Giovani stranieri di seconda generazione
3.2 Senso di frustrazione dei genitor
4.1.2 Charles Glenn ci insegna
Il ruolo della scuola è fondamentale per un ragazzo straniero appena arrivato nel paese d'accoglienza. Le scuole, a volte, possono commettere degli errori che potrebbero danneggiare i ragazzi stranieri invece che aiutarli, come per esempio esaltare le diversità dei bambini immigrati, separarli dal resto della classe e inserirli in una classe dove ci sono solo insegnanti della stessa provenienza dei bambini stranieri. Questi insegnanti potrebbero anche non parlare fluentemente la lingua del paese d'approdo. Charles Glenn invita le scuole italiane a non fare gli stessi errori che le scuole americane avevano commesso in passato con i bambini stranieri: • Glenn sollecita gli insegnanti a non considerare i successi scolastici come l'unica possibilità di riuscita nella vita, così da non trascurare gli alunni stranieri che per vari motivi si trovano a dover ripetere l'anno scolastico. Quindi a non dare per scontato che ormai il loro processo di integrazione sia fallito, poiché gli alunni stranieri, in alcuni casi, potrebbero essere più adatti a prendere un percorso professionalizzante come diventare degli artigiani;
• Glenn consiglia quegli insegnanti con iniziative di non insistere in modo eccessivo sui programmi multiculturali trascurando il compito più importante della scuola, la quale prima di tutto deve offrire ai ragazzi stranieri gli strumenti necessari affinché possano far fronte tutte le situazioni che la società accogliente presenterà loro. Incoraggiare il multiculturalismo sentimentale invece che favorire l'inserimento dei ragazzi immigrati, li danneggia;
• il multiculturalismo profondo ancora più di quello sentimentale non favorisce i ragazzi stranieri che si trovano incapaci di affrontare la vita nella società del paese ospitante. All'interno di alcuni gruppi etnici vi è la convinzione che l'acculturazione sia un auto- tradimento verso la propria cultura. L'eccessiva enfasi sulla cultura d'origine porta a auto- escludersi dalla società d'accoglienza;
• separare gli alunni stranieri da quelli autoctoni è una scelta estremamente errata poiché i primi potrebbero rimanere indietro dato risulterebbero seguiti da insegnanti non nativi del paese d'accoglienza. Come è successo negli Stati Uniti, dove studenti provenienti dall'America del Sud sono stati collocati in classi diverse da quelle dei compagni americani per tre e più anni, il risultato è stato che questi ragazzi non hanno raggiunto i risultati scolastici soddisfacenti, anzi erano molto più indietro dei coetanei americani. Non bisogna mai, quindi isolare i ragazzi stranieri da quelli nativi del paese d'approdo.
A questo punto, Glenn passa a offrire consigli a coloro che hanno il compito di produrre politiche e programmi per gli alunni stranieri. In primo luogo, le scuole si assicurino che i figli degli immigrati abbiano avuto la possibilità di prepararsi adeguatamente per la società
d'accoglienza, che le conoscenze e le competenze imparate a scuole siano servite loro per vivere serenamente nella società. In secondo luogo, le scuole stiano più attente a rispettare alcune osservanze religiose degli alunni stranieri come non offrire la carne suina agli studenti musulmani. Inoltre gli insegnanti non concentrino la loro attenzione sull'appartenenza etnica dell'alunno straniero, ma piuttosto sulla sua personalità e lavorare su quella. Riconoscere che gli alunni immigrati anche se sono in un contesto svantaggiato, saranno loro a fare scelte importanti per il loro successo scolastico. Vi sono casi in cui sono più motivati a studiare rispetto i loro compagni non immigrati, anche se non sono integratiti perfettamente, riescono a conseguire un successo scolastico buono94.
Le riflessioni fatte da Glenn sono molto valide, soprattutto l'insistenza da lui posto sul compito fondamentale della scuola che è quello di offrire agli studenti le competenze e le conoscenze affinché riescano a fronteggiare le sfide della società. Questo obiettivo non riguarda ovviamente solo gli studenti stranieri, ma anche i nativi. La scuola può essere paragonata un laboratorio in cui tutte le componenti, interessate alla formazione culturale, devono collaborare insieme alla ricerca di una linea di condotta volta a farsi che tutti gli studenti abbiano le stesse opportunità di successo.
5.1 Cittadinanza
A differenza della Francia e della Germania, in Italia come la maggior parte degli stati europei prevale il principio di jus sanguinis, questo significa che il bambino straniero in Italia eredita la cittadinanza dai genitori per discendenza di sangue anche se nato in Italia. Solo un anno prima del compimento del diciottesimo anno può fare la richiesta della cittadinanza italiana dimostrando però i certificati che confermino la sua permanenza continua nel paese ospitante. In Italia, lo jus soli è applicato solo ai bambini i cui genitori sono apolidi o sono di genitori ignoti. Mentre la richiesta di cittadinanza per la naturalizzazione la si può inoltrare solo dopo 10 anni di permanenza continua in Italia con certificato di avvenuta ed effettiva residenza, si deve dimostrare di avere un reddito sufficiente a mantenersi, una conoscenza buona della lingua italiana e una fedina penale pulita. La legge francese, invece, consente al bambino straniero di acquisire automaticamente la cittadinanza francese al compimento del diciottesimo anno di età dimostrando una permanenza continuativa di almeno 5 anni. E dopo soli 5 anni di residenza continuativa nel territorio francese si può richiedere la cittadinanza per naturalizzazione. Anche la Germania ha effettuato una politica inclusiva in materia di
94 Glenn C., “I figli degli immigrati a scuola: lezioni per l'Italia delle esperienze di altri paesi”, in Ambrosini M. e Molina S. (a cura di), Seconde generazioni. Un'introduzione al futuro dell'immigrazione in Italia, Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 2004, p. 169-183.
concessione di cittadinanza tedesca, in seguito alla riforma del 2000 vige lo jus soli se un genitore con un permesso di soggiorno regolare ha risieduto in Germani per almeno 8 anni. 8 anni sono necessari per il processo di naturalizzazione, inoltre si deve essere in possesso del permesso di soggiorno illimitato, essere in grado di provvedere economicamente a se stesso, avere la fedina penale pulita e una adeguata conoscenza delle leggi e della lingua tedesca. Quest'ultimo requisito è molto importante, perché si deve sostenere un esame di lingua di livello B1, solo i minorenni sotto i 16 anni e coloro che hanno conseguito titoli di studio nelle scuole tedesche possono astenersi dal fare il test95.