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CONFRONTO CON LA DISTRIBUZIONE DEI DANNI DEGLI EVENTI PASSATI (CENNI SULLA STORIA URBANISTICA DEL TERITORIO COMUNALE)

Nel documento MICROZONAZIONE SISMICA (pagine 81-88)

Il Comune di Rocca San Giovanni è un piccolo centro in provincia di Chieti disposto sulla sommità di un colle roccioso che si eleva a 155 metri dal livello del mare tra la foce del fiume Sangro e quella del torrente Feltrino. Le prime tracce della cittadina, reperibili in un diploma firmato dall’imperatore Enrico III indirizzato al Monastero di San Giovanni in Venere, risalgono al 1047, ma è il 1076 l’anno che segna la nascita del primo vero nucleo abitato.

Di chiara impronta medievale, Rocca San Giovanni, posta su uno sperone roccioso e circondata interamente da campi coltivati, nel tredicesimo secolo, grazie alla volontà dell’Abate Oderisio II, vive un periodo di splendore: la cerchia dell’abitato viene allargata; si costruisce una possente cinta muraria e tre torri quadrangolari con lo scopo di dare rifugio, in caso di assalti, ai monaci appartenenti all’Abbazia di San Giovanni in Venere. Altri accomodi e la creazione di una piazza centrale veramente grandiosa ed armonica, hanno contribuito a dare a Rocca un aspetto accogliente ed invitante, che la rendono uno dei paesi più ben costruiti e più dilettevoli della Provincia di Chieti.

L’opera benefica e illuminata di Oderisio II assicurarono a Rocca un lungo periodo di pace e benessere, che durò indisturbato per più di un secolo e precisamente fino al 1346 quando lo stato di pace fu tragicamente interrotto da una lotta funesta con la vicina Lanciano, che non potendo espugnare il castello e catturare l’Abate, rubarono una grandissima quantità di frumento nelle campagne vicine ed appiccarono il fuoco a numerosi edifici. Sulla fine del secolo XIV durante il grande scisma d’Occidente, il conte di Manoppello Ugone Orsini, fedelissimo della Regina e capo degli Scismatici di tutto l’Abruzzo, assalì l’abbazia di S. Giovanni in Venere e i suoi monaci; dopo un assalto furibondo occupò anche Rocca San Giovanni, ma la foga dell’Orsini si infranse contro le munitissime difese del castello di Rocca dove si erano rifugiati l’Abate ed i monaci.

L’Orsini non potette far meglio che cingere d’assedio il Castello, ma visti i vani sforzi incendiò tutto l’abitato di Rocca. L’assalto dell’Orsini provocò notevoli danni a Rocca ed alle sue mura ma l’Abate Giacomo Capograsso di Sulmona iniziò l’opera di restauro nel 1400.

Un nuovo flagello venne ad abbattersi su Rocca nel 1456: un violento terremoto procurò danni notevoli all’abitato. Ma da allora Rocca rifiorì e raggiunse uno stato di floridezza. Un altro terremoto, molto più violento di quello del 1456, colpì Rocca S.

Giovanni nel 1672, che distrusse quasi tutta l’abbazia e parte notevole di Rocca.

Il terremoto del 5 dicembre 1456, di magnitudo 7.1, con epicentro nella zona di Benevento, viene considerato uno degli eventi più forti dell'ultimo millennio che abbia interessato buona parte del Centro e Sud Italia. Arrecò parecchi danni e crolli da Napoli a Teramo, a L'Aquila, agli Altipiani Maggiori (sono stati stimati dai 20.000 ai 30.000 morti). Potrebbe essere stato costituito da una sequenza sismica di più eventi che avrebbero sommato i loro effetti (epicentri nel Sannio, sul fiume Pescara e nel Matese).

Le scosse si susseguirono distruttrici il 15 e il 17 dicembre e lo sciame sismico fu avvertito dalla popolazione sino al 27 dello stesso mese.

Il terremoto del giugno 1672, con epicentro tra L'Aquila, Amatrice e Monreale, di cui non si hanno informazioni più dettagliate, risultò più distruttivo per l'abitato di Rocca San Giovanni.

10. ANALISI DEI RAPPORTI TRA LA CARTA DELLE M.O.P.S. E LO STRUMENTO URBANISTICO

All'interno del territorio comunale di Rocca S. Giovanni sono state definite in totale n. 5 M.O.P.S. descritte nel Par. 8.3. Dando uno sguardo allo strumento urbanistico comunale vigente, P.R.E. (Piano Regolatore Esecutivo) la cui adozione risale al 2011, si nota come per la maggior parte delle aree comunali si prevedono espansioni all'interno o nei pressi di nuclei già edificati, lasciando ampio spazio ad aree sottratte all'urbanizzazione (zone SIC, agricole, a verde pubblico, fasce di rispetto, altro).

In definitiva la maggior parte delle zone urbanistiche in espansione e/o comunque ove è prevista edificazione come: completamenti di nuclei originari (centro storico), completamenti residenziali-turistici con o senza lotti convenzionati (periferia ovest del capoluogo, Santa Maria, San Giacomo - Caravaggio, San Giacomo e San Giovanni), l'espositivo-commerciale e ricettivo (svincolo A14), alcune aree di interesse turistico (strada comunale Pisciarelli) ed anche le zone ove sono previste aree di espansione artigianale e per attrezzature di interesse generale (Santa Maria e San Giacomo), rientrano all'interno della MOPS 1.

In queste aree i valori di frequenza F0 registrati sono compresi (tranne che in un caso) tra 10 e 18, in un range di valori quindi tale da non destare particolari fenomeni di risonanza nell'ambito edilizio-infrastrutturale.

In località Valle Grande, ove sono previsti campeggi ed attrezzature turistiche sovracomunali, ad essere interessata è la MOPS 4 rappresentata da coperture eluvio-colluviali. Anche in questo caso, i risultati ottenuti dalla misurazione HVSR (nessun picco significativo), non comportano particolari situazioni di vulnerabilità per le opere in essere.

In alcune aree dove sono previsti completamenti residenziali e turistici, invece, ad essere interessate sono la MOPS 3, nella quale non sono stati rilevati picchi di frequenza fondamentale significativi, e la ZAFR_A (a ridosso della strada comunale Bocache - Acquarelli) e la ZAFR_Q (a Sud - Est del confine comunale).

Discorso a parte merita l'ampia zona ubicata sul lato orientale del territorio comunale a confine con il mare Adriatico (Loc. Vallevò). Tutti gli interventi previsti, ovvero piano di recupero di nuclei marini e completamenti di interesse turistico, vanno a

ricadere all'interno delle ZAFR_A e della ZAFR_Q , ovvero in aree ove sono presenti instabilità per fenomenologie franose.

Penne, aprile 2015

Il professionista incaricato

Dott.ssa Geol. Caterina VELLANTE

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Nel documento MICROZONAZIONE SISMICA (pagine 81-88)

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