Capitolo 3 – Subject authority control
3.1 Il controllo degli indici semantic
3.1.2 La catalogazione per soggetto alla luce dei nuovi Principi internazionali di catalogazione Gli IME ICC di Francoforte e Buenos Aires
La bozza dei nuovi Principi internazionali di catalogazione107 stilata in occasione del IME ICC di
Francoforte, come abbiamo già avuto modo di osservare, muove dall’analisi dei Principi di Parigi e dal confronto dei codici catalografici europei ponendosi l’obiettivo di arrivare a formulare un Codice di Catalogazione Internazionale.
Vengono assunti come punti di riferimento teorici i modelli concettuali entità – relazioni – attributi di FRBR per le registrazioni bibliografiche e di FRANAR per le registrazioni d’autorità. I Principi di Francoforte, a differenza dei Principi di Parigi, vengono estesi a tutti i tipi di materiali, al controllo d’autorità ed anche alla catalogazione per soggetto.
In relazione a quanto enunciato nella bozza sembra interessante indagare se i principi ivi formulati forniscano indicazioni utili a chi si occupa di elaborare norme sulla catalogazione per soggetto.108
I nuovi Principi si aprono con una dichiarazione importante: intendono fornire un approccio coerente sia alla catalogazione descrittiva che a quella per soggetti, all’insegna di un’unica finalità sostanziata nell’interesse dell’utente. Quindi viene ipotizzata una piattaforma comune di principi
107Cfr. Statement of international cataloguing principles. Draft approved by the IFLA Meeting of Experts on an
che supera la tradizionale separazione tra cataloghi e si pone in linea di continuità con le recenti tendenze manifestate a livello internazionale, orientate verso una condivisione di principi, non solo mirata ad unificare specifiche soluzioni catalografiche, ma soprattutto finalizzata ad allestire sistemi che possano comunicare tra loro pur nella diversità delle singole applicazioni, oppure che possano garantire la possibilità di adattamenti e traduzioni.109
Tuttavia è stato rilevato a questo proposito che è possibile delineare un unico statuto comprendente la catalogazione nominale e quella semantica - e quindi linguaggi, oggetti e scopi diversi – solo attraverso la precisa individuazione dei due ambiti e delle rispettive competenze. La semplice relazione indicata nel rapporto FRBR tra i gruppi 1 e 3 non è sufficiente a chiarire il rapporto tra catalogazione nominale e catalogazione semantica.110
Nel draft le registrazione d’autorità vengono riconosciute come parte integrante del catalogo e all’attività di controllo delle intestazioni, nominali e semantiche, vengono riservate particolari indicazioni.
I nuovi principi stabiliscono che “le registrazioni di autorità devono documentare forme controllate di nomi almeno per le persone, le famiglie, gli enti e i soggetti. Le entità che servono come soggetti di opere comprendono: opera, espressione, manifestazione, documento, persona, famiglia, ente, concetto, oggetto, evento, luogo”111. Si possono creare record d’autorità per ogni
entità prevista, attraverso i cui attributi si formulano i punti d’accesso al catalogo.
Le “classiche” funzioni del catalogo vengono integrate con la ricerca per soggetti, per parole chiave e troncamenti e vengono arricchite dalla possibilità di effettuare selezioni, seguendo le funzioni previste in FRBR e di “navigare” nel catalogo, espandendo la ricerca tramite appositi link.
Pino Buizza rilegge piuttosto criticamente112 quanto enunciato nei Principi - i quali, occorre
ricordare, sono solo una bozza passibile di revisione ed ampliamenti – e, in relazione alla catalogazione per soggetti, osserva che l’indicizzazione semantica viene inclusa sono nominalmente, mancando del tutto qualsiasi riferimento ai principi che la regolano.
108Cfr. Anna Lucarelli. Fra principi internazionali e tradizione europea: sviluppi italiani nell'indicizzazione per soggetto. Relazione
tenuta al convegno internazionale “Principi di catalogazione internazionali. Una piattaforma europea? Considerazioni sull’IME ICC di Francoforte e Buenos Aires”. Roma, 28 ottobre 2004 (Bibliocom).
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Questo approccio è stato al centro dell’ultima Conferenza IFLA di Buenos Aires dove il workshop organizzato dalla sezione sull’indicizzazione per soggetto e classificazione è stato dedicato al tema dell’implementazione e adattamento di strumenti globali a bisogni locali. I contributi sono consultabili on line: < http://www.ifla.org/IV/ifla70/prog04.htm#6>.
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Cfr. Pino Buizza. Verso nuovi principi e nuovi codici. Relazione tenuta al convegno internazionale “Principi di catalogazione internazionali. Una piattaforma europea? Considerazioni sull’IME ICC di Francoforte e Buenos Aires”. Roma, 28 ottobre 2004 (Bibliocom).
111Cfr. Il punto 2.2 del draft relativo alle “entità nelle registrazioni d’autorità”.
112Cfr. Pino Buizza. Verso nuovi principi e nuovi codici. Relazione tenuta al convegno internazionale “Principi di
catalogazione internazionali. Una piattaforma europea? Considerazioni sull’IME ICC di Francoforte e Buenos Aires”. Roma, 28 ottobre 2004 (Bibliocom).
Effettivamente pochi sono i passi in cui si fa cenno esplicito all’indicizzazione. Ricordiamoli nel dettaglio:
- nella sezione 2 dedicata a Entità, attributi e relazioni sono citate le entità che servono come soggetti di opere;
- nella sezione 3 si dichiara che fra le varie funzioni del catalogo c’è quella di consentire all’utente di “reperire tutte le risorse su un determinato soggetto”;
- nella sezione 7 dedicata agli Elementi di base per la funzionalità della ricerca le intestazioni di soggetto, i termini di soggetto e i numeri di classificazione sono considerate, insieme ad altri elementi, “punti di accesso indispensabili” per le registrazioni bibliografiche;
- a conclusione del testo si legge tra parentesi quadre: “per quanto riguarda i thesauri di voci di soggetto, ci sono altri obiettivi da perseguire, ma ancora non sono stati inclusi in questa dichiarazione”. Affermazione piuttosto laconica che può indurre a credere che i thesauri siano codici di catalogazione mentre costituiscono solo la componente terminologica di un linguaggio.
Altre istruzioni generali disseminate nei principi possono essere applicate anche alla soggettazione. E’ il caso della sezione 5 interamente dedicata ai punti di accesso in cui:
- vengono indicate norme sui punti di accesso e la loro scelta;
- si distingue tra punti di accesso controllati e punti di accesso non controllati. Vengono citate comeaccessi non controllati le parole chiave che, dal punto di vista semantico, possono essere ricondotte ai termini del linguaggio naturale tratti dal documento stesso, dall’abstract o da altri elementi, tipici dei sistemi di indicizzazione postcoordinati;
- si formula il concetto di intestazioni autorizzate, di forme varianti e termini correlati; - si affronta il problema della lingua dei punti di accesso, tema più che mai attuale nel
settore dell’indicizzazione.
Certo desta perplessità l’assoluta non considerazione delle diverse caratteristiche esistenti tra gli accessi nominali (l’informazione per se) e quelli semantici (l’informazione per il suo significato), per i quali il draft non opera alcun tipo di distinguo. Risulta evidente la rimozione dei linguaggi di indicizzazione semantica, con le loro complesse strutture di controllo dei termini.
Sotto il profilo semantico i Principi possono essere considerati una generica dichiarazione programmatica di intenti a cui, forse solo per il momento, non corrisponde un adeguato sviluppo operativo.
Occorre tuttavia tenere presente che, rispetto al progetto di principi comuni per un codice, sull’indicizzazione semantica pesa l’assenza storica di criteri condivisi a livello internazionale e la forte distanza tra le pratiche adottate, a volte anche all’interno dello stesso paese, nonostante non manchino riferimenti comuni e tradizioni diffuse, esportate ed imitate come nel caso delle Library of Congress Subject Headings (LCSH), di cui si renderà conto nel capitolo seguente.