4. L’approvvigionamento dei prodotti
4.7 Come si coltiva il rapporto
Dopo la definizione degli elementi pratici, il rapporto deve essere coltivato nel tempo, attraverso il sostegno dato dall’acquisto, ma anche attraverso la cura degli aspetti relazionali.
Le esigenze che si manifestano all’interno della relazione sono diverse per produttori e consumatori e richiedono un’attenzione costante.
Quelle manifestate dai consumatori riguardano soprattutto la trasparenza della relazione, attraverso il contatto ravvicinato e abituale e la relazione diretta.
Per ottenere questo approccio, i gruppi nominano al loro interno dei responsabili che possono coltivare la relazione con i produttori, essenzialmente attraverso il contatto al momento dell’ordine, in modo che il produttore possa avere un punto di
riferimento per manifestare le proprie problematiche e il gruppo un interlocutore privilegiato.
Inoltre, periodicamente o in occasione di particolari circostanze, il gruppo può invitare il produttore alle riunioni, per discutere di alcuni aspetti della produzione o per rafforzare la relazione, oppure decidere di organizzare una visita in azienda.
Attraverso l’applicazione di questi strumenti, molti gruppi hanno potuto integrare la conoscenza delle aziende, rendendola più aderente alla realtà e riuscendo a condividere alcune problematiche con i produttori.
Ad esempio, da parte dei gruppi dell’area fiorentina c’è stato un forte interesse e un’azione concreta di sostegno nei confronti di due produttori con problematiche molto diverse. In un caso, l’attenzione è stata focalizzata sulle difficoltà di un’azienda che produce latticini ed effettua la vendita anche di latte crudo, confezionato in bottiglie di vetro, con vuoti a perdere, a causa della mancanza di una sterilizzatrice. Visto che questa problematica è diffusa anche ad altri produttori, i gruppi hanno scelto di elaborare alcune proposte da sottoporre ai produttori stessi, agli organismi che si occupano del controllo e alle istituzioni competenti.
L’altro caso riguarda un produttore di frutta, fornitore di molti GAS in Toscana, che ha richiesto l’appoggio e il sostegno da parte dei consumatori nel contrastare una grande opera pubblica che attraversa il terreno di sua proprietà, pregiudicando la qualità della vita, la produzione aziendale e la possibilità di ricevere la certificazione per il metodo biologico. I GAS interessati hanno deciso di continuare a sostenere questa azienda sia dal punto di vista politico, appoggiando la sua protesta e divulgando le informazioni legate a questo caso, sia dal punto di vista economico, continuando ad acquistare i suoi prodotti.
la relazione con il produttore, per il GAS è molto importante: abbiamoli produttore di mele che ha questo problema con la TAV, praticamente abbiamo deciso di sostenerlo. Sia il nostro GAS che il loro (Lapo), perché abbiamo un rapporto più stretto rispetto agli altri, ci siamo messi a scrivere una lettera, ci lavoriamo sopra…(dal focus group realizzato con alcuni GAS dell’area fiorentina)
Si sono verificati casi in cui il gruppo ha richiesto la presenza dei produttori per contestarne il prodotto o per discutere di problematiche legate allo svolgimento del servizio.
Ad un certo punto è venuto fuori il problema della falda, abbiamo chiesto a xxx da dove prendesse l’acqua…ecc..lui non è certificato, ma ha spiegato tutto, è uno storico e non sono stati fatti problemi.
(dall’intervista al rappresentante del GAS Pi2)
Secondo i consumatori, il livello di attenzione deve rimanere comunque alto, finché il rapporto con i produttori non è approfondito e caratterizzato da una forte fiducia reciproca.
La consapevolezza di costituire una nuova nicchia di mercato, molto favorevole per i produttori, che si stanno avvicinando sempre di più alla dimensione dei GAS, spinge i gruppi a richiedere una forte adesione ai principi e la comunione di intenti.
Il nostro produttore di birra ha tentato di fare il furbo sulle quantità, le bottiglie dovevano essere da 1l, sono risultate essere da 750. l’abbiamo convocato, c’è stata la discussione e il problema è rientrato. Il problema che ci siamo posti è stato: attenzione, che vogliamo fare? Uno che fa il furbo così lo eliminiamo subito oppure ci imponiamo di provare a modificare il suo modo di pensare? Diamoci un po’ di tempo, un anno, un anno e mezzo, se riusciamo a cambiare il suo modo di pensare bene, altrimenti arrivederci e grazie! Anche questa è un’idea. Poi ci sono quelli più sensibili, che capiscono al volo, che magari hanno la nostra stessa linea di pensiero, allora diventa facile, come con la WIP, per esempio, che sono eccezionali, ci provano ma l’idea funziona. Altri meno , allora si prova a fargli vedere questo tipo di mondo in maniera diversa. Alcuni ce la fanno, altri No. Per noi ha un senso se tutti ci muoviamo nella stessa direzione. (dal focus group realizzato con alcuni GAS dell’area fiorentina)
I gruppi che hanno maturato un percorso più lungo e una riflessione più approfondita iniziano ad interrogarsi sugli aspetti fiscali della gestione delle attività interne, ma anche a pretendere la trasparenza e la correttezza da parte dei produttori.
Questo aspetto diventa molto importante quando i gruppi si pongono l’obiettivo di operare un cambiamento reale e duraturo nel mercato, abbandonando la “zona d’ombra” in cui si sono collocati e ricercando la visibilità e la credibilità presso le istituzioni e gli attori economici tradizionali.
La visione dei produttori rispetto ai GAS aiuta a mettere in luce e a definire alcuni aspetti critici, difficilmente evidenziabili dalla prospettiva dei consumatori.
Per i produttori è fondamentale avere assicurazioni sulla durata del rapporto, dato che la conversione verso canali di commercializzazione alternativi, come i GAS, implicano un forte cambiamento nell’organizzazione dell’azienda.
Inoltre, la conoscenza delle attività aziendali e l’attenzione verso le problematiche quotidiane riveste un’importanza particolare quando una delle motivazioni che ha portato i produttori a cambiare direzione è la necessità di dare un valore maggiore al loro impegno e alle caratteristiche del prodotto che vogliono valorizzare.
Un terzo aspetto che deve essere considerato nella relazione riguarda la solidarietà, che i produttori vedono criticamente, sottolineando come, in alcuni casi, questa riguardi soprattutto un atteggiamento che i consumatori coltivano all’interno del gruppo, ma che, raramente, rivolgono verso i produttori.
L’osservazione riguarda soprattutto la reale conoscenza dei produttori e delle aziende, visitate raramente e senza l’attenzione dovuta.
Ci sono GAS e ci sono Gruppi d’Acquisto. Molti si definiscono GAS, altri non si definiscono per niente, non sanno neanche di farne parte, acquistano la verdura perché è buona. GAS, questa è una mia osservazione personale, sarebbe Gruppo d’Acquisto Solidale. Chi si definisce GAS, in base a quali valori è determinato? In base ai loro valori, o l’azienda può dire che quello è un GAS? Perché se la solidarietà è tra i consumatori, allora si specifica, ma se è con l’azienda agricola, se il gruppo la sostiene, è giusto che l’azienda lo riconosca, perché io mi formo un GAS e poi… (dall’intervista al produttore Pi1)
Questo aspetto può costituire un punto di forte criticità, in primo luogo perché non viene percepita dai consumatori questa differenza tra gli intenti e la dimensione reale, in secondo luogo perché la solidarietà tra consumatori e produttori rappresenta un fondamento dell’esperienza dei GAS.