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Capitolo 9 Risultati

9.1 Cheratopatia calcifica

La cheratopatia calcifica è stata diagnosticata in 17 soggetti, di cui ben 11 erano meticci (64,71%); dei rimanenti 6, solo uno era di taglia grande (Pastore Tedesco), mentre gli altri erano di piccola taglia (vedi Tabella 5).

La patologia ha interessato ambo i sessi in modo così distribuito: 8 casi di maschi interi (47,06%), 4 casi di femmine intere (23,53%) e 5 casi di femmine sterilizzate (29,41%).

L’età media dei pazienti coinvolti è stata 14,41 anni, con una mediana di 15 anni (intervallo 10-17 anni).

Le lesioni si sono presentate in 9 casi bilateralmente (52,94%) e in 8 casi monolateralmente (47,06%), per un totale di 26 occhi affetti. Quasi la metà dei cani presentava ulcere secondarie alla cheratopatia calcifica (8/17 soggetti, 47,06%, corrispondenti a 12/26 occhi, 46,15%).

La terapia somministrata per i casi non complicati da ulcere è stata a base di lacrime artificiali acidificate galeniche (3-4 volte/die); nei casi complicati dall’ulcera, invece, oltre alle lacrime artificiali sono stati prescritti antibiotici locali (Tobramicina solfato o Ofloxacina collirio, 4-5 volte/die) e, nelle ulcere più profonde, anche Doxiciclina monoidrato per os (10 mg/kg die) con finalità anticollagenasica.

Dei 17 casi totali, 5 sono stati persi durante il follow-up. I 12 casi tornati al controllo sono stati seguiti per un tempo mediano di 151,5 giorni (intervallo 7- 1020 giorni). Fra questi, 3 avevano manifestato in precedenza altre patologie di interesse trattate in questo studio; più nello specifico, la cherato-congiuntivite secca (due anni prima), la cheratopatia immunomediata (un anno prima) e l’erosione epiteliale ricorrente (quattro anni prima). Il trattamento per la cheratopatia calcifica è stato quindi aggiunto alla terapia già in corso, ottenendo un miglioramento della sintomatologia clinica ed evitando la progressione della malattia degenerativa corneale. Solo in un caso si è verificato un peggioramento

della cheratopatia calcifica, dopo tre anni dalla diagnosi iniziale, a causa della sospensione del trattamento da parte dei proprietari del cane.

Tutti i soggetti esenti da lesioni ulcerative secondarie (5/12 casi) hanno manifestato un miglioramento piuttosto veloce (entro le prime 3 settimane dall’inizio del trattamento) dei segni clinici del disagio oculare (epifora e blefarospasmo) presenti alla prima valutazione clinica. Il grado di opacità corneale secondario alla cheratopatia si è mantenuto stazionario nella maggior parte dei casi. In un cane, inoltre, la malattia è stata caratterizzata da una riduzione della quantità di cristalli di calcio depositati, sebbene sempre presenti, dopo due mesi di trattamento.

Dei 7/12 casi rimanenti, ovvero quelli che presentavano lesioni ulcerative e che sono tornati ai successivi controlli, 5 pazienti hanno raggiunto la guarigione dell’ulcera corneale in un tempo medio di circa un mese (intervallo 7-60 giorni), di cui due hanno manifestato un miglioramento dell’opacità corneale (entrambi dopo circa quattro mesi dall’inizio della terapia), mentre un altro soggetto ha sviluppato una nuova ulcera a distanza di un mese dalla precedente, guarita in due settimane. Due dei 7 cani che presentavano ulcera non hanno manifestato guarigione delle lesioni durante il periodo di osservazione: in un caso, dopo un mese di trattamento, non erano presenti segni di guarigione e successivamente il paziente non si è più presentato ai controlli; l’altro soggetto invece ha proseguito i controlli per quasi due anni durante i quali la cornea ha presentato una lesione ulcerativa stromale cronica, in assenza di disagio oculare manifesto che però non si è mai complicata fino alla morte dell’animale.

9.2 Cheratopatia lipidica

I casi di cheratopatia lipidica sono stati 2 e hanno coinvolto due meticci: una femmina sterilizzata di 10 anni e una femmina intera di 11 anni.

In un caso la patologia è stata bilaterale, nell’altro si è manifestata solo sull’occhio destro, per un totale di 3 occhi coinvolti. Entrambi i casi presentavano alterazioni oculari locali, rispettivamente cheratite perilimbare bilaterale (associata ad abbondante neovascolarizzazione) e pregressa lesione ulcerativa

corneale con neovascolarizzazione. Il primo caso è stato trattato con Ciclosporina 0,2% pomata oftalmica (2 volte/die), l’altro con sole lacrime artificiali sostitutive a base di acido ialuronico (2 somministrazioni/die).

Purtroppo nessuno dei due pazienti è tornato al controllo, quindi non sono disponibili ulteriori informazioni sul decorso della malattia.

9.3 Degenerazione endoteliale senile

Sono stati colpiti da degenerazione endoteliale senile prevalentemente meticci (3/14 casi, 21,43%), seguiti dal Cocker spaniel (2/14 casi, 14,29%), come mostrato in Tabella 6. Fra le femmine è stata riscontrata una maggiore frequenza in quelle sterilizzate (5/14 casi, 35,71%, contro i 2/14 di quelle intere, 14,29%); i maschi, interi, sono stati 7/14 (50,00%).

La media e la mediana dell’età sono risultate di 12 anni (intervallo 10-14 anni).

La patologia, si è manifestata per lo più in entrambi gli occhi: 11/14 casi bilaterali (78,57%), e 3/14 casi monolaterali (21,43%), per un totale di 25 occhi colpiti. A tutti i pazienti è stata prescritta la somministrazione di un agente iperosmotico topico, glucosio® 35% collirio, 2 volte/die. In 2 cani in associazione all’applicazione topica è stata prescritta Arnica Compositum® per via orale, 2 volte/die. In 3 soggetti, poiché erano presenti lesioni ulcerative associate alla presenza di edema, è stata aggiunta alla terapia sopracitata una terapia a base di antibiotici locali, Tobramicina solfato collirio, 3-4 volte/die.

Dei 14 pazienti, 4 sono stati persi al follow-up (fra questi un soggetto manifestava concomitante cherato-congiuntivite secca monolaterale); quelli che hanno proseguito i controlli sono stati seguiti per un tempo mediano di 196 giorni (intervallo 12-499 giorni). Fra i 10 tornati ai successivi controlli, 7 non presentavano lesioni ulcerative associate, e mediamente la malattia si è mantenuta stazionaria nel tempo. In un caso tuttavia, a seguito della sospensione della terapia da parte dei proprietari, il paziente ha sviluppato un’ulcera all’occhio sinistro a distanza di un anno, subito seguita da una nuova prescrizione di

glucosio® 35% collirio e antibiotici locali (il paziente è stato in seguito perso al

follow-up).

I 3 pazienti che presentavano lesioni ulcerative secondarie hanno manifestato in due casi una guarigione piuttosto rapida (in media due settimane), mentre in un caso l’ulcera non è guarita spontaneamente e si è ricorsi a due debridement corneali con tampone a distanza di 7 giorni l’uno dall’altro che hanno favorito la guarigione della lesione in circa un mese. In questo caso è stata prescritta Tobramicina solfato topica, 3-4 volte/die, a scopo profilattico.

9.4 Erosione epiteliale ricorrente

La SCCED ha interessato soprattutto la razza Boxer (27,59%), seconda solo alla categoria dei meticci (34,48%), come riportato in Tabella 7.

La patologia è stata osservata su 29 soggetti e ha interessato entrambi i sessi, in modo così distribuito: 8/29 femmine sterilizzate (27,59%), 5/29 femmine intere (17,24%), 13/29 maschi interi (44,83%) e 3/29 maschi castrati (10,34%).

L’età media è stata di 10,31 anni, con una mediana di 10 anni (intervallo 8-14 anni).

Il totale degli occhi interessati è stato 32, con una prevalenza di casi monolaterali (26/29 casi, pari a 89,66%) su quelli bilaterali (3/29 casi, pari al 10,34%).

Le erosioni epiteliali ricorrenti sono state trattate complessivamente con l’allontanamento dell’epitelio non adeso allo stroma tramite tampone poi seguito da ulteriore debridement con fresa corneale (Algerbrush®) oppure cheratotomia a griglia, associata o meno a flap della terza palpebra, o applicazione di una lente a contatto morbida. In tutti i casi è stata prescritta una antibiotico-profilassi topica (Tobramicina solfato collirio, 3-4 volte/die) e la somministrazione orale di Doxiciclina monoidrato, (10 mg/kg die).

Dei 29 casi diagnosticati e trattati, solo 18 pazienti sono tornati ai successivi controlli (62,07%), con un follow-up mediano di 24,5 giorni (intervallo 3-75 giorni). In 11/18 soggetti si è ottenuta la guarigione dell’erosione epiteliale ricorrente a seguito di un singolo trattamento con un tempo di guarigione medio

di 3 settimane. Più nello specifico, in 7 cani è stato effettuato debridement con tampone associato a cheratotomia a griglia, seguito o meno da flap della terza palpebra o applicazione di una lente a contatto morbida; in 2 casi si è verificata la guarigione della lesione a seguito del solo trattamento farmacologico locale (Tobramicina solfato collirio 3-4 volte/die) e negli ultimi 2 soggetti è stato effettuato debridement con tampone (in un caso associato ad Algerbrush®) e applicazione di una lente a contatto morbida. In un solo cane si è verificata una recidiva dopo un mese, ovvero un nuovo sviluppo di una erosione indolente sullo stesso occhio precedentemente affetto, che è stata trattata tramite debridement con tampone associato ad Algerbrush® e applicazione di una lente morbida; il trattamento non ha tuttavia sortito effetto, perciò è stato ripetuto il solo

debridement. Il paziente non è più tornato al controllo, quindi non sono

disponibili ulteriori informazioni sul decorso della malattia.

In 7 soggetti, invece, non si è ottenuta la guarigione dell’ulcera a seguito del primo trattamento effettuato. Fra questi, in 2 animali è stato effettuato

debridement con tampone, mentre in altri due il debridement con tampone è stato

affiancato da cheratotomia a griglia e applicazione di una lente a contatto morbida. Gli ultimi 3 casi sono stati trattati con debridement sia con tampone sia con fresa corneale (Algerbrush®), seguito in un caso dall’applicazione di una lente a contatto morbida, e in un altro da cheratotomia a griglia con applicazione di una lente a contatto morbida. Tutti i pazienti che hanno subito un secondo trattamento sono guariti in circa 2 settimane.