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Clima e scala urbana

2.6. Clima e città

2.6.2. Clima e scala urbana

L’inclusione del clima e dei venti monsonici nelle costru- zioni autoctone del SEA ha lasciato un eredità materiale, che l’etnologa Roxana Waterson definisce come Architectu-

re of southeast Asia. L’architetto indonesiano Topane Petra

Pandean nel 1983 nel suo lavoro di dottorato all’Università

34 Jiat Hwee Chang, Tropical variants of sustainable architecture- a postcolonial per-

spective, in: Greig Crysler, Stephen Cairns, Hilde Heynen, (a cura di): handbook of

Architectural Theory, London, 2012.

di Hannover ha analizzato, con un’efficace sintesi come i nu- merosi gruppi etnici indonesiani abbiano si prodotto forme di case differenti e connotate in relazione al gruppo corri- spondente, ma come queste, allo stesso tempo, mostrino caratteri relativamente identici se messi in relazione con le condizioni climatiche, osservazione che sembrerebbe sot- tolineare il primato della questione climatica su quella so- ciale e culturale. Fenomeno che si spiega in relazione alle caratteristiche metereologiche identiche in svariate parti di quella regione. Questa diagnosi “trans-etnica” può a tutt’og- gi rappresentare il punto di partenza e di collegamento per la definizione di una ricerca orientata sui caratteri non mec- canici della climatizzazione in particolare della ventilazione naturale nel SEA. La ventilazione naturale è un sistema di

Learning from vernacular (raffrescamento naturale) che co-

stituisce un eredità che dispone di una tradizione conso- lidata nell’arco di secoli dal periodo precoloniale a quello postcoloniale. Collega culturalmente i diversi paesi di que- sta regione. Negli ultimi decenni con l’urbanizzazione spin- ta di questa regione quest’eredità ha cominciato a perdere di rilevanza. Di conseguenza oggi si pone la necessità di una riappropriazione attualizzata di forme di ventilazione naturale sia in architettura che alla scala della città, che ri- spondano in termini qualitativi e quantitativi alle questioni poste. Concetti architettonici contemporanei diventano ri- levanti se applicati alle residenze di massa che siano oriz- zontali o verticali e non nella progettazione di ville o case unifamiliari. Esempi contemporanei e tentativi di attualizza- zioni di principi tradizionali come quelli in corso, sono quel- li delle città di Medan (Sumatra, Indonesia) e di Singapore che potrebbero diventare esemplari e permettere possibili ulteriori applicazioni in altre regioni del SEA. Sebbene siano

distanti solo poche ore di volo, entrambe le metropoli met- tono a disposizione modelli complementari determinati e conformati da sviluppi economici fortemente divergenti; il reddito medio nella città della finanza di Singapore è venti- sette volte superiore a quello della città delle piantagioni di Medan. A Medan circa il sessanta percento di tutti gli edifici nuovi sono costruzioni spontanee (informali) le rimanenti vengono costruite da imprese di costruzioni orientate solo al profitto. A Singapore al contrario l’ottantacinque percen- to di tutti i nuovi appartamenti viene costruito dalla società statale Housing and development Board (HDB) che ne rima- ne direttamente responsabile. Allo stesso tempo il pubblico ha a disposizione potenti strumenti per influenzare il modo con cui vengono condizionati (raffrescati) gli appartamen- ti. Pur avendo un numeri di abitanti paragonabili (Medan inclusa l’area metropolitana circa 4,1 milioni, Singapore 5,5 milioni) ) le due città si distinguono fondamentalmente per densità e morfologie di insediamento. Nel caso di Medan at- traverso l’orizzontalità e nel caso di Singapore attraverso la verticalità. Mentre Medan, con costruzioni fino a un massi- mo di tre piani si estende a tappeto coprendo le piantagioni periferiche (densità pari a circa 1500 abitanti per chilometro quadrato) la città stato di Singapore (un’isola) insiste sulla costruzione esclusiva di torri residenziali, che nel frattempo hanno raggiunto i cinquanta piani di altezza e così rende possibili le cosiddette void decks36 (con una densità di circa

8.141 abitanti per chilometro quadrato). Nelle città del SEA l’applicazione di forme di ventilazione naturale si trova di fronte una serie di sfide: la prima è l’esistenza di un nuovo clima urbano generato dai cambiamenti antropici in atto,

36 E’ uno spazio aperto che si trova al primo piano dei blocchi HDB a Singapore ed è usato per le attività della comunità.

seconda la progressiva sovrapposizione (ibridazione) di si- stemi di climatizzazione per il raffrescamento degli ambien- ti attiva e passiva, terza la trasformazione in generale del settore delle costruzioni e dei modi di produzione di spa- zio. Le organizzazioni urbane politicamente e spazialmente completamente differenti di Medan e Singapore portano a sfide diverse (a tratti divergenti) per la soluzione della ven- tilazione naturale degli spazi; questa deve essere pensata in relazione con una nuova ecologia urbana e deve essere compatibile con le nuove condizioni climatico-urbane.

Oggi il clima nel SEA presenta sempre meno una cornice di sviluppi storici unitari e lineari, al contrario è diventato una grandezza dinamica che non si basa su un ritmo sta- bile ne mette a disposizione un campo d’azione sociale dai confini facilmente identificabili. Mentre il cambiamento cli- matico produce nuove ecologie accompagnate da nuovi profili territoriali (desertificazione, alluvioni) nel SEA induce la trasformazione del mondo tropicale (accelerata dal di- sboscamento) e introduce nuovi comportamenti del tempo meteorologico con condizioni di vento e di pioggia che non hanno precedenti. A questo quadro complesso si aggiunge il fatto che nel frattempo hanno cominciato a farsi sentire le conseguenze dell’inquinamento dell’aria che ha già prodot- to una significativa trasformazione e conseguente passag- gio da un cosiddetto clima naturale esterno a un clima nelle città di matrice antropica. Oltre alle specifiche condizioni di calore e distribuzione dell’umidità gli abitanti hanno a che vedere con una concentrazione di emissioni rispetto alle quali strati sempre più ampi di popolazione cercano di pro- teggersi con mascherine, come pure con misure (costrutti- ve e impiantistiche) per la depurazione dell’aria. Fenomeni

di trasformazione legati al clima nelle città (di natura antro- pica) in combinazione con la crescente utilizzazione di con- dizionatori favoriscono in tutto il SEA l’affermarsi di spazi di soggiorno all’interno delle architetture, e implicano una perdita di qualità dello spazio esterno. Lo storico americano Raymond Arsenault parla di air –cooled privatism che ha e avrà sempre più conseguenze per lo spazio pubblico. Esem- plare per una forma transnazionale di inquinamento dell’aria è il cosiddetto Haze, una forma di smog che in tempi recenti ritorna ciclicamente tra maggio e ottobre coprendo e para- lizzando intere parti del SEA. Parte dagli incendi controllati nelle piantagioni di Sumatra e nel Borneo con migliaia di fo- colai che con le condizioni asciutte e ventose dei Monsoni ( e senza piogge) portano a concentrazioni di anidride carbo- nica nelle aree metropolitane di Singapore e Kuala Lumpur senza precedenti. Il luogo dove storicamente è stata messa a punto questa tecnica praticata nel frattempo in tutta la zona est di Sumatra è Medan. A Singapore e Kuala Lumpur invece ci sono le proprietà fondiarie di piantagioni di olio di palma responsabili in prima linea degli incendi. Nel 2013 e 2015 i limiti definiti di accettabilità della presenza di sostan- ze nocive nell’aria, sono stati superati di 3 volte. Per mesi gli abitanti di Singapore sono stati avvolti in una cortina che visualmente ricordava la nebbia sulla pianura padana. L’arrivo dell’Haze nelle città del SEA mette in crisi la visione del governo di Singapore che prevede di creare le condi- zioni per un regime termico stabile per l’intera popolazio- ne (distribuzione di condizionatori a tutti garantita a prezzi ragionevoli). In nessuna altra città di questa regione come qui lo sviluppo economico accelerato, dall’indipendenza in poi è stato accompagnato con la diffusione dell’uso dei condizionatori. Il paradigma del controllo del clima interno,

in particolare negli ambienti di lavoro, si è sostituito al tradi- zionale principio di adattamento al clima esterno. Sotto Lee Kuan Yew, il primo presidente, Singapore è diventata una air

conditioned nation. To govern the absolute water vapour con- tent of a body of air significa molto di più che rispondere a

un problema tecnico: è la cifra essenziale di una costituente nuova biopolitica: cose e persone in ambienti di lavoro con temperature equilibrate e valori dell’umidità dell’aria conte- nuti servono per aumentare la produttività. Per usare le pa- role di Reyner Banhams: ”Air conditioning was a way of losing

less, or making more, money”, aumenta la produttività della

forza lavoro. Le implicazioni del fenomeno dell’Haze fanno si che a una strategia politico economica di vecchio stampo (che crea le condizioni per un aumento della produttività) si sovrapponga (mettendola in crisi) un’integrazione politica economica di nuova natura, che collega in un modo finora impensabile città e regioni altrimenti molto diverse tra loro come Medan e Singapore. Le forme istituzionali degli accor- di che vengono firmati all’interno dell’unione dei paesi del SEA (ASEAN) trovano nei cambiamenti antropici una nuova forma di sovrapposizioni di interessi e di intrecci sovrana- zionali, le cui conseguenze per una cultura urbana della cli- matizzazione (e in questo caso specifico della ventilazione naturale) rimangono ancora inesplorate. Le nuove dinami- che sistemiche su cui si definiscono le condizioni del clima nelle città contraddicono (vanificano) l’idea di un clima tem- perato e controllato attraverso l’uomo, come suggerito con una forte componente visionaria da Buckminster Fuller con il suo Dome over Manhattan. Ben più ragionevole è pensare alle relazioni tra costruzioni, spazi verdi, traffico, industria, meteorologia locale e fenomeni climatici globali in termini di un sistema integrale iper-complesso.

2.6.3. Bioclimatica governativa e involucri porosi