CAPITOLO SECONDO
5. Città in fiamme e le mille navi di Elena e ovid: tutto già trattato a pp 166 vecchia tes
parti da Didone che dice a thousand ships to Troy Faustus
Hero and Leander Love’s burning fire
mentre l’uscita dei guerrieri, «Neoptolemus… and after him a thousand Grecians more», dal cavallo, allontanandosi dalla gravitas virgiliana, si sviluppa in una descrizione dall’esuberante potenza, ricca di elementi stilistici e lessicali cari a Marlowe. Ad esempio, la sintesi di tutti gli eroi menzionati da Virgilio, nell’iperbolico numerale «a thousand», tipico dello stile marloviano e che ricorre in Dido, come già visto in I, i, 59, «and guarded with a thousand grislie ghosts»; in I, ii, 8, «that doe complain the the wounds of thousand waves»; in II, i, 175, «which thousand battering Rams could never pierce», e quindi ancora in II, i, 231, «threatning a thousand deaths at every glaunce»; in III, i, 51, «Yet not for Carthage for a thousand worlds»; in III, i, 92, «then twentie thousand Indiaes can afford»; in III, iii, 72, «and with one shaft provoke ten thousand darts»; in III, iv, 48, «ten thousand
Cupids hover in the ayre»; in IV, iv, 90, «our kinsmens lives, and thousand guiltles soules»;
in IV, v, 8, «musk roses and a thousand sort of flowers»; in V, i, 17, «not past four thousand paces at the most»; in V, i, 39 «and yong Iulus more then thousand yeares» e ancora in V, i, 204, «nor sent a thousand ships unto the walles». Quest’ultimo verso citato rappresenta un perfetto paradigma dello sviluppo dell’arte drammatica di Marlowe, che, molto spesso partendo da un referente classico, riprende più volte le sue immagini dalla più suggestiva potenza espressiva218, trasferendole da un’opera all’altra in affascinanti giochi ad incastri e sempre, in un certo senso, affinandole. Questo verso incarna forse l’esempio più sublime di questo processo; «nor sent a thousand ships unto the walles» (Dido, V, i, 204), rende infatti in modo “marloviano” i versi virgiliani non ego cum Danais Troianam
exscindere gentem / Aulide iuraui classemue ad Pergama misi (4, 425 s.), in cui Didone
prega Enea di restare, non avendo ella commesso il torto degli atridi né essendo la causa – e qui ritorna uno dei temi topici della tragedia, la contrapposizione Didone/Elena – delle
“mille navi” inviate a Troia. Nel fare ciò, Marlowe, passa i versi virgiliani al setaccio di Ovidio: sebbene già Sinone nel libro II dell’Eneide parli di mille carinae (2, 198) che non bastarono ai Greci per prendere Troia, la inuctura marloviana «a thousand ships» mi pare avere come referente più prossimo quella ovidiana mille rates, che il poeta latino utilizza più volte e sempre (dunque non è un caso la ripresa marloviana in questo contesto), riferendosi alla flotta dei Greci mandata a Troia per riconquistare Elena219. Nella lettera VIII, Hermione Oresti, delle Eroidi si trova al verso 23:
sit socer exemplo nuptae repetitor ademptae, cui pia militiae causa puella fuit;
si pater ignavus vidua plorasset in aula, nupta foret Paridi mater, ut ante fuit. Nec tu mille rates sinuosa que vela pararis Nec numeros Danai militis, ipse veni!
Ancora nelle Eroidi, lettera VIII, Laodamia Protesilao, al v. 97:
Qui primus Danaum Troada tangat humum: Infelix, quae prima virum lugebit ademptum! Di faciant, ne tu strenuus esse velis!
Inter mille rates tua sit millensima puppis Iam que fatigatas ultima verset aquas!
E dunque è ripreso nelle Metamorfosi, 13, 7
Defuit officio Paridis praesentia tristi,
Postmodo qui rapta longum cum coniuge bellum Attulit in patriam, coniuratae que sequuntur
219 Iunctura ripresa nello stesso contesto in Laus Pis. 169; in Sil., 8, 618 e Iuv. 12, 121. La versione virgiliana
mille carinae si trova poi in Sen. Tro. 27 e 274 e in Pl. Bac. 928 e ancora in Stat. Ach. 1.34. Come mille naves, sempre riferita alle navi dei Greci mandate a Troia, si trovava già in Varrone, rust. 2, 1, 26, che lo
prende ad esempio di numero citato per difetto: numerus non est ut sit ad amussim, ut non est, cum dicimus
mille naves isse ad Troiam. Del resto, appunto, mille come «a thousand» (O.E.D., s.v. «thousand», 2a, usato
«vaguely and hyperbolically») ben si presta ai calcoli di un’“aritmetica poetica” e, come ironicamente si chiede Austin nel commento al libro II dell’Eneide (Austin 1964, 94, ad 198), sorprendentemente parafrasando Marlowe (Faustus, V, i, 97), per giustificare l’imprecisione, appunto poetica, dei tragici e dei poeti latini, «could Helen’s face have launched 1186 ships?». Sull’uso di mille come “numero tondo” si rimanda anche a Wölfflin 1896, 184-184.
Mille rates gentis que simul commune Pelasgae.
Il referente immediato dei poeti latini, almeno a quanto mi è dato trovare, non è poi la versione omerica220 del ciclo troiano; sono i tragici infatti, a partire da Eschilo (Agamennone, v. 45, stovlon ≠Argeivwn cilionauvtan221, «la flotta degli Argivi di mille navi» condotta a Troia dagli atridi) a coniare il motivo delle “mille navi”. In particolare che diverrà – sempre per quanto mi è dato rinvenire – è con Euripide, la cui fortuna sulla poesia latina è ben documentata, che assurge quasi a topos; nel prologo dell’Elettra, (v. 2), si trova:
o{qen pot≠ a[ra~ nausi; cilivai~ fiArh
ej~ gh`n e[pleuse Trwiavd≠ ≠Agamevmnwn a[nax222
La iunctura ritorna poi due volte in Ifigenia in Tauride, nel prologo, al v. 10: ejntau`qa ga;r dh; cilivwn new`n stovlon
ïEllhniko;n sunhvgag≠ ≠Agamevmnwn a[nax, to;n kallivnikon stevfanon ≠Ilivou qevlwn labei`n ≠Acaioi`~ touv~ q≠ uJbrisqevnta~ gavmou~ ïElevnh~ metelqei`n, Menevlewi cavrin fevrwn223.
E ancora al v. 141, nel primo coro, sintetizzata, come già in Eschilo, in un aggettivo, «dalle mille navi»:
w\ pai` tou` ta`~ Troiva~ puvrgou~
ejlqovnto~ kleina`i su;n kwvpai cilionauvta224
220 In Omero infatti, il computo delle navi menzionate nel “catalogo” porta al numero di 1186, riassunto in 1200 da Tucidide (I, 10, 4).
221 Dell’aggettivo dice Eduard Fraenkel nel suo commento all’Agamennone: «‘consinting of a thousand ships’ may well have been invented by Aeschylus, but is just as likely to have occurred in post-Homeric epic», Fraenkel 1962, II, 28, ad 45.
222 «Di qui un giorno il re Agamennone partì con mille navi per la Guerra contro la Troade», trad. it. di Olimpio Musso.
E in Andromaca, 104-106, dove ritorna sempre come aggettivo: ≠Ilivwi aijpeina`i Pavri~ ouj gavmon ajllav tin≠ a[tan ajgavget≠ eujnaivan ej~ qalavmou~ ïElevnan.
a\~ e{nek≠, w\ Troiva, dori; kai; puri; dhi>avlwton ei\lev s≠ oJ ciliovnau~ ïEllavdo~ wjku;~ fiArh~225 Dunque in Oreste, dove il coro si rivolge a Menelao come:
w\ ciliovnaun strato;n oJrmhvsa~ ej~ gh`n ≠Asivan226
Ancora si ha ciliovnausin, «con mille navi», mandate verso Troia in Ifigenia in Aulide (174) e infine nello pseudo-euripideo Reso (262): ejpi; ga`n Troiv>an ciliovnaun h[luq≠ e[cwn strateivan, detto di Agamenone, «venuto con mille navi alla città e alla terra di Troia». Il motivo euripideo delle mille navi mandate a Troia per liberare Elena, attraverso la mediazione catalizzatrice di Virgilio e – soprattutto, oserei dire – Ovidio viene acquisito, fino a diventare topos del suo stile drammatico, da Christopher Marlowe per la prima volta in questa tragedia di Didone (V, i, 204). Da qui è ripreso e incastonato nei già incontrati due vv. II, iv, 87 s. di Tamburlaine part II:
Hellen, whose beauty sommond Greece to armes,
and drew a thousand ships to Tenedos227
e ancora in uno dei passi più famosi del Doctor Faustus (V, i, 97-116), ricolmo di richiami testuali a The Tragedie of Dido:
223 «Là il sire Agamennone aveva condotto uno stuolo di mille navi greche con l’intenzione di ottenere pr gli Achei il bellissimo trofeo di Ilio e di vendicare, per fare un piacere a Menelao, l’oltraggio delle nozze di Elena», trad. it. di Olimpio Musso.
224 «O figlia di colui che è andato a Troia turrita con la famosa armata di mille navi», trad. it. di Olimpio Musso.
225 «All’alta Ilio Paride portò non una sposa, ma una sventura coniugale, portando Elena nel talamo.Per causa di lei, O Troia, col ferro e col fuoco prigioniera ti fece l’impetuoso esercito Greco dale mille navi», trad. it. di Olimpio Musso.
Doctor Faustus V, i, 97-116
Was this the face that Launcht a thousand ships, And burnt the toplesse Towers of Ilium?
Sweet Hellen make me immortall with a kisse: 100 Her lips sucke forth my soule, see where it flies. Come Hellen, come, giue me my soule againe, Here will I dwell, for heauen is in these lippes, And all is drosse that is not Helena.
I will be Paris, and for loue of thee, 105 In stead of Troy shall Wittenberg be sack't,
And I will combat with weake Menelaus, And weare thy colours on my plumed crest. Yea, I will wound Achilles in the heele,
And then returne to Hellen for a kisse. 110 O thou art fairer then the euenings aire
Clad in the beauty of a thousand starres: Brighter art thou then flaming Iupiter, When he appear'd to haplesse Semele
More louely then the Monarch of the sky, 115 In wanton Arethusa's azure armes,
And none but thou shalt be my Paramour228.
Dido V, i, 204
Nor sent a thousand ships unto the walles IV, iii, 12 s.
Till he hath furrowed Neptunes glassie fieldes, And cut passage through his toples hilles IV, iv, 122 s.
For in his lookes I see eternitie,
And heele make me immortall with a kisse. V, i, 146-148
So thou wouldst prove as true as Paris did,
Would, as faire Troy was, Carthage might be sackt.
Dai classici, attraverso Dido fino al grande teatro: ecco dunque un esempio mirabile di questo processo stilistico marloviano. Ma c’è dell’altro; questo brano appena citato, appunto tra i più celebri del «play» forse più noto di Marlowe, dove il «culmine dell’esaltazione umanistica di Faust»229 e – «ed è qui che appare la bravura eccezionale del
227 «Elena, la cui bellezza convocò i Greci alle armi e condusse mille navi a Tenedo».
228 «Fu questo il viso che varò mille navi e bruciò le torri immense di Troia? Elena, rendimi immortale con un bacio. Le sua labbra succhiano l’anima. Guarda dove vola. Vieni Elena, vieni, ridammi l’anima. Qui resterò, che il cielo è in queste labbra e tutto tranne Elena è fango. Mi faro Paride e, per amor tuo, non Troia ma Wittenberg sarà distrutta, e lotterò col fiacco Menelao e avrò il tuo degno sull’elmo piumato. Sì, ferirò Achille nel tallone e poi tornerò da Elena per un bacio. Sei più dolce dell’aria della sera che veste la beltà di mille stele, più luninosa di Giove in fiamme, quando apparve a Semele sfortunata, più dea del dio del cielo che Aretusa stringe vogliosa nelle braccia azzurre, e nessun altra sarà mi amante», trad. it. di Nemi D’Agostino. 229 D’Agostino 1992, 203.
poeta e drammaturgo»230 – il «culmine ironico del diabolico inganno»231 convergono nella
«espressione della sotterranea libido moriendi dell’eroe attraverso le ripetute immagini di distruzione e annientamento per opera dell’idolo»232, questo passo, si diceva dimostra ad altissimo livello il ruolo di The Tragedie of Dido come importantissima fucina dell’evoluzione dello stile drammatico del poeta inglese. La sua prima tragedia – elaborazione di materiale virgiliano e classico – risulta essere inequivocabilmente matrice di questo celeberrimo monologo, acclamato come uno dei vertici del teatro marloviano, in alcuni dei suoi versi più caratterizzanti. Oltre alla iuncura «a thousand ships», è attraverso
Dido che Marlowe riprende il ciclo troiano – ripresa sottolineata emblematicamente dal
passaggio quasi palmare da Dido V, i, 146-148, «So thou wouldst prove as true as Paris did, / Would, as faire Troy was, Carthage might be sackt» a Faustus V, i, 105 s., «I will be
Paris, and for loue of thee, In stead of Troy shall Wittenberg be sack't». Il famosissimo
verso «Sweet Hellen make me immortall with a kisse» è poi esatta ripresa di Dido, IV, iv, 123 dove Didone dice di Enea «And heele make me immortall with a kisse», «con un bacio mi renderà immortale»; l’aggettivo «toplesse», detto delle onde del mare, le colline “infinite” di Nettuno, è anch’esso già in Dido in IV, iii, 12.
A dimostrare poi come quest’eccezionale opera di elaborazione poetica che parte dai classici irradi la sua influenza addirittura oltre i confini del teatro marloviano, il primo verso del monologo di Faustus su Elena è ripreso – con evidenti richiami testuali – da Shakespeare in Troilus and Cressida, II, ii, 81-82, dove Troilo parla appunto di Elena:
why, she is a pearle, Whose price hath launch'd above a thousand ships, And turn'd crown'd kings to merchands.
230 Ibid. 231 Ibid.
Dove curiosamente si nota la definizione, non aliena da una certa ironia, degli eroi imbarcatisi e quindi fattisi mercanti, che unisce singolarmente il motivo delle mille navi mandate a Troia con il fiorire della rivoluzionaria espansione mercantilistica marinara dell’Inghilterra elisabettiana.
6. ELENA da una menzione dubbia in Virgilio ??? HEINZE E CONTE ALLE EROIDI non solo: è il giudizion di paride che forgia l’epica: verg. Book 1
Tutte le occorrenze in Dido (e Paris in 3.2): larger theory on Helen: causa del peccato originale della Bellezza che spinge gli uomini alla lotta
TICING (copia file), E nelle parole di GANIMEDE Elena GBC, Heinze
Sovrapposizione colpa di didone, fama / peccato 5.149 / IV.322ss Tutto diventa chiaro … la tragedia di Didone diviene eloquente
unione, nelle parole di Giunone, nell’atto terzo, di Ganimede e del giudizio di Paride e quindi di Elena, come vulnus (entrambi peccati connessi all’eros) causa della tragedia della guerra: sul palco diventa la tragedia dell’amore, vestita in panni epici. 3.1.40-36
What though I was offended with thy sonne, And wrought him mickle woe on sea and land, When for the hate of Troian Ganimed,
That was advanced by my Hebes shame, And Paris judgement of the heavenly ball, I mustred all the windes unto his wracke, And urg’d each Element to his annoy 7. AMORES 2?10 AMARE 2 DONNE:
enea non ama due donne, ma esplicitato una delle altre voci problematiche del Eneide: Iarba diventa trasnfert e sub plot!!
6. FIAMME E TRIONFI e IMPERI (INTRA TESTUALITà): see TB 206, fiamma d’amore: contigua alla fiamma distruttiva (rogo di città)
216 And then in triumph ran into the streetes
massacre at paris, faustus, tamburlaine, dido 2 e 4 e finale Aspetti più marloviani: rinascimentaizzazione – bruno – di verg
IDEA ‘IMPERIALE’ dell’ENEIDE: .. e didone imperiale… dibattito sul potere, chiaramente centrale Lucano.
- trionfi (scene…. Tamburlaine, atto 4 dido): LUCANO, LIBRO VII (conosceva petrarca??, see commentary Tamburlaine)
4.4
86 And from a turret Ile behold my love lo sguardo di Didone sull’amato per le vie di Cartagine richiama il racconto di Enea che vede Troia in fiamme (cf 2.1.191s I rose, / And looking from a turret, might behold…). Conferma della sovrapposizione tra Troia e Cartagine (e dell’Ilipoupersis come metafora per la tragedia d’amore di Didone)
87-92 provano il rapposto intratestuale (e le sue conseguenze) accennate al v. 86. 87 Then here in me shall flourish Priams race cf Quint…
90 thousand guiltles soules
92 And fire proude Lacedemon ore their heads cf 2.1.236 Priamo: my Troy is fired
Tucker Brooke 1930, 206 «the spectacle of a conflagration appealed as much to Marlowe’s fancy as did that of the conqueror riding in triumph through the streets».
Secondo alcuni interpreti del pensiero politico e filosofico di Marlowe233, in questa connotazione titanistica e despotica si manifesterebbero le simpatie regaliste dell’autore; certo invece, come si è detto, è il ricorrere in quasi i tutti i protagonisti marloviani – definiti spesso come «overreacher» e imbevuti di sete di grandezza cosmica – di caratteristiche comuni.
- Virgilio imperiale: enea e la fondazione dell’impero Tamburlaine e Dido 5.1.159
5. Götter apparat & parody: (giove e Ganimede) VENUS CON GIOVE e soprattutto parodia del concilio divino (AEN 12??) IN 3.2, SCENA tra venere e giunone (tre streghe???)
???
- Tempeste e Diluvi??? TRITONE
Conclusione: Ovidian career?? I classici per Marlowe 6. Style
- blank verse
Nomi greci in fine di parola
Articolo sul blank verse di Marlowe
Eliot
- accumulazioni, lessico relativo… Amplificatio
Accumulatio
Ov Her. 16.181 Altis Turris: Toplesse towers
Anche nello stile si manifesta the Overreacher (Harry Levin)
Concl:
OLIVER 1968 xlvii
Nevertheless, an Elizabethan watching the Children of Her Majesty’s Chapel acting Dido might even have been able to predict that English drama would leap ahead now that it had a dramatist who combined with classical knowledge not only poetic genius and a willingness to exploit the theatre as an artistic medium but also a passionate, direct, unbookish response to life.
Nota testuale:
Testo di Q (consultato autopticamente) bod library (name??) Testo Q Huntingdon lib. On line at … EEBO
Tutte le Edizioni critiche novecentesche: - T Brooke 1910
T Brooke 1930 Oliver (revels)
R Gill 1977 (?) Oxford
Eccellente lavoro critico di Fredson Bowers (2nd 1981 che collaziona le edizioni critiche … copy
BOD upper r room
Unica normalizzazione rispetto alla grafia di Q j iniziale al posto di i consonantica (Iove, Iuno etc.)
Per note testuali estese: vd Bowers 59-64
HISTORICAL COLLATION (Bowers 1981, 67) Q Quarto 1954
Ox ed. Oxberry, 1818
H Old English Drama, vol. 2, published by Hurst, Robinson & co., 1825
R ed. Robinson, 1826 D1 Works, ed. Dyce, 1850
D2 Works, rev. 1858
C Works, ed. Cunningham, 1870
B Works, ed. Bullen, 1884-5
G Works of Nashe, ed. Grosart, vol. 6, 1885
McK Works of Nashe, vol. 2, 1904 TB Works, ed. Tucker Brooke, 1910
M Methuen, ed. Tucker Brooke, 1930 Ri Plays, ed. Ribner, 1963
Rv Revels, ed. Oliver, 1968 Gl Oxford, ed. Gill, 1971 Bw Bowers, 19812
Reference is made to:
Br MS notes by Broughton in BM copy of Robinson Coll MS notes by Collier in BM copy of 1850 Dyce Tucker Brooke:
Textual history: 118-121:
121: «the three know copies of the Dido Quarto, which have all been collected by the present editor present no differences of text»
JOY 1
3.142 This man and I were at Olympus234 games 4.5??? your age