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3.1 Figure limitate a un unico verso

3.1.4 Il chiasmo

Il chiasmo272 rappresenta certamente una delle forme più ricercate di disposizione dei sintagmi e risponde, così come l'epifrasi, a un principio di simmetria, che in questo caso coinvolge quattro membri, secondo la ben nota disposizione ABBA. I traduttori neoclassici di Omero, che grande attenzione prestavano alla costruzione sintattica dei versi al fine di accrescere l'eleganza e la nobiltà del dettato poetico, ricorrono spesso a questa figura, sia all'interno del verso sia fra versi successivi.

Esistono varie tipi di chiasmo: una prima distinzione è quella fra chiasmo semantico273 e chiasmo sintattico. È quest'ultimo il più ricorrente nei testi, le cui varie realizzazioni saranno dunque classificate sulla base della natura linguistica, o funzione sintattica, dei sintagmi coinvolti. Per quanto riguarda invece la frequenza d'impiego della figura all'interno del singolo verso, essa è maggiore in Cesarotti e minore in Monti, esattamente all'opposto di quanto osservato per l'epifrasi; per questo la maggioranza degli esempi riportati proviene dalla traduzione del padovano. Partiamo dunque considerando i casi in cui il chiasmo riguarda nomi e aggettivi, disposti secondo l'ordine NAAN

(1) Spingon la nave, e l'assicura e affrena

L'ancora adunca col tenace dente (C, I, 600-601) (2) Mandan dai petti esangui arguta voce (C, III, 217)

oppure ANNA

272 Sulla scelta di inserire il chiasmo nella trattazione, nonostante non sia propriamente una figura dell’ordo verborum artificialis, cfr. infra, pp. 152-153.

273 Uno dei pochi casi di chiasmo esclusivamente semantico si ritrova in Cesarotti («Grida, guarda, ricerca, invoca Achille» C, I, 404) in cui la figura di disposizione si unisce a una climax.

(3) […] cui non tornasse

Breve la vita, e il maritaggio amaro (P, I, 348-49)

Nella maggioranza dei casi la figura occupa l'intero verso, dal momento che coinvolge ben quattro elementi, collocati generalmente due sul primo e due sul secondo emistichio, con la cesura che corrisponde a una breve pausa fra la prima e la seconda coppia, così che la simmetria sintattica si riproduce anche sul piano metrico. Certamente i richiami interni aumentano l'unità propria del verso e conferiscono maggiore risalto all'immagine raffigurata, come si vede in (3), in cui la felice scelta dei vocaboli, arricchita da richiami sonori274, riferisce opportunamente il triste destino che toccherebbe ai Proci al ritorno del padrone di casa.

Venendo ora al chiasmo che riguarda nome e genitivo, esso si realizza, nei libri analizzati, soltanto nella forma GNNG:

(4) Del consiglio sostegni, alme del campo (C, I, 362) (5) Di Saturno figliuol, padre de' numi (P, I, 66)275

La prima porzione del verso presenta dunque un'anastrofe, ovvero l'ordine inverso GN, che viene sostanzialmente “corretto” nel secondo emistichio. La bipartizione del verso è ben percepibile anche sul piano ritmico e gli accenti ripetuti in 6a e 7a sede pongono in risalto i termini centrali, ovvero i nomi da cui dipendono i Sp. In entrambi i casi possiamo anche rilevare una compresenza di chiasmo sintattico e semantico, chiaramente osservabile in (5), dove Giove è raffigurato nella veste di padre e figlio; ciò aumenta il livello delle corrispondenze interne al verso e ne accentua la coesione.

274 L'intero verso si caratterizza per delle ripetizioni foniche, particolarmente efficaci nel secondo emistichio: «breVe la Vita, e il MARitAggio AMARo».

275 Il verso, esattamente riprodotto, si ritrova anche in P, I, 115, conformemente alla perfetta corrispondenza di Od., α, 45 e α, 81.

Oltre ai casi finora osservati il chiasmo coinvolge molto spesso il verbo e i suoi argomenti, a partire dal soggetto. Possiamo dunque trovare dei versi con sequenza SVVS

(6) L'ancora si levò, rizzasi l'albero (C, I, 675)

(7) Già il terzo anno si volse, e or gira il quarto (P, II, 116)

oppure VSSV

(8) Spezzasi il cuojo, il vuoto elmo s'arrende (C, III, 500)

La figura occupa anche in questi casi l'intero verso, che presenta una struttura nettamente bipartita. La disposizione dei sintagmi in (6) è opposta rispetto a (8), per quanto riguarda l'ordine delle sequenze SV e VS, mentre un elemento che accomuna i due versi è l'uso del pronome enclitico nel gruppo VS, che garantisce al verbo maggiore evidenza accentuativa276.

Il chiasmo può generarsi anche nella disposizione del verbo e dell'oggetto diretto, distinguendosi nelle sequenze VOOV

(9) Vendica i torti, ed il mio voto adempi (C, I, 62)

e OVVO

(10) I suoi panni vestì, sospese il brando (P, I, 4)

Come possiamo vedere sia in questi esempi sia nei precedenti, l'adozione di una disposizione sintattica di tipo chiastico è spesso associata a sequenze narrative in cui compaiono più verbi, coordinati con congiunzione

276 Nel passo cesarottiano si osserva anche un mutamento dei tempi verbali: una prima frase al passato remoto è infatti seguita da altre frasi al presente, coordinate per asindeto. Nella sequenza i verbi riflessivi seguiti dal soggetto, hanno il pronome enclitico: «L'ancora si levò, rizzasi l'albero, | le biancheggianti vele alto si spandono, | per mezzo il vento le percote, e gonfiale: sommovesi, rincrespasi, rimormora | L'onda canuta, e con flagello placido | sferza la nave […]» (C, I, 675-679).

o per asindeto, con i relativi soggetti o oggetti; il chiasmo ha dunque anche una funzione di variatio, al fine di evitare il rischio di monotonia. L'accostamento dei due verbi al centro del verso determina una sorta di addensamento semantico e può assumere una funzione implicitamente distintiva, rimarcando il fatto che a diverso oggetto o soggetto vada riferita una differente azione, come si può osservare in (6). In modalità molto simili a quelle appena osservate si realizza il chiasmo che riguarda la posizione del verbo e dei suoi complementi indiretti, secondo l'ordine VCCV

(11) Tale impera su gli altri, e meco cessa (F, I, 339) (12) Che non dispiace a Icario, e a lei talenta (P, II, 148)

oppure CVVC

(13) A tutti sovrastar, dar legge a tutti (C, I, 407) (14) E forti essendo combattean co' forti (M, I, 354)

I complementi indiretti implicati nella costruzione sono vari, e vi corrispondono diversi Sp; nel caso di (14) «forti» non è, evidentemente, complemento del verbo, bensì parte del predicato. Ho tuttavia ritenuto utile inserire qui questo caso per la forte affinità con gli altri esempi riportati, sebbene il chiasmo non si basi sulla funzione logica degli elementi bensì sulla loro natura grammaticale. Nei versi con complementi indiretti posti al centro si percepisce il valore distintivo legato al loro accostamento, che in (11) diventa propriamente oppositivo (gli altri, meco); in (13) invece i verbi centrali sono accomunati da una certa contiguità semantica, essendovi uno stesso destinatario dell'azione verbale (tutti), così che il verso presenta una simmetria perfetta accentuata dall'epanadiplosi277. In (14) i verbi accostati non sono in

rapporto di coordinazione e il primo emistichio è occupato da una subordinata al gerundio con manifesta inversione dei due membri del predicato nominale; ne viene un effetto di sostenutezza che si adatta perfettamente alla descrizione della primigenia stirpe guerriera cui Nestore appartenne278.

Oltre ai generi di chiasmo fino ad ora descritti, certamente i più ricorrenti, vi sono anche altre possibilità, come ad esempio «Mai non fossi tu nato, o morto fossi» (M, III, 51), in cui i participi, dal significato antitetico, sono accostati, mentre gli ausiliari si trovano in posizione esterna; alla elaboratezza sintattica del verso contribuiscono anche l'interposizione del soggetto fra i due elementi della forma verbale perifrastica e il raddoppiamento dell'avverbio negativo, accentuando l'enfasi del rabbioso rimprovero di Ettore al pavido fratello. Il chiasmo può anche essere ripetuto a breve distanza, come si osserva in Cesarotti, che è già stato indicato come l'autore più incline all'impiego della figura all'interno del singolo verso:

(15) Sclama, uditemi Achei, Trojani udite I sensi d'Alessandro, ebbe la guerra

Da lui principio, abbia il suo fin per lui (C, III, 126-28)

Si tratta dell'incipit del discorso di Ettore agli eserciti schierati, in cui egli propone il duello risolutore fra Paride e Menelao. Il chiasmo iniziale pone al centro del verso i vocativi con cui il principe si rivolge ai due popoli, mentre nel verso finale si osserva la ripetizione del pronome di 3a persona, con cui l'oratore sottolinea che la responsabilità della guerra ricade interamente sulle spalle del fratello e proprio a lui spetta fissarne un termine. L'impiego di una sintassi sapientemente costruita e funzionale all'enfasi espressiva è infatti, in Cesarotti come negli altri autori, un elemento tipico dei passi oratori, e soprattutto dei loro momenti cruciali.

la disposizione sintattica a chiasmo, ma riproduce esattamente il secondo emistichio: «Tutti a schiavi tener, dar legge a tutti» (M, I, 382).

278 Cesarotti opta per una disposizione speculare rispetto a Monti: «[...] essi eran forti | E co' forti pugnar, con que' silvestri | Centauri, orror de' monti, uomini e fere» (C, I, 372-73).