60 II proces>o è probabilmente già operante in Ignazio di An
tiochia, che postula la preesistenza dell'elemento divino in Gesù che è concepito nel seno di Maria (cf. A. HoBEN, The Virgin Birth, in Historic and Linguistic Studies, second series, I, Chica
go 1903, 20.2 1 ). Preesistenza c concezione verginale sono
col·
legate in ARISTIDE, Apologia 1 5 , 1 ; e specialmente nelle opere di
GIUS TINO, che parla della nascita verginale della Parola preesi
stente (Apologia 1,21 e 33). Nel Discorso sulla fede di MELITONE
DI SARDI (Corpus Apologetarum IX, 420) c'è un tentativo di ar·
monizzare il prologo di Giovanni e i racconti dell'infanzia.
66 l R.E. Brown, Concezione verginale di Gesù
e Luca e.ra innanzitutto che Gesù divenne figlio di Dio attraverso la concezione di Maria. Forse Pannenberg ha ragione nella sua esegesi del Nuovo Testamento, ma noi dobbiamo chiederci perché l'interpretazione che Matteo
e Luca danno della cristologia della concezione vergina
le dovrebbe essere più definitiva delle altre antiche inter
pretazioni neotestamentarie della cristologia della se
conda venuta o di quella della risurrezione. Perché la conciliazione operata dalla chiesa tra la preesistenza e la concezione non dovrebbe essere una tappa autentica nel
lo sviluppo della cristologia? Il fatto che le due posi
zioni non siano conciliate nel Nuovo TestamentC' non si
gnifica, con buona pace di Pannenberg, che siaao incon
ciliabili . 61
2 )
E
d'altra parte può la concezione verginale conciliarsi con la vera umanità di Gesù? si presta forse ad una interpretazione docetista il fatto che Gesù non sia sta
to concepito come gli altri uomini? È veramente il Ge
�ù «simile a noi in tutto fuorché nel peccato>> ? 62 Questo inteaogativo resterà certo senza risposta in astratto, poi
.:hé qui abbiamo a che fare con qualcosa di unico. Ab
biamo detto che Gesù avrebbe potuto essere ugualmen
te il Figlio di Dio se avesse avuto due genitori umani;
come potremmo dire che non sarebbe il figlio di un
uo-61 O. PrPER, The Virgin Birth: The Meaning of the Gospel
Accounts, in Interpretation 18 ( 1 964) 1 32, aJierma Ò1e, se la concezione verginale era un tempo una rivale della tesi paolina
e giovannea della preesistema, per i padri della chiesa la conce
zione verginale conferma la preesistema.
62 Alcuni si sono chiesti se una tale concezione non avrebbe
reso asessuato Gesù, e a questo hanno collegato il suo restai celibe. Questa è un'altra forma della rela2ione posta tra conce
zione verginale e vita nella verginità, tesi respinta più sopra,
quando era applicata a Maria. La sua applica2ione a Gesù risale a TERTULLIANO, De carne Christi 20 (CSEL LXX, 241).
mo se ne avesse avuto uno solo? 63 E, come abbiamo vi
sto, il natus de virgine fu inserito nel credo proprio con un intento anti-docetista (supra n. 41 ). Tuttavia ci sono serie difficoltà nel conciliare la concezione verginale con la moderna interpretazione della psicologia di Gesù in quanto essere umano limitato nel modo di esprimere o for
mulare la propria identità 64 - un Gesù che non parlò di se stesso come 'Messia' o come 'Figlio di Dio', e for
se neppure come 'Figlio dell'Uomo'. La storia della cri
stologia riportata sopra presuppone che la cristologia 'alta', esplicita, fosse il prodotto della riflessione della comunità cristiana, e che invece la cristologia della vita di Gesù fosse implicita, cioè contenuta nelle sue parole e nelle sue azioni, e non espres>a in titoli. Tuttavia, se Giuseppe e Maria avessero saputo che il loro figlio non aveva padre umano, ma era stato generato dallo Spirito santo di Dio; se fosse stato loro rivelato fin dal principio che il bambino era destinato ad essere il Mes
sia, ed essi non avessero mantenuto il segreto con Gesù, come si potrebbe concepire che egli non abbia affermato che era il Messia o il figlio unico di Dio? Ovviamente questo conflitto tra i racconti dell'infanzia e il Gesù (
ri-63 Poiché gli stessi evangelisti che ci parlano della concezione verginale ci danno anche le genealogie di Gesù, è chiaro che essi non ritenevano che la sua concezione costituisse una rottura nella catena della discendenza umana.
64 N d mio libro Gesù Dio e uomo, Assisi 1970, I lO· l r r , riconobbi che i limiti della conoscenza che Gesù aveva d i se stes
so, delineabili nel quadro che i sinottici offrono del ministero, non erano conciliabili con l 'immagine di Gesù offerta dal quarto vangelo e dai racconti dell'infanzia. Il quarto evangelista ha ri·
scritto la storia del ministero alla luce della cristologia della fine del sec. 1, di modo che Gesù parla come il Figlio preesistente che era col Padre prima della creazione. Matteo e Luca non han·
no riscritto la storia del ministero in modo cosl lOtale, ma han·
no creato una tensione tra ciò che è implicito nel ministero e ciò che è esplicito nei racconti dell'infanzia.
68 l R.E. Brown, Concexione verginale di Gesù
costruito) del ministero è fondato su IlKllti 'se', tutti dt·
scu ti bili. 65
Si potrebbe però anche argomentare con altrettanta efficacia nella direzione opposta. Il Gesù storico arrivò al ministero con la certezza di poter dire agli uomini ciò
che Dio voleva da loro (e questo era implicito nella sua proclamazione del regno e nell'uso dell'introduttivo Amen autoritativo) e di poter agire con poteri divini (esorci
smi). Qual era la fonte di questa certezza,
che
implicava un certo grado di coscienza della propria identità? era forse la sua consapevolezza di non avere padre umano e pertanto di essere figlio di Dio in modo unico? Quest'ultima ipotesi potrebbe spiegare la sua strana abitu
dine di rivolgersi a Dio familiarmente chiamandolo Ab ba. Però rimane la difficoltà di spiegare come mai una
tale specifica coscienza delle proprie origini non si sia ri
solta in una capacità di formulare il suo ruolo in titoli cristologici (per esempio, i titoli attribuitigli nell'an
nunciazione
della suanascita) o
in descrizioni piùchiare.
Riassumendo, in base alla testimonianza desunta dal
l'analogia fidei, possiamo concludere che la bilancia sem·
bra oscillare tra una quasi perfetta armonia tra la con
cezione verginale e gli altri dogmi mariologici e cristo
logici e alcune non semplici difficoltà a proposito della sua conciliabilità con alcune affermazioni della moderna riflessione teologica.
65 Forse, per esempio, l'intervento diretto di Dio nella conce
zione del bambino avrebbe: potuto essere ancora interpretato alla luce tipicamente veterotestamentaria della paternità adottiva d;
Dio nei confronti dei re davidici e non in termini di paternità antologica.
IV/
LA TESTIMONIANZA DELLA STORIA DELLA CHIESA PRIMITIVAA partire dal 200 d. C., la concezione verginale di Gesù faceva già parte del 'patrimonio' dottrinale cristia
no. Qualche tempo fa si sarebbe potuto dire che que
sto era vero fin dal r oo d. C., poiché Ignazio di Antio
chia fa menzione della concezione verginale nelle sue lettere.66 Ma Walter Bauer, nel suo Ortodossia ed eresia nel cristianesimo primitivo (edizione tedesca 1 934), ha ricordato con insistenza che il sec. II non fu un periodo uniforme ed omogeneo nel pensiero cristiano, perché quello che era accettato in un luogo era respinto o sco
nosciuto in un altro, e quella che trionfò come ortodossia alla fine del secolo spesso non era che una delle idee che prima si facevano concorrenza. Da una parte, allora, pos
siamo chiederci se vasti gruppi di cristiani nel sec. II ab
biano mostrato di non essere a conoscenza della conce zione verginale. E c'erano dei cristiani che non accettava
no la concezione verginale e il cui rifiuto
è
indicativo di una tradizione storica che conosceva invece una con cezione naturale di Gesù? Dall'altra, possiamo metterci alla ricerca di una testimonianza delle credenze cri
stiane che provenga da fonti non canoniche e che possa integrare le notizie dei racconti dell'infanzia.67
Primo : il rifiuto della concezione verginale. Vi sono implicati due gruppi: gli gnostici e i giudeo-cristiani.
66 In Efesini 7,2; 18,2; 1 9 , 1 ; Smirnesi 1,1.
t;T Particolarmente utili qui sono le eccellenti analisi delle testimonianze storiche da parte di Hoben (supra n. 6o) e di von Campenhausen (supra n. 44). Ritengo quest'ultimo un pochino minimalista (per es. infra n. 76), in parte perché non presta suf
ficientemente attenzione agli apocrifi (pseudoepigrafi ) come testi·
momanze delle credenze del cristianesimo primitivo.
70 l R.E. Brown, Concezione verginale di Gesù
Per quanto riguarda lo gnosticismo e le sette gnostiche, si possono fare i nomi di Cerdone, Cerinto, Satornilo, i carpocraziani, Marcione, i manichei. A proposito di essi von Campenhausen dice: 611 «Non dobbiamo considerare queste dottrine di secondaria importanza e unicamente dirette contro la dottrina della nascita verginale; al con
trario, esse sono un'ulteriore prova di quanto poco la nascita verginale fosse considerata come un dato di fat
to anche all'inizio e fino alla metà del secondo secolo)).
Questo potrebbe essere vero ed avere una certa impor
tanza per valutare se la concezione verginale era creduta
ubique, semper, et ab omnibus; ma la diversità dei punti di vista di molti di questi gruppi ci dice poco a propo
sito della eventuale validità storica di una tradizione contraria. Spesso la loro opposizione alla concezione ver
ginale si basa su presupposti dottrinali o filosofici (do
cetismo, disprezzo dell'elemento mondano, ecc. ) piutto
sto che su ragioni di tipo storico. Difficilmente si po
trebbe prendere sul serio la loro spiegazione alternativa delle origini di Gesù, per esempio, quella di Marcione, il quale sostiene che un essere soprannaturale discese di
rettamente dal cielo nel quindicesimo anno di Tiberio, al momento del battesimo di Gesù da parte di Giovanni.69 Molto più importante è il rifiuto della concezione verginale da parte dei giudeo-cristiani. Verso la metà del sec. n, Giustino/0 il quale dal canto suo credeva che
611 Op. cit., 22; cf. anche HoBEN, op. cit.,
H-55-ti! Alcune altre opinioni elencate da VON CAMPENHAUSEN, op.
cit., 221 affermano che lo Spirito santo era la madre d i Gesù, che Maria era un angelo, che Gesù era l'angelo Gabriele o Michele che entrò in Maria per prendere forma umana. D'altra parte, Ce
rinto, i carpocraziani e gli Atti di Tommaso concordano con i documenti giudeo-cristiani nell'affermare che Gesù era figlio na
turale di Giuseppe.
70 Trypho 48,4 (lezione «vostra stirpe» invece che «nostra stir
pe» come in PG VI, 581). Il tono di Giustino sembra indicare
71
Gesù fosse stato concepito da una vergine, riconosceva l'esistenza di giudei che accettavano Gesù come il Messia, ma affermavano che era di origine puramente umana. Un po' più tardi, Origene 71 diceva di conoscere gli ebioniti o giudei che avevano accettato Gesù come Messia e di
chiarava: «Esistono due sette di ebioniti: la prima con
fessa come noi che Gesù nacque da una vergine ; l'altra sostiene invece che non nacque in questo modo, ma co
me gli altri uomini». Considerando i rapporti di Giusti
no e di Origene con la Palestina, possiamo chiederci se questi giudeo-cristiani non conservassero una tradizio
ne che risaliva, in quella regione, ad alcuni degli origina
ri seguaci di Gesù che erano completamente all'oscuro della sua concezione verginale, ma credevano invece che fosse il figlio naturale di Giuseppe. Alcune recenti sco
perte, ma di valore molto dubbio
/
2 possono esserecita-che questi giudeo-cristiani non erano considerati completamente eretici (VON UMPENHAUSEN, op. cit., 22), ma verso la fine del secolo, al tempo di Ireneo ( Adv. Haer. III, 19,1
=
Sourcej Chrétiennes XXXIV, 3 30) · si era molto meno elastici circa l'obbligo di accettare la concezione verginale.
7• Contra Celsum 2,1 e 5,61 (GCS II, 1 26-127 e I I I , 65 ).
72 Mi riferisco al materiale pubblicato da SHLOMO PINES, The ]ewish Christians of the Early Centuries of Christianity accor
ding to a New Source, Proceedings of the Israel Academy of Sciences and Humanities II, n. 13, Jerusalem 1966. Dietro ad una polemica araba del sec. x tra musulmanl e cristiani, Pines scor
ge un racconto siriaco del sec. IV che parla delle credenze dei nazareni, una setta giudeo-cristiana. Il documento afferma che que
sta setta fu espulsa dalla Palestina in Siria verso il 62 d . C. Que
sti giudeo-cristiani credevano che Gesù fosse «il figlio di Giu
seppe il carpentiere,., in opposi2ione al suo esser «nato senza (fecondazione da parte di) un maschio» (66b; Pines, 4 5 ) . Tuttavia l'epoca tarda e la natura del documento creano seri dubbi a pro
posito della sua attendibilità, specialmente per quanto riguarda il cristianesimo palestinese del primo secolo. L'autore sembra cono
scere ambedue le tradizioni dell'infanzia di Matteo e Luca; per esempio, riferisce che Giuseppe portò il fanciullo e ma madre
72 l R.E. Brown, Concezione verginale di Gesù
te a favore di questa ipotesi. D'altra parte, come vedre
mo più avanti, esistono opere cnstiane di ambiente giu
daico che documentano l 'accettazione della concezione verginale già in epoca antica.
Secondo: quanto era diffusa la conoscenza della con
cezione verginale? Spesso è stato notato che, dei 'padri apostolici', solo Ignazio di Antiochia accenna alla conce
zione verginale, e molti ritengono che questo silenzio non sia dovuto al caso. Von Campenhausen,73 per esem
pio, ritiene che il silenzio sia particolarmente significati
vo nel caso della Lettera di Barnaba e de Il Pastore di Erma, poiché ambedue queste opere contengono specu
lazioni sulle origini del Signore. Anche se questo fosse vero però/4 esiste pur sempre una quantità sorprendente di testimonianze che documentano come la concezione verginale fosse conosciuta e accettata durante il sec.
II da cristiani di varie origini e di paesi diversi.
Cominciamo con Ignazio di Antiochia che associa la verginità di Maria alla nascita e alla morte di Gesù, chia
mandole «i tre misteri strepitosi operati nel silenzio di Dio)) (Efesini 1 9,1 ). L'associazione ad altre dottrine e la sicurezza con la quale tale associazione è operata in
dicherebbero che Ignazio dava per scontata l'accetta
zione della verginità di Maria. Poiché difficilmente si potrebbe affermare che egli ne abbia fatto
deliberata-in Egitto e che Giuseppe e Maria andarono alla ricerca del bam
bino che avevano smarrito a Gerusalemme (94b; Pines, 5 1 ). La tradizione che Gesù era figlio di Giuseppe potrebbe ri.Bettere la variante siro-sinaitica di Mt. 1 , 1 6 (piuttosto che Mt. 1 ,1 cui fa riferimento Pines, 8) in collegamento con Mt. 1 3,55 ·
73 Op. cit . , 19.
74 La concezione verginale non sarebbe stata in armonia con l'autore dell'Epistola di Barnaba, il quale riteneva che Gesù fos
se Figlio di Dio in un modo che non si poteva conciliare col suo esser figlio di David ( 12,10).
mente menzione soltanto nella Lettera agli Efesini e in quella agli Smirnesi, possiamo ritenere che la verginità di Maria fosse conosciuta da tutte o almeno dalla mag
gior parte delle comunità ( in gran misura pagano-cri
stiane ) alle quali egli si rivolge in Asia minore e a Ro
ma, e anche ad Antiochia ( una chiesa con profonde ra
dici giudaiche), dove era vescovo. Non sappiamo con certezza se Ignazio attinga alla tradizione canonica dei racconti dell'infanzia di Matteo oppure da una tradi
zione indipendente 75 - in questo ultimo caso, la sua testimonianza sarebbe ancora più importante. Alcuni an
ni più tardi ( 1 25 ca.), Aristide di Atene parla del Figlio di Dio che prese carne da una vergine.76 La conoscenza della concezione verginale da parte degli apologisti è attestata negli scritti di Giustino (metà del sec. n), la cui testimonianza è importante perché proviene dalla Palestina e potrebbe avere conservato alcuni elementi di materiale non canonico riguardante la nascita di Gesù 77• A ltrove, nel mondo pagano-cristiano del sec.
11 la concezione verginale è documentata da Taziano, Abercio di Gerapoli, Melitone di Sardi, l'antico Credo r·omano, e il Protovangelo di Giacomo J8 Tra i
cristia-75 BosLOOPER (supra n. _p), 28, argomenta a favore di questa se
conda ipotesi.
76 VoN CAMPENHAUSEN, op. cit., 194, giustamente fa norare che ci sono deJle glosse nel testo deii'Apologia di Aristide IJ,I, glos
se che si possono individuare confrontando fra loro il greco e il siriaco; ma io mi chiedo se il lettore, in base aJle osservazioni di von Campcnhausen sia convinto come di un dato di fallo che il riferimento all'incarnazione «da una vergine>> si trovi in tutte e tre le versioni den'opera di Aristide (armena, greca, siriaca).
77 Cf. E.F. BrsHOP, Evangelica/ Quarterly 39 ( 1967) JD-39· Tut
tavia, anche se Giustino conosceva le tesi giudaiche e faceva un
uso considerevole delle profezie veterotestamentarie per difendere la concezione verginale (Apologia 1,33; Trypho 77-78 e 84), la sua vi
sione personale e la sua esegesi erano queJle di un pagano-cristiano.
78 Anche se questo vangelo apocrifo pretende di provenire da 74 l R.E. Brown, Concezione verginale di Gesù
ni di ambiente o interessi giudaici abbiamo la testimonian
za del Testamento dei Patriarchi 79 e dell'Ascensione di Isaia.8fJ Di particolare importanza è la testimonianza del
la concezione verginale data dalle Odi di Salomone, in segui t o agli sforzi di J a m es Charlesworth per stabilire che questa è un'opera giudeo-cristiana del sec. 1, che non dipende dai racconti deH'infanzia canonici.81
Ricapitolando, il quadro generale che si può trarre dal
la testimonianza della storia della chiesa primitiva è un gruppo v1cmo alla famiglia di Gesù (suo fratellastro Giacomo), l'autore non è un giudeo-palestinese, perché lascia trasparire una effettiva ignoranza a proposito del Tempio e uei suoi usi. Scri
vendo verso la metà del sec. II, egli combina insieme le informa
zioni di Matteo e Luca con dettagli immaginari di origine diversa.
79 ]oseph 1 9,8 menziona l'agnello immacolato nato da una
ver
gine.- Benché gli studiosi non siano d'accordo nello stabilire se si tratti di un documento giudaico pre-cristiano con interpolazioni cristiane ( R.H. Ola
r
les) oppure di un'originaria composizione giudeo-cristiana (M. de Jonge), molti vi vedrebbero una testimonianza
a favore della concezione
verginale
risalente almeno al sec. II. Sui Testamenti cf. A.-M. DENIS, Introduction aux pseudoépigraphes grecs de l'Ancien Testament, Leiden 1970, 49-59.100 L'apocalittica «Visione di Isaia» che costituisce la seconda parte dell'Ascensione, è generalmente attribuita a circoli giudeo
cristiani della fine del primo o inizio del secondo secolo. L'autore della «Visione» conosce il vangelo di Matteo. Cf. E. HENNECKE W. ScHNEEMELCHER, New Testament Apocrypha II, Philadelphi1
1965, pp. 642-644; anche J. DANIÉLOU, Théologic du Judéo-christia
nisme, Paris 1 958, 2 1-23 .
81 Ode 19,6-9.
Per
gli articoli di Charlesworth cf. Catholic Biblica/ Quarterly 3 1 ( 1969 ) 357-69; Semitics I ( 1970) r::z-26; Re
vue Biblique 77 ( 1 970) 522-49. Cortesemente egli mi ha permesso di servirmi della sua traduzione apparsa nel suo libro The Odes of Solomon, Oxford 1973. Tuttavia dobbiamo notare che nelle Odi la concezione verginale è unita all'idea di uno Spirito santo fem
minile e di una nascita senza doglie - idee che ritroviamo
in cir
coli cristiani del secondo secolo, data comunemente attribuita alle Odi. La tesi secondo la quale l'Ode 19 sarebbe un'inserzione tar
diva è stata i n genere abbandonata.
quello di una accettazione ragionevolmente diffusa della concezione verginale. Ci sono però casi di silenzio al
quanto imbarazzanti, che potrebbero indicare ignoran
za o rifiuto, accanto all'esplicito rifiuto di certi ambienti giudeo-cristiani che sfiora la possibilità (ma non più eli questo) di una tradizione storica contraria in favore del
la paternità umana. È quindi evidente che il problema non può essere risolto sulla base della testimonianza della primitiva storia della chiesa, purché questa testi
monianza non metta in dubbio in modo definitivo l'ac
cettazione della concezione verginale, come alcuni hanno sostenuto.
V
l
LA TESTIMONIANZA PELLA ScRITTURASiccome gli altri tipi di testimonianza che abbiamo
a disposizione si riferiscono in ultima analisi ai raccon
t i dell'infanzia eli Matteo e Luca, il valore della testimo
nianza della Scrittura in favore della concezione vergi
nale sarà determinante per ogni decisione definitiva cir
ca la storicità. La prospettiva di questa discussione ri
chiede che io tratti il Nuovo Testamento con la stessa rapidità con la quale ho esaminato gli altri settori. Ri
serverò pertanto ad un altro libro lo studio completo dei racconti dell'infanzia 82 e mi limiterò in questa sede ad elencare gli elementi favorevoli e quelli contrari alla storicità, avvertendo il lettore che non potrò rendere conto di tutte le sfumature. Comincerò col riassumere
12 Anche se i moderni studiosi protestanti e cattolici sono sor
12 Anche se i moderni studiosi protestanti e cattolici sono sor