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Esiste infine un colore “perduto” che a ben vedere, si scopre sulle facciate decorate dei palazzi fiorentini. Percorrendo il centro storico della città, ovunque si notano edifici antichi le cui facciate, sono impreziosite da splendide pitture murali, partiti decorativi ornamentali, graffiti monocromi di varia epoca e stile; tuttavia l’occhio scorre veloce sulle bellezze pittoriche di parata e si sofferma a lungo, nei dettagli di un degrado di lunga data.

Non è certo questa la sede per affrontare l’annosa questione della conservazione e della tutela del patrimonio artistico italiano, tuttavia prima di essere un problema critico d’intervento, un restauro corretto, resta innanzi tutto, un fatto di conoscenza approfondita, sulle materie coinvolte e sulle tecniche artistiche impiegate.

Palazzo Benci, particolare degli apparati pittorici, lacunosi e in de- grado

La leggibilità degli apparati graffiti e la fruizione estetica, sono strettamente correlati alla cura nel mantenimento delle superfici In questo senso, l’indizio storico estrapolato dai testi letterari del Cennini e del Vasari3, è servito ad arricchire il ventaglio dei modelli pittorici fin qui realizzati, esemplificando sperimentalmente, le diverse lavorazione citate dall’autore: modelli di “graffito” e di “sgraffito” 4, fondi scuri preparati con cenere di paglia o legna, arricci a base di olio e mattonpesto per resistere

3. Cfr. C. Cennini, Il libro dell’arte, Neri Pozza, Vicenza, 1971 e rist; cfr. G. Vasa- ri, Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino

a’ tempi nostri, Torino, Einaudi, 1986 e rist.

4. Cfr. Appendice, glossario terminologico della pittura murale, ad vocem.

all’umidità nei dipinti esterni, tinteggiature con latte di calce, ecc.

A Firenze, il colore perduto, non sta nelle lacune frammentarie dei dipinti antichi sopravvissuti, ma è quello ignorato ed offeso, di coloro che non sanno tutelarlo e testimoniarlo ai posteri.

Lo sgraffito

“Hanno i pittori un’altra specie di pittura, ch’è disegno e pittura insieme, e questo si domanda sgraffito e non serve ad altro che per ornamenti di facciate di case e palazzi, che più brevemente si conducono con questa spezie e reggono alle acque sicuramente. Perché tutti i lineamenti, invece di essere disegnati con carbone o con altra materia simile, sono tratteggiati con un ferro dalla mano del pittore…....”

Il graffito

“Il che si fa in questa maniera: pigliano la calcina mescolata con la rena ordinariamente, e con la paglia abbruciata la tingono di uno scuro che venga in mezzo colore che trae in argentino…e con questo intonicano la facciata. E fatto ciò e pulita col bianco della calce del travertino, la imbiancano tutta, et imbiancata ci spolverano su i cartoni, o ver disegnano ciò che ci vogliono fare…. E poi agravando col ferro, vanno dintornado e tratteggiando la calce, la quale essendo sotto di corpo nero, mostra tutti i graffi del ferro come segni di disegno. E si suole ne’ campi di quegli radere il bianco e poi avere una tinta d’acquerello scuretto molto acquidoso, e di quello dare per gli scuri, come si desse a una carta; il che da lontano fa un bellissimo vedere” (G. Vasari ,1550)

Modelli materici in replica della pietra bigia e del matton pesto

”Un certo stucco di marmo e matton pesto sottilissimo incorporato con olio di linseme, pece greca, mastico e vernice grossa: un altro se ne fa di matton pesto, e rena, schiuma di ferro, chiare d’uovo e olio di linseme per lo stesso effetto”...

(F. Baldinucci, 1681) Una natura di pietra bigia in Toscana è ditta Albazzano, della quale si fa calcina in li loci umidi di grandissima tenacità:di colore di cenere...”

Sintesi degli obiettivi della ricerca condotta durante le attività di Laboratorio di Restauro (triennio 2005/ 2007)

- Messa a punto ed applicazione delle metodiche di analisi, rilievo e rappresentazione grafica (catalogazione, rilievo architettonico, misure colore, restituzione cartografica, quadri e tabelle di sintesi informativa, indagini visive su campioni, produzione di modelli materici, ecc.). - Rilievo metrico e fotografico dei fronti edilizi con misure colore (cartelle Matchpoint Plus e 4041 Color Concept) per unità di facciata estesa inizialmente a n. 15 isolati (comparti urbani in studio);

- Restituzione del rilievo architettonico (1:500, 1.200 e superiori) con restituzione dei codici colore (cartella Sikkens Matchpoint Plus 170 tinte) dei cromatismi rilevati nelle campiture dei fondi facciata e concernenti anche riquadri e cornici, zoccolature ecc. );

- Rilievo cromatico ACC (collezione colori Sikkens 4041 Color Concept) su unità architettoniche selezionate esteso a tutto il quartiere di San Lorenzo;

- Individuazione di cartella comparativa dei colori selezionati rilevati allo stato attuale;

- Valutazioni sulle misure interpolate di rilievo cromatico, condotte con Matchpoint Plus e con la collezione colori 4041 Color Concept.

- Rilievo cromatico ACC (cartella Sikkens 4041) delle invarianti cromatiche derivate dallo studio dei materiali litoidi e dalle emergenze architettoniche esistenti nel quartiere (Basilica di San Lorenzo, palazzi di rilevanza monumentale);

- Individuazione delle matrici cromatiche del quartiere di San Lorenzo;

- Comparazione tra la cartella dei colori rilevati (metodo ACC) e le matrici cromatiche; - Elaborazione di “cartella colori” del Quartiere San Lorenzo;

- Elaborazione di modelli pittorici di studio e di progetto (a campione) dei colori matrice.

Riproducibilità delle cromie tradizionali

Modelli pittorici realizzati a fresco con pigmenti naturali compongono la tavolozza cromatica ritenuta possibile per tinteggiare gli edifici

Ricerca e studio sul colore delle ombre

L’ombra ha un ruolo fondamentale nelle volumetrie architettoniche degli edifici fiorentini, perché il suo colore appartiene già alle strutture materiali di costruzione e viene esaltato dalle sapienti tecniche di lavorazione

Scale cromatiche rilevate su cartelle colore Matchpoint Plus, delle tinte attualmente caratterizzanti gli intonaci e i fondi di facciata dei palazzi fiorentini del quartiere di San Lorenzo. Dimostrazione mediante modelli pittorici preparati allo scopo dei colori tipici della tradizione locale

Simulazione attraverso modelli pittorici di studio delle variazioni cromatiche che subisce la pietra forte nei diversi stadi del suo degrado

La Basilica di San Lorenzo, effetti di massa e chiaroscurali nella tavolozza base delle invarianti cromatiche, alla vista da Palazzo Medici Riccardi

Palazzo Dietisalvi Neroni oggi Gerini- Barbolani di Montauto (n.

A sinistra, mappatura per consolidamento blocco di pietraforte in fase di distacco lungo le vene di calcite; a destra, basamento in pietra bigia, lesena in pietra artificiale, scagliature, interazioni in malta cementizia

A sinistra, campioni di pietra da stuccare, inerti (pietre macinate) per miscele di prova; a destra, stuccature: campioni di malta su mattone (da abbinare a ricettario con proporzioni legante-inerti)

A fianco, modelli graffiti riprodotti in conformità alle matrici cromatiche degli intonaci di sottofondo rilevati dalle facciate decorate di palazzi fiorentini

A sinistra, tabella matrici cromatiche dei fondi e delle ornamentazioni dei palazzi graffiti fiorentini (ancora desunta dalla collezione colori Color Concept Sikkens); a destra, tavolozza esemplificativa di inerti e terre colorate impiegate per riprodurre i colori matrice

Mercato centrale, fronte principale: in alto, rappresentazione ad acquerello delle cromie rilevate (a.a. 2006/2007, studenti Alessandro Berti e Francesca Capitini); sopra, restituzione in fotopiano dello stesso prospetto