ri-lievo nella chiesa perché spiegava quello che Dio aveva fatto per gli uomini. Attraverso la risurrezione gh uo
mmt giunsero a credere in Dio in un modo nuovo; il rapporto dell'umanità con Dio era cambiato; una visio
ne totalmente nuova di Dio e delle sue intenzioni nei confronti degli uomini era resa possibile; l'intero corso del tempo e della storia era riorientato. Tuttavia, l'insi
stenza sulla risurrezione corporea ci impedisce di defi
nire questa risurrezione esclusivamente in termini di quello che Dio ha fatto per gli uomini. La risurrezione fu e rima·ne innanzitutto ciò che Dio ha fatto per Gesù.
Non si trattò di una evoluzione nella coscienza umana e neppure di una brillante intuizione da parte dei disce
poli dd significato della crocifissione - fu l'azione so
vrana di Dio che glorificò Gesù di Nazaret. Soltanto perché Dio ha fatto questo per suo Figlio, nuove pos
sibilità sono aperte per i suoi molti figli che sono giun
ti a credere in quello che egli ha fatto.
Il fatto che queste possibilità future per i crtsttani siano modellate su quello che Dio ha già fatto per Gesù, fa della risurrezione corporea un problema di particola
re importanza. Nell'anticipazione umana del piano fina
le di Dio, abitualmente si segue uno di questi due mo
delli: o quello dell'eventuale distruzione e della nuova creazione, o quello della trasformazione. Passerà il mondo materiale e sarà rifatto a nuovo? oppure sarà in qualche modo trasformato e mutato nella città di" Dio? Il mo
dello che il cristiano sceglie influirà sul suo atteggia
mento nei confronti del mondo e del corporeo. Quello che � destinato ad essere distrutto può soltanto avere un valore passeggero; quello che è destinato ad essere trasformato conserva la sua importanza. Il corpo è un guscio che si getta via, oppure è una parte intrinseca della personalità che per sempre identificherà un uomo?
Se il corpo di Gesù si corruppe nella tomba e pertanto
172 l R.E. Brown, Risurre-zione corporea di GesÌJ
la sua vittoria sulla morte non implicò una risurrezione corporea, allora H modello indicato è quello della di
struzione e della nuova creazione. Se Gesù risuscitò cor
poreamente dai morti, allora il modello cristiano deve essere quello della trasformazione. Il problema della risurrezione corporea non è soltanto un esempio di cu
riosità cristiana; esso è collegato ad un importante tema teologico: lo scopo ultimo di Dio nel creare.
EPILOGO
I problemi discussi in questo libro sono problemi che devono essere affrontati e discussi da tutti i cristiani. Se sono diventati particolarmente urgenti per i cattolici è a causa della combinazione di due fattori nella chiesa del post-concilio. Primo, la chiesa ha ora ufficialmente inco
raggiato e accettato i metodi della moderna critica bibli
ca; e questa critica interessa in modo particolare le pas
sate interpretazioni dei racconti dell'infanzia e dei rac
conti pasquali come storia basata su testimonJ oculari.
Secondo, c'è una crescente presa di coscienza del fatto che le formulazioni dogmatiche del passato sono condi
zionate nella loro espressione dal tempo e dalle circo
stanze, per cui, anche se colgono un aspetto della veri
tà, tuttavia non la esauriscono. Seguendo la distinzione proposta da papa Giovanni tra deposito della fede e modo in cui esso viene presentato, i teologi cattolici so
stengono che le formulazioni talora troppo vecchie devo
no essere modificate secondo punti di vista più recenti.
Le candidate più ovvie ad un riesame critico sono quelle dottrine il cui fondamento è interessato dai moderni studi di critica biblica, come la concezione verginale e la risurrezione corporea.
Il mio intento in questo libro è stato modesto: non dare risposte dottrinali, come se la critica biblica fosse l'ultima corte d'appello, ma proporre un esame delle te
�timonianze il più obiettivo possibile, per mettere in
ri-174 R.E. Brown, Epilogo
salto quale sia il contributo che passano dare gli studio
si della Bibbia alla discussione di queste dottrine nell'am
bito della chiesa. So che alcuni scrittori cattolici, spesso a livello popolare, hanno già proclamato che la critica biblica ha talmente eroso alle fondamenta le formulazio
ni tradizionali a proposito della concezione verginale e della risurrezione corporea che queste formulazioni do
vrebbero essere abbandonate. Questa s1one cu1 . . 10 . vorre1 arnvare. . . non è la conclu-Ho trovato che le testimonianze bibliche, anche se rie
saminate con i correnti metodi scientifici, continuano a favorire l'idea di risurrezione corporea, benché al tempo stesso servano a correggere una nozione popolare del pas
sato che tendeva ad eguagliare risurrezione e risuscita
mento fisico. Il contesto escatologico della risurrezione corporea e il carattere analogico dd linguaggio usato per dèscrivere il Gesù risorto sono oggi più chiari di quanto non lo fossero in precedenza.
E neppure penso che lo studio moderno della Bibbia induca ad abbandonare l'idea di concezione verginale, an
che se la situazione qui è più ambigua a causa delle te
stimonianze neotestamentarie assai ridotte e della neces
sità di una indagine più approfondita in un contesto ecu
menico. Dal punto di vista biblico, ritengo che sia più difficile spiegare la tradizione sulla concezione verginale postulando una creazione teologica che postulando il fatto. Ma molto altro lavoro dovrebbe essere fatto per dimostrare come la cristologia alta, esplicita dei raccon
ti della concezione verginale possa conciliarsi con la cri�tologia bassa, implicita che caratterizzava, secondo quanto affermano concordemente studiosi prot�stanti e cattolici, il ministero di Gesù. Inoltre, si dovrebbe chia
rire ai cattolici che la dottrina della santità di Maria e dell'incarnazione del Figlio di Dio non sono logicamen
te dipendenti dalla concezione verginale. Bisognerebbe
pure opporsi alla tendenza a citare le formule di fede in modo semplicistico come risposta al problema della concezione verginale, poiché il punto focale dell'articolo
«nato dalla vergine Maria» sembra essere stato la na
scita del Figlio di Dio da un genitore veramente umano (donde la sua innegabile umanità - carne da carne ), più che non la definizione del modo biologico della sua
concezione. L'abitudine di parlare di nascita verginale piuttosto che di concezione verginale complica ulterior
mente la discussione.
Le conclusioni relativamente conservatrici che ho tratto dalle testimonianze, conclusioni favorevoli alla con
servazione delle formulazioni tradizionali della concezio
ne verginale e della risurrezione corporea, lasceranno in
soddisfatti alcuni cattolici liberali che potranno addirit
tura chiedersi se io non abbia affrontato lo studio delle .testimonianze con un pregiudizio dottrinale. Nella no
stra chiesa polarizzata, facilmente si lancia contro quelli che confermano formulazioni tradizionali l'accusa di cer
care di accattivarsi il favore delle autorità. All'estremo opposto, il mio desiderio di accostare le testimonianze bibliche senza ammettere che le conclusioni siano state dettate dalle dottrine del passato, darà fastidio ?. quella parte estrema di cattolicesimo che non vede alcun ele
mento umano o modificabile nelle formulazioni del pas
sato e che stigmatizza come arrogante eresia ogni ten
tativo di studiare i problemi in modo nuovo, a meno che questi tentativi non si propongano di trovare ulteriori argomenti per sostenere quello che la chiesa ha già detto.
I critici con questa mentalità respingeranno pure come equivoca ogni sfumatura che lo studio critico della Bib
bia possa apportare alla comprensione delle formulazioni del passato, anche se tale studio, in fondo, appoggerà la conservazione di tali formulazioni. La risposta al primo gruppo di critici liberali deve insistere sull'integrità e la
176 l R.E. Brown, Epilogo
responsabilità della cr1t1ca biblica; la risposta al secondo gruppo di critici fondamentalisti deve insistere sui dirit
ti della critica biblica. Ma la critica biblica, nonostante le garanzie date dagli ultimi papi, è troppo nuova sulla scena del cattolicesimo perché o la sua responsabilità o i suoi diritti possano essere rispettati da tutti. Soltanto quando ci sarà questo rispetto gli studiosi della Bibbia, leali verso l'autorità magisteriale della chiesa , potranno dare il lo.to contributo particolare nel più vasto ambito del pensiero cattolico.
INDICE DEI NOMI
Nell'indice si fa riferimento agli autori moderni, segnalando loro contributi più notevoli sull'argomento.
Alonso, J M. 44·
Harnack, A. 130.
Indice
Introduzione 9
(A) Significato teologico dei due argomenti . . . I 3 (B) Presupposti biblici di base . . . . . . 29
Capitolo primo: IL PROBLEMA DELLA CONCEZIONE VERGINALE DI GESÙ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . · 37
Il Lo 'status quaestionis' . . . . . . . . 38 II/ La testimonianza del magistero . . . . . 49 III/ La testimonianza desunta dall' 'analogia fìdei' '8
(A) Dottrine che sembrano presupporre la con
cezione verginale . . . . '9
(B) Dottrine che sembrano sfavorevoli alla con
cezione verginale . . . . . . . . . . . . . . . 64 IV/ La testimonianza della storia della chiesa
primitiva . . . . . 70
V/ La testimonianza della Scrittura . . . 76 (A) Argomenti biblici contro la storicità . . . 77 (B) Argomenti biblici a favore della storicità . . 88
Capitolo secondo: IL PROBLEMA DELLA RISURREZIONE CORPOREA DI GEsb . . . 97
I/ Lo 'status quaestionis' . . . . . . . . . . 99 II/ Le primitive formulazioni cristiane della fede
nella risurrezione . . . . 1 09
(A) Le formule brevi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
(B) La formula di I Cor. I� ,3-8 . . . I I 2 III/ I racconti evangelici delle apparizioni ai dodici 132 (A) Presupposti critici generali . . . 1 3 3 (B) La successione delle apparizioni . . . 1 3 6 (C) Considerazioni varie a proposito delle
ap-paiizioni . . . . . . . . . . . . . . . 149 IV/ I racconti evangelici del sepolcro vuoto . . . 1 ' 1 ( A ) Particolari della sepoltura di Gesù . . . . . . . 1'2
(B) L'evoluzione dei racconti del sepolcro vuoto I 56 V/ Conclusioni
Epilogo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 74
Indice dei nomi . . . . . . . I 78