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' I COLONI EBREI COME I NAZISTI' E' SCANDALO IN ISRAELE

GERUSALEMME - "Prendiamo ad esempio i figli dei coloni di Kiryat Arba: sono esattamente come la Hitlerjugend, la gioventù hitleriana. Sin dalla nascita gli gonfiano la testa con la storia degli arabi cattivi, l' antisemitismo imperante, il mondo contro di noi, e li trasformano in paranoidi membri di una razza superiore". Con questo paragone che accomuna i rampolli della estrema destra israeliana con le avanguardie giovanili del nazismo, il professor Moshè Zimmerman, titolare della cattedra di Germanistica all' Università ebraica di Gerusalemme, ha scatenato un putiferio. Un deputato del Likud, Ron Nachman, sindaco di Ariel, uno dei più grandi insediamenti costruiti nella Cisgiordania occupata, ne ha chiesto l' allontamento dalla cattedra. Le organizzazioni dei coloni, l' internamento in un ospedale psichiatrico. Ma a protestare per quel ragionamento considerato offensivo sono stati anche molti israeliani in qualche modo toccati dalla tragedia dell' Olocausto. Insomma, una vera tempesta. Il professor Zimmerman, che ha fatto quelle affermazioni incriminate nel corso di un' intervista al settimanale locale Yerushalaym, Gerusalemme, non è nuovo a questo genere di provocazioni intellettuali, nelle quali d' altro canto dichiara di credere fermamente. Docente di chiara fama, egli gode della simpatia degli studenti che, numerosissimi, seguono le sue lezioni. Davanti al nazismo, Zimmerman preferisce utilizzare le armi della ricerca e non quelle della propaganda, e questo crea parecchi malumori. Recentemente ha ridotto in frantumi un tabù, autorizzando la traduzione in ebraico a scopi scientifici del ' Mein Kampf' , il manifesto politico-ideologico di Hitler scritto in forma di autobiografia. Qualcuno, da sinistra, gli ha rimproverato che facendo tradurre il libro c' era il rischio di fomentare passioni estremistiche. Se è così, ha risposto, bisognerebbe bandire anche la Bibbia da cui l' estrema destra nazionalista e messianica trae più d' un motivo d' ispirazione. L' intervista era stata richiesta in vista di un convegno sul Terzo Reich ' Cinquant' anni dopo la sua caduta' , che si terrà a Gerusalemme a metà maggio con la partecipazione di storici israeliani e tedeschi. Zimmerman ne ha approfittato non soltanto per ribadire le sue teorie sul nazismo ma anche per inviare un messaggio di tipo morale, mettendo in guardia dal "mostro che cova in ciascuno di noi". In aperto dissenso con buona parte della storiografia ufficiale e dei politici israeliani, lo storico ritiene che le responsabilità della guerra e dell' Olocausto non siano soltanto da attribuire a Hitler e alla leadership da lui forgiata, ma si debba anche parlare di una responsabilità collettiva dei tedeschi che hanno costantemente e maggioritariamente appoggiato l' operato della dittatura. Ma che c' entra tutto questo con i coloni di Hebron? Con la sua provocazione Zimmerman ha voluto sottolineare i contenuti di violenza, di arbitrio e autoritarismo insiti in certi settori dell' estrema destra israeliana, davanti ai quali altri storici hanno parlato di fascismo sionista. Utilizzando il nazismo "come esempio che dobbiamo sempre avere davanti agli occhi", ha voluto mettere in guardia da certi movimenti politici, come il movimento di estrema destra del Kach, fondato dal rabbino Meir Kahane e messo fuorilegge lo scorso anno dal governo Rabin dopo la strage dei fedeli palestinesi nella moschea di Hebron, che propugnano un' ideologia razzista e anti-araba.

dal nostro corrispondente ALBERTO STABILE

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06 ottobre 2001 1 sez. PRIMA PAGINA

perché in ogni dichiarazione, e anche nell' indignata risposta formale della Casa Bianca, c' è sempre la riassicurazione che «Israele non ha amico migliore e piu saldo degli Stati Uniti». Ma l' amicizia deve essere una strada a doppio senso di marcia, nella quale anche Sharon e Netanyahu devono fare la loro parte di cammino. «L' essenziale, adesso, non è fare polemiche spiegava il portavoce di Bush, Ari Fleischer facendo polemica ma riattivare il processo di pace». Tra le molte e brusche conversioni e maturazioni del giovane Bush prodotte dall' infamia di settembre, nessuna è piú radicale di questa e gli israeliani, con le loro antenne sensibilizzate da mezzo secolo di vita alla frontiera della sopravvivenza, l' hanno captata subito. La pace fra ebrei è un pezzo indispensabile nella guerra al terrore. E il governo israeliano dovrá imparare a vivere con la realtá di un nuovo mondo nel quale Israele resterá la grande amica e protetta della America ma non piú la figlia unica, la lente attraverso la quale Washington guarda al mondo arabo e musulmano. Nelle prime ore dopo il Manhattan Massacre, i piazzisti dell' odio, attraverso le radio, i giornali, l' Internet, insinuarono che dietro le atrocitá di Manhattan potesse essersi proprio la mano degli "ebrei", per saldare nell' orrore la complicitá americana con la guerra di Sharon. Mai idiozia piú enorme fu smentita piú autorevolmente e piú in fretta.

dal nostro inviato VITTORIO ZUCCONI

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" Olocausto " , termine abusato. Proposta di

legge in Israele

--- "Olocausto", termine abusato. Proposta di legge in Israele E'GERUSALEMME possibile imporre un significato unico per l'Olocausto? Avner Shaky, deputato del Partito nazionale religioso, pensa di si' e ha presentato un progetto di legge per vietare l'uso della parola "Olocausto" al di fuori di ogni contesto che non sia strettamente quello dello sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra. Ma tutto lascia credere sia uno sforzo di Sisifo. Perche' proprio qui in Israele il termine e' spesso metaforizzato e inflazionato nelle polemiche quotidiane. Gia' alla fine degli anni Sessanta l'allora ministro degli Esteri Abba Eban paragonava i confini del Paese precedenti la guerra del 1967 a "quelli di Auschwitz". Piu' tardi il premier conservatore Menachem Begin non ebbe alcun problema a definire Arafat il "nuovo Hitler pronto a ripetere la Soluzione finale". Oggi la caduta dei vecchi tabu' vede i leader dell'ortodossia religiosa accusare continuamente gli israeliani laici di commettere un "Olocausto spirituale ancora peggiore di quello perpetrato dai nazisti". Al che Igael Tumarkin, uno degli artisti piu' controversi, ha replicato affermando di "capire i motivi dell'antisemitismo e dell'Olocausto" ogniqualvolta incontra un ebreo ortodosso. (L. Cr.)

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(15 gennaio 1998) - Corriere della Sera

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Olocausto, la parola che ancora divide arabi