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Nella prospettiva senofontea, la missione di Timocrate innescò quindi una serie di eventi che costituirono i prodromi stessi del conflitto, vale a dire gli in- cidenti di frontiera tra Locresi e Focesi che fecero precipitare la situazione. Le nostre due fonti concordano nel riferire che i capi tebani, ritenendo impossibile persuadere la polis a intraprendere un’azione apertamente ostile verso Sparta, decisero di ricorrere all’inganno per spingere Tebe in guerra contro la città la- conica. Le divergenze riguardano però i protagonisti stessi della vicenda. Di- versamente dallo storico di Ossirinco, secondo cui i capi tebani convinsero i Focesi a invadere la Locride occidentale in modo da provocare la reazione dei Locresi Ozolî123, Senofonte sostiene invece che i capi tebani persuasero i Lo- cresi Opunzi a saccheggiare la terra contesa ai Focesi per provocare la reazione di questi ultimi124.

Le divergenze tra i due racconti dipendono verosimilmente dalla segretezza che dovette circondare gli intrighi tebani e dalla difficoltà di stabilire chi avesse compiuto la provocazione in una contesa di vecchia data tra due popoli confi- nanti per i quali la scorribanda era una pratica abituale125. In questa occasione

Senofonte sembra fornire una versione migliore rispetto a quella delle Elleniche di Ossirinco. Come già rilevato126, pare infatti strano che i Tebani, tradizionali

alleati dei Locresi e nemici dei Focesi, si rivolgessero a questi ultimi per istiga- re un attacco contro i primi. Appare invece più verosimile che si rivolgessero agli amici Locresi per organizzare un’incursione ai danni dei Focesi127. Lo stori-

co di Ossirinco era certo un buon conoscitore della Beozia, come si evince dalla sua precisa descrizione della Lega beotica, ma in questo caso le sue informazioni ap- paiono dubbie. Egli sembrerebbe bene informato circa aspetti che potremmo defini- re “strutturali” della Beozia (la sua costituzione federale o la stasis tra filolaconici e antilaconici a Tebe), ma più carente circa eventi puntuali come gli incidenti tra Lo- cresi e Focesi nella primavera del 395. Per quanto la sua versione sia una sorta di

123 Cfr. supra, pp. 58-59. 124 Xenoph., Hell. III 5, 3. 125 Cfr. A

CCAME 1951, pp. 24-25. Sul brigantaggio praticato nel V secolo dai Locresi Ozolî,

vd. Thuc., I 5, 3.

126 Cfr. supra, pp. 58-59. 127 Cfr. M

lectio difficilior, non pare da preferire in questa sede, in quanto le vicende dovettero rimanere particolarmente oscure anche ai contemporanei.

L’aspetto più interessante dell’episodio riguarda tuttavia gli eventi successivi. Secondo Senofonte, al saccheggio della terra contesa seguì, come previsto dagli antilaconici tebani, l’invasione della Locride da parte dei Focesi, la quale dette ai sostenitori di Androclide l’occasione per convincere i Beoti a soccorrere i tradizionali alleati Locresi. Di fronte all’intervento tebano i Focesi chiesero aiuto agli Spartani, i quali, per usare le parole di Senofonte, accolsero con favore il pretesto (prÒfasij) offerto loro per punire finalmente gli odiati Tebani per il loro atteggiamento antilaconico e perciò deliberarono la mobilitazione dell’esercito128. L’apologia dei Focesi, i quali dichiararono agli

Spartani di non essere stati loro a dare inizio alla guerra e che l’invasione della Locride era un atto difensivo, lascia intendere che la versione, riferita dallo storico di Ossirinco, secondo cui la prima violazione era stata perpetrata dai Focesi, circolasse già allora.

Il racconto di Senofonte non sembra discostarsi troppo da quello delle Elleniche di Ossirinco. Queste ultime affermano infatti che gli Spartani accolsero la richiesta d’aiuto dei Focesi pur ritenendo false le loro giustificazioni circa gli eventi che avevano fatto precipitare il conflitto129. Entrambi gli autori riconoscono quindi che si trattò di una situazione torbida, generata dalla volontà dei capi tebani di suscitare la guerra contro Sparta, la quale non si sottrasse allo scontro, pur essendo consapevole della natura pretestuosa degli argomenti addotti dai Focesi per ottenerne l’aiuto.

Le nostre due fonti divergono sensibilmente su un punto: l’ambasceria spartana a Tebe, ricordata dalle Elleniche di Ossirinco e taciuta da Senofonte. Secondo i frammenti londinesi, Sparta propose ai Tebani di sottoporre al suo giudizio e a quello degli alleati la loro contesa con i Focesi, ottenendo un rifiuto. Il silenzio di Senofonte in proposito appare sorprendente, in quanto il ricordo dell’ambasceria che aveva cercato di scongiurare la guerra avrebbe posto sotto una luce favorevole la condotta spartana. Questa omissione può essere attribuita all’odio che Senofonte provava per i Tebani che potrebbe averlo indotto a tacere il tentativo di mediazione operato dagli Spartani verso nemici che, a suo giudizio, non meritavano che la guerra130. Infatti, tra le

ragioni per cui gli Spartani accolsero favorevolmente l’occasione di attaccare Tebe, Senofonte ricorda l’episodio di Aulide e il rifiuto beotico di prendere parte alla campagna in Asia131. Si tratta di vicende che riguardavano

direttamente Agesilao e che agli occhi dello storico ateniese mettevano particolarmente in risalto le colpe dei Tebani.

128 Xenoph., Hell. III 5, 3-6. 129 Hell. Oxy. 21, 4 Chambers. 130 Cfr. A

CCAME 1951, p. 25.

Un ulteriore aspetto che differenzia i due racconti riguarda il seguito di questi eventi. Senofonte riferisce dell’ambasceria tebana inviata ad Atene grazie alla quale le due città strinsero alleanza contro Sparta e della campagna spartana in Beozia nel corso della quale Lisandro cadde sotto le mura di Aliarto e Pausania dovette ritirarsi con disonore venendo per questo esiliato132. Le

Elleniche di Ossirinco, almeno nelle parti superstiti, omettono invece ogni riferimento alla cosiddetta guerra beotica e passano direttamente alle vicende di Conone e di Agesilao in Asia133. È forse possibile ipotizzare che l’autore avesse

disposto la narrazione in modo diverso e parlasse della guerra beotica in un passo successivo per noi perduto. Alcune considerazioni cronologiche potrebbero corroborare questa ipotesi. Occorre anzitutto notare che gli incidenti tra Locresi e Focesi si verificarono tra maggio e giugno, mentre la campagna di Agesilao in Frigia, con cui si chiudono i frammenti londinesi delle Elleniche di Ossirinco, ebbe luogo in autunno134. La guerra beotica deve collocarsi in un

periodo più vicino all’autunno che all’estate. Se agli incidenti di frontiera seguirono le ambascerie dei Focesi a Sparta e degli Spartani a Tebe, l’invasione beotica della Focide, la mobilitazione, verosimilmente lenta, dell’esercito peloponnesiaco e la richiesta di aiuto di Tebe ad Atene, è lecito supporre che sia passato un certo lasso di tempo tra le vicende della Locride e la campagna di Lisandro e Pausania in Beozia135. Se queste considerazioni sono corrette, la

guerra beotica potrebbe essere stata oggetto del racconto dello storico di Ossirinco dopo la spedizione di Agesilao in Frigia e appartenere quindi a una parte perduta dell’opera.