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Caratteristiche strutturali

Nel documento 6° CENSIMENTO AGRICOLTURA 2010 rapporto (pagine 40-44)

CAPITOLO 3. L’AGRICOLTURA IN SICILIA: CONFRONTO CON LE ALTRE

3.2 Caratteristiche strutturali

3.2.1 L’ampiezza aziendale

Una corretta lettura del confronto dei dati sull’ampiezza aziendale tra le di-verse ripartizioni geografiche deve tenere sempre conto che gli ordinamen-ti produtordinamen-tivi in agricoltura, oltre ad essere determinaordinamen-ti da vicende storiche, economiche e sociali delle popolazioni e dall’evoluzione del progresso tec-nologico e della cultura professionale degli addetti, dipendono fortemente da variabili solo in minima parte controllabili dall’uomo. In altri termini, l’am-piezza aziendale è dettata anche dagli aspetti ambientali che attengono al clima, alla morfologia, alla pedologia dei terreni.

È da considerare che l’Italia, per l’aspetto climatico, ricade in un riquadro geografico lungo 1.300 km (longitudine compresa tra 6°,37 E e 18°,1 E) e lar-go 600 Km (latitudine compresa tra 35°,29 N e 47°,5 N), dove notevole risulta la variabilità meteorologica che, come noto, passa da un clima temperato caldo mediterraneo (Sud e Sicilia) al clima freddo della tundra di altitudine (arco alpino). Quanto all’ aspetto morfologico, il Paese vede la prevalenza delle aree collinari, con il 41,6% della superficie territoriale, che seppur diver-samente distribuite sono presenti su tutto il territorio nazionale, seguono le aree di montagna con il 35,2% della superficie territoriale, concentrate nel-le circoscrizioni del Nord (nel-le Alpi) e trasversalmente lungo la fascia centranel-le dello stivale (gli Appennini ed i monti siciliani), mentre le aree di pianura

rap-presentano il restante 23,2% della superficie territoriale nazionale, con una grande concentrazione nella pianura padana e con aree, diversamente meno ristrette, distribuite in tutte le ripartizioni geografiche. Per quanto riguar-da l’assetto pedologico, si riscontra una grande variabilità di suolo naturale, prodotto nel tempo dalla pedogenesi, nonché di suolo agrario, prodotto du-rante i secoli dall’intervento dell’uomo.

In relazione a questi elementi, la dimensione media aziendale regredisce progressivamente da Nord a Sud, con passaggio dagli ordinamenti produt-tivi estensivi e/o industrialmente intensivi (allevamenti zootecnici) a quelli ad alta intensità di lavoro (coltivazioni legnose e orticole) e con la progressiva minore incidenza della superficie aziendale non utilizzata, dovuta alla super-ficie boscata: nel 2010, nelle aziende agricole del Centro-Nord l’altra superfi-cie pesa mediamente il 29,8% del totale della superfisuperfi-cie aziendale, di questa il 20,9% è costituita da boschi; nelle aziende del Meridione l’altra superficie incide per il 18,1% del totale della superficie aziendale, con una quota bo-schiva pari all’11,9 per cento. In Sicilia tali valori sono ancora più bassi, con il 10,3% del totale nazionale di superficie agronomicamente non utilizzata di cui solo il 3,4% è coperta da boschi.

Fig. 3.1 Ampiezza media aziendale. SAU / Aziende (Ettari). Confronto 2000-2010

10,19 7,19 5,76 3,84 5,04 (3,67) 5,5 14,44 9,81 8,7 5,14 9,06 (6,32) 7,93 0 2 4 6 8 10 12 14 16

N-O N-E Centro Sud Isole (Sicilia) Italia

2000 2010 Fonte: elaborazione su dati Istat

Nel confronto dei censimenti 2000-2010, con riferimento all’ampiezza azien-dale (Tab. A3.1, in Appendice Statistica) si può notare che l’effetto della

riforma della PAC, con la forte riduzione del numero delle aziende, ha ov-viamente influito sull’aumento dell’ampiezza media aziendale (STA e SAU) in tutte le ripartizioni e in modo più apprezzabile nelle Isole (in particolare in Sici-lia). Il consumo di territorio non ha sostanzialmente inciso sull’assetto differen-ziale della ampiezza media aziendale tra le diverse aree geografiche: nelle Isole ed in particolare in Sicilia l’incremento dell’ampiezza media aziendale è superiore alle altre zone del Paese (Fig. 3.1), proprio per il minor consumo di territorio. Non si registrano, peraltro, modifiche evidenti nella distribuzione dell’ampiezza media, dipendente in modo significativo anche dall’effetto ambientale (clima, morfologia, pedologia).

L’agricoltura italiana nell’assetto strutturale medio aziendale si presenta piuttosto omogenea nelle diverse classi di superficie agricola utilizzata (Tab. A3.2); infatti non si riscontrano variazioni significativamente rilevanti fra le me-die aziendali delle singole classi: il range più ampio rispetto alla media na-zionale si riscontra nella classe con superficie agricola utilizzata inferiore ai 5 ettari (tra il +21,0% del N-E e – 8,3% del Sud) ed in quella da 50 ettari ed oltre (tra +75% del N-E e – 12,4% delle Isole, ed in particolare per la Sicilia – 16,7%). Se l’assetto strutturale dell’agricoltura italiana si presenta alquanto uniforme, fortemente diversificata si presenta la distribuzione delle aziende nelle diver-se classi di superficie agricola utilizzata (Tabb. 3.2a e 3.2b). Le aziende più numerose in tutte le circoscrizioni geografiche ricadono nella classe di su-perficie agricola utilizzata con ampiezza inferiore a 5 ettari, con un’incidenza crescente dall’area Nord-Ovest al Sud: rispetto alla media nazionale il ran-ge è compreso fra -15 punti percentuali del Nord-Ovest e +8 punti del Sud; le classi di ampiezza successive si presentano più compatte: il range nella classe dai 5 ai 9,99 ettari è pari a 6,6 punti, nella classe dai 10 ai 19,99 ettari uguale a 6,1 punti, nella successiva si rileva un valore pari a 6,9 punti ed in quella con 50 ettari ed oltre il range è di 5 punti.

Completamente ribaltata si presenta la situazione della superficie agricola uti-lizzata distribuita per classe di ampiezza: la più ampia superficie ricade nella classe con 50 ettari ed oltre che nella media nazionale ragguaglia il 41,7%, con valori che oscillano dal 53,3% del Nord-Ovest ed il 31,5% del Sud (la Sicilia presenta il 32,7%). Più equilibrata si presenta la situazione nelle classi di ampiez-za inferiori: l’ampiezampiez-za del range è di 3,9 punti percentuali nella classe tra i 20 e i 49,99 ettari, di 3,8 punti la classe compresa tra i 10 e i 19,99 ettari: 5,6 punti e 11,4 punti rispettivamente nelle classi inferiori a 5 ettari e tra i 5 e i 9,99 ettari. Da questi risultati sembra che l’economia agricola trovi la sua forza produt-tiva di occupazione e reddito nelle classi oltre i 10 ettari che, nella media nazionale, rappresentano il 75,6% della superficie agricola utilizzata ( l’86,4% del N-O ed il 64,9% del Sud, la Sicilia registra il 69,7%).

Tab. 3.2a - Aziende per classe di superficie agricola utilizzata. Distribuzione % (SS:

senza superficie)

Circoscrizione S.S. Classe di superficie agricola utilizzata (ettari) Totale < 5 5 - 9,99 10 - 19,99 20 - 49,99 50 E oltre N-O 0,8 57,6 13,8 11,3 10,2 6,3 100,0 N-E 0,5 63,1 16,0 10,6 6,7 3,1 100,0 Centro 0,2 70,5 13,7 8,1 5,5 3,0 100,0 Sud 0,2 80,6 9,4 5,2 3,3 1,3 100,0 Isole 0,4 71,0 10,5 7,4 6,8 3,9 100,0 (Sicilia) (0,3) (75,6) (16,7) (6,8) (4,5) (2,1) (100,0) Italia 0,3 72,6 11,5 7,4 5,4 2,8 100,0

Fonte: elaborazione su dati Istat

Tab. 3.2b - Superficie per classe di superficie agricola utilizzata. Distribuzione %

Circoscrizione Classe di superficie agricola utilizzata (Ettari) Totale < 5 5 – 9,99 10 – 19,99 20 – 49,99 50 ed oltre N-O 6,9 6,7 11,1 22,0 53,3 100,0 N-E 12,2 11,4 14,9 20,9 40,6 100,0 Centro 13,4 10,1 12,7 19,4 44,4 100,0 Sud 22,5 12,6 14,0 19,4 31,5 100,0 Isole 12,0 18,1 11,4 23,3 45,2 100,0 (Sicilia) (18,5) (11,8) (14,6) (22,4) (32,7) (100,0) Italia 14,4 10,0 13,0 20,9 41,7 100,0

Fonte: elaborazione su dati Istat

La realtà può essere significativamente diversa se si tiene conto degli ordi-namenti produttivi presenti nelle diverse circoscrizioni geografiche, e dun-que anche in Sicilia. In altri termini, 1 ettaro di superficie orticola coltivata in ambiente protetto (serre) in termini di valore della produzione vendibile può essere equivalente ad oltre 70 ettari di seminativo, ma il grado di attività e l’intensità del capitale investito nell’azienda serricola è almeno tre volte superiore rispetto all’azienda cerealicola, anche se economicamente corri-spondente nel valore della produzione.

La ripartizione dell’utilizzazione dei terreni per circoscrizione geografica evi-denzia una diversa incidenza degli indirizzi produttivi: nel Centro-Nord preval-gono quelli cerealicoli e zootecnici, nel Sud e nelle Isole gli indirizzi arboricoli ed orticoli in pieno campo ed in ambiente protetto. (Tab. A3.4 – Fig. 3.2).

Fig. 3.2 - Superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni (SAU). Distribuzione % 0 20 40 60 80 100 N-O N-E Centro Sud Isole (Sicilia) Italia

Seminativi Coltivazioni legnose Prati e pascoli

Fonte: elaborazione su dati Istat

La distribuzione delle aziende per utilizzazione dei terreni (Tab. A3.5) eviden-zia la prevalenza degli indirizzi cerealicolo, cerealicolo - zootecnico e zoo-tecnico nel Nord e l’indirizzo arboricolo nel Centro e nel Meridione, la voca-zione all’orticolo è presente con quasi omogenea intensità in tutte le aree geografiche, nel Meridione e specialmente in Sicilia è prevalente la coltiva-zione in ambiente protetto. La distribucoltiva-zione della corrispondente superficie utilizzata secondo l’indirizzo produttivo (che si riporta nelle Tabb. 3.3a e 3.3b) conferma questa osservazione, anche se l’analisi non tiene conto del gra-do di tecnologia agra-dottato nella gestione dei processi produttivi nelle diverse aree territoriali.

Gli indirizzi si distinguono dunque per l’ambiente pedoclimatico in cui ven-gono esercitati e altresì per gli aspetti economici, con particolare riferimento agli impieghi di lavoro e di capitale connessi con la dimensione aziendale. L’indirizzo cerealicolo può pertanto considerarsi a bassa intensità di lavoro e capitale e ad alta tecnologia meccanica, per cui per essere conveniente economicamente necessita di ampie estensioni di terra e dunque di un’am-piezza aziendale medio-alta; l’indirizzo zootecnico può essere definito a me-dio-bassa intensità di lavoro e a medio-alta intensità di capitale in relazione al sistema di allevamento (brado, semibrado, stabulo, industriale) ed all’indi-rizzo produttivo (latte, carne) adottati. In questo caso anche la dimensione aziendale può variare in relazione sia al sistema di allevamento che all’indi-rizzo produttivo.

Tab. 3.3a - Utilizzazione agricola dei terreni. Distribuzione % della SAU

Circoscrizione a cereali ad ortive a colt. legnose per allevamenti* altro Totale SAU

N-O 40,8 1,3 7 46,5 4,4 100,0 N-E 34,3 2,8 12,6 39,3 11 100 Centro 25,1 1,8 17,5 40,3 15,3 100,0 Sud 26,5 3,3 30,6 30,4 9,2 100,0 Isole 16,6 1,9 17,7 56,7 7,1 100,0 (Sicilia) (22,8) (2,2) (27,7) (37,5) (9,8) (100,0) Italia 28,1 2,3 18,5 41,6 9,5 100,0

Fonte: elaborazione su dati Istat

* somma di foraggere avvicendate, prati permanenti e pascoli

Tab. 3.3b - Utilizzazione dei terreni a colture legnose agrarie. Distribuzione % della SAU

Circoscrizione a vite ad ulivo ad agrumi a fruttiferi altro Totale

N-O 3,4 0,7 - 2,5 0,4 7,0 N-E 6,8 0,4 - 5,0 4,0 12,6 Centro 4,9 9,3 0,3 2,8 0,2 17,5 Sud 5,2 20,2 1,5 3,6 0,1 30,6 Isole 5,2 7,0 3,0 2,3 0,2 17,7 (Sicilia) (8,2) (10,2) (5,1) (3,9) (0,3) (27,7) Italia 5,2 8,7 1,0 3,3 0,3 18,5

Fonte: elaborazione su dati Istat

L’indirizzo orticolo invece può essere classificato a medio-alta intensità di capita-le e a basso-alta intensità di lavoro, in relazione al sistema di coltivazione in pieno campo o in ambiente protetto, la dimensione aziendale dipende dalla disponi-bilità di lavoro più che del capitale, per cui un’economicità apprezzabile (reddi-to e lavoro) può realizzarsi anche con superfici orticole ad ampiezza contenuta. L’indirizzo arboricolo è a medio-bassa intensità di lavoro e ad alta intensità di ca-pitale, in relazione al grado di tecnologia meccanica adottato o adottabile; in questo caso la dimensione aziendale può assumere valori molti diversificati, tro-vando limiti nell’ambiente pedoclimatico (olivo, agrumi, frutta fresca e secca). La superficie media aziendale utilizzata per specie coltivata e per razze al-levate deducibile dai dati del censimento chiarisce ulteriormente l’assetto produttivo dell’agricoltura, nelle diverse circoscrizioni geografiche del pae-se. (Tab. 3.4a e 3.4b).

Un aspetto che la rilevazione censuaria non può evidenziare dalle semplici dimensioni fisiche riguarda la dimensione economica media aziendale, lo-gicamente con parità di variabili fisiche aziendali nelle diverse circoscrizioni; tale aspetto è fortemente influenzato dall’ambiente morfologico e pedocli-matico, dal grado di applicazione del progresso tecnologico,

dall’organizza-zione degli ordinamenti colturali, dal livello di professionalità dei conduttori, dalla tipologia di rapporti con il mercato e (fra gli altri, e non certamente per ultimo) dalla intensità di infrastrutture territoriali.

Tab. 3.4a - Superficie media aziendale per specie coltivata e per allevamenti (Ettari)

Circoscrizione Seminativi Allevamenti (1) (2) Legnose agrarie SAU me-dia (3) totale cereali ortive totale vite olivo agrumi fruttiferi

N-O 14,86 15,15 2,5 21,84 2,23 2,04 0,88 0,13 1,77 14,35 N-E 9,12 6,98 4,47 20,69 2,72 2,02 0,77 0,85 2,77 9,87 Centro 9,58 7,62 2,71 17,5 1.95 1,48 1,21 0,46 1,88 8,72 Sud 5,76 5,73 2,31 31,33 1,83 1,32 1,34 1,49 1,47 5,14 Isole 8,34 7,22 2,32 41,49 2,05 2,26 1,04 1,79 1,4 9,1 (Sicilia) (6,9) (6,7) (2,2) (35,4) (2,2) (2,8) (1,0) (1,9) (1,5) (6,3) Italia 8,51 7,65 2,68 25,22 2,0 1,71 1,24 1,62 1,8 7,93 Fonte: elaborazione su dati Istat

(1) Escluso allevamenti senza terra. (2) Comprende le superfici a prati permanenti e pascoli e nel seminativo a foraggere avvicendate. (3) Escluso aziende senza terra.

Tab. 3.4b - Numero medio di capi allevati per principali specie nelle aziende zootecniche

Circoscrizione

Bovini

Bufalini Suini Ovini Caprini totale di cui vac-che

N-O 78 23 103 1.469 57 23 N-E 49 16 59 554 52 16 Centro 23 5 99 125 165 22 Sud 24 7 179 49 73 35 Isole 34 5 56 38 205 76 (Sicilia) (37) (5) (52) (62) (130) (57) Italia 45 13 148 356 135 38

Fonte: elaborazione su dati Istat

3.2.2 Possesso dei terreni

La struttura produttiva dell’agricoltura viene esercitata nell’azienda agricola tradizionalmente basa il possesso dei terreni sulla proprietà. Tale circostan-za però si attenua con l’evoluzione tecnologica, con il cambiamento dei rapporti con il mercato, con l’intensificarsi dei processi produttivi, con nuove organizzazioni d’aggregazione dell’offerta agroalimentare e con nuovi rap-porti di lavoro.

Gli aspetti evolutivi hanno determinato situazioni differenziate nella forma di pos-sesso delle aziende agricole, tra le aree geografiche dell’Italia, come può evi-denziarsi dalla lettura delle Tabb. A3.6a e A3.6b e della Fig. 3.3. La proprietà dei

terreni resta il principale titolo di possesso nelle aziende, ma il titolo si diversifica nelle circoscrizioni: la sola proprietà è meno incidente nel Nord non tanto nel numero delle aziende (49,2% al N-O), quanto nella superficie agricola utilizzata (addirittura appena 24,5% nel N-O); nel Meridione si osserva la situazione oppo-sta con una presenza della sola proprietà che arriva al 78,3% delle aziende (in Sicilia 80,1%) ed al 57,5% della superficie agricola utilizzata (in Sicilia il 53,2%). Il titolo di possesso misto proprietà-affitto è fra le diverse combinazioni quello più adottato nell’organizzazione dei processi produttivi specialmente nella circoscrizione del N-O: il 24,8% delle aziende ed il 44,55 della superficie agri-cola utilizzata; tale titolo misto si presenta poco presente nel Meridione: nel Sud 5,8% delle aziende (4,9% in Sicilia) e 16% della superficie agricola utiliz-zata (18,1% in Sicilia). La medesima impostazione, seppur con pesi difformi, si osserva negli altri titoli di possesso.

Fig. 3.3 - Superficie agricola utilizzata per titolo di possesso dei terreni. Distribuzione %

0 20 40 60 80 100 N-O N-E Centro Sud Isole (Sicilia) Italia

Proprietà Affitto Uso gratuito Propr. - Affitto Propr. - Uso grat. Altri*

Fonte: elaborazione su dati Istat

* Titoli misti di Affitto - Uso gratuito, Proprietà - Affitto - Uso gratuito

Le motivazioni della diversità di situazioni si chiariscono meglio osservando nella Tab. 3.5 la distribuzione per titolo di possesso dell’ampiezza media aziendale. Le ampiezze maggiori della superficie agricola utilizzata si registrano per quelle aziende con solo affitto, con titolo misto proprietà – affitto e in quelle nel tito-lo misto indicato come Altri, che comprende proprietà, affitto e uso gratuito. Le dimensioni medie aziendali più consistenti si riscontrano nelle ripartizioni del Nord-Ovest (tra 22,98 e 27,94 ettari per azienda) e delle Isole (tra 23,84 e 32,14 ettari per azienda, i valori in Sicilia oscillano dai 17,83 ai 23,41 ettari per azienda).

Tab. 3.5 - Ampiezza media aziendale per titolo di possesso dei terreni della superficie agricola utilizzata (SAU). Ettari

Circoscrizione Proprietà Affitto Uso gratuito Propr. - Affitto Uso grat.Propr. - Altri* Totale

N-O 7,21 27,94 5,56 25,97 6,14 22,98 14,46 N-E 6,36 19,89 12,31 20,69 6,02 16,64 9,82 Centro 5,84 20,04 15,32 18,98 7,2 21,38 8,7 Sud 3,78 12,35 5,39 14,23 5,79 15,86 5,14 Isole 5,62 23,84 9,71 32,14 10,96 29,38 9,08 (Sicilia) (4,20) (17,83) (25,63) (23,41) (8,82) (22,51) (6,33) Italia 5,02 19,4 8,52 21,37 6,86 19,7 7,99

Fonte: elaborazione su dati Istat

È sostanzialmente la modalità dell’affitto il titolo in cui si concentra la dimen-sione aziendale più consistente sia al Nord che nelle Isole, con particolare ri-ferimento seppur con diversa organizzazione e tecnologia produttiva, per gli indirizzi zootecnici e cerealicoli, che, per essere economicamente vantag-giosi necessitano di sufficienti ampiezze di superficie agricola utilizzata (spe-cialmente foraggere avvicendate, prati permanenti e pascoli nelle aziende zootecniche). Nei titoli di sola proprietà, solo uso gratuito e misto proprietà –uso gratuito l’ampiezza media più contenuta (rispetto agli altri titoli) deriva dagli indirizzi produttivi adottati (essenzialmente orticoli ed arboricoli) dettati dai fattori ambientali e dal rapporto fra impresa e manodopera.

La distribuzione della superficie agricola utilizzata per titolo di possesso ha evi-denziato l’importanza dell’affitto, che risulta più dinamico nel Nord rispetto al Meridione: i motivi di questo diverso comportamento sono storicamente rintrac-ciabili nella diversa pressione del lavoro sulla terra, ma anche nel grado di dif-fusione dello spirito d’impresa. Tali fattori operano pienamente oggi nel Nord per effetto della evoluzione tecnologica e dello sviluppo economico e sociale territoriale, mentre nel Meridione ed in Sicilia continua a pesare la carente orga-nizzazione d’impresa nei rapporti con i mercati finali dei prodotti agroalimentari.

Nel documento 6° CENSIMENTO AGRICOLTURA 2010 rapporto (pagine 40-44)