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Caratterizzazione dello stato di stress e della rigenerazione dallo

Suddividendosi la scala di valutazione dello stress in tre fasce uguali di possibili risultati — basso stress, stress mediano e alto stress — si può notare che in tutte le dimensioni valutate, il livello di stress presentato dai pazienti della Fase 1 dello studio è variato tipicamente dalla zona di “basso stress" alla zona di "stress mediano". Tutti i dati forniti dai diversi strumenti convergono su questo risultato, che è stato osservato sia al tempo t1 della Fase 1 sia al tempo t2. Pertanto, si può dire che sono stati riscontrati tipicamente bassi livelli di eccitazione fisiologica percepita; tendenza comportamentale di approssimazione verso la propria camera di degenza; alto piacere, bassa eccitazione e alta tendenza a posizione dominante nel rapporto paziente-ambiente; e, infine, stati affettivi più positivi. Per quanto riguarda questi ultimi, essendo state analizzate le dimensioni delle Scale di Stato di Animo separatamente, si può notare che gli score più favorevoli sono corrisposti alla dimensione rassicurazione: le mediane degli score come risposta alle domande “Ti senti spaventato(a)?” e “Ti senti agitato(a), nervoso(a)?” sono state equivalenti alla posizione "per nulla" della scala (posizione relativa al più basso stress), sia in t1 sia t2. Le mediane degli score come risposta alle domande della dimensione contentezza — “Ti senti felice, allegro(a)?”, “Ti senti di buon umore, simpatico(a)?”, “Ti senti rilassato(a), sereno(a)?” e “Ti senti calmo(a), tranquillo(a)?” — sono anche state uguali in t1 e t2 e sulla soglia tra la condizione di basso stress e stress mediano. Nella dimensione eccitazione, sono stati osservati i valori più sfavorevoli: le mediane degli score come risposta alle domande “Ti senti svogliato(a), pigro(a)?” e “Ti senti di pieno(a) di energia?” sono corrisposte alla posizione “un poco” in t1 (fascia di stress mediano), tendendo a valori più positivi al momento t2 (fascia di basso stress).

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ULRICH R. S. et al., 2010.

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151 La letteratura mostra che la condizione di ospedalizzazione costituisce un fattore di stress11, soprattutto per i bambini e i giovani12. Sia a causa della malattia stessa, delle procedure mediche, degli aspetti legati ai rapporti con l’ambiente fisico e sociale in ospedale, la condizione di ospedalizzazione raccoglie una serie di fattori che possono essere percepiti dal paziente come una minaccia. I fattori di stress sono inoltre potenziati in età evolutiva, perché in questa fase vi sono restrizioni relative alle opzioni di coping disponibili per affrontare lo stress13. Pertanto, ci si può chiedere le ragioni per cui i livelli di stress osservati in questo studio sono stati tipicamente bassi e mediani, e non elevati.

Alcune spiegazioni sono possibili. In questa indagine, è stato considerato come evento stressante l’intervento medico al quale il paziente è stato sottoposto. Questo evento, tuttavia, non è vissuto coscientemente dal paziente, che è tenuto sedato durante tutta la procedura. Al risveglio, può naturalmente esserci lo stress causato dal disagio fisico in generale, dal dolore e dall'incertezza circa il successo d’intervento. Tuttavia, a quel tempo, la fonte originale dello stress — la chirurgia — è un episodio superato, fatto che può essere motivo di sollievo per il paziente. Secondo questa linea di ragionamento, il bambino tenderebbe a mostrare livelli più moderati e bassi di stress dopo l’intervento rispetto a quelli presentati nei momenti precedenti. Quando il paziente si risveglia dopo la procedura medica, alcuni dei fattori di stress in situazioni come questa — rischio di morte durante l’intervento e complicazioni derivanti dall’anestesia14, ad esempio — cessano di esistere. Esso può contribuire a ridurre la paura e la tensione caratteristiche in questi contesti.

Dati a favore di quest’argomentazione possono essere trovati nei discorsi dei pazienti sulla loro esperienza nella camera di degenza15: “Dal momento in cui sono arrivato fino all’operazione la paura era aumentata, ma dopo l’operazione era sparito tutto” (T. R., 2014, M, 15)16; “Mi sento calma, molto felice di essermi operata e avere già finito, . . . mi sono tolta il pensiero” (T. R., 2014, F, 9); “Mi sento vivace e molto tranquilla dopo l’intervento” (T. R., 2014, F, 13). La consapevolezza di aver superato un evento stressante come la chirurgia può essere stata responsabile per gli score favorevoli nella dimensione rassicurazione delle Scale di Stato d’Animo (basso stress sia in t1 sia in t2). Invece il disagio fisico della condizione post-intervento può essere stato responsabile per gli score di stress meno favorevoli, avvenuti tipicamente nella dimensione eccitazione delle Scale di Stato d’Animo al momento t1 della raccolta dati (“Ti senti svogliato(a), pigro(a)?”, “Ti senti di pieno(a) di energia?”).

Un altro motivo dei livelli bassi e moderati di stress può essere stata l’occorrenza di una parte della rigenerazione prima della valutazione al tempo t1. La raccolta dati in t1 si è verificata dopo l’intervento medico, non appena il paziente si è svegliato ed è stato in grado di partecipare alla ricerca. La letteratura indica, tuttavia, che gli effetti rigenerativi dell’ambiente possono apparire rapidamente in pochi minuti e in tempi diversi: entro 4 minuti per effetti fisiologici17, in 10 o 15 minuti per effetti in stati affettivi18. Gli effetti sulla performance cognitiva sono

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ULRICH R. S., 1999.

12

PAO M. et al., 2007; SHAH A. A., OTHMAN A., 2013.

13

EISEN S. L. et al., 2008; MONTI F. et al., 2012; DEL NORD, 2006.

14

JANIS I.L., 1958.

15

I racconti fanno parte dei dati ottenuti attraverso il Modulo d’Indagine del Messaggio Ambientale.

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L'abbreviazione T. R. si riferisce all'espressione “testimonianza raccolta”, cui ha fatto seguito la data del registro, il sesso del rispondente (F per femmina e M per maschio) e la sua età al momento della compilazione del questionario.

17

ULRICH R. S. et al., 1991.

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osservati dopo periodi più lunghi19. Ciò significa che, anche dopo pochi minuti dal risveglio del paziente, alcuni degli effetti rigenerativi potrebbero essere già accaduti e dissipati.

Ciò è particolarmente probabile per gli stati fisiologici — battiti cardiaci e attività respiratoria, per esempio — che tendono a rigenerarsi rapidamente come un meccanismo di conservazione di energia. Hartig, Mang e Evans20, per esempio, non hanno trovato differenze statisticamente significative in stati fisiologici (pressione sanguigna e frequenza cardiaca) rilevati dopo una lunga passeggiata in ambienti rigenerativi e non rigenerativi: è possibile che gli effetti si siano dissipati durante la camminata. Hanno trovato, tuttavia, alterazioni in stati affettivi e

performance cognitiva. Risultati allineati a questi sono anche emersi in un’altra

ricerca di Hartig e colleghi21. Nel presente studio, a differenza delle dimensioni fisiologica, comportamentale e affettiva valutata dalle Self-assessment Manikin Scales, le alterazioni in stato affettivo generale e performance cognitiva sono state predominanti (pochi score sono rimasti costanti), così com’è avvenuto nelle ricerche di Hartig, Mang e Evans22 e Hartig e colleghi23, citate in precedenza. Ciò dimostra che i diversi effetti ambientali possono verificarsi anche in tempi differenti.

In questo modo, è possibile sostenere che alcuni degli effetti rigenerativi si siano verificati in modo immediato e veloce — e questo è particolarmente adattativo nel caso della dimensione fisiologica — prima ancora della raccolta dati in t1, risultando in score bassi di stress sia in t1 sia in t2. Ulrich24 ha affermato che la rigenerazione, come fenomeno adattativo, avviene rapidamente e immediatamente quando opportunità favorevoli sono percepite dall'individuo. Il fatto che i livelli di stress nelle dimensioni fisiologica, comportamentale e affettiva valutata dalle SAM siano stati tipicamente costanti dal t1 al t2 conferma questa ipotesi: questa stabilità potrebbe essere dovuta a una dissipazione di effetti rigenerativi nei primi momenti di coscienza del paziente dopo l'intervento medico. Un altro aspetto da considerare nella caratterizzazione presentata in questa sezione è che, attraverso l'analisi dei dati di rigenerazione affettiva, è stato possibile individuare chiaramente tre gruppi di pazienti: un gruppo costituito di 43 bambini e adolescenti che hanno avuto un miglioramento dello stato affettivo; un secondo gruppo composto di 7 pazienti che hanno presentato lo stesso livello di stress affettivo in t1 e t2; e, infine, un terzo gruppo con 19 pazienti che hanno dimostrato un peggioramento delle condizioni di stress.

Analizzandosi i valori di stress affettivo in t1 e t2 per pazienti rigenerati e non rigenerati separatamente, è stato osservato — in conformità con ciò che è già stato discusso — che gli score sono tesi a livelli bassi e mediani di stress. Il gruppo di pazienti rigenerati ha presentato tipicamente il livello più alto di stress in t1 e il più basso in t2 (sempre nella zona di basso stress). Mentre i pazienti che hanno avuto un peggioramento dello stato affettivo sono passati da una fascia di basso stress in t1 a una fascia di stress mediano in t2, presentando i valori più alti di stress alla fine della degenza.

Importante considerare a questo punto che, per quanto riguarda la dimensione affettiva, pazienti rigenerati e non rigenerati sono partiti dallo stesso livello di stress in t1, poiché non sono state trovate differenze statisticamente significative

19

HARTIG T. et al., 2003.

20

HARTIG T., MANG M., EVANS G. W., 1991.

21 HARTIG T. et al., 2003. 22 HARTIG T. et al., 1991. 23 HARTIG T. et al., 2003. 24

153 tra i gruppi di pazienti a quel tempo. Questo certifica che la condizione da cui è iniziata l'indagine è stata omogenea per tutti i partecipanti del campione. Tuttavia, l'evoluzione dello stato affettivo per ciascuno dei tre gruppi si è verificata in modo diverso lungo il periodo di degenza, risultando in differenze significative tra loro al tempo t2. È rilevante che questi tre gruppi di pazienti, partendo dallo stesso livello di stress affettivo, abbiano raggiunto differenti stati di stress al termine del periodo di ricovero.

Questo risultato è coerente con la discussione di Ulrich25 sulla Teoria del Design di Sostegno: l'ambiente ospedaliero può essere progettato in modo tale da facilitare il far fronte alla malattia e agli aspetti psicosociali legati a essa o, in senso contrario, può causare effetti negativi sui pazienti, funzionando come un elemento di stress o che offre ostacoli alla gestione dello stress.

5.3 CARATTERIZZAZIONE DEL SIGNIFICATO AMBIENTALE