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CARTA GEOLOGICO-TECNICA

Nel documento MICROZONAZIONE SISMICA (pagine 68-78)

8. ELABORATI CARTOGRAFICI

8.2 CARTA GEOLOGICO-TECNICA

Nella stesura della Carta Geologico – Tecnica sono state rappresentate, in primo luogo, le informazioni geologiche e litotecniche attraverso l’utilizzo di due livelli sovrapposti: le UNITA’ GEOLOGICHE (U.G.), rappresentative del substrato rigido, non rigido e dei terreni di copertura, e le UNITA’ LITOTECNICHE (U.L.), rappresentative delle caratteristiche meccaniche dei terreni presenti; a queste unità verranno sovrapposti gli elementi tettonico-strutturali, geomorfologici ed idrogeologici.

UNITA’ GEOLOGICHE (U.G.)

Le unità geologiche saranno, a loro volta, distinte in Unità Geologiche Marine (U.G.M.), corrispondenti al substrato geologico rigido o non rigido, e Unità Geologiche Continentali (U.G.C.), corrispondenti ai depositi continentali e di transizione Quaternari, ovvero ai terreni di copertura. Si andranno di seguito ad esaminare le U.G.M. e U.G.C.

rilevate nel territorio in studio.

Le U.G.M. rilevate nel territorio in studio sono caratterizzate dalla Formazione delle Argille e conglomerati di Ripa Teatina (unità di transizione dal marino al continentale) e dalle associazioni della Formazione di Mutignano, rappresentate a partire dalla meno antica:

• Associazione sabbioso-conglomeratica (FMTd);

• Associazione sabbioso-pelitica (FMTc);

• Associazione pelitico-sabbiosa (FMTa).

Tra le Unità Geologiche Continentali sono presenti:

• Depositi antropici (ant);

• Coltre eluvio-colluviale (col);

• Depositi di frana (fra).

Le U.G.C. presenti corrispondono in prevalenza alle coltri eluvio-colluviali (col), ai diversi depositi di frana (fra) ed in misura minore ai depositi antropici (ant).

UNITÀ GEOLOGICHE MARINE (U.G.M.) (FONTE: FG 372 “VASTO” PROGETTO CARG) SUCCESSIONE DI TRANSIZIONE DAL MARINO AL CONTINENTALE

Argille e conglomerati di Ripa Teatina (RPT) - Conglomerati poligenici, prevalentemente calcarei, eterometrici, clastosostenuti con matrice sabbiosa da bianca

a giallastra, in assetto prevalentemente massivo. I clasti sono generalmente ciottoli e ciottoli grossolani di calcari mesozoici con forme per lo più lamellari embriciate, sferiche e sferiche allungate. Localmente si intercalano livelli cementati con litotipi conglomeratici o corpi lenticolari di sabbie gialle o di arenarie medio-grossolane; inoltre sono presenti all'interno della formazione corpi lenticolari di peliti di colore grigio-verde, che contengono resti vegetali carbonizzati, resti di paleosuoli rossastri e patine di ossidazione. Creano quasi sempre degli estesi plateau, a copertura della sottostante Formazione Mutignano. Si mostrano in contatto erosivo sui sedimenti marini. L'età è Pleistocene medio-superiore. Spessore: 5-35 m. Dal punto di vista geomorfologico le estese superfici pianeggianti che si rinvengono lungo tutto il territorio comunale rappresentano le originarie superfici di deposizione di tale formazione, le quali a seguito dell’Uplift regionale, si

Associazione sabbioso-conglomeratica (FMTd) - Costituiscono i depositi di chiusura del ciclo sedimentario marino, con una facies variabile da litorale a fluvio-deltizia. Tali depositi sono stati smantellati dai più recenti processi di modellamento del paesaggio e costituiscono i lembi residui. La litofacies sabbioso-conglomeratica si presenta stratificata e giace a tetto della successione sabbioso-pelitica con contatto erosivo e discordante. E’ costituita in prevalenza da sabbie ed arenarie gialle medio-fini,

Fig.8.1: affioramento conglomeratico della Formazione delle Argille e Conglomerati di Ripa Teatina (vedi Foto 1 su carta degli affioramenti).

con intercalazioni di livelli di ghiaie e conglomerati o di peliti verdastre. Le sabbie, in genere a granulometria medio-grossolana, si rinvengono in strati a laminazione p.p. ed incrociata a basso angolo. Talvolta si presentano fortemente cementate (arenarie cementate) (Figg. 8.2-8.3-8.4). Gli spessori sono variabili da 5-10 m fino a 35-40 m.

L'età è riferibile al Pleistocene inferiore p.p. (biozona a nannofossili calcarei).

Fig.8.2: affioramento sabbioso-arenaceo del membro FMTd della F.ne Mutignano (vedi Foto 2 su carta degli affioramenti).

Fig.8.3: contatto stratigrafico ed erosivo tra le due formazioni: RPT (conglomerati sopra) e FMTd (arenarie sotto) in Loc. Piano Favaro (fanno parte di un corpo di frana complessa, vedi Foto 3-4 su carta degli affioramenti).

Associazione sabbioso-pelitica - FMTc - E' caratterizzata da alternanze di sabbie e sabbie siltose, a diverso grado di cementazione, con argille ed argille siltose grigiastre, ben stratificate ed internamente laminate. Spessore variabile da 30 m a 70 m. L'età è riferibile al Pliocene superiore - Pleistocene inferiore p.p.

Associazione pelitico-sabbiosa - FMTa - Tale associazione è caratterizzata da argille e argille marnose grigio azzurre, con sporadici orizzonti sabbiosi di spessore millimetrico o centimetrico. Lo spessore è variabile da poche decine di metri fino a qualche centinaia (da letteratura). L'età è riferibile al Pliocene superiore.

Queste associazioni non affiorano quasi mai nell’area studiata (facendo eccezione per quelle zone non accessibili, per le quali non si ha assoluta certezza); sono riportate solo nelle sezioni geologico-tecniche, in base a quanto emerso dai sondaggi geognostici consultati e da dati di bibliografia.

Fig.8.4: altri affioramenti fuori area MZS che mostrano il contatto stratigrafico ed erosivo tra le due formazioni:

RPT (conglomerati) e FMTd (arenarie) (vedi Foto 5-6-7 su carta degli affioramenti).

UNITÀGEOLOGICHEDELQUATERNARIO(U.G.C.) OLOCENE

Coltre eluvio-colluviale - col - materiale detritico a sedimentazione gravitativa e/o da ruscellamento diffuso e/o concentrato; si concentrano lungo i fianchi e alla base di molti versanti; la litologia è variabile dall’interno verso la costa: da sabbie limose localmente ghiaiose a limi argillosi e sabbiosi, che a luoghi possono inglobare ghiaie e ciottoletti centimetrici arenacei. Spessore estremamente variabile da 3 m a 10 m (Fig.

8.5).

Depositi antropici – ant - materiale derivante dall’attività antropica, caratterizzato prevalentemente da terreni di riporto. Si fa riferimento in particolare al rilevato autostradale ed al riempimento del F.sso Rocca San Giovanni. Spessore: 3-30 m.

Depositi di frana - fra - materiale detritico proveniente da movimenti gravitativi lungo i versanti e dal conseguente accumulo a valle; si rinvengono varie tipologie di

Fig.8.5: versante interessato da coltri eluvio-colluviali ad Ovest del capoluogo (vedi Foto 8 su carta degli affioramenti).

movimenti franosi nelle aree che circondano l'abitato di Rocca San Giovanni ed in particolare lungo la costa; la litologia è variabile e dipende dal tipo di deposito da cui ha avuto origine, ma in prevalenza è caratterizzata da sabbie limose e limi sabbiosi, alterati, con presenza più o meno abbondante di ghiaiosi. Spessore ipotizzato: 1-6 m. Si rinvengono varie tipologie di movimenti franosi, di seguito descritti.

Scorrimenti rotazionali - Si tratta di movimenti franosi piuttosto diffusi e generalmente abbastanza estesi. I fenomeni di scorrimento rotazionale (rock-slump) consistono in movimenti rotazionali lungo superfici di forma arcuata e con la concavità rivolta verso l’alto. Si manifestano con la retrogressione di un singolo fenomeno e si compongono di più blocchi caratterizzati da superfici di scorrimento, curve e concave verso l’alto, raccordantisi in profondità. Risultano prevalentemente quiescenti e diffusi soprattutto lungo i versanti nell'area interna del territorio comunale.

Deformazioni superficiali lente - Movimenti gravitativi lenti e continui (Creep o Soliflusso) che coinvolgono le coltri di copertura e di alterazione superficiali e si sviluppano su poche aree non molto estese.

Frane complesse – Alcuni fenomeni franosi si presentano connessi verso valle a movimenti gravitativi di diversa natura (in particolare frane rotazionali), alle quali convergono laddove avvengono bruschi cambi di pendenza.

Vista la difficoltà nel distinguere in maniera netta il termine tra le due tipologie di dissesto, esse sono state raggruppate insieme in un’unica campitura indicata come

“Frana Complessa”.

Sono molte diffuse nel territorio in studio, sia attive che quiescenti, ed in particolar modo concentrate nella fascia costiera a causa di fenomeni di scivolamento o di crollo a partire dalle scarpate sovrastanti, attraverso probabili riattivazioni e movimenti differenti nel tempo, fino ad arrivare alla linea di costa (Figg. 8.6-8.9).

Fig.8.6: versante a Nord-Ovest del capoluogo interessato da frana complessa attiva (vedi Foto 9 su carta degli affioramenti).

Fig.8.7: versanti interessati da frana complessa quiescente a Nord di Loc. Piano Favaro (vedi Foto 10-11 su carta degli affioramenti).

Nelle Linee Guida viene richiesto di indicare con un soprassegno specifico i caratteri litotecnici dei terreni affioranti, distinti per granulometria (e quindi per tipologia di comportamento, che sia esso prevalentemente “coesivo” o “granulare”) e per stati di addensamento o consistenza.

UNITÀLITOTECNICHEDISUBSTRATO

Alle unità geologiche di substrato sopra descritte sono state associate le seguenti unità litotecniche:

Fig.8.8: versante prospiciente il mare interessato da frana complessa quiescente ad Est di Loc. Piano Favaro (in prossimità di Punto Cavalluccio, vedi Foto 12 su carta degli affioramenti).

)

Fig.8.9: versante prospiciente il mare interessato da frana complessa quiescente a Nord-ESt di Loc. Piano Favaro (a Sud della foce del F.sso Valle Grande, vedi Foto 13 su carta degli affioramenti).

)

Argille e Conglomerati di Ripa Teatina (RPT): C1 – Ghiaie e conglomerati identificheranno come aree stabili suscettibili di amplificazione locale.

UNITÀLITOTECNICHEDICOPERTURA

I terreni di copertura sono stati classificati con le seguenti categorie granulometriche:

Terreni granulari:

E6 - Sabbia limosa localmente ghiaiosa

Addensamento: caratterizzati da valori di addensamento moderatamente addensato, con la seguente sigla:

II – Moderatamente addensato

Terreni coesivi:

F3 - Limo-argilloso e sabbioso

Consistenza: caratterizzati da valori di consistenza bassi, con la seguente sigla:

V – Coesivo poco consistente

Vengono inoltre riportate con la simbologia corrispondente i terreni di riporto:

G – Terreni di origine antropica (riporti).

In definitiva per ogni unità litotecnica è stata adottata una sigla come la seguente:

Col E6 II

Nella carta geologico-tecnica sono indicati i seguenti ulteriori elementi geomorfologici e strutturali:

- Scarpate Vengono distinte con simbologia differente le scarpate morfologiche con altezze differenti: H<10m, 10m<H<20m e H>20m;

- Scarpate di frana Vengono distinte con simbologia differente in base all’attività della scarpata e del movimento franoso;

- Zone di cresta Si tratta di rilievi allungati, con i versanti adiacenti che presentano da medie ad elevate pendenze topografiche;

- Sondaggi Sono ubicati i sondaggi con indicazione di profondità in metri del substrato rigido raggiunto

Per quanto riguarda i dati idrogeologici, sebbene le indagini a disposizione comprendono anche alcuni dati dei livelli di falda rilevati a profondità inferiore a 15 m dal p.c., si omette di riportare sulla carta Geologico-Tecnica l’indicazione delle aree con falda a profondità inferiore ai 15 m dal p.c., poiché oltre ad avere un numero molto esiguo di dati rispetto al territorio, si ritiene, come già accennato, che per caratteristiche topografiche e stratigrafiche, probabilmente le misure piezometriche riportate non corrispondono a vere e proprie falde, ma potrebbero essere locali accumuli all'interno dei terreni meggiormente permeabili; inoltre la perimetrazione delle aree non sarebbe probabilmente corretta, perché andrebbe ad interessare solo alcune zone, mentre tutto o gran parte del territorio studiato per la MZS, potrebbe presentare falde acquifere, più o meno effimere, nel sottosuolo.

Sono allegate alla Carta Geologico-Tecnica, n. 5 Sezioni geologico–tecniche eseguite lungo direttrici rappresentative dell’assetto geologico e geomorfologico, utilizzando i dati di sottosuolo della Carta delle Indagini, dei log stratigrafici e degli spettri del rumore strumentale acquisiti lungo o in prossimità delle sezioni.

Nel documento MICROZONAZIONE SISMICA (pagine 68-78)

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