proprietà, dimensione e localizzazione delle aziende

CAPITOLO 3 – IL CASO EMPIRICO

3.2. Le differenze riscontrate in base a proprietà, dimensione e localizzazione delle aziende

Dopo aver analizzato le diverse tipologie di agevolazioni concesse dalle aziende andiamo a valutare le differenze esistenti tra le aziende distinguendole in base alla proprietà pubblica, privata oppure mista.

Andiamo a ripartire le aziende tra quelle totalmente pubbliche, totalmente private, miste a maggioranza pubblica e miste a maggioranza privata. Per ognuna di queste categorie indicheremo il numero di aziende che prevede delle agevolazioni secondo una delle modalità precedentemente illustrate e il numero di aziende che invece sono risultate prive di una qualsiasi forma di aiuto per i propri clienti deboli:

Proprietà Totale aziende % sul totale delle aziende Numero di aziende che prevede agevolazioni Numero di aziende che non

prevede agevolazioni Pubblica 101 68% 39 62 Privata 11 7% 4 7 Mista (maggioranza pubblica) 32 22% 16 16 Mista (maggioranza privata) 5 3% 3 2 Totale 149 100% 62 87

Come possiamo vedere la maggior parte delle aziende analizzate risulta essere di proprietà pubblica o mista a maggioranza pubblica. Le aziende totalmente

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private e a maggioranza privata risultano essere in minoranza con una percentuale complessiva sul totale del 10%.

Per una maggior precisione l’analisi verrà fatta distinguendo le aziende a totale capitale pubblico dalle altre; le aziende, così ripartite, risultano essere rispettivamente il 68% e il 32% delle 149 aziende considerate. Tale classificazione è in linea con la gran parte della letteratura esistente sul tema190. Vediamo adesso la distinzione per quanto riguarda la concessione di agevolazioni agli utenti aiutandoci con le percentuali:

Proprietà % di aziende

che prevede agevolazioni

% di aziende che non prevede

agevolazioni

Totale

Pubblica 39% 61% 100%

Non pubblica 48% 52% 100%

Dai dati raccolti emerge che sono le aziende non pubbliche a prevedere il maggior numero di agevolazioni per i propri utenti deboli.

Per poter confermare questa tesi eseguiamo il test di indipendenza del chi- quadro così da verificare se le differenze tra i dati raccolti sulle agevolazioni concesse dalle aziende pubbliche e non, sono dovute al caso oppure se effettivamente esiste una relazione tra le due variabili considerate (proprietà ed agevolazioni concesse).

Innanzitutto rappresentiamo le frequenze osservate: Agevolazioni si Agevolazioni no Totale Pubblica 39 62 101 Non pubblica 23 25 48

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Totale 62 87 149

Dall’esame dei dati raccolti risulta che la somma complessiva delle aziende che prevedono agevolazioni è 62, dividiamo questo dato per l’ammontare complessivo delle aziende esaminate (149) e troviamo la percentuale di aziende che prevede agevolazioni per i propri utenti:

62/149 = 0.42 = 42%.

Grazie a questo dato adesso possiamo compilare un’altra tabella con i risultati attesi, ossia, quei valori che sarebbe lecito aspettarsi di riscontrare se non ci fossero state le differenze in esame:

Agevolazioni si Agevolazioni no Totale Pubblica 42 59 101 Non pubblica 20 28 48 Totale 62 87 149

Per ottenere il numero di aziende pubbliche e non in possesso di agevolazioni abbiamo moltiplicato l’ammontare complessivo delle aziende di ciascuna categoria per 0,45; dopodiché per differenza abbiamo individuato le aziende pubbliche e non, risultate prive di una qualsiasi forma di aiuto.

Andiamo adesso a calcolare il chi-quadro andando a fare la somma delle differenze al quadrato tra le frequenze osservate e quelle teoriche divise per le frequenze teoriche; in questo caso specifico il valore trovato è risultato pari a 1,13.

A questo punto, per giungere alla conclusione, il valore del chi-quando deve essere confrontato con la “tabella dei valori del chi-quadro”.

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Dall'esame della “tabella dei valori del chi-quadro” risulta che il valore 1,13 con 1 grado di libertà (r-1)*(c-1), è minore di 2.71 (P = 10%) e dunque dobbiamo accettare l'ipotesi H0 secondo la quale le differenze osservate, tra aziende pubbliche e non nella concessione di agevolazioni, sono dovute al caso. Possiamo dunque affermare che non ci sono margini statistici per dire che esiste una correlazione tra proprietà delle aziende e concessione di agevolazioni e che la differenza riscontrata tra le aziende pubbliche e non, nella concessione di agevolazioni, ha il 90% di probabilità di essere dovuta al caso.

Ciò che emerge dal confronto tra aziende pubbliche e non pubbliche è che, nonostante in entrambi i casi le aziende prive di agevolazioni risultino essere più del 50%, sono le aziende rientranti nella categoria delle “non pubbliche” a risultare più attente al tema dell’equità e dell’accessibilità al servizio idrico con una percentuale del 48% sul totale.

Sempre dai dati della ricerca, invece, le aziende totalmente pubbliche risultano avere una percentuale di agevolazioni concesse inferiore al 40%.

Non risulterebbe, quindi, confermato quanto detto all’interno dei capitoli precedenti circa la maggiore attenzione delle aziende pubbliche agli obbiettivi di natura sociale volti a favorire una maggiore equità per quanto riguarda la garanzia di accesso al servizio, sia fisico che economico, assicurata agli utenti con bassa capacità contributiva.

Tuttavia, recentemente uno studio ha confermato la presenza di tariffe più alte nel caso in cui nella compagine societaria dell’azienda siano presenti soci privati. Secondo questo studio, sulle relazioni esistenti tra proprietà e performance economico-finanziarie delle utilities, il coinvolgimento dei soci privati nel capitale delle aziende porta ad una politica tariffaria improntata su

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prezzi più elevati sia per poter attuare una forte crescita degli investimenti che per garantire una congrua remunerazione del capitale investito dai soci191.

Andiamo ora a distinguere le aziende in base alla loro dimensione prendendo in considerazione i parametri UE; le aziende sono state ripartite in 4 categorie dimensionali: micro, piccole, medie e grandi.

I parametri utilizzati sono stati quelli definiti a livello europeo, ossia192:

Dimensione Bilancio Fatturato N. Dipendenti

Micro -2 milioni -2 milioni -10

Piccola -10 milioni -10 milioni -50

Media -43 milioni -50 milioni -250

Grande +43 milioni +50 milioni +250

Dopo aver inserito le aziende nelle rispettive classi dimensionali, per ognuna di esse andremo a individuare il numero di aziende che prevedono agevolazioni, siano esse per famiglie in condizioni economiche disagiate o per famiglie numerose, e il numero di aziende che invece risultano esserne prive:

Dimensione Totale Aziende % sul totale delle aziende Numero di aziende che prevede agevolazioni Numero di aziende che non prevede agevolazioni Micro 11 7% 3 8 Piccole 37 25% 6 31 Medie 62 42% 27 35 191

Guerrini A. e Romano G.,“I partenariati pubblico-privati di tipo “equity” nel settore idrico: costi e benefici

alla luce di una comparazione tra Veneto e Toscana”, Agici Publishing, 2016.

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Grandi 39 26% 26 13

Totale 149 100% 62 87

Come abbiamo già detto su un totale di 149 aziende idriche soltanto 62 (42%) prevedono agevolazioni secondo una delle modalità precedentemente illustrate. Con particolare riferimento alla dimensione vediamo che la maggior parte delle aziende considerate risulta essere di medie dimensioni con una percentuale del 47%, seguono le grandi aziende con il 26%, le piccole con il 25% e infine le micro con il 7 %.

Data la bassa percentuale delle micro aziende decidiamo di accorparle alla categoria delle piccole, che, a questo punto risultano essere il 32% del totale. A questo punto verifichiamo le percentuali di agevolazioni concesse dalle diverse categorie in esame:

Dimensione % di aziende che prevede agevolazioni % di aziende che non prevede agevolazioni Totale Piccole 19% 81% 100% Medie 44% 56% 100% Grandi 67% 33% 100%

Con riferimento alla concessione di agevolazioni notiamo che sono le aziende di grandi dimensioni le più propense a concederle ai propri utenti con una percentuale del 67% sul totale.

Negli altri casi più della metà delle aziende non prevede alcun tipo di agevolazione per i propri clienti; le aziende di piccole dimensioni risultano essere quelle con una percentuale sul totale maggiore, infatti l’81% delle

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aziende esaminate non risulta prevedere agevolazioni né per famiglie in condizioni economiche disagiate né per famiglie numerose.

Anche in questo caso applichiamo il test del chi-quadro per vedere se esistono delle relazioni statisticamente significative tra dimensione delle aziende e concessione di agevolazioni:

Riportiamo di seguito i dati ottenuti grazie alla ricerca: Agevolazioni si Agevolazioni no Totale Piccole 9 39 48 Medie 27 35 62 Grandi 26 13 39 Totale 62 87 149

Seguendo lo stesso procedimento utilizzato precedentemente, applichiamo il 42%, che è la percentuale di aziende che prevede agevolazioni, all’ammontare delle aziende di ciascuna categoria e compiliamo la tabella con i dati attesi:

Agevolazioni si Agevolazioni no Totale Piccole 20 28 48 Medie 26 36 62 Grandi 16 23 39 Totale 62 87 149

Calcoliamo anche in questo caso il chi-quadro con il procedimento illustrato precedentemente e troviamo un valore pari a 21.02 che confrontato con i valori

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tabulari risulta maggiore a 9,21 (P = 1%) e questo fa sì che l’ipotesi zero, secondo la quale le differenze riscontrate nei dati osservati siano dovuti al caso, venga rifiutata.

Con un grado di libertà (r-1)*(c-1) pari a 2 confrontiamo il chi-quadro ottenuto con la “tabella dei valori del chi-quadro”: con il confronto del valore chi-quadro con i dati tabulari possiamo dedurre che ci sia una probabilità del 99% che i dati ottenuti non siano dovuti al caso e che, dunque, esista una correlazione tra dimensione aziendale e concessione di agevolazioni.

Possiamo, dunque, andare a confermare quanto detto precedentemente, ossia, che sono le aziende di grandi dimensioni le più propense e attente alle esigenze dei propri utenti deboli, seguite dalle medie con una percentuale comunque inferiore al 50% e infine, le piccole, delle quali più dell’80% non prevede alcuna forma di agevolazione.

Andiamo, infine, a considerare le aziende in base alla localizzazione della loro sede distinguendo tra quelle situate al Nord, al Centro oppure al Sud Italia seguendo questa classificazione:

• Nord Italia: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna;

• Centro Italia: Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo;

• Sud Italia: Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Dopo aver provveduto alla ripartizione, anche in questo caso, ci soffermeremo prima sul numero poi sulla percentuale delle aziende che prevedono e non prevedono agevolazioni per i propri clienti.

100 Localizzazione Totale Aziende % sul totale delle aziende Numero di aziende che prevede agevolazioni Numero di aziende che non prevede agevolazioni Nord 83 56% 30 53 Centro 42 28% 23 19 Sud 24 16% 9 15 Totale 149 100% 62 87

Come possiamo notare la maggior parte delle aziende idriche considerate, il 56%, è situata nel Nord Italia, seguite da quelle situate al Centro con il 28% e infine quelle al Sud che sono solamente il 16% del totale.

Vediamo ora la tabella riferita alla percentuale di agevolazioni concesse dalle stesse aziende in base alla localizzazione della sede:

Localizzazione % di aziende che prevede agevolazioni

% di aziende che non prevede

agevolazioni

Totale

Nord 36% 64% 100%

Centro 55% 45% 100%

Sud 37.5% 62.5% 100%

Da questa analisi risulta che le aziende più propense a concedere agevolazioni ai propri clienti sono quelle situate al Centro Italia con una percentuale del 55%; nel caso delle aziende situate al Nord e al Sud Italia, più della metà, rispettivamente il 64% e 62.5% non prevede agevolazioni né a favore delle utenze deboli e né a favore delle famiglie numerose.

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Volendo anche in questo caso confermare la veridicità dei dati applichiamo il test del chi-quadro secondo il procedimento già visto precedentemente.

Di seguito riportiamo i dati risultanti dalla ricerca: Agevolazioni Si Agevolazioni no Totale Nord 30 53 83 Centro 23 19 42 Sud 9 15 24 Totale 62 87 149

Seguendo lo stesso procedimento, già usato precedentemente per la proprietà e per la dimensione delle aziende, riportiamo di seguito i dati attesi nel caso in cui non fosse considerata la differenza in esame:

Agevolazioni Si Agevolazioni no Totale Nord 35 48 83 Centro 17 25 42 Sud 10 14 24 Totale 62 87 149

Il valore del chi-quadro in questo caso risulta essere pari a 4,95; andiamo a confrontare il risultato con la “tabella dei valori del chi-quadro” e considerando il grado di libertà pari a 2 con P=5%, rifiutiamo l’ipotesi 0; possiamo, dunque, confermare la tesi secondo la quale le aziende più grandi siano più propense a concedere agevolazioni rispetto alle medie e alle piccole. Abbiamo, infatti, una

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probabilità del 95% che i dati ottenuti non siano dovuti al caso e che, dunque, esista una correlazione tra dimensione aziendale e concessione di agevolazioni. Arrivati a questo punto, dopo aver analizzato il campione di aziende a disposizione, possiamo dire che le aziende più attente alle condizioni economiche e familiari dei propri clienti risultano essere quelle di grandi dimensioni situate al Centro Italia. Possiamo dunque andare a confermare quanto era emerso dalla ricerca effettuata da Federconsumatori in collaborazione con Utilitalia sul tema delle agevolazioni.

Di contro, le aziende che si sono dimostrate meno propense a concedere agevolazioni sono state le piccole aziende operanti nel Nord Italia, nonostante solitamente si sostiene che siano proprio le aziende più piccole ad essere più vicine alle esigenze del territorio e dei cittadini in esso residenti.

Da questa ricerca è emerso che la maggior parte delle aziende idriche considerate (il 58%) non prevede agevolazioni per i propri clienti; le aziende che invece prevedono nel proprio regolamento un’agevolazione a favore dei propri clienti in condizioni economiche disagiate o per famiglie numerose risultano essere solamente il 42%.

Ricordiamo che il 42% corrisponde a 62 aziende idriche sulle 149 analizzate. Di queste soltanto l’11% rende disponibile per i propri clienti la sola agevolazione per famiglie numerose,il 68% prevede, invece, le sole agevolazioni per famiglie in condizioni economiche disagiate e, infine, il 21% corrispondente a 13 aziende le prevede entrambe.

Con riferimento ai fondi messi a disposizione annualmente dalle aziende idriche, dai dati che siamo riusciti a raccogliere, è emerso che le somme predisposte variano in base alla dimensioni delle aziende e quindi dal numero di utenze servite.

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Di seguito riportiamo un’analisi effettuata su un numero ristretto di aziende (14 in tutto) per le quali è stato possibile reperire i dati circa l’importo complessivo annuale stanziato a favore dei fondi utenze deboli:

Azienda Dimensione Importo in Euro

Abbanoa Spa Grande 3.500.000

Acea Ato 2 Spa Grande 4.200.000

Acque di Caltanissetta Spa Media 221.774

Acque Spa Grande 450.000

Acque Vicentine Spa Media 190.000

Alto Vicentino Servizi Spa Media 123.000

Emiliambiente Media 70.000

Geal Spa Media 75.000

Gori Spa Grande 4.700.000

Gaia Spa Grande 600.000

Servizio idrico integrato Scpa Media 150.000

Sogea Spa Piccola 60.000

Umbra acque Spa Grande 400.000

Polesine Acque Spa Media 300.000

Come possiamo vedere gli importi stanziati a favore delle utenze deboli passano dai 60.000 euro della piccola azienda ai 4.7 milioni della grande.

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Come già ricordato in precedenza nel caso in cui l’azienda idrica non preveda agevolazioni da concedere ai propri clienti, i cittadini possono e devono rivolgersi ai servizi sociali dei propri comuni che mediante appositi fondi pubblici, chiamati fondi di solidarietà sociale, qualora siano previsti, sosterranno economicamente le bollette delle famiglie disagiate o delle famiglie numerose.

Quanto appena detto è confermato dalla nostra analisi grazie alla quale sono stati riscontrati alcuni di questi casi:

Nel caso dei comuni facenti parte dell’ATO n.5 Astigiano Monferrato e dell’ATO Veronese il contributo viene erogato dall`Ente Socio Assistenziale attraverso il rimborso delle bollette nella misura massima dell’importo determinato e fino ad esaurimento del fondo assegnato annualmente dall’Autorità d’Ambito.

Nel caso dei comuni rientranti nell’ATO 3 Marche Macerata, invece, il contributo è erogato dalle aziende idriche su iniziativa dei servizi sociali; i soggetti gestori verranno poi rimborsati di quanto ammesso ad agevolazione dall’assemblea d’ambito.

Di seguito riportiamo i requisiti richiesti per accedere alle agevolazioni definiti a livello di ciascun ATO e l’elenco delle aziende che vi rientrano (i cui utenti, in possesso di un regolare contratto di fornitura, devono dimostrare di rispettare per poter ottenere il contributo):

ATO n.5 Astigiano Monferrato:

Per concedere l’agevolazione si richiede di essere in possesso di un indicatore ISEE non superiore al limite dell’importo annuo minimo pensionistico INPS (nel 2015 pari a 6.531,07 e nel 2016 pari a 6524.57), riferito all’anno precedente, incrementato del 25% ed essere al momento della richiesta in possesso di almeno uno di questi ulteriori requisiti: età superiore a 65 anni,

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invalidità superiore al 46%, avere più di un figlio a carico o essere una famiglia senza reddito.

Per l’anno 2016, in particolare, sono stati stanziati 85.000 euro da ripartirsi, secondo le modalità sopra citate, tra gli utenti di:

• Acquedotto Valtiglione Spa;

• Consorzio dei comuni per l’acquedotto del Monferrato; • Acquedotto della Piana Spa;

• A.s.p. Spa.

ATO 3 Marche Macerata:

Al fine di avere accesso alle agevolazioni si richiede di essere titolari di un regolare contratto di fornitura idrica in uno dei 48 comuni dell’ATO 3 Macerata e un reddito ISEE non superiore a 16.000 euro.

I fondi predisposti per l’anno 2016 ammontano a 400.000 euro e le aziende idriche le cui bollette potranno essere diminuite sono:

• Astea Spa; • Atac Spa; • A.p.m. Spa;

• Acquambiente Marche Spa.

ATO Veronese:

Per ottenere il contributo si richiede che la famiglia dimostri di possedere un reddito ISEE inferiore a 10.632 euro. I fondi stanziati ammontano a 300.000 euro e le aziende che vi rientrano sono:

• Acque Veronesi Scarl;

• Azienda Gardesana servizi Spa.

I clienti di queste 10 aziende possono dunque ottenere un aiuto per la bolletta idrica nonostante non sia l’azienda di per sé a concederlo.

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Infine, data l’eterogeneità che caratterizza il panorama delle agevolazioni nel settore idrico in Italia, confermata anche da questa ricerca, e il peggioramento delle condizioni economiche dei cittadini italiani previsto nei prossimi anni è necessario porre sempre più attenzione ai soggetti più deboli e lavorare al fine di arrivare al più presto alla costituzione di un “Bonus idrico nazionale” valido per tutto il Paese.

107 CONCLUSIONI

Le public utilities sono quelle aziende che erogano un servizio di pubblica utilità. I servizi di pubblica utilità rivestono un ruolo di fondamentale importanza nella vita dei cittadini ed è compito dello Stato garantire l’accesso all’utilizzo di questi servizi da parte di tutti.

In questo lavoro ci siamo soffermati, in particolare, sulle water utilities, ossia, quelle aziende che gestiscono il servizio idrico.

Abbiamo innanzitutto parlato dei vantaggi e degli svantaggi di una gestione pubblica, privata o mista di questi servizi, non arrivando però a definire un sistema considerato migliore dell’altro.

Quello che è emerso dalla letteratura esistente è che sono le aziende pubbliche a garantire, mediante tariffe più basse, l’accesso al servizio da parte di tutti i cittadini, in quanto i privati, data la loro natura, hanno come obbiettivo principale la massimizzazione del profitto ed è per questo che tendono a mantenere tariffe elevate e talvolta a sacrificare la qualità del servizio con lo scopo di contenere i costi.

È l’autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEGSI) che dal 2011 grazie al decreto Salva Italia ha il compito di regolare il servizio idrico integrato, cosiddetto SII, dato dall’insieme delle attività di captazione, potabilizzazione, adduzione, distribuzione, fognatura e depurazione dell’acqua. Le funzioni dell’Autorità sono quelle di garantire l’efficienza del servizio, assicurarne la fruibilità e la diffusione all’interno di tutto il territorio nazionale definendo un sistema tariffario certo, trasparente e in grado di tutelare gli interessi dei consumatori.

Il settore idrico è un settore capital intensive a bassa redditività; questo significa che gli investimenti necessari sono molti e nonostante la bassa redditività delle

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tariffe le aziende stanno continuando ad investire data appunto l’urgenza di adeguamento e rinnovamento degli impianti.

Con la Legge Galli n.36/94 si introduce per la prima volta il concetto di servizio idrico integrato e quindi la necessità di un unico gestore per l’intero ciclo e, a tal fine, ha introdotto gli ambiti territoriali ottimali (ATO) e le rispettive Autorità. A seguito dell’abrogazione delle AATO (legge 26 marzo 2010 n.42) è stato attribuito alle Regioni il compito di organizzare il servizio definendo gli ATO e individuando i relativi Enti di Governo composti dall’insieme degli Enti Locali ricadenti nel medesimo ambito territoriale. Il soggetto che, invece, eroga operativamente il servizio è il gestore che agisce nel rispetto e sulla base di quanto stabilito dal rispettivo Ente di Governo d’Ambito che ha provveduto ad affidargli il servizio. Per quanto riguarda la normativa relativa al settore idrico, negli anni sono state molte le riforme che si sono susseguite sia a livello nazionale che internazionale tra istanze di pubblicizzazione e richieste di liberalizzazione; all’interno del capitolo 2 abbiamo tentato di fare un po’ di chiarezza partendo dalla Legge Giolitti del 1903, alla legge Galli del 1994, fino ad arrivare ad oggi.

Ci siamo soffermati poi sul tema delle tariffe e delle agevolazioni; la tariffa, in particolare, è il costo che paghiamo per avere accesso al servizio e sono i Comuni riuniti in ATO a stabilire le tariffe da applicare agli utenti. In particolare, la bolletta dell’acqua che noi paghiamo si compone di una quota fissa e di una quota variabile calcolata in base ai metri cubi di acqua consumati. Infine, abbiamo preso in considerazione 149 aziende idriche operanti in Italia e per ognuna abbiamo individuato la proprietà (pubblica, privata o mista) e le agevolazioni concesse ai cittadini in termini tariffari non collegate ai consumi,

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