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Come è emerso nei capitoli precedenti, la tradizione risalente alle Elleniche di Ossirinco è confluita essenzialmente in Diodoro, tramite la mediazione di Eforo13, mentre quella senofontea ha trovato, non a caso, un seguito nei due

principali biografi di Agesilao, vale a dire Nepote e Plutarco14. Le due

tradizioni non hanno tuttavia sempre seguito percorsi paralleli, ma si sono talvolta intersecate tra loro, seppure superficialmente. Per fare solo un paio di esempi, Pompeo Trogo, pur collocandosi nel filone delle Elleniche di Ossirinco15, fa una concessione alla tradizione senofontea affermando che dopo

la guerra del Peloponneso gli Spartani concepirono il desiderio di conquistare l’Asia16. In modo speculare, Plutarco si discosta da Senofonte includendo Atene

tra le città che si lasciarono corrompere dall’oro persiano17. Si tratta tuttavia di esempi marginali, tali da non snaturare la tradizione cui gli autori risalgono. Anche a proposito del silenzio di Plutarco circa il ruolo di Titrauste nell’invio dell’oro persiano si tratta soltanto di un’omissione, non dell’adesione a una

12 Cfr. supra, pp. 92-93. 13 Cfr. supra, pp. 37-41. 14 Cfr. supra, pp. 105-106. 15 Cfr. infra, pp. 123-125. 16 Iust., VI 1.

17 Plut., Ages. 15, 6. Altrove (Cim. 19), Plutarco sembra ugualmente mescolare tradizioni

differenti: afferma infatti che Agesilao riprese la guerra contro i Persiani là dove l’aveva interrotta Cimone, ma dopo un breve conflitto, senza avere ottenuto risultati degni di nota, fu richiamato in patria per via delle lotte intestine tra i Greci. Nel suo racconto, il significato panellenico dell’impresa di Agesilao, un tratto che si avvicina alla tradizione senofontea, è quindi subito ridi- mensionato dalla svalutazione delle gesta compiute dal re spartano in Asia, secondo una linea nar- rativa prossima a quella delle Elleniche di Ossirinco.

tradizione diversa. Nel caso dei racconti di Polieno e di Pausania si può invece parlare di vera e propria contaminazione delle due tradizioni dato l’intreccio di elementi fondamentali appartenenti a entrambe.

Il racconto di Polieno riguardo alla cattura di Tissaferne sembra derivare interamente dalla tradizione delle Elleniche di Ossirinco, dal momento che fa riferimento a particolari presenti sia nei frammenti londinesi sia in Diodoro18.

Sono ricordate infatti le lettere inviate dal Re ai satrapi per ordinare loro di collaborare con Titrauste all’arresto di Tissaferne ed è ricordato in particolare il ruolo di Arieo19. A proposito invece della tregua tra Agesilao e Tissaferne, rotta

da quest’ultimo, Polieno sembra seguire Senofonte, come si evince dalla soddisfazione del re spartano per lo spergiuro commesso dal satrapo che aveva reso gli dei favorevoli ai Greci20. Si tratta tuttavia di stratagemmi diversi in cui

è comprensibile che l’autore adoperasse fonti diverse. Senofonte tratta infatti molto sbrigativamente la caduta di Tissaferne, mentre si dilunga sull’eusebeia di Agesilao.

Il passo degli Stratagemmi che rivela invece un’autentica contaminazione riguarda il tema centrale della divergenza tra le Elleniche di Ossirinco e Senofonte, vale a dire l’oro persiano:

KÒnwn Farnab£zJ summacîn 'Aghsil£ou t¾n 'As…an porqoàntoj œpeise tÕn Pšrshn crus…on pšmyai to‹j dhmagwgo‹j tîn pÒlewn tÁj `Ell£doj, o‰ labÒntej pe…sousi t¦j patr…daj ™kfšrein tÕn prÕj Lakedaimon…ouj pÒlemon. Oƒ mn dekasqšntej œpeisan, kaˆ sunšsth pÒlemoj KorinqiakÒj· oƒ d Sparti©tai tÕn 'Aghs…laon ™k tÁj 'As…aj ¢nekalšsanto.

Mentre Agesilao devastava l’Asia, Conone, alleato di Farnabazo, persuase il per- siano a inviare dell’oro ai demagoghi delle città della Grecia, i quali, dopo averlo ricevuto, avrebbero convinto i rispettivi paesi a muovere guerra agli Spartani. Coloro che furono corrotti riuscirono nella loro opera di persuasione e scoppiò la guerra di Corinto. Gli Spartiati richiamarono Agesilao dall’Asia.21

Apparentemente, questo passo sembrerebbe dipendere dalla tradizione delle Elleniche di Ossirinco, in quanto mette in relazione l’invio dell’oro con Farnabazo e non con Titrauste come fa Senofonte22. Tuttavia, è stato

giustamente osservato23 che Polieno si discosta significativamente dallo storico

di Ossirinco e aderisce invece alla tradizione senofontea in quanto considera l’oro persiano determinante per lo scoppio della guerra di Corinto,

18 Cfr. W

ALKER 1913, p. 64; BRUCE 1967, p. 21.

19 Polyaen., VII 16, 1. 20 Polyaen., II 1, 8. 21 Polyaen., I 48, 3.

22 Sulla derivazione del I libro di Polieno da Eforo, e quindi sulla sua appartenenza al filone

storiografico risalente alle Elleniche di Ossirinco, cfr. WALKER 1913, pp. 62-63.

23 Cfr. D

giudicandolo quindi uno strumento di corruzione. Sembra piuttosto trattarsi di un tentativo di conciliare le due tradizioni contaminandole in modo da sciogliere le aporie che le rendono tanto lontane tra loro24. L’attribuzione dell’invio dell’oro a Farnabazo in seguito alle devastazioni compiute da Agesilao in Asia Minore permette di accordare il racconto delle Elleniche di Ossirinco, che attribuiva l’invio dell’oro all’iniziativa di Farnabazo25, con

quello di Senofonte, il quale stabiliva un nesso esplicito tra le campagne di Agesilao e l’invio dell’oro in Grecia26.

Questo tentativo di conciliazione tra le due tradizioni non è originale, ma, come già osservato27, risale almeno al Filippo di Isocrate, la cui cronologia degli eventi corrisponde a quella del passo di Polieno. Data l’impossibilità di verificare l’origine della contaminazione operata da Polieno, rimane aperta la possibilità che quest’ultimo non leggesse le Elleniche di Ossirinco di prima mano, ma per mezzo di un intermediario.

Da parte sua, Pausania mostra di dipendere, nell’impianto complessivo del suo racconto, da Senofonte. Egli attribuisce infatti agli Spartani il progetto di passare in Asia per rovesciare Artaserse II28. Riguardo al sacrificio di Aulide, il

Periegeta mostra di seguire il resoconto senofonteo pur aggiungendo che Agesilao riteneva più glorioso abbattere l’impero persiano che l’impero di Priamo come aveva fatto Agamennone29. Un primo timido segno di

scostamento dalla tradizione senofontea si riscontra a proposito della battaglia di Sardi, localizzata da Pausania nella piana del fiume Ermo30, quando l’autore

afferma che Agesilao vinse in battaglia sia la cavalleria sia la fanteria persiana31. Alla breve descrizione dello scontro Pausania aggiunge che

l’esercito persiano sconfitto da Agesilao era il più grande mai schierato in

24 Cfr. BARBIERI 1955, p. 93; BONAMENTE 1973, p. 69.

25 Cfr. ACCAME 1951, p. 29. Sulla cronologia dell’invio dell’oro persiano secondo lo storico

di Ossirinco, cfr. supra, pp. 14-15.

26 Singolare è l’ipotesi di Judeich (1892, p. 68), secondo cui Timocrate fu inviato da Titrauste

su suggerimento di Conone. Si tratta di un tentativo di conciliazione del racconto di Senofonte con quello di Polieno (all’epoca Judeich non poteva ancora leggere le Elleniche di Ossirinco!) di per sé non impossibile, dal momento che Conone e Titrauste si incontrarono a Sardi nella tarda estate del 395, ma non corroborato da alcuna fonte antica. Per le obiezioni di carattere cronologi- co a una datazione della missione di Timocrate nel 395, cfr. supra, pp. 18; 87-88.

27 Cfr. supra, pp. 92-93. 28 Paus., III 9, 1. 29 Paus., III 9, 3-4. Cfr. B

OMMELAER 1983, p. 22.

30 Non pare esserci grande contraddizione con la tradizionale localizzazione della battaglia

nella valle del Pattolo. Se si considera che il Pattolo è un affluente dell’Ermo, si può pensare che una battaglia combattuta nella valle del Pattolo potesse essere collocata nel bacino dell’Ermo. In alternativa, si può ipotizzare che lo scontro abbia avuto luogo presso la confluenza dei due fiumi; cfr. NELLEN 1972, p. 52.

31 Paus., III 9, 6. Senofonte (Hell. III 4, 23) riferisce invece che la fanteria nemica non parte-

campo dai tempi di Dario e Serse, un’iperbole assente nel racconto senofonteo e probabilmente da attribuire al Periegeta stesso.

Riguardo agli incidenti tra Locresi e Focesi, Pausania afferma che ad aprire le ostilità furono i Locresi di Anfissa, vale a dire i Locresi Ozolî, istigati dai Tebani a saccheggiare la terra contesa con i Focesi. Ciò provocò la reazione di questi ultimi facendo precipitare la situazione: i Tebani si allearono con i Locresi inducendo i Focesi a chiedere aiuto a Sparta32. Il Periegeta si accorda

con Senofonte quando afferma che i Tebani sobillarono i Locresi anziché i Focesi, anche se lo scrittore ateniese parlava dei Locresi Opunzi e non di quelli Ozolî. D’altro canto canto, Pausania si accorda con il racconto delle Elleniche di Ossirinco nell’individuare nei Locresi Ozolî coloro che furono coinvolti negli incidenti33. Inoltre, il Periegeta menziona un’ambasceria ateniese che

avrebbe tentato invano di persuadere gli Spartani a sottoporre la questione a un arbitrato34. Lo storico di Ossirinco riferisce solamente di un’ambasceria

spartana che aveva inutilmente tentato di impedire l’invasione tebana della Focide, mentre Senofonte tace entrambe le ambascerie35. Non è possibile sapere

se l’ambasceria ateniese ricordata da Pausania fosse riferita anche in una parte perduta delle Elleniche di Ossirinco36.

La vicenda che mostra in maniera più evidente la contaminazione delle due tradizioni storiografiche riguarda, come è facile immaginare, la questione dell’oro persiano:

oátoj æj ¢f…keto ™j S£rdeij, aÙt…ka ™penÒei trÒpon ú tini ¢nagk£sei Lakedaimon…ouj t¾n ™k tÁj 'As…aj ¢nakalšsasqai strati£n. ”Andra oân `RÒdion Timokr£thn ™j t¾n `Ell£da pšmpei cr»mata ¥gonta, ™nteil£menoj pÒlemon ™n tÍ `Ell£di ™rg£sasqai Lakedaimon…oij. Oƒ d tîn crhm£twn metalabÒntej 'Arge…wn mn KÚlwn te enai lšgontai kaˆ Swd£maj, ™n Q»baij d 'Androkle…dhj kaˆ 'Ismhn…aj kaˆ 'Amf…qemij· metšsce d kaˆ 'Aqhna‹oj Kšfaloj kaˆ 'Epikr£thj kaˆ Ósoi Korinq…wn ™frÒnoun t¦ 'Arge…wn Polu£nqhj te kaˆ TimÒlaoj.

Appena giunse a Sardi, costui (scil. Titrauste) si mise subito a riflettere come co- stringere gli Spartani a richiamare l’esercito dall’Asia. Inviò dunque in Grecia un uomo di Rodi, Timocrate, con del denaro, incaricandolo di suscitare una guerra contro gli Spartani. Coloro che presero la propria parte di denaro erano, a quanto dicono, Cilone e Sodamante tra gli Argivi, Androclide, Ismenia e Amfitemide a

32 Paus., III 9, 9. 33 Cfr. G

RENFELL-HUNT 1908, pp. 119-120; MUSTI-TORELLI 1991, pp. 186-187; SZEMLER

1996, p. 98. I due autori sono tuttavia in disaccordo tra loro riguardo ai beni saccheggiati, greggi secondo lo storico di Ossirinco, campi coltivati secondo Pausania; cfr. BONAMENTE 1973, p. 131.

34 Paus., III 9, 11. Accame (1951, pp. 26-27) avanza cautamente l’ipotesi che l’ambasceria

ateniese a Sparta possa essere un duplicato eforeo dell’ambasceria spartana a Tebe.

35 Cfr. supra, pp. 95-96. 36 Cfr. D

Tebe; parteciparono alla distribuzione del denaro anche gli ateniesi Cefalo ed Epicrate e quanti tra i Corinzi erano favorevoli agli Argivi, Poliante e Timolao.37

In accordo con Senofonte, Pausania afferma esplicitamente il nesso tra Titrauste e Timocrate, indicando il plenipotenziario persiano come l’artefice della corruzione delle fazioni antilaconiche in Grecia. Il participio metalabontes richiama l’identica espressione adoperata da Senofonte a proposito della spartizione dell’oro persiano tra i capi antilaconici corrotti38, offrendo un nuovo indizio a favore della

dipendenza, in questo passo, di Pausania dallo scrittore ateniese.

Tuttavia, tra i politici che presero il denaro straniero per fomentare la guerra contro Sparta, Pausania include anche gli ateniesi Cefalo ed Epicrate. Questo elemento, mentre allontana inequivocabilmente il Periegeta da Senofonte, lo avvicina invece alle Elleniche di Ossirinco, che, oltre a includere Atene tra le città che ricevettero l’oro, ricordavano anche i due demagoghi. Dal momento che, come già osservato39, l’esclusione di Atene era un’invenzione della

propaganda filoattica, accolta da Senofonte, intesa a risparmiare alla polis l’accusa di essere stata corrotta dall’oro persiano, è probabile che Pausania abbia preferito seguire un’altra fonte a proposito dei capi antilaconici che ricevettero l’oro40. La fonte in questione deve appartenere alla tradizione

risalente alle Elleniche di Ossirinco, ma sembra difficile provare una derivazione diretta del racconto di Pausania da quello dello storico di Ossirinco41. L’elenco

dei politici corrotti scaturisce infatti da una commistione tra Senofonte e le Elleniche di Ossirinco. Il Periegeta menziona l’argivo Cilone, ricordato solo da Senofonte, e un certo Sodamante, altrimenti ignoto. Tra i Corinzi ricorda Poliante e Timolao, entrambi presenti nel racconto di Senofonte, mentre l’autore dei papiri londinesi ricorda per nome solo il secondo. Infine, tra i Tebani, Pausania menziona un trittico, Androclide, Ismenia e Amfitemide, che non si accorda con le due fonti originarie. Androclide e Ismenia sono ricordati sia dallo storico di Ossirinco sia da Senofonte, ma a questi i due autori aggiungono, rispettivamente, Antiteo e Galassidoro42. Se Amfitemide è una

storpiatura del nome di Antiteo43, risulta improbabile una derivazione diretta

37 Paus., III 9, 8. 38 Cfr. supra, p. 84. 39 Cfr. supra, pp. 85-87.

40 Una simile contaminazione delle due tradizioni ha avuto un seguito anche negli studi mo-

derni; cfr. BUCKLER 2000, pp. 319-320.

41 Cfr. M

USTI-TORELLI 1991, p. XXVII.

42 Per una comparazione tra i nomi dei demagoghi nelle fonti antiche, cfr. M

EYER 1909, p. 46.

43 Plutarco sembra tentare una mediazione tra le varianti del nome riportate dalle Elleniche di

dalle Elleniche di Ossirinco, in quanto la variante onomastica sarebbe in questo caso da attribuire probabilmente alla fonte intermedia utilizzata da Pausania44.