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3 Buone o cattive pratiche nel Sud Italia?

3.2 Il caso del centro storico di Cosenza

Il centro storico di Cosenza rappresenta l‟espressione della cultura dei Bruzi. In esso, è presente un considerevole patrimonio storico/ architettonico che è l‟espressione di valori antichi e di un passato ricco di tradizioni e di storia. Tale patrimonio, varia tra antichi edifici, palazzi, chiese, conventi, castelli che si diramano in un pittoresco spazio urbano costituito da viuzze, piazze e spazi pubblici. Tra i monumenti di grande interesse sociale,

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occorre citarne alcuni sia per il grande significato simbolico sia per l‟importanza storica che continuano a rivestire per l‟intera città. Di seguito verrà fatta una panoramica generale su alcuni dei monumenti storici più rilevanti per la città di Cosenza e su alcuni degli edifici più importanti per la società e le istituzioni. Ad esempio il Castello Normanno - Svevo (X

secolo) che sorge sul colle Pancrazio e che fu costruito dai Saraceni nel 1000 d.C. Distrutto

dal terremoto del 1184, Federico II di Svevia ne curò la ricostruzione nel 1239. Il castello era costituito da una pianta rettangolare di diversi piani, con due torri quadrangolari e due poligonali agli angoli. Fu sede di principi e di operazioni militari, ma nel 1639 iniziò la sua decadenza a causa dell‟intensità dei vari terremoti che si sono susseguiti. Dopo l‟unità d‟Italia divenne di proprietà del demanio e nel 1883 venne acquistato dal comune di Cosenza in un‟asta pubblica. Poi vi è il Duomo costruito nel XI secolo che rappresenta un grande simbolo religioso della città. Costruito inizialmente in stile romanico, dopo il terremoto del 1184 subì una ristrutturazione che si avvicinò ad uno stile più barocco. Dopo numerosi rimaneggiamenti, oggi il Duomo presenta una facciata divisa in tre parti nello sviluppo trasversale del basamento. Internamente il Duomo è diviso in tre navate distribuite in otto campate sostenute e delimitate da colonne rettangolari con capitelli bassi di vario disegno, collegati tra loro da archi a tutto sesto. La facciata si presenta con quattro pilastri e tre portali di cui uno, quello centrale, è il più grande. Sui tre portali si trovano altrettanti rosoni, di cui due di media grandezza ed un terzo, quello sul portale principale, decisamente più grande. Alla sommità più alta della facciata è posizionata una croce in ferro. In basso, la facciata, presenta una larga gradinata che collega il basamento alla omonima piazza. Oltre al Castello Svevo e alla Cattedrale spicca tra i monumenti religiosi più importanti, la Chiesa di San Domenico. Questa fa parte di un complesso monastico e fu eretta per volere della famiglia Sanseverino di Bisignano verso la metà del „400. Nel corso del „700 subì delle modifiche, ma in facciata sono evidenti i segni della conformazione originale come il rosone e l‟arco che incorniciano il portale d‟ingresso. All‟interno sono presenti volte a botte, cupole e stucchi che sono imputabili al periodo del tardo barocco. Il coro è stato costruito nel tardo medioevo, mentre le opere d‟arte sono settecentesche come le Sante dipinte dal Granata e l‟altare marmoreo. Sono presenti due cappelle rinascimentali, in particolare quella del Rosario è costituita da una copertura lignea dipinta. Nelle cappelle prossime al transetto si trovano altre opere cinquecentesche, come una

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rappresentazione di Santa Liberata e dell'Eterno Padre. Un‟altra chiesa di cui è necessario parlare, è la Chiesa di San Francesco d‟Assisi, edificata insieme al convento e posizionata nella parte alta del centro storico. Fu edificata sui ruderi del monastero dei Benedettini. A seguito del terremoto del 1184 venne poi ricostruito da Federico II e successivamente ceduto come dimora dei frati minori. Negli anni si alterarono diversi ordini religiosi tra cui i Benedettini, i Conventuali ed i Minori Osservanti. La facciata venne ricostruita dopo il terremoto del 1854 in stile neoclassico e all‟interno è ammirabile l‟altare maggiore in legno dorato. Tra gli edifici istituzionali più importanti è il caso di segnalare il Palazzo del Governo situato in Piazza XXV marzo, uno dei ritrovi storici della città, dove è stata posta centralmente la statua del filosofo Bernardino Telesio. Nella piazza sono presenti altri edifici di rilevanza storica come la Biblioteca Civica e il Teatro A. Rendano e degli spazi pubblici tra cui la Villa Vecchia, ultimamente riqualificata. Tra i numerosi palazzi storici che si articolano all‟interno del centro storico, di grande rilevanza è Palazzo Arnone, posto sulla sommità di Colle Triglio. Il Palazzo Arnone è stato oggetto nel tempo di diverse ristrutturazioni ed attualmente è sede di una serie di Uffici tra cui: la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, la Galleria Nazionale di Cosenza ed il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, nucleo di Cosenza.

Per la complessità del territorio e per la difficile situazione economica, la ricerca si è voluta soffermare analizzando il caso della città di Cosenza, poiché rappresenta un contesto in cui il processo di rigenerazione urbana aveva attecchito e poi si è arrestato. In passato, il nucleo antico, era il centro culturale e di rappresentanza della città ed era la sede di manifestazioni locali e sociali di primo piano. Successivamente, con l‟espansione della città verso Nord, la creazione di nuove centralità (ad esempio l‟Università) e di edifici moderni, il centro storico perse di importanza a tal punto da diventare ricovero di criminalità, prostituzione e droga, oltre che di un palese degrado urbanistico. Con l‟intervento della Programmazione Urban, avviata circa un decennio fa, vi fu un parziale restyling della città storica che vede la riqualificazione di numerose aree, quartieri, piazze, ville pubbliche, strade etc. Gli interventi attuati sortirono nella popolazione un grande entusiasmo. La cittadinanza aveva compreso lo spirito della trasformazione e ne era diventata parte attiva. Le strade del centro storico venivano nuovamente percorse da una

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popolazione fervida e viva, nacquero nuove attività commerciali ed aumentarono le manifestazioni culturali grazie alla nascita di nuove strutture come la Casa delle Culture. Ma gli effetti di tale momento non furono permanenti. Ben presto, con la nascita di nuovi attrattori sociali (soprattutto nella vicina cittadina di Rende, tra cui nuovi edifici, grandi centri commerciali, quartieri di qualità e una grande diversità di servizi correlati) Cosenza ed in particolare il centro storico comincia a svuotarsi e a diminuire gradualmente la sua popolazione. In compenso, la cittadina di Rende comincia a svolgere un ruolo di primo piano nello sviluppo dell‟area urbana e grazie ad una migliore qualità dei servizi e della vita, diventa più competitiva di Cosenza. Dopo la programmazione Urban, il centro storico si svuota nuovamente, nonostante il potenziamento dei collegamenti. Attualmente, dopo gli interventi realizzati, ( che senza dubbio hanno modificato e ridisegnato parti del centro storico della città), il problema principale risiede nel fatto che è venuto a mancare l‟attenzione iniziale. Nell‟intervista realizzata al Prof. Ricard Fayos, è emerso che il dato più significativo del processo di rigenerazione attuato a Barcellona, è stato quello di riportare la gente a vivere e frequentare il centro storico. Tale ambizione è la stessa che alimenta questa ricerca, provare ad identificare delle strategie o delle liee guide che siano in grado di creare degli effetti permanenti sul territorio e sulla società.