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CASI STUDIO DI ESPERIENZE DI AUTOCOSTRUZIONE IN ITALIA TABELLA N° 2: LINEA DEL TEMPO

PROCESSO EDILIZIO

2.3 CASI STUDIO DI ESPERIENZE DI AUTOCOSTRUZIONE IN ITALIA TABELLA N° 2: LINEA DEL TEMPO

Abbiamo deciso di suddividere i casi analizzati in due fasi separate; la prima fase raccoglie il filone di progetti che si sono attuati tra il 2001 ed il 2007, con i limiti e le potenzialità connesse; nella seconda fase vengono osservati i casi più recenti, dal 2010, che presentano una maggiore fattibilità e presentano soluzioni alle problematiche individuate nella prima fase e particolarità sviluppate nei casi specifici.

La prima fase parte nel 2001, anno in cui in Italia compaiono i primi casi di autocostruzione e dove si comincia a trattare il tema.

Le caratteristiche principali di questi interventi hanno puntato alla realizzazione di abitazioni ad un costo inferiore rispetto a quello di mercato con un risparmio fino al 60%. L’ obiettivo è stato quello di coinvolgere le classi sociali meno abbienti e/o in lista per l’acquisto di casa in edilizia economica popolare includendo nell’ iniziativa cittadini extracomunitari favorendo quindi l’integrazione sociale.

I primi esempi di autocostruzione sono quelli in UMBRIA. A partire dal 2001 è stato indetto un bando regionale che ha visto come vincitori i Comuni di Marsciano (PG), Terni (TR) e Ripa (PG), comuni che hanno formato delle cooperative di soci e che hanno iniziato i primi cantieri.

Nel 2007, anche a Sant’Enea (PG) si è aperto un cantiere con dimensioni maggiori rispetto ai precedenti casi.

Successivamente ai primi anni di lavori sono comparsi i primi problemi dovuti alla scarsa integrazione tra i partecipanti, lungaggini lavorative dovute alla superficialità dei contratti

di lavori e l’ allungamento dei tempi di realizzazione. A fronte di questi inconvenienti si sono registrati gravi ritardi con il conseguente aumento dei prezzi.

Per terminare i cantieri si è spesso dovuto ricorrere a imprese edili che hanno ottimizzato i tempi ma causato un aumento di costi ed una diminuzione notevole di benefici economici e sociali dei partecipanti.

Simili interventi sono presenti anche in altre regioni, In EMILIA ad esempio, tra il 2004 ed il 2005.

L’ iter è stato lo stesso di quello dei casi umbri: un bando regionale e l’ assegnazione dei progetti ai comuni di Piangipane (RA), Savarena (RA), Cesena (FC) e Filetto (RA). L’inizio dei lavori ha seguito lo stesso percorso dei casi umbri con una prima fase di lavorazioni realizzate seguite da rallentamenti sempre maggiori in fase di costruzione. Solamente il cantiere di Piangipane è giunto alla fase conclusiva, gli altri casi invece hanno riscontrato costi inaccessibili per gli auto costruttori che hanno dovuto interrompere i lavori nel 2010 a causa anche della mancata assistenza da parte dell’associazione incaricata di supervisionare il processo.

Da li a poco cominciano a prendere parte all’ idea di autocostruzione anche regioni come la LOMBARDIA dove il bando ha previsto l’affitto convenzionato per i primi 10 anni e la successiva cessione agevolata. Per le successive fase il processo ha seguito lo stesso iter, i comuni interessati sono quelli di Paderno Dugnano (MI), Besana Brianza (MB), Trezzo d’Adda (MI) e Pieve (MI), cantieri iniziati tra il 2005 ed il 2007.

I lavori qui sono iniziati ma non sono mai terminati a causa dei rallentamenti, dei mancati finanziamenti e della mancata supervisione da parte dell’associazione coordinatrice che era già entrata in crisi a causa dei problemi riscontrati nei casi delle altre regioni.

Negli anni successivi sarebbero dovuti iniziare altri progetti contrassegnati dallo stesso processo ma la successione di crisi e fallimenti dei casi già avviati ha fatto si che i progetti previsti in LAZIO, in VENETO e in PIEMONTE non siano nemmeno potuti iniziare a causa del fallimento dell’associazione che ha sviluppato questo processo.

Gli interventi di autocostruzione con questo tipo di programma hanno mostrato notevoli lacune e superficialità a temi che poi si sono rivelati essenziali per il raggiungimento dell’obiettivo.

- GESTIONE DEL CANTIERE; non sono state previste sedute di istruzione all’attività di cantiere preventivamente all’inizio e durante i lavori; la supervisione di personale qualificato è inoltre risultato spesso insufficiente

- FORMAZIONE GRUPPO; Non è stato previsto un programma per la formazione del gruppo e ci si è preoccupati di formare lo stesso con le stesse caratteristiche economiche senza badare alle peculiarità sociali dei partecipanti.

- CRONOPROGRAMMA; i tempi realizzativi sono stati sottovalutati generando un costante ritardo nei tempi di realizzazione con conseguente aumento dei costi - COSTI; la gestione iniziale dei costi non prevedeva margini d’errore sufficienti a

garantire la necessaria elasticità al cantiere determinando gravi problematiche per gli auto costruttori.

- GARANZIE DEGLI ENTI PARTECIPANTI; il fallimento dell’ente coordinatore ha fatto fallire i processi ancora in atto poiché non erano previsti altri attori che potessero intervenire e andare a sopperire a questa eventualità

La seconda fase parte dopo il 2010, anno in cui si sono sviluppati casi di autocostruzione evoluti dal sistema precedente ma sviluppati da enti indipendenti. I casi che si sono raccolti in questa fase hanno posto una maggiore attenzione ad aspetti come le tempistiche; la formazione di cantiere, la supervisione alle lavorazioni e ai finanziamenti. I primi casi si sono svolti in CAMPANIA tra il 2010 ed il 2011, nei comuni di Villaricca (NA) e di Piedimonte Matese (CE); è stato previsto un terzo cantiere con l’ area e il progetto già pronti ma non è stato potuto avviare a causa della mancanza di partecipanti. In questi casi il processo si è sviluppato facendo riferimento ai casi della prima fase ma con l’ intervento della Regione, che ha assunto l’autocostruzione come iniziativa sociale significativa inglobandola nel Piano di Edilizia Popolare. Grazie a questa iniziativa la regione ha potuto finanziare mutui fino al 70% del valore dell’immobile senza interessi, a seguito di un insieme di condizioni e vincoli molto stringenti agli auto costruttori ed agli enti partecipanti, in modo da avere un maggior controllo dell’intero processo.

Così facendo il primo intervento si è concluso nei tempi stabiliti mentre il secondo è ancora in fase di costruzione ed è in ritardo nei lavori.

Nel 2009 è stato indetto un bando anche nella regione MARCHE che ha avviato un progetto a Cesano di Senigallia (AN), concluso nel 2012, e di un secondo intervento a Sterpettine di Mondolfo (PU) iniziato nel 2012. Questi esempi hanno dimostrato che

data particolare importanza alle tempistiche nello sviluppo del cantiere, il cronoprogramma delle lavorazioni è stato gestito da un programma informatizzato e gli auto costruttori avevano un numero di ore di lavoro precise già stabilite nel contratto di partecipazione. Altro fattore che ha determinato il successo di questo caso è il programma di incontri tra i partecipanti prima e durante la fase realizzativa, inoltre la supervisione da parte di personale qualificato e la compartecipazione di un ente tecnico, uno sociale ed uno finanziario ha determinato il reciproco controllo delle responsabilità e la massima efficacia del sistema.

Nel settembre 2012 in TOSCANA si è conclusa la fase di selezione dei progetti partecipanti ad un bando di edilizia popolare che comprende interventi di co-housing, alloggi di rotazione destinati a persone o famiglie che si trovano in una condizione temporanea di disagio abitativo e interventi di autocostruzione o auto recupero. Nella parte del bando destinata a co-housing e ad alloggi a rotazione sono state esplicitamente richieste qualità dell’edificio legate a sostenibilità ambientale e bioarchitettura, ai quali negli ultimi anni è sempre stata data più attenzione rispetto al fattore ambientale di ogni tipo di progetto. Per la parte che riguarda l’ autocostruzione e l’ auto recupero, sono stati individuati 9 interventi: Chiusi della Verna (AR), Santa Maria a Monte (PI), Collesalvetti (LI), Arezzo e 5 a Firenze. In questo bando sono stati tenuti presenti i fattori consolidati dei casi precedenti e sono stati fatti ulteriori passi avanti. Dal punto di vista della scelta delle realizzazioni sono state considerate possibilità di riqualificazione degli edifici esistenti, favorendo i concetti di auto recupero oltre che concetti di tradizionale autocostruzione. Sono anche state considerate autocostruzioni parziali in modo da andare incontro alle diverse esigenze dei

vari gruppi di auto costruttori coinvolti. Dal punto di vista sociale il bando consiglia di tenere in considerazione la possibilità di integrare spazi collettivi destinati ad attività per gli abitanti. Al bando hanno risposto tre diversi attori: Fondazione Michelucci20, il Consorzio

Abn21 e lo Studiodeda22. La partecipazione di diversi attori ha fatto si che le diverse

responsabilità siano state chiarite e che gli attori coinvolti siano stati obbligati a fornire garanzie.

Questo tipo di meccanismo ha fatto si che sia diminuito notevolmente il rischio di collasso del processo.

Nell’agosto del 2012 si è entrati nella fase di selezione dei partecipanti di un bando di auto recupero della regione EMILIA ROMAGNA concretizzatosi con l’identificazione di 10 edifici da riqualificare nel Comune di Bologna. Il Soggetto Gestore è stata l'Associazione Temporanea di Scopo (ATS) costituita dall’Associazione Xenia23, dal Consorzio abn - a&b

20 La Fondazione viene costituita nel 1982 dall'architetto Giovanni Michelucci con "lo scopo di contribuire agli studi ed alle

ricerche nel campo dell'urbanistica e della architettura moderna e contemporanea, con particolare riferimento ai problemi delle strutture sociali, ospedali, carceri e scuole". Si caratterizza oggi come un originale e consolidato punto di riferimento nella ricerca/progetto sui temi dell'habitat sociale e del rapporto fra spazio e società.Sono attivi diversi cantieri di ricerca aperti in collaborazione con istituzioni culturali ed enti pubblici, da cui nascono progetti e proposte per innovare le strategie di intervento rispetto ai più scottanti problemi urbani: periferie, disagio abitativo, migrazioni, salute.

21 Consorzio ABN A&B network sociale-società cooperativa sociale

22 Studiodeda è una rete collaborativa di undici professionisti distribuiti sul territorio nazionale, dalla Sicilia alla Toscana. Il

network di studiodeda è costituito da architetti, ingegneri, dottori forestali e dottori in scienze ambientali.

23 Xenia è una associazione di promozione sociale, fondata il 30 luglio 2004 a un gruppo di professionisti che lavorano da

diversi anni nel campo dell’ immigrazione e dell’inclusione sociale.

network sociale e dalla Cooperativa sociale ABCittà24, individuata dal Comune di

Bologna con procedura di evidenza pubblica. L’ATS ha avuto la funzione di coordinamento generale del processo ed è inoltre stata incaricata della redazione della documentazione tecnica, della progettazione, della direzione dei lavori e dell'assistenza tecnica e della realizzazione dei lavori per la ristrutturazione dei suddetti immobili. Sono stati previsti corsi di formazione per i partecipanti che hanno avuto un monte ore di lavoro nella fase di realizzazione, sempre seguiti e supervisionati da personale qualificato. In questo bando si è data notevole importanza alla riqualificazione dell’esistente, non sono infatti previsti casi di autocostruzione ma solamente auto recupero.

Grande importanza è stata data alle fasi di cantiere che hanno avuto costante attenzione, educazione e supervisione. Altro aspetto particolarmente curato è quello legato alla sicurezza della gestione del progetto. Sono infatti stati selezionati tre attori che svolgono separatamente i ruoli di mediatori progettuali, economici e sociali in modo da garantire la riuscita dell’intervento.

Nella seconda fase di esempi di autocostruzione si è seguito un iter di approfondimento del processo con l’ integrazione di nuove priorità che hanno evidenziato una continua evoluzione processuale da adottare in modo da renderlo sempre più attuabile.

E’ stata data maggiore attenzione alla semplicità realizzativa, all’educazione ed al monitoraggio del cantiere, ai tempi ed ai costi.

L’attenzione al fattore ambientale è diventata importante ed ha generato strategie di bioarchitettura.

24ABCittà è una cooperativa sociale costituita da un gruppo di professionisti con esperienze diverse in progettazione

Dopo una prima analisi abbiamo notato che quasi tutti i casi di autocostruzione non hanno caratteristiche particolarmente innovative, si è trattato di casi di semplice edilizia realizzata dai futuri abitanti, ma quasi mai integrati ad un discorso sul lungo termine che abbia potuto andare a creare situazioni favorevoli e propedeutiche allo sviluppo dell’ approccio in autocostruzione.

Alcuni casi per altro sono stati totalmente fallimentari, ed hanno contribuito alla creazione di una visione sconfortante sull’autocostruzione impedendo così la promozione di tale approccio. Solo negli ultimi anni si è assistito ad una nuova fase propositiva dell’autocostruzione. Nei casi più recenti sono visibili caratteristiche innovative, possibili solo grazie all’evoluzione e alla correzione del processo degli esempi precedenti.