3. Gli obiettivi
3.4 Coinvolgimento comunità
facile che egli si assumerà la responsabilità della sua azione, mentre la minaccia della punizione potrebbe portarlo a cercare di sottrarsi alla propria responsabilità . 54
Si va quindi a favorire, attraverso le modalità stesse della risposta al reato, un’assunzione personale di responsabilità da parte del soggetto agente rispetto alle regole della convivenza civile e con riguardo alle stesse conseguenze del reato commesso.
Un simile approccio porta con se un obiettivo più ampio in termini di
prevenzione
. Si ritiene infatti attraverso questo percorso di
responsabilizzazione si possano avere delle conseguenze in termini di prevenzione per reati futuri. La prevenzione si ottiene quando le disposizione penale sono seguite da elevati livelli di concenso rispetto alla legge. Se ciò è vero si deve ritenere che niente riconferisca maggiore autorevolezza ad una norma del fatto che lo stesso trasgressore ne abbia riconosciuto la validità. Per cui si può dire che il recupero dell’autore di reato attraverso questo percorso di responsabilizzazione abbia delle ricadute sia per quanto riguarda la prevenzione speciale
sia per quella
generale . 55
3.4 Coinvolgimento comunità
Gli obiettivi endosistematici hanno di norma una fascia di destinatarie più ampia rispetto al precedente gruppo. Tra gli obiettivi endosistematici si ritrova innanzitutto il coinvolgimento della comunità nel processo di riparazione.
54 M. Wright, In che modo la giustizia riparativa è riparativa?
, contributo presentato
nell’ambito del convegno sul tema “ Quali prospettive per la mediazione? Riflessioni
teoriche ed esperienze operative
”, Roma 20/21 Aprile 2001.
55 L. Eusebi, Sviluppi normativi per una giustizia riparativa,
in Aa.Vv. Minorigiustizia., n.
Nel modello rieducativo si parla spesso di risocializzazione del reo, pretendendo però che tale risocializzazione avvenga all’esito di un periodo in cui il reo non ha avuto nessun contatto con la comunità; il modello riparativo prevede invece un coinvolgimento attivo della comunità per permettere fin da subito la ricostruzione di quei legami sociali che il reato ha fatto venire meno. Claudia Mazzucato ha espresso chiaramente questo ragionamento durante un intervista: “ come parlare di rieducazione a uno che sta in una gabbia, o di risocializzazione quando tra la persona condannata e la società ci sono un muro di sei metri, un muro di cinta, uno di intercinta, il blindo, le sbarre, eccetera? Come si può parlare di risocializzazione se la società è esclusa dal contatto con il reo?” . 56
Nonostante infatti il crimine nelle culture occidentali moderne venga considerato un offesa alla comunità, la comunità non viene coinvolta nella risposta all’illecito penale; essa rimane sullo sfondo.
La giustizia riparativa, traendo ispirazione dalle aggregazioni periferiche di stampo comunitario (nonstate societies),
punta ad enfatizzare
l’importanza di queste relazioni. Nelle società comunitarie, il crimine pur essendo considerato un’offesa al singolo, coinvolge tutte le comunità di riferimento, dando a tutte la parti uno spazio nella ricomposizione del conflitto . 57
La comunità assume un duplice ruolo, essa è sia destinataria delle politiche di riparazione, ma anche promotrice del percorso di pace. L’esperienza della vittima può svolgere il ruolo di catalizzatore delle dinamiche sociali che non potrebbero emergere nelle dinamiche di risoluzione processuale del conflitto.
56 C. Mazzucato, Un’idea scandalosa di giustizia
, dossier dicembre 2003 (riferibile al sito
www. rivistamissioniconsolata.it).
57 B. Spricigo, La giustizia riparativa nel sistema penale e penitenziario in Nuova
Zelanda e Australia: ipotesi di complementarietà,
pg. 19391941, in AA.VV. Note di
diritto internazionale e comparato: La giustizia riparativa nella prospettiva comprata
, in
Rivista italiana di diritto e procedura penale, 2015, n.4.
Come in precedenza si è posta l’attenzione sulla rilevanza della responsabilizzazione del reo, in questo caso si richiede un percorso di responsabilizzazione della comunità stessa. Questo rapporto di sinergia che si instaura tra vittima e comunità può sussistere solo se tra questi due soggetti si ha comunità di visioni e di ideali. Nel caso in cui non ci sia coincidenza tra gli interessi che si vogliono fare valere, si viene a creare una situazione di impasse, che può essere risolta chiedendo l’intervento statuale nella risoluzione del conflitto. La gestione torna al giudice che è l’unico legittimato a giudicare.
Una funzione accessoria della giustizia riparativa, collegata alla comunità, è quella di rafforzamento degli standard morali collettivi. Questo obiettivo viene raggiunto portando alla conoscenza della comunità sia il processo che gli esiti concreti della riparazione.
La possibilità offerta alla comunità di gestire almeno in parte i conflitti che si verificano al suo interno, permette di raggiungere un altro obiettivo fondamentale (riconosciuto anche dal diritto penale tradizionale) che è quello del contenimento del senso di allarme sociale. Infatti la partecipazione attiva, restituisce alla comunità una sorta di controllo su determinati accadimenti che hanno un impatto sulla percezione della sicurezza sociale . 58
La giustizia riparativa si propone, dunque, come una giustizia di comunità, un modello che ricerca al di fuori delle aule dei tribunali le possibili soluzioni al conflitto. Questo evento di rottura diventa occasione per un intervento più ampio, teso a rafforzare il senso di legalità e potenziare il ruolo della comunità nel processo di giustizia. 58 G. Mannozzi, op. cit. , pg. 1011.
4. Strumenti e tecniche di giustizia riparativa
4.1. Un inquadramento generale
Nel panorama europeo e mondiale, la giustizia riparativa si esplica attraverso una serie di strumenti e tecniche numerose e molto diverse tra di loro.
I programmi possono differire per numero dei partecipanti, per numero degli incontri e nella modalità di conduzione di questi ultimi. Tutti i modelli mettono in comunicazione la vittima e il reo per dare una risposta di tipo ristorativo al crimine. Il loro obiettivo comune è quello di riportare la pace e l’equilibrio sociale, riparando al danno prodotto dal comportamento criminale.
La diversità talvolta può sostanziarsi in tecniche che, nella gestione dei conflitti, presentano solo modeste componenti riparative e ciò rende complicata l’ascrivibilità o meno di queste tecniche all’interno dell’alveo della giustizia riparativa.
Proprio a causa di questa pluralità, il voler offrire una visione d’insieme o una classificazione, può diventare un’operazione arbitraria e per certi versi incompleta. Il rischio di voler offrire una visione unitaria si sostanzia nel voler ricercare ed imporre una coerenza ad una realtà che non si presta ad essere ordinata.
Di tutte le varie tecniche è possibile offrire un quadro riassuntivo organizzato su tre livelli: soggettivo, riguardante i destinatari; oggettivo, inerente ai tipi di reati che possono essere risolti con la giustizia riparativa; operativo, relativo ai rapporti tra sistema penale e istituti riparativi.
Per quanto riguarda i destinatari alcune tecniche riparative sono rivolte esclusivamente ai minorenni ed esaltano maggiormente la componente rieducativa, rispetto a quella riparativa.