• Non ci sono risultati.

Il caso della Gran Bretagna

3.2 L’arte del marmo dall’Europa all’America: gli scultori apuo-versiliesi a cavallo fra il XIX e

3.2.3 Il caso della Gran Bretagna

Nel corso dell’Ottocento, in Inghilterra si registrò un pesante trasferimento di abitanti dalle campagne alle città, una completa trasformazione sociale legata alla seconda rivoluzione industriale. La consapevolezza della leadership inglese, cioè quella di essere a capo della più importante potenza mondiale, costituì il fattore principale che indusse a favorire la crescita delle collezioni pubbliche e dei musei, sulla base delle tendenze e della moda che nel corso del tempo si registrarono.

Accanto al mercato tradizionale, si sarebbe sviluppato anche il settore dedicato alla scultura d’invenzione, consentendo proprio ad alcuni carraresi, nella Gran Bretagna vittoriana, di godere una mediocre fortuna, come nel caso di Giuseppe Lazzerini271.

Un ruolo essenziale nei rapporti tra Carrara e Inghilterra fu certamente svolto dai Fabbricotti, tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Come abbiamo visto precedentemente, la dinastia, che aveva avuto origini dal XVIII secolo, solo durante l’Ottocento porrà le basi di quella grande attività commerciale che si radicherà tenacemente nel corso dell’intero secolo: sia nella civiltà britannica, che negli Stati Uniti272.

I fratelli Fabbricotti, Bernardo e Giuseppe, dopo una partenza non proprio fortunata, si affermarono come mercanti di marmo dediti alla scultura inglese tra il 1847 e il 1857. Questo accadde in un periodo di profonda penetrazione straniera nel mondo dell’arte e della scultura inglese, corrispondente agli anni della Great Exhibition del 1851.

In alcuni casi i flussi migratori di artisti ebbero sembianza di una vera diaspora, mentre in altri casi le migrazioni avevano caratteristiche solo temporanee, in particolar modo nel caso di artisti e artigiani francesi; vi erano poi delle vere e proprie fughe a causa di agitazioni politiche interne.

271

LUISA PASSEGGIA, Carrara e il mercato della scultura. Arte, gusto e cultura materiale in Italia, Europa e Stati Uniti tra il XVIII e XIX secolo, Vol I, Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, Milano, Arti Grafiche Motta Editore S.p.A, 2005; si veda inoltre il seguente testo LUISA PASSEGGIA, Lo studio Lazzerini. Viaggio a Carrara in tre secoli di storia, Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, S.p.A, Pisa, Pacini Editore, 2011

Si veda per esempio il caso di Giuseppe Lazzerini. Il suo percorso professionale rappresenta, di fatto, la fase di passaggio che avrebbe portato all’inarrestabile allontanamento dell’ambiente accademico dalla pratica del lavoro

272

ROBERTO MUSETTI, I Fabbricotti, il volto di una dinastia del marmo tra ‘700 e ‘900 a Carrara, Milano, Editore Angeli, 2005

111 L’Inghilterra risultava essere una seconda patria degli scultori, essi provenivano per la maggior parte dal Nord Europa e dalla Francia, ma a metà dell’Ottocento, a causa del nazionalismo dilagante, diventò sempre più complesso per uno straniero, con alle spalle diverse conoscenze, fare carriera in Gran Bretagna. Ad eccezione ad alcuni artisti, come Carlo Marocchetti o Joseph Edgar Boehm, i quali ebbero il pieno appoggio da parte della corona, molti altri scultori stranieri decisero di far rientro in patria, a causa di un forte e prevalente sentimento xenofobo273. Differentemente dai francesi, tuttavia, molti italiani rimasero, ma furono confinati in ruoli subordinati nella loro stessa arte.

Gran parte di materiale di scultura esistente in Inghilterra proveniva dalla Alpi Apuane e i fratelli Fabbricotti furono i maggiori esportatori. Il loro ruolo sul mercato internazionale, in modo particolare su quello londinese, era dato da relazioni con importanti artisti, fra questi Giovanni Fontana.

Lo scultore Giovanni Fontana (Carrara 1821- Londra 1893) si formò presso l’Accademia di Carrara, dove vinse la medaglia d’oro e poi il Pensionato a Roma. Fu partigiano con Garibaldi e decise di emigrare a Londra a causa dei moti del 1848, sposò una donna inglese e divenne cittadino britannico nel 1863. Fino al 1866 partecipò alle esposizioni dell’Accademia e di altre istituzioni, quali la Society of British Artists (1856-1877), oltre ad altre mostre internazionali. Stabilì buoni contatti con Liverpool e, forte della cittadinanza britannica, riuscì ad ottenere addirittura importanti commissioni pubbliche.

Una delle prove tangibili dei contatti tra i fratelli Fabbricotti e Fontana fu il busto di Giuseppe Fabbricotti, da lui realizzato, oltre ad alcune lettere trovate presso l’archivio di famiglia274.

Se il marmo era il materiale più prestigioso per l’arte statuaria, tuttavia il suo uso e il suo approvvigionamento non era semplice da realizzare. La fornitura non risultava essere sempre regolare e gli artisti spesso si lamentavano dei prezzi praticati dai mercanti italiani sul mercato londinese, molto elevati rispetto ai prezzi applicati in Italia.

Nel 1870, un giornalista inglese registrò un’opinione del tutto diversa da parte di un signore ben noto, Bernardo Fabbricotti, considerato come il principale controllore della fornitura del marmo in Inghilterra. Egli si difese dicendo che gli scultori britannici non erano disposti a pagare il giusto prezzo; il giornalista controbatté, dicendo che agli scultori inglesi costava meno procurarsi il marmo da soli e che auspicavano un accordo giusto con i commercianti lapidei di Carrara, oppure la

273

SANDRA BERRESFORD, “ Sognando il marmo”, Cultura e commercio del marmo tra Carrara, Gran Bretagna e Impero (1820-1920 circa), Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A, Pisa, Pacini Editore, 2009

274

ROBERTO MUSETTI, I Fabbricotti: il volto di una dinastia del marmo tra ‘700 e ‘900 a Carrara, I tomo, Aulla, Tipografia Mori, 2003

112 creazione di un’agenzia specifica a loro nome, con lo scopo di assicurare un prezzo giusto. Ciò che faceva impennare il prezzo finale era il costo del trasporto e c’era sempre il terrore che il blocco una volta giunto all’interno dello studio risultasse difettoso.

I registri di vendita dei Fabbricotti hanno rivelato a quanto ci testimonia Sandra Berresford, una significativa fonte di rapporti intercorsi con diversi scultori e artigiani britannici a Londra, fra questi un certo Thomas Brock (1847-1922), Henry Alfred Pegram ( 1862-1973), Frank Lynn Jenkins (1870-1927); inoltre la casata carrarese intratteneva rapporti commerciali con ditte londinesi275.