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La rigidità dei vincoli urbanistici sugli interventi di rigenerazione urbana

4 I centri storici e la rigenerazione urbana: aspetti amministrativi

4.2 La rigidità dei vincoli urbanistici sugli interventi di rigenerazione urbana

I processi di rigenerazione urbana all‟interno dei centri storici vengono spesso portati avanti, o interrotti, o bloccati da una serie di situazioni/ condizioni/ evoluzioni del tessuto urbano. Molto spesso però vengono rallentati dalle norme, dai vincoli, dalle trattazioni troppo rigide, dalle interpretazioni poco lungimiranti. Il problema principale è che spesso le norme sono poco adatte alla gestione delle problematiche e troppo lontane dalle reali condizioni della città. Nel frattempo, le normative urbanistiche evolvono per adeguarsi alle nuove problematiche della città e alle differenti esigenze sociali, anche se in molti casi si riscontra una differenza sostanziale tra teoria e pratica. Da un punto di vista normativo, il vecchio Piano Regolatore sta per essere sostituito dal Piano Strutturale Comunale, che rappresenta lo strumento principale di pianificazione territoriale ed urbanistica a scala comunale. Occorre evidenziare che il Piano Strutturale Comunale è dotato di due componenti, una strategica e l‟altra strutturale. Per componente strategica, si intende quel carattere politico - programmatico che sintetizza le risorse su cui puntare per un eventuale sviluppo. Per componente strutturale si intende l‟organizzazione e l‟assetto del territorio nelle sue forme fisiche e materiali, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi strategici. In tal senso, è interessante la descrizione dell‟evoluzione normativa nel caso di Cosenza, poiché è possibile estrapolare una serie di considerazioni interessanti sulle politiche attuate nel Sud Italia. In Calabria, e nello specifico a Cosenza, il Piano Regolatore Generale viene adottato nella seduta del 16 settembre 1994, con Delibera nr.48, con il parere del Genio Civile di Cosenza nr.2934/93, comprensiva delle modifiche apportate dalla Commissione Consiliare per l'Urbanistica nella seduta del 9 settembre 1994 e dell'emendamento approvato dallo stesso Consiglio sempre nella seduta del 16 settembre 1994; Approvato dal Presidente della Regione Calabria con Decreto N° 856 del 19/12/1995. In particolare, nell‟art. 9 vengono sintetizzati gli interventi che è possibile attuare all‟interno delle zone A, secondo la vecchia zonizzazione.

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art. 9. - Zone A

Le Zone A riguardano aree di particolare interesse ambientale, con presenza di elementi architettonici di notevole rilevanza e stratificazioni edilizie databili dall'età antica al XX secolo. Esse occupano le pendici orientali del colle Pancrazio, fino alla confluenza dei fiumi Crati e Busento ed alcuni spazi adiacenti in destra del Crati.

All'attuazione del P.R.G. si provvede con uno studio di inquadramento accompagnato da piani di recupero e con interventi diretti. Sono comunque consentite le seguenti operazioni:

A) restauro conservativo di singoli edifici;

B) manutenzione ordinaria e straordinaria di singoli edifici;

C) interventi generali e parziali di consolidamento statico, di bonifica idrogeologica, realizzazione di servizi a rete, di adeguamento tecnologico.

La progettazione urbanistica esecutiva deve prevedere le seguenti tipologie d'intervento: 1) restauro conservativo per tutti gli edifici di particolare valore architettonico;

2) risanamento ambientale per tutti gli edifici che, anche in assenza di spiccati valori architettonici, concorrono significativamente alla configurazione del contesto;

3) ristrutturazione edilizia parziale per gli edifici che incidono positivamente sulla configurazione ambientale pur senza possedere requisiti propri di interesse architettonico;

4) ristrutturazione edilizia-urbanistica integrale per gli edifici che appaiono come elementi inidonei rispetto al contesto, per i quali sussiste l'opportunità di una nuova configurazione.

Gli interventi di ristrutturazione edilizia integrale sono consentiti solo in base ad indicazioni orientative contenute nel P.R.G. o ad esplicite motivazioni dello studio d'inquadramento detto precedentemente.

Le destinazioni d'uso ammesse sono: residenze, servizi pubblici e privati, attività direzionali, attività culturali e religiose, attività commerciali ed artigianali (non nocive), attività ricreative, autorimesse. La permanenza della residenza deve essere comunque favorita. In tutti gli interventi sono vietati gli incrementi di volumetria. Eventuali limitate deroghe potrebbero ammettersi, sentito il parere della competente Soprintendenza, nell'ambito della ristrutturazione formale-funzionale di un comparto edilizio.

Le trasformazioni inerenti il centro storico venivano attuate per mezzo dei piani particolareggiati. Tali piani prevedevano uno studio preliminare per tenere in considerazione le caratteristiche identificative del territorio e una serie di interventi possibili sulle aree storiche. Con l‟entrata in vigore della Legge Regionale della Calabria la L.R. del 16 aprile 2002 n.19 e s.m.i., i centri storici riacquistano importanza e vengono messi al centro di progetti - pilota per il rilancio della Regione. Nello specifico, un censimento di alcuni anni fa, quantifica i centri storici calabresi intorno a 2500. In essi, vengono individuate delle risorse uniche, in grado di marcare nuove linee di sviluppo per il Sud - Italia. Dunque, dai vecchi Piani Regolatori Generali, si sta gradualmente passando ai Piani Strutturali Comunali. Con l‟avvento dei Piani Strutturali Comunali (P.S.C.) vengono definite le strategie per il governo del territorio comunale, in coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi urbanistici della Regione e con gli strumenti di pianificazione provinciale espressi dal Quadro Territoriale Regionale (Q.T.R.), dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) e dal Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.). Uno degli obiettivi più importanti è quella di recupeare i centri storici secondo due azioni fondamentali: la rimozione delle condizioni di degrado e la valorizzazione dei punti di forza. Le normative urbanistiche sulle zone classificate come zone storiche ZA hanno sempre tenuto in

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considerazione una serie di prescrizioni per la tutela di aree dalla forte identità storica e di pregio ambientale.

In molti casi, però, non si è tenuto conto della rigidità di alcuni vincoli urbanistici che impediscono alcune tipologie di interventi e assecondano la creazione o la fossilizzazione di un centro storico monumentalizzato. Gli strumenti urbanistici risultano essere inadeguati alla gestione e alla complessità dei centri storici, così come i meccanismi di controllo e di tutela. Inoltre, le procedure amministrative correlate risultano essere lente e poco efficenti.

Si è giunti alla conclusione che il vincolo in sé è uno strumento inefficace per la

salvaguardia dei centri storici12, concetto che viene espresso anche all‟interno della L.R.

16 aprile 2002 n.19. Occorrerebbe adottare una normativa meglio strutturata, in cui la

flessibilità di nuovi strumenti urbanistici e la necessità di una politica integrata di conservazione e gestione del patrimonio culturale, potrebbe aprire nuovi scenari per la

riqualificazione del patrimonio storico. L‟evoluzione storica, sociale, economica e politica dei contesti storici, e nello specifico di Cosenza, impone una revisione continua dello stato di fatto per meglio isolare le problematiche, i cambiamenti e le evoluzioni dei contesti in esame. Tali rigidità normative si scontrano con la forte versatilità dei processi di rigenerazione urbana che necessitano di contesti in cui possono esistere più componenti, dove l‟attuazione delle trasformazioni non può essere interrotta da aspetti di carattere amministrativo. Per superare tali rigidità, vengono proposte azioni strategiche fondate sul concetto sempre più diffuso di integrazione. Nello specifico il termine integrazione all‟interno dei processi di rigenerazione urbana, è sinonimo di coesione, compattezza, condivisione, rinforzo e solidarietà. La promozione di tale valore sociale, anima sempre di più le trasformazioni urbane e diventa parte fondamentale per l‟affermazione di un processo, poiché richiama una pluralità di aspetti e componenti che devono interagire tra di loro. Integrazione è anche sinonimo di interazione tra sinergie che si mescolano per attivare o risvegliare risorse o punti di forza ancora poco sviluppati. La contaminazione

reciproca tra le componenti del tessuto urbano, genera dei contesti dinamici in continuo

fermento, che si arricchiscono e diventano sempre più polietrici ed in grado di creare una socializzazione e una compattezza interna. Dunque, è necessario revisionare quegli strumenti urbanistici che generano ostruzionismo nei confronti dei processi di

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rigenerazione urbana, così com‟è avvenuto in molte città europee alfine di superare quelle barriere ideologiche e proporre nuove declinazioni per la conservazione del patrimonio storico.