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Caratterizzazione del significato ambientale attribuito alla camera d

La prima chiara osservazione riguardo al significato attribuito dai pazienti della Fase 1 alle camere di degenza è che tale significato è stato tipicamente di valore positivo. Tutti i dati forniti dai diversi strumenti utilizzati sono convergenti su questo risultato. Valutazioni positive sono state date dai pazienti quando gli è stato chiesto qual è il loro modo di vedere e sentire la camera di degenza, la loro esperienza in quell’ambiente e anche quali sono i luoghi con i quali potrebbero confrontare la stanza in questione. Anche i risultati forniti dalla Scala di Valutazione Ambientale hanno confermato quest’aspetto: sia per gli score globali sia per gli score per item, le mediane trovate sono variate da 4 a 5 su una scala in cui 1 è corrisposto alla peggiore valutazione e 5, la migliore.

Oltre,naturalmente, ad attributi ambientali piacevoli per il bambino e che soddisfano le sue esigenze, un altro fattore responsabile di aver indotto a un atteggiamento positivo riguardo alla camera di degenza (anche se quest’ambiente è legato a una serie di fattori stressanti) è la consapevolezza che il benessere dipenda dall'esistenza di un ambiente ospedaliero. Anche se l'ospedale è un luogo che si vuole evitare, la sua presenza è una promessa di buona salute quando sorgono problemi. Il paziente si sente grato di avere l'opportunità di essere seguito.

Tale dicotomia è presente nel discorso dei pazienti partecipanti a questa ricerca: “Nel disegno, ho rappresentato un cuore con una metà scura, che rappresenta l’ansia, e una parte chiara, la felicità di essere operato” (T. R., 2014, M, 12); “. . . i medici ti aiutano quando hai bisogno” (T. R., 2014, M, 13); “. . . è bellissimo che la gente che abbia bisogno sia guarita” (T. R., 2014, F, 10). Quest’atteggiamento è manifestato in espressioni come “mi sento fortunato” (T. R., 2014, M, 12); “mi sento un fiore baciato dal sole” (T. R., 2014, F, 17); “mi sento sicuro” (T. R., 2014, F, 11); espressioni che raffigurano l'ospedalizzazione come “un momento di felicità e di gioia” (T. R., 2014, F, 9) e l'ospedale come una rappresentazione di “vita” (T. R., 2014, F, 15). In questo caso, l'attribuzione di significati positivi all'ambiente è legata alla soddisfazione dei requisiti indispensabili al mantenimento della vita.

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Un'altra caratteristica dei risultati sul messaggio ambientale è che le categorie di parole ed espressioni utilizzate dai pazienti per definire la propria stanza di degenza sono state recidive nelle varie questioni del Modulo d’Indagine. Questo risultato dimostra che le categorie sono rappresentative del modo in cui i partecipanti hanno interpretato l’ambiente dell’ospedale. Quando qualità positive sono state presenti — e questa situazione è stata, come discusso in precedenza, la più comune — la camera di degenza è stata percepita come: (a) allegra, vivace, interessante e divertente; (b) calma, tranquilla, rilassante; (c) comoda, accogliente, dove si sta bene, a proprio agio e ci si sente libero, non oppresso; (d) rassicurante, che fa sentire protetto, amato; e (e) bella. I messaggi indicati come "a", "b" e "c" sono stati i più frequenti. Al contrario, quando qualità negative sono state presenti nel discorso dei pazienti, la camera è stata percepita come: (f) scomoda, disordinata, tediosa, che mette a disagio; e (g) associata a stati d’animo negativi (come ansia, paura), dolore e debolezza. Possono essere osservati in questo insieme di messaggi ambientali, espressioni che si riferiscono sia a una dimensione affettiva (legata all’evocazione di sentimenti) sia a una dimensione cognitiva del significato ambientale (legata ad aspetti denotativi o spazio- percettivi26 dell’ambiente).

Secondo Tuan27, il processo percettivo parte dalla selezione di stimoli ambientali disponibili — ossia, dalla scelta di ciò che è percepito — in ragione degli interessi e delle disposizioni dell’osservatore. Pertanto si può considerare che il gruppo di qualità ambientali descritte nel paragrafo precedente riflette gli interessi dei partecipanti a questo studio, vale a dire, rispecchia gli aspetti dell'ambiente che sono importanti per loro. Questi aspetti ambientali possono differire da quelli privilegiati dagli adulti28, soprattutto se si considera che la percezione ambientale risponde alle esigenze specifiche del processo evolutivo: ha un ruolo decisivo nello sviluppo umano, perché corrisponde a modi d’interazione ambientale specifici per la fase di sviluppo che l'individuo attraversa. Cioè, il modo in cui il bambino percepisce è anche in funzione delle sue necessità d’interazione con l'ambiente — per esempio, rispondere immediatamente alle fonti di stimolazione ambientale e agire in modo tipicamente esplorativo29 — e ha un impatto sul suo sviluppo. Un’ulteriore dimostrazione che le qualità e gli attributi ambientali si differenziano per l’importanza in ragione della fascia di età considerata è stata la relazione statisticamente significativa trovata tra la variabile età e le variabili di valutazione ambientale. La valutazione complessiva della camera di degenza è peggiorata con l'aumentare dell'età. In più, più vecchio era il paziente, meno ha considerato l’ambiente come rassicurante, ordinato, bello, invitante, rilassante, comodo, di buon gusto e gradevole. Questo risultato suggerisce che, anche tra i bambini e gli adolescenti, ci sono differenze sulle preferenze e priorità legate all'ambiente. La differenza più evidente, emersa anche dalla testimonianza degli intervistati, è che i pazienti pediatrici più grandi non apprezzano la presenza di quadri e illustrazioni che contengano simboli emblematici dell'infanzia: “Sono grande, ma in questa stanza mi sento un bambino” (T. R., 2014, M, 15). Questi simboli sono un motivo di disagio e d’insoddisfazione. La letteratura dimostra che quadri d’arte non emblematici dell'infanzia sono preferibili per i bambini più grandi e i giovani adulti30 e che spazi appropriati a ogni fascia di età sostengono l'esperienza positiva dei bambini e degli adolescenti in ospedale31. Queste considerazioni

26 RUSSELL J. A. et al., 1981. 27 TUAN Y.-F., 1980. 28 SAID I., 2007. 29 ibid. 30

NANDA U. et al., 2009; ULLÁN A. M. et al., 2012.

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155 supportano l'idea che è necessario pensare a spazi ospedalieri centrati sulle esigenze dei diversi gruppi di utenti.

Per quanto riguarda le preferenze condivise, tuttavia, così come discusso da Said32, si osserva che i bambini e gli adolescenti partecipanti allo studio hanno dato priorità agli aspetti funzionali dell'ambiente a scapito degli aspetti estetici. Quando ai partecipanti è stato chiesto del loro modo di vedere e sentire la camera di degenza, l’aspetto della bellezza degli ambienti, seppur presente nei discorsi dei pazienti, è stata la categoria di messaggio ambientale meno ricorrente. Invece è risultato molto frequente il riferimento a quanto legato a divertimento, gioia, conforto, libertà, tranquillità e protezione. Si sottolinea la presenza di significati legati sia all'esperienza di ospedalizzazione — relativi a luoghi tranquilli e protettivi, adeguati al riposo — sia a interessi specifici della fase di sviluppo di bambini e adolescenti, in cui il gioco, il divertimento e la libertà di movimento svolgono un importante ruolo come meccanismi di stimolazione fisica e sociale. Nella direzione opposta, quando l'ambiente non ha queste qualità, emergono significati come “noioso”, “tedioso”, “triste”, “scomodo”, “che mette a disagio” e “pauroso”. Questi messaggi ambientali, per opposizione, rafforzano le qualità consoni agli interessi e alle disposizioni dei partecipanti.

Considerando i significati emersi dalle risposte dei partecipanti, non con grande sorpresa, la camera di degenza è stata più spesso associata a "casa". Come una casa infatti, la stanza d'ospedale è stata tipicamente percepita come rilassante, accogliente, comoda, un luogo di socializzazione che ispira bei pensieri e sentimenti — come la felicità, la gioia e l’amore — e in cui ci si sente a proprio agio. La camera di degenza, come la casa, può permettere la rigenerazione di risorse compromesse dalla malattia e dall’ospedalizzazione: “Questa stanza, la paragonerei alla mansarda di casa mia, perché lì, quando sono agitato, mi rilasso e inizio a pensare a cose belle che mi tranquillizzano, come in questa stanza” (T. R., 2014, M, 12). La casa, come la prima opera di riferimento esistenziale, è il luogo da cui partono, per contrasto, le definizioni attribuite dagli individui all'ambiente esterno33. In tal senso, Rapoport34 ha sostenuto che i significati attribuiti da un soggetto a determinate configurazioni ambientali sono rivissuti ogni volta che queste stesse configurazioni si ripresentano all'individuo. Poiché questi significati sono costruiti in un determinato contesto socio-ambientale, possono essere socialmente condivisi, com’è stato osservato nel presente studio.

Un altro aspetto che ha caratterizzato l'attribuzione di significato alla camera d’ospedale è stato il modo dinamico in cui è avvenuta. La comprensione di quest’aspetto si è verificata attraverso la tecnica di autobiografia ambientale: il partecipante ha descritto la sua esperienza nella camera di degenza. In questo modo, sono stati osservati quattro tipi diversi di esperienza: l'impressione del partecipante sull'ambiente (a) è stata prevalentemente positiva ed è rimasta invariata per tutto il periodo di ricovero (il 54,72% delle occorrenze); (b) è passata da negativa a positiva (il 33,96% delle occorrenze); (c) è stata prevalentemente negativa ed è rimasta invariata fino al momento della dimissione (il 10,06% delle occorrenze); e, infine, (d) è passata da positiva a negativa (l’1,26% delle occorrenze). Ciò significa che non sempre l'impressione ambientale è stata costante: ci sono stati casi in cui i significati attribuiti all'ambiente sono cambiati nel corso dell’ospedalizzazione, passando da positivi a negativi o viceversa. Anche aspetti ambientali concreti, denotativi, come le qualità dimensionali del luogo, sono stati soggetti a cambiamenti: “Appena ci sono arrivata, [la stanza] mi sembrava piccola con i letti non adatti a me. Ma ora mi sembra spaziosa, colorata

32 SAID I., 2007. 33 FELIPPE M. L., 2010a. 34 RAPOPORT A., 1990.

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e comoda” (T. R., 2014, M, 13).

Questo risultato suggerisce che l'esperienza vissuta in ogni momento durante la degenza può influenzare il modo in cui si percepisce l'ambiente. Esperienze piacevoli, che soddisfano le esigenze, le attese e le necessità dei pazienti, possono trasformare una prima impressione negativa in positiva. Al contrario, esperienze stressanti, che sono di ostacolo al processo di rigenerazione, collaborano a creare una valutazione negativa del luogo, anche se all'inizio la percezione era stata diversa. A sostegno di questa tesi, sono di seguito citati i racconti di alcuni pazienti circa la loro esperienza nella camera di degenza: “La mia prima impressione su questa camera non era un granché, ma poi ho scoperto che ci si può divertire molto” (T. R., 2014; M, 11); “all’inizio, appena sono entrata, ho pensato che questa stanza fosse più per bambini fino ai 10 anni, poi mi ci sono ambientata quasi subito, e mi ha fatto rilassare, ed è molto allegra e mi ci sono trovata bene” (T. R., 2014, F, 12); “la prima volta che sono entrato ho pensato che la stanza era come una sala d’attesa, un po’ noiosa, ma passando il tempo ho provato tranquillità, serenità e gioia e mi sono divertito con i miei genitori” (T. R., 2014, M, 12); “era una bella camera, ma infine mi sono accorto che è troppo da bambino” (T. R., 2014, M, 15).

Bagot et al.35, in un'indagine svolta sui bambini nei cortili scolastici, hanno scoperto che le esperienze vissute in quel luogo — in termini di attività fisica, interazione sociale, affetto positivo e affordance percepito — spiegano gran parte della varianza in rigenerazione percepita. La percezione del benessere consentito o addirittura promosso dall'ambiente può contribuire alla costruzione di significati ambientali di valore positivo. Pertanto, l'esperienza vissuta nel luogo è un fattore importante da considerare nel processo di significazione: il senso elaborato sarà necessariamente basato sull'esperienza che lo spettatore/utente ha avuto in e con il luogo e non solo sull'impatto iniziale che il posto ha suscitato. Questo concetto concorda con i principi del processo cognitivo ambientale: l'acquisizione di conoscenza è un continuo confronto d’informazioni o immagini previe con esperienze e dati ambientali nuovi. Questo confronto aggiorna costantemente lo

status percettivo e può o no generare nuove rappresentazioni ambientali, diverse

da quelle precedenti, come funzione della qualità delle interazioni stabilite con l'ambiente socio-fisico.

Questo processo percettivo è di particolare importanza in ambienti sconosciuti: permette di fare una prima valutazione ambientale che servirà poi a regolare l’interazione dell’individuo con il nuovo ambiente. È, pertanto, una funzione adattativa che promuove l’approssimazione ad ambienti potenzialmente benefici o l’evitamento di luoghi che, in qualche misura, offrono possibili rischi. L'ambiente ospedaliero può essere considerato un luogo con il quale una gran parte delle persone non ha familiarità, poiché non fa parte della loro routine quotidiana. Questo può spiegare il motivo per cui, nel presente studio, l’ambiente è stato sotto costante esame da parte dei partecipanti, che cambiavano i significati attribuiti alla camera man mano che la sperimentavano. Questo risultato porta implicazioni metodologiche per quanto riguarda l'indagine del linguaggio ambientale: dati diversi possono essere ottenuti in periodi anche diversi di tempo. Infine, come parte dello studio sul messaggio ambientale, sono state fatte osservazioni di tracce ambientali al fine di comprendere il significato attribuito dal paziente alla camera di degenza. Si è costatato che il numero di oggetti personali presenti nelle camere è stato significativamente superiore alla fine del periodo di ricovero rispetto all’inizio. Inoltre, una maggior quantità di oggetti è stata legata a una peggiore valutazione ambientale in modo generale e, specificatamente, a una

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157 percezione di disordine e scomodità. Cioè, quanto maggior è stato il numero di oggetti osservati nella camera, più l’ambiente è stato considerato disordinato e scomodo dal paziente.

Questo risultato permette di comprendere che, più lungo è il tempo che si trascorre all'interno di una camera di degenza, più oggetti vi vengono depositati. Al contrario, brevi periodi di ricovero producono meno tracce ambientali rispetto ai periodi più lunghi. Questi oggetti si accumulano nell'ambiente in base alle esigenze che si presentano nel corso dell’ospedalizzazione. L'accumulo di oggetti spesso riflette quanto può essere inadeguata la camera di degenza se, rimanendoci per lungo tempo, si voglia posizionare effetti personali o svolgere attività tipicamente intraprese in ambito domestico. Una valutazione negativa legata alla nozione di disordine e scomodità può essere dovuta alla percezione d’inadeguatezza dell’ambiente nel soddisfare le esigenze di un normale corso della vita quotidiana. Non a caso, è stata anche osservata una relazione negativa tra la durata della degenza e gli aspetti di ordine e comodità: più lungo è stato il periodo di degenza, meno il paziente ha considerato la camera ordinata e comoda.

La durata del ricovero è stata inoltre relazionata negativamente alla percezione di ambiente silenzioso. Questo risultato suggerisce che un periodo più lungo in ospedale aumenta la probabilità di esposizione a rumore o persino diminuisce la tolleranza del paziente ai suoni indesiderabili.

5.4 RELAZIONE TRA RIGENERAZIONE AFFETTIVA DALLO STRESS