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Commercio interno

Nel documento Rapporto 2014 (.pdf 5.9mb) (pagine 135-141)

2.7.1. L’evoluzione congiunturale

L’indagine condotta dal sistema camerale dell’Emilia-Romagna con la collaborazione di Unioncamere nazionale su di un campione di esercizi commerciali al dettaglio in sede fissa e ambulante consente di valutare l’evoluzione congiunturale del settore del commercio in regione. Nell’analisi dei dati va tenuto presente che le imprese aventi sede nei comuni maggiormente colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012 sono state escluse dalle rilevazioni per gli ultimi tre trimestri del 2012, al fine di sollevarle da questa incombenza in un momento di così intensa difficoltà. Questo ha creato, come evidenziato dai grafici compresi in questo capitolo, due rotture della serie storica coi i dati del secondo, terzo e quarto trimestre 2012 che non sono direttamente confrontabili né coi dati precedenti, né coi dati successivi. I dati dal primo trimestre 2013 sono invece confrontabili con quelli fino al primo trimestre 2012. Fatta questa doverosa precisazione metodologica, è possibile procedere con l’analisi delle maggiori risultanze.

Prosegue la serie di trimestri che riportano variazioni negative rispetto all’omologo trimestre dell’anno precedente. Il trimestre che ha determinato l’inversione di tendenza è stato il primo del 2008 che, con un -0,1 per cento, separa una lungo periodo col segno positivo (dal quarto trimestre 2005 all’omologo trimestre del 2007) dalla successiva, ancor più lunga, serie di trimestri con segno negativo, ancora attualmente in corso. Va notato come le variazioni negative abbiano raggiunto la loro minore intensità, relativamente al periodo post sisma, durante il primo trimestre 2014 per poi registrare variazioni via, via più forti lungo la restante parte dell’anno in corso.

I primi nove mesi del 2014 fanno, dunque, registrare un -3,3 per cento sullo stesso trimestre dell’anno precedente. Questo dato, pur essendo sicuramente migliore di quello del 2013 (-6,2 per cento) non può essere salutato con troppa positività poiché si tratta di un dato in terreno ampliamente negativo.

La variabile dimensionale sembra essere, come ormai usuale, decisiva nel determinare l’andamento delle vendite: man mano che la dimensione aziendale cresce, l’andamento delle vendite migliora, pur non approdando mai in terreno positivo. In particolare, la variazione negativa di cui si è appena dato conto

Fig. 2.7.1. Vendite a prezzi correnti al dettaglio degli esercizi in sede fissa e ambulante in Emilia-Romagna. Var. % su anno precedente

Le imprese dei comuni più colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio sono state escluse dalla ultime tre rilevazioni del 2012 per poi rientrare dal primo trimestre 2013. Questo fatto interrompe la serie com’è stato reso evidente nel grafico.

Fonte: Elaborazione Centro studi, monitoraggio dell’economia e statistica, Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine del sistema camerale sul commercio.

-10,0 -8,0 -6,0 -4,0 -2,0 0,0 2,0 4,0

II III IV I, 2005 II III IV I, 2006 II III IV I, 2007 II III IV I, 2008 II III IV I, 2009 II III IV I, 2010 II III IV I, 2011 II III IV I, 2012 II III IV I, 2013 II III IV I, 2014 II III

diventa un -4,9 per cento nel caso della piccola distribuzione, un -2,9 per cento per la media distribuzione (da 6 a 19 addetti) per trasformarsi in un -1,1 per cento per la grande distribuzione (oltre i 20 addetti).

Quest’anno, come già nel 2013 e nel 2012, anche la grande distribuzione riporta una variazione negativa, a dimostrazione di quanto l’attuale situazione sia critica.

Per quanto concerne i diversi comparti, va notato che la variazione media registrata più sopra non si traduce in un andamento uniforme dei medesimi. In particolare il commercio al dettaglio dei prodotti alimentari registra una contrazione pari al 5,2 per cento. Più contenuta la contrazione per le vendite dei prodotti non alimentari (-3,2 per cento). Per entrambi i comparti le diminuzioni segnalate sono in contrazione rispetto a quelle dell’anno passato. All’interno dei prodotti non alimentari l’andamento è

Fig. 2.7.2. Andamento delle vendite in Emilia-Romagna, confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente per tipologia dimensionale

Le imprese dei comuni più colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio sono state escluse dalla ultime tre rilevazioni del 2012 per poi rientrare dal primo trimestre 2013. Questo fatto interrompe la serie com’è stato reso evidente nel grafico.

Fonte: Elaborazione Centro studi, monitoraggio dell’economia e statistica, Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine del sistema camerale sul commercio.

Fig. 2.7.3. Andamento delle vendite in Emilia-Romagna, confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente. % imprese rispondenti che riportano sviluppo, diminuzione e stabilità delle vendite per classe dimensionale

Le imprese dei comuni più colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio sono state escluse dalla ultime tre rilevazioni del 2012 per poi rientrare dal primo trimestre 2013. Questo fatto interrompe la serie com’è stato reso evidente nel grafico.

Fonte: Elaborazione Centro studi, monitoraggio dell’economia e statistica, Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine del sistema camerale sul commercio.

-12,0 -10,0 -8,0 -6,0 -4,0 -2,0 0,0 2,0 4,0 6,0

I, 2006 II III IV I, 2007 II III IV I, 2008 II III IV I, 2009 II III IV I, 2010 II III IV I, 2011 II III IV I, 2012 II III IV I, 2013 II III IV I, 2014 II III

5 15 25 35 45 55 65

I, 2007 II III IV I, 2008 II III IV I, 2009 II III IV I, 2010 II III IV I, 2011 II III IV I, 2012 II III IV I, 2013 II III IV I, 2014 II III

sviluppo Stabile diminuzione

piuttosto uniforme tra abbigliamento ed accessori (-3,2 per cento), prodotti per la casa ed elettrodomestici (-3,7 per cento) e altri prodotti non alimentari (-3,1 per cento). Le contrazioni dell’anno passato, invece, erano particolarmente intense per abbigliamento ed accessori (-8,1 per cento). Con ogni probabilità, queste intense diminuzioni del valore delle vendite sono riconducibili, oltre che ad una diminuzione delle quantità acquistate, anche ad una parallela diminuzione del valore unitario delle merci scambiate, questo sia per un aumento della concorrenza di prezzo causata dalla minore domanda ma anche per un riorientamento dei consumatori verso prodotti di fascia meno prestigiosa.

Il peso delle imprese che riportano un’espansione delle vendite è in diminuzione, salvo alcune inversioni di tendenza che si sono dimostrate però temporanee, dall’inizio della crisi. Più altalenante, invece, l’andamento del peso delle imprese che riportano una contrazione ed un stabilità delle vendite.

Concentrando l’attenzione sul solo 2014, è possibile notare come il forte calo delle imprese che riportano diminuzione, ed il parallelo forte aumento delle imprese che segnalano stabilità delle vendite, che era in atto dalla fine del 2013 abbia subito un’altrettanto notevole inversione di tendenza dal secondo semestre.

L’indagine attualmente in analisi consente di studiare quali siano le aspettative delle imprese commerciali per la propria attività in relazione ai dodici mesi successivi al trimestre di riferimento. Per tutto il periodo che va dal terzo trimestre 2011 al secondo trimestre 2014, sono state in aumento le imprese che prevedevano una ulteriore contrazione del proprio giro d’affari per i dodici mesi successivi. Il terzo trimestre di quest’anno sembra aver segnato una inversione di tendenza rispetto alle aspettative per il futuro. In particolare, a fronte di una contrazione delle imprese che si attendono una stabilità del fatturato (che rimane comunque pari al 69 per cento), si assiste ad un parallelo aumento delle imprese che si attendono uno sviluppo delle vendite (che si fermano però al 21 per cento). Soltanto i prossimi trimestri potranno dirci se, come ci si augura, questa inversione di tendenza sarà confermata. Va però citata la criticità costituita dal fatto che sono in aumento anche le imprese che si attendono una contrazione del fatturato, a mettere in luce l’aumento del divario all’interno delle imprese del commercio.

2.7.2. L’occupazione

Il sistema informativo SMAIL delle Camere di commercio e dell’Unione regionale dell’Emilia-Romagna consente di monitorare l’evoluzione dell’occupazione con un’attendibilità ed un livello di dettaglio che al momento nessun altro sistema informativo è in grado di fornire. Analizzando questi dati è possibile studiare quale sia stata l’evoluzione dell’occupazione nel settore del commercio. Nel momento in cui questo rapporto viene chiuso, a causa di problematiche relative alla consegna dei dati da parte di enti

Fig. 2.7.4. Orientamento delle imprese circa l'evoluzione della propria attività nei dodici mesi successivi al trimestre di riferimento.

Emilia-Romagna. Totale degli esercizi. Percentuale di imprese che prevedono aumento, diminuzione e stabilità.

Le imprese dei comuni più colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio sono state escluse dalla ultime tre rilevazioni del 2012 per poi rientrare dal primo trimestre 2013. Questo fatto interrompe la serie com’è stato reso evidente nel grafico.

Fonte: Elaborazione Centro studi, monitoraggio dell’economia e statistica, Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine del sistema camerale sul commercio.

0  10  20  30  40  50  60  70  80 

I, 2007 II III IV I, 2008 II III IV I, 2009 II III IV I, 2010 II III IV I, 2011 II III IV I, 2012 II III IV I, 2013 II III IV I, 2014 II III

Sviluppo Stabile Diminuzione

terzi coinvolti nel progetto SMAIL, l’ultimo aggiornamento dei dati disponibili è quello al 1 gennaio 2014.

Tra gennaio 2013 e gennaio 2014 gli addetti del commercio al dettaglio in regione sono calati dello 0,9 per cento. Andamento quasi identico a quello degli addetti al commercio all’ingrosso, diminuiti dell’1,0 per cento. Più intensa la contrazione della forza lavoro occupata nel commercio, al dettaglio o all’ingrosso, di auto e motocicli che fa registrare una diminuzione del 2,0 per cento. Come risultato di queste variazioni, il settore del commercio registra una contrazione media di personale pari all’1,1 per cento. Estendendo l’ottica di osservazione a due settori affini al commercio propriamente detto (e che molti commentatori ricomprendono addirittura all’interno del commercio tout court), è possibile notare come l’annata sia stata ancor più critica dal punto di vista occupazionale. In particolare, i servizi di alloggio hanno riportato una diminuzione del 3,4 per cento degli addetti, mentre i servizi di ristorazione contraggono l’occupazione del 2,8 per cento. Il settore del commercio, alloggio e ristorazione, quindi, riporta una diminuzione complessiva dell’1,6 per cento dei propri addetti.

I dati a disposizione permettono di estendere lo sguardo non solo dal punto di vista longitudinale, tra i settori, ma anche in senso temporale, prendendo come periodo di riferimento, tra quelli a disposizione, il più prossimo all’inizio della crisi che ancora fatichiamo a lasciarci alla spalle, il giugno 2009. Da questo nuovo punto di vista, il settore che fa registrare l’andamento peggiore è quello del commercio (ingrosso e dettaglio) e riparazioni di auto e moto in cui l’occupazione si è contratta del 4,4 per cento. La situazione del commercio delle altre categorie merceologiche si caratterizza per una netta distinzione tra ciò che è commercio al dettaglio e ciò che è commercio all’ingrosso. In particolare, a fronte di una contrazione degli addetti del commercio all’ingrosso pari al 3,5 per cento, il commercio al dettaglio fa registrare un aumento del 2,4 per cento.

Più altalenante la situazione dell’alloggio che registra variazioni piuttosto discontinue da un anno all’altro. Netta, invece, la parabola dei servizi di ristorazione in aumento fino all’inizio del 2012 e poi in contrazione da allora. Ciò nonostante, il confronto diretto tra inizio 2014 ed inizio 2009 mette in luce un saldo positivo a causa del notevole aumento degli addetti registrato soprattutto nel corso del 2009 e 2010.

A seguito del comporsi di queste diverse situazioni, commercio, alloggio e ristorazione, assieme considerati, hanno registrato un aumento degli addetti del 2,2 per cento, passando da circa 389.000 a circa 398.000.

La rilevazione continua delle forze di lavoro ISTAT ci permette di cogliere le variazioni intervenute nei primi nove mesi del 2014. Va subito precisato che i dati di fonte ISTAT non sono immediatamente confrontabili con quelli di fonte SMAIL, questo perché, oltre ad essere di natura campionaria, i dati ISTAT sono riferiti ad una ripartizione settoriale non perfettamente coincidente con quella utilizzata per SMAIL.

Secondo questa rilevazione campionaria, quindi, nei primi nove mesi del 2014, l’occupazione nel settore del commercio, alberghi e ristoranti sarebbe aumentata dell’1,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo aumento sarebbe da ascriversi completamente alla performance degli addetti inquadrati come dipendenti, che sarebbero aumentati del 3,4 per cento, a fronte di una diminuzione degli indipendenti per l’1,9 per cento. La variazione risulterebbe, poi, particolarmente

Fig. 2.7.5. Evoluzione degli addetti del settore commerciale dal 2008 al 2013.

Fonte: Elaborazione Centro studi monitoraggio dell’economia e statistica, Unioncamere Emilia-Romagna su dati del Sistema informativo SMAIL Emilia-Romagna

gen-09 gen-10 gen-11 gen-12 gen-13 gen-14 Var gen

2012-13

Trend gen 2008-13 Ingrosso e dettaglio auto e moto e

riparazione 37.409 36.803 36.699 36.866 36.482 35.770 -2,0% -4,4%

Ingrosso escluso auto e moto 98.137 96.626 96.237 96.494 95.636 94.683 -1,0% -3,5%

Dettaglio escluso auto e moto 147.203 147.687 149.593 151.615 152.167 150.770 -0,9% 2,4%

Totale commercio 282.749 281.116 282.529 284.975 284.285 281.223 -1,1% -0,5%

Alloggio 18.391 18.000 18.329 19.005 18.239 17.621 -3,4% -4,2%

Servizi di ristorazione 87.744 91.961 96.519 101.719 101.559 98.686 -2,8% 12,5%

Totale alloggio e ristorazione 106.135 109.961 114.848 120.724 119.798 116.307 -2,9% 9,6%

Totale commercio, alloggio e

ristorazione 388.884 391.077 397.377 405.699 404.083 397.530 -1,6% 2,2%

equilibrata dal punto di vista del genere con la componente maschile e quella femminile che registrano la stessa variazione (+1,3 per cento).

L’indagine Excelsior che il Sistema camerale realizza in collaborazione con il Ministero del lavoro per sondare i fabbisogni occupazionale delle imprese è un’altra importante fonte di informazione sul mondo dell’occupazione che qui viene presa in considerazione per quel che riguarda il settore del commercio.

Secondo questa indagine, il 2014 dovrebbe chiudersi in Emilia-Romagna con un saldo negativo tra entrate e uscite per il settore di 1.600 dipendenti, in calo rispetto alla variazione negativa dell’anno passato che sono state pari a 2.800 dipendenti. Di analogo segno la variazione prevista a livello nazionale per 27.700 unità.

Nell’ambito degli ammortizzatori sociali, il ricorso alla Cassa integrazione guadagni, che dal 2013 è stata estesa a soggetti prima esclusi, è apparso in calo. Nei primi dieci mesi del 2014, relativamente al commercio al minuto, sono state autorizzate circa 488 mila ore di Cig straordinaria, con una flessione del 62,3 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Stessa sorte per le deroghe (-31,5 per cento), ma su tale andamento potrebbero avere influito i fermi amministrativi dovuti ai ritardi nei finanziamenti. Il miglioramento non ha tuttavia avuto eco sugli accordi sindacali per accedere alla Cig straordinaria. Nei primi sei mesi del 2014 sono stati coinvolti 1.056 lavoratori rispetto ai 641 di un anno prima.

2.7.3. L’evoluzione imprenditoriale

La compagine imprenditoriale del settore del commercio ha evidenziato nel corso del 2014 una contrazione. A fine settembre 2014 le imprese attive del commercio all'ingrosso e al dettaglio, comprese le riparazione di autoveicoli e motocicli, sono risultate in Emilia-Romagna 94.748, con una diminuzione dello 0,9 per cento rispetto all’analogo periodo del 2013. L’unico comparto del settore a far registrare un aumento delle imprese attive è stato quello relativo al commercio e riparazione di auto e moto (+0,8 per cento). In termini di forme giuridica, l’unica tipologia che fa registrare un aumento delle imprese attive è quello delle società di capitali. Questa tendenza è in atto da diverso tempo ed interessa la quasi totalità dei settori dell’economia e viene generalmente interpretata come la tendenza del tessuto economico ad andare verso forme di organizzazione imprenditoriale più strutturate. La statistica relativa alle aperture delle procedure di fallimento parlano di 898 casi in Emilia-Romagna per il periodo gennaio – ottobre 2014, in aumento, quindi, rispetto agli 833 casi dello stesso periodo relativo al 2013.

Nel documento Rapporto 2014 (.pdf 5.9mb) (pagine 135-141)