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CASTAGNA DELLA VALLE

SPOLETINA

Castanea sativa Mill.

Caratteri di riconoscimento

Luogo, livello e condizioni di diffusione

Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche

Il frutto un tempo è stato fondamentale per l’economia contadina delle frazioni montane e veniva utilizzato sia nel consumo fresco, che nelle attività di trasformazione e allevamento dei maiali. Attualmente in qualche località, come Montebibico, persiste ancora l’utilizzazione in cucina, per la preparazione di dolci e zuppe, e in misura minore negli allevamenti succitati per ottenere prodotti di qualità.

Luogo di conservazione

Domenico Manna (Direttore della Comu-nità Montana dei Monti Martani e del Serano – Spoleto (PG).

Natura e livello di conoscenza Uso nella tradizione

Referente

Presente solo nelle aree di coltivazione.

I castagneti sono diffusi maggiormente a sud della Città di Spoleto. A causa delle varie pato-logie parassitarie che hanno subìto nel tem-po, presentano uno stato vegetazionale non eccellente. Si registra attualmente un rinnovato interesse per il maggior uso del legno soprattutto nell’edilizia e in agricoltura.

Castagne (a sinistra) e marroni (a destra) della Valle Spoletina a confronto (D. Manna) Castagne (D. Manna)

Nello spoletino, si distinguono i seguenti ecotipi:

• Castagna di colore bruno scuro e uniforme nella buccia, di grandi dimensioni e forma ovale allargata, che presenta una abbondante infiorescenza ed è un ottimo impollinatore del mar-rone (prima colonna di castagne nella foto in alto).

• Castagna di colore bruno scuro uniforme nella buccia, di piccola pezzatura e di forma ovale (seconda colonna di castagne nella foto in alto).

• Castagna di colore bruno tendente al chiaro, di piccola pezzatura e forma ovale, detta volgarmente “rosciola” per una leggera tendenza al rossastro della buccia (terza colonna di castagne nella foto in alto).

Testimonianze orali (Petrangeli Raffaele).

Forma del frutto quasi sferica, colorazione della buccia rosso vivo con lenticelle di medie dimensioni.

CILIEGIO LAPPIONE

Prunus avium L.

Caratteri di riconoscimento

Luogo, livello e condizioni di diffusione

Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche

Da consumo fresco.

Luogo di conservazione

La varietà è conservata nel Campo Collezione regionale presso 3A-PTA a Pantalla di Todi (PG)

Natura e livello di conoscenza Uso nella tradizione

Referente

Mauro Gramaccia (3A-PTA

)

ricerca@parco3a.org

La pianta madre è stata ritrovata in loc. Savelli nel Comune di Norcia, in un piccolo podere a circa 900 metri s.l.m. e ad oggi costituisce l’unico esemplare noto per questa varietà.

Albero di vigoria elevata con portamento aperto. Foglie con nettàri localizzati esclusivamen-te alla base della foglia e di colore rosso chiaro. I frutti, di media pezzatura (6 g), presentano una estremità del pistillo piatta o depressa ed una sutura ben visibile ma superficiale di colo-re scuro. La polpa ha un colocolo-re che va dal ccolo-rema, nei frutti non pienamente maturi, ad un rosso rosato chiaro in quelli completamente maturi. Polpa dura, di bassa acidità, media dolcezza ed elevata succulenza. Spiccagnola.

Pianta madre. (M. Gramaccia) Frutti in pianta (M. Gramaccia)

Testimonianze orali (Petrangeli Raffaele).

Frutto di aspetto reniforme, colorazione della buccia rosso scuro con lenticelle di piccole dimensioni.

CILIEGIO PALOMBINA

Prunus avium L.

Caratteri di riconoscimento

Luogo, livello e condizioni di diffusione

Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche

Da consumo fresco.

Luogo di conservazione

La varietà è conservata nel Campo Collezione regionale presso 3A-PTA a Pantalla di Todi (PG

).

Natura e livello di conoscenza Uso nella tradizione

Referente

Mauro Gramaccia (3A-PTA) ricerca@parco3a.org

La pianta madre è stata ritrovata in loc. Savelli nel Comune di Norcia, in un piccolo podere a circa 900 metri s.l.m. e ad oggi costituisce l’unico esemplare noto per questa varietà.

Albero di vigoria elevata con portamento assurgente. I nettàri, color porpora, sono localiz-zati alla base della foglia e sul picciolo. I frutti, di pezzatura molto piccola (3 g), presentano una estremità del pistillo piatta ed una sutura ben visibile ma superficiale di colore scuro. La polpa ha un colore che va dal rosso rosato, nei frutti non pienamente maturi, ad un rosso scuro, vinoso in quelli completamente maturi. Risulta di media durezza, bassa dolcezza ed elevata succulenza. Spiccagnola. Il peduncolo è mediamente lungo e sottile ed è privo di co-lorazione antocianina.

Composizione. (M. Gramaccia) Frutti in pianta (M. Gramaccia)

Varietà citata nell’Inchiesta Agraria Jacini (1889) e descritta da Mancini A. nella sua mo-nografia “I fichi e le susine di Amelia” (1925).

Frutto globoso, apice piatto ed ostiolo legger-mente depresso, ampio e privo di goccia, buccia verde con sopracolore giallo.

FICO BIANCHELLE

Ficus carica L.

Caratteri di riconoscimento

Luogo, livello e condizioni di diffusione

Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche

Da consumo fresco, ma soprattutto per la pro-duzione dei rinomati fichi secchi amerini. I frutti erano essiccati su speciali stuoie realiz-zate con la canna comune, detti cammorcan-ne, quindi lavorati a mano e confezionati in varie fogge per essere avviati alla commercia-lizzazione

.

Luogo di conservazione

La varietà è conservata nel Campo Collezione regionale presso 3A-PTA a Pantalla di Todi (PG) e nel Campo Collezione della Fondazione Archeologia Arborea a Città di Castello (PG). Natura e livello di conoscenza

Uso nella tradizione

Referente

Mauro Gramaccia (3A-PTA) ricerca@parco3a.org

La varietà è stata trovata nel Comune di Amelia dove un tempo era maggiormente diffusa e coltivata per la produzione dei fichi secchi amerini.

Albero di vigoria medio alta con portamento da semi-eretto ad aperto. Varietà unifera produce solo forniti. di piccole dimensioni (34 grammi), corti (4,2 cm), mediamente ampi (4,3 cm). Il collo è assente o corto. Il picciolo è corto e spesso e l’abscissione dal ramo avviene con facilità. Buccia di consistenza mediamente dura. Le lenticelle sono scarse, di colore bianco e di grandi dimensioni. Di facile sbucciatura. La polpa è di colore da ambra a rosso, di sapore non molto pronunciato, tessitura media, semi molto piccoli.

Composizione di frutti (M. Gramaccia) Frutti in pianta (M. Gramaccia)

Varietà descritta da Giorgio Gallesio nella Pomona Italiana (1839) e citata da Mancini A. nella sua monografia “I fichi e le susine di Ame-lia (1925

Frutto oblungo e ovoide/piriforme con apice piatto. La buccia è verde chiaro con presenza di un colore grigio cenere simile a pruina.

FICO CUORE

Ficus carica L.

Caratteri di riconoscimento

Luogo, livello e condizioni di diffusione

Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche

Da consumo fresco

Luogo di conservazione

La varietà è conservata nel Campo Collezione regionale presso 3A-PTA a Pantalla di Todi (PG).

Natura e livello di conoscenza Uso nella tradizione

Referente

Mauro Gramaccia (3A-PTA)

La varietà è stata trovata nel Comune di Amelia.

Albero di vigore intermedio con portamento aperto. Varietà unifera, produce solo forniti. Di medie dimensioni (54 grammi), lunghi 5,3 cm e ampi 4,6 cm. Il collo è lungo. L’ostiolo risulta di ampiezza medio grande ed è privo di goccia. Il picciolo è variamente rigonfio e l’abscissione dal ramo è piuttosto difficile. Le lenticelle sono in numero medio, di colore bian-co e mediamente grandi. Di facile sbucciatura (al limite ne resta una parte in prossimità dell’ostiolo). La polpa è di colore rosso, di buon sapore, tessitura medio fine e succosità scarsa.

Composizione di frutti (M. Gramaccia) Frutti in pianta (M. Gramaccia )

Risultati di studi per la caratterizzazione morfo-logica, biomorfo-logica, agronomica e genetica.

Ecotipo derivante dal ceppo dell’Italia centra-le di Castanea sativa Mill., che a sua volta presenta particolarità eco-ambientali nelle diverse località di produzione (Jacoboni A., 2002). Differenze più marcate si riscontrano nell’ecotipo Marrone Gentile della Vallocchia, per la sua alta capacità impollinante, dimen-sioni degli alberi più limitate e frutti di bella pezzatura, ma meno sapidi.