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1 1 Metodologia della ricerca

3.1 Ragazzi cinesi si raccontano

3.1.7 La lingua cinese

Studiare il cinese è visto dai genitori come un dovere in quanto cinese, per cui obbligano i figli a frequentare questo dopo-scuola. Un'altra ragione per cui la frequentano è dovuto al fatto che anche nella scuola ci sono degli amici cinesi che altrimenti non incontrerebbero.

Altri sostengono che è un'occasione per non perdere l'uso della propria lingua.

“La frequento perché voglio migliorare il mio cinese. I miei mi dicono che se non continuo questa scuola dimentico ciò che ho imparato. Poi qui ho i miei amici che si sentiranno persi senza di me... ahahah.” (V. 16 anni)

“Per migliorare il cinese e per non perderlo.” (Z. 17 anni)

“Per non perdere il cinese. Per conoscere degli amici che mi serviranno per il futuro per motivi lavorativi e non.” (X. 15 anni)

“Frequento questa scuola perché penso che sia giusto farla. Una professoressa italiana mi ha detto che faccio bene continuare a fare cinese, perché mi servirà in futuro.” (G. 14 anni) “I cinesi devono sapere la propria lingua, anche perché è sicuramente una risorsa per il proprio futuro.” (BX. 18 anni)

“All'inizio sono stata obbligata, poi ho visto che i miei amici cinesi erano qui. Ora penso di andarmene perché (gli amici) se ne sono andati tutti.” (C. 18 anni)

Un padre si lamenta perché la figlia dopo anni di frequenza nel dopo-scuola cinese non riesce ancora a tradurre velocemente i documenti dall'italiano al cinese e viceversa. Infatti tanti genitori si aspettano che dopo anni di scuola i figli siano in grado di tradurre tutto, indipendentemente dal tipo di documento, dal registro linguistico utilizzato. Non si rendono conto che i figli a scuola non sono stati preparati per fare la traduzione, inoltre tanti riferimenti come le denominazioni degli organi amministrativi non hanno dei termini in corrispettivo in cinese, poiché in Cina la suddivisione amministrativa è ripartita in modo diverso.

“I miei hanno detto che mandarmi in questa scuola (Drago d'oro) equivale sprecare soldi. Mio padre mi ha detto che gli anni che ho trascorso qui sono stati inutili, perché non sono brava in traduzione.” (XL. 13 anni)

3.1.8 La Cina

lontana, tutti associano la Cina come la propria patria, tuttavia alcuni la vedono come un simbolo di madrepatria. Coloro che hanno passato la loro infanzia là nella loro mente affiorano i dolci ricordi dei momenti passati con i nonni. L'associazione Cina equivale madrepatria è diffusa tra ragazzi cinesi, ma alla domanda se volessero andare in Cina a vivere, tanti rispondono che andrebbero in vacanza ma non a viverci stabilmente. Le motivazioni sono molteplici, alcuni credono che non possiedano delle competenze adeguate che siano linguistiche o di altra natura. C'è chi dichiara che si sentirebbe solo poiché quasi tutti i parenti sono qui in Italia, anche i loro stessi genitori non tornano spesso in Cina. In generale coloro che non tornerebbero non hanno una buona immagine della Cina.

“La Cina è la mia patria. Tornerei subito in Cina con i miei nonni, senza mio fratellino. Mia madre dice che la vita in Cina è troppo dura, dovrei andare a pascolare buoi e dare del mangime ai maiali ecc.” (XL. 13 anni)

“Quando penso alla Cina, mi viene in mente la mia nonna materna che è là.” (BX. 18 anni) “La Cina è la mia patria, dove ho dei bei ricordi. Mio fratello piccolo e mia sorella piccola sono in Cina e vorrebbero che ritorni là.” (Q. 19 anni)

“Penso alla Cina come la mia patria. Vorrei andare là a vivere, ma è un problema perché sono cresciuta qui, ho fatto le scuole qui, il mio cinese non è il massimo, dubito che possa relazionarmi con i cinesi di là.” (B. 14 anni)

“La Cina per me è divertente dal punto di vista turistico, ha molte potenzialità a livello lavorativo. Se un giorno dovessi lavorare là dovrei sapere bene il cinese. Non voglio sembra un idiota perché i cinesi si domanderanno perché non parlo cinese dato che ho la faccia cinese.” ( Z. 17 anni)

“Anche per me è solo un simbolo. Io non torno in Cina perché non ho nessuno là. Sì parenti ma non li conosco.” (LY. 13 anni)

“Sì posso andare in Cina in vacanza ma non per viverci, sono cresciuta qui, non mi abituerò la vita di là. I miei sono tornati pochissimo in Cina. I miei parenti più stretti sono in Italia e anche miei nonni materni sono venuti in Italia. Ci sono ancora dei parenti là ma non siamo in

buoni rapporti.” (X2. 15 anni)

“Sono tornata in Cina solo per vacanza due o tre volte. Tutto è molto diverso in Cina, le cose sono tutto alla rinfusa.” (G. 14 anni)

“Andare in Cina per un periodo breve sì, fare visita ai parenti, amici, ma non voglio lavorare là.” (X. 15 anni)

I pensieri elaborati da questi ragazzi fanno ritenere che la loro idea della Cina, più che di “patria” sia vista come luogo romantico o turistico. La complessità di essere una persona di seconda generazione diventa evidente leggendo questa risposta da parte di questo ragazzo cinese:

“La Cina è la mia madrepatria, mi ha generato, anche se non mi ha allevato. Cina e Italia sono entrambe come delle madri. Ma per quanto riguardo il lavoro sono più propenso a stare in Europa, o andrò in America. Non penso di stare in Cina in modo permanente, forse là c'è troppo l'inquinamento. La gente ha la mentalità diversa, anche per strade lo scenario è diverso, in tutte le ore sono accese le luci, il ritmo è frenetico e c'è troppa gente. Mentre in Italia è tutto più tranquillo.” (V. 16 anni)

Gli unici ad ammettere di non piacere proprio la Cina sono stati due cugini, le cui opinioni sulla loro patria non sono delle migliori, la parlano in questi termini:

“La Cina è una patria lontana anche a livello ideologico. Mi dà fastidio che ci sia una differenza così grande tra i ricchi e i poveri. In Italia è diverso, sì, si sta male, ma tutti stanno male, ma là solo il 10% è ricco e il resto sta male.” (C. 18 anni)

“La Cina economicamente parlando è un posto dove si può guadagnare. Socialmente parlando è un paese che fa schifo. Il grande divario tra i ricchi e i poveri, li ho visti con i miei occhi. I miei mi hanno detto che i cinesi sono degli imbroglioni.” (CC. 18 anni)

Solo due ragazze ha espresso il desiderio di vivere in Cina:

“Io mi vedo magari in Cina a lavorare, qui l'economia sta peggiorando è meglio spostarmi in Cina”. (G. 14 anni)

“L'ambiente cinese è molto caotico, ma allo stesso tempo dinamico, non è pulita come in Italia, c'è troppa gente là a qualunque ora della giornata. Mentre qui già alle sei di sera non c'è un'anima viva per strada. Vorrei abitare in Cina per qualche anno, forse non per sempre, per vedere come è cambiata, comunque cambia di anno in anno, sarà sempre diversa.” (BX. 18 anni)