• Non ci sono risultati.

Cooperazione

Nel documento Rapporto 2014 (.pdf 5.9mb) (pagine 193-197)

Smail Emilia-Romagna, il sistema di monitoraggio delle imprese e del lavoro realizzato da Unioncamere Emilia-Romagna e dalle Camere di commercio della regione, permette di avere una prima fotografia dell’andamento del settore cooperativo. Nel momento in cui questo rapporto viene chiuso, a causa di problematiche relative alla consegna dei dati da parte di enti terzi coinvolti nel progetto SMAIL, l’ultimo aggiornamento di dati disponibili è quello al 1 gennaio 2014 che, se non ci consente di monitorare l’andamento congiunturale del settore nel corso dell’ultimo anno, ci permette però di compiere delle analisi di medio periodo.

Gli addetti del sistema cooperativo in Emilia-Romagna sono passati, da gennaio 2012 a gennaio 2014, da circa 180.000 a poco meno di 183.500 mettendo, quindi, a segno un aumento di quasi il 2%. Tale risultato, però, è il prodotto di un aumento di quasi 6.000 addetti lungo il 2012 a cui è seguita una contrazione di poco meno di 2.500 addetti nel corso dell’anno successivo.

I settori più importanti, in termini di addetti, della cooperazione regionale sono quello della sanità ed assistenza sociale (16,8 per cento degli addetti), quello del trasporto e magazzinaggio (15,4 per cento) e quello delle attività manifatturiere (15,0 per cento). I settori, invece, che nel periodo considerato hanno riportato le performance più significative in termini di occupazione sono, tra quelli con un peso sul totale superiore all’1,0 per cento, quello delle attività finanziare ed assicurative (+23,8 per cento), quello dei trasporti e magazzinaggio (+3,7 per cento), e agricoltura, silvicoltura e pesca (+2,8 per cento). Fra i settori che riportano una dinamica occupazionale negativa l’unico ad avere un peso sul complessivo superiore all’1 per cento è quello delle costruzioni la cui occupazione si è contratta del 4,9 per cento.

Non appena disponibili, gli aggiornamenti ci diranno se questa sostanziale tenuta occupazionale delle imprese cooperative sarà confermata anche nei mesi più recenti. Il dato andrà poi depurato dagli eventuali cambiamenti di forma giuridica che possono avere interessato alcune imprese nel periodo

Fig. 2.13.1. Evoluzione degli addetti delle imprese cooperative in Emilia-Romagna negli anni indicati

Fonte: Elaborazione Centro studi, monitoraggio dell’economia e statistica, Unioncamere Emilia-Romagna su dati del Sistema informativo SMAIL

Addetti gen-12 gen-13 gen-14 Peso

gen-2014

Var gen-12 / gen -14

A - Agricoltura, silvicoltura e pesca 11.162 11.284 11.478 6,3% 2,8%

B - Estrazione di minerali da cave e miniere 203 195 170 0,1% ‐16,3%

C - Attività manifatturiere 26.888 27.657 27.438 15,0% 2,0%

D - Forn. en.elettr.,gas,vapore e aria condiz. 23 25 28 0,0% 21,7%

E - Forn. Acqua;reti fognarie,gest.rifiuti e risanam. 1.162 1.349 1.496 0,8% 28,7%

F - Costruzioni 9.599 9.544 9.132 5,0% ‐4,9%

G - Comm.ingrosso e dettaglio;rip. autov.e motocicli 18.812 18.690 18.590 10,1% ‐1,2%

H - Trasporto e magazzinaggio 27.285 29.731 28.295 15,4% 3,7%

I - Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 8.758 9.028 8.627 4,7% ‐1,5%

J - Servizi di informazione e comunicazione 1.478 1.467 1.405 0,8% ‐4,9%

K - Attività finanziarie e assicurative 9.189 11.298 11.374 6,2% 23,8%

L - Attività immobiliari 104 100 100 0,1% ‐3,8%

M - Attività professionali, scientifiche e tecniche 5.258 5.114 5.203 2,8% ‐1,0%

N - Noleggio,ag.viaggio,serv.supporto imprese 22.247 22.309 21.693 11,8% ‐2,5%

P - Istruzione 1.919 1.905 1.944 1,1% 1,3%

Q - Sanità e assistenza sociale 30.168 30.704 30.756 16,8% 1,9%

R - Attiv.artistiche,sport.,di intrattenim.e divertim. 3.965 3.685 3.927 2,1% ‐1,0%

S - Altre attività di servizi 1.761 1.845 1.800 1,0% 2,2%

TOTALE 179.981 185.930 183.456 100,0% 1,9%

considerato, influendo sui dati..

La banca dati SMAIL permette di tenere monitorata anche l’evoluzione delle unità locali di imprese cooperative esistenti in regione. Nel periodo qui in esame, il numero delle unità locali attive è andato sempre aumentando mettendo a segno un aumento complessivo del 2,6 per cento.

In termini di unità locali attive, i settori più importanti sono quello della sanità ed assistenza sociale (13,3 per cento), quello delle attività finanziarie ed assicurative (10,8 per cento), quello del commercio (9,9 per cento) e quello del trasporto e magazzinaggio (9,6 per cento). I settori, invece, che nel periodo considerato hanno fatto registrare le performance di maggior rilievo sono stati quello delle attività finanziare ed assicurative (+21,5 per cento), quello dell’istruzione (+5,0 per cento) e quello del trasporto e magazzinaggio (+4,2 per cento). Anche da questo punto di vista, il settore che fa registrare la contrazione più forte è stato quello delle costruzioni (-6,4 per cento).

Per quanto concerne l’andamento economico delle imprese cooperative per l’anno 2014 in Emilia-Romagna, è possibile fare riferimento ai dati preconsuntivi forniti dalle centrali regionali di AGCI, Confcooperative e Lega delle cooperative.

I dati forniti da AGCI Emilia-Romagna consentono un confronto della situazione a fine 2014 con quella relativa alla fine dell’anno precedente. Per quel che riguarda il complesso delle cooperative aderenti, si ha che, a fronte di una contrazione del numero delle cooperative, del numero di soci e di soci lavoratori, il numero di lavoratori non soci risulta in aumento, parallelamente ad una sostanziale stabilità del fatturato.

Il numero complessivo dei lavoratori (soci e non soci) è sostanzialmente stabile.

L’articolazione settoriale presenta qualche discontinuità rispetto all’anno passato, tuttavia ci sembra di poter concludere che non tutti i settori mostrano lo stesso tipo di andamento. In particolare, il valore della produzione risulta in aumento per le cooperative di consumo, culturali e solidarietà ed in contrazione per le altre tipologie di cooperative. Il numero dei lavori complessivamente impiegati (soci e non soci) è in aumento per le cooperative di consumo, di abitazione e culturali ed in contrazione per le altre tipologie.

I dati di preconsuntivo 2014 di Confcooperative, supportati anche dall’indagine congiunturale, confermano che, nel quadro di incertezza che da molti anni sta caratterizzando l’economia nazionale e regionale, le imprese cooperative, pur avendo resistito meglio di altre alla crisi, ora corrono il rischio di perdere fatturato ed occupazione se l’uscita dal tunnel dovesse essere ancora lontana.

Fig. 2.13.2. Evoluzione delle unità locali delle imprese cooperative in Emilia-Romagna negli anni indicati

Fonte: Elaborazione Centro studi, monitoraggio dell’economia e statistica, Unioncamere Emilia-Romagna su dati del Sistema informativo SMAIL

Unità locali delle cooperative gen-12 gen-13 gen-14 Peso

gen-2014

Var gen-12 / gen -14

A - Agricoltura, silvicoltura e pesca 887 885 900 8,1% 1,5%

B - Estrazione di minerali da cave e miniere 23 25 24 0,2% 4,3%

C - Attività manifatturiere 909 903 911 8,2% 0,2%

D - Forn. en.elettr.,gas,vapore e aria condiz. 18 19 21 0,2% 16,7%

E - Forn. Acqua;reti fognarie,gest.rifiuti e risanam. 74 76 79 0,7% 6,8%

F - Costruzioni 814 801 762 6,8% ‐6,4%

G - Comm.ingrosso e dettaglio;rip. autov.e motocicli 1.094 1.113 1.104 9,9% 0,9%

H - Trasporto e magazzinaggio 1.014 1.045 1.057 9,5% 4,2%

I - Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 719 720 732 6,6% 1,8%

J - Servizi di informazione e comunicazione 308 311 301 2,7% ‐2,3%

K - Attività finanziarie e assicurative 990 1.208 1.203 10,8% 21,5%

L - Attività immobiliari 64 63 58 0,5% ‐9,4%

M - Attività professionali, scientifiche e tecniche 881 857 863 7,8% ‐2,0%

N - Noleggio,ag.viaggio,serv.supporto imprese 721 711 718 6,4% ‐0,4%

P - Istruzione 261 270 274 2,5% 5,0%

Q - Sanità e assistenza sociale 1.426 1.454 1.479 13,3% 3,7%

R - Attiv.artistiche,sport.,di intrattenim.e divertim. 520 512 516 4,6% ‐0,8%

S - Altre attività di servizi 129 128 131 1,2% 1,6%

TOTALE 10.852 11.101 11.133 100,0% 2,6%

A fine 2014 si dovrebbe registrare un fatturato in modesto regresso ed un lieve calo occupazionale. La sostanziale tenuta dell’occupazione conferma che la scelta, operata in questi anni di crisi, di tutelare i posti di lavoro a scapito della redditività trova sempre più ristretti margini di manovra a fronte dell’eccessiva diminuzione della stessa.

Il comparto agroindustriale, per la prima volta dopo annate positive, farà registrare un segno meno un po’ in tutti i settori produttivi a causa, da una parte, della diminuzione del potere di acquisto delle famiglie italiane e, dall’altra, di un andamento stagionale estivo che non ha certo favorito il consumo dei prodotti agricoli freschi.

Nel settore ortofrutticolo i prezzi di vendita della frutta estiva sono risultati i più bassi degli ultimi anni sia per il già citato andamento climatico e sia anche per gli accavallamenti dei calendari produttivi nelle diverse aree di coltivazione d’Europa. L’eccessiva piovosità ha comportato seri problemi alla conservazione ed alla lavorazione dei prodotti ortofrutticoli freschi. La congiuntura negativa ha toccato il fondo quando le controverse concomitanze socio-politiche sia nell’Est Europa, sia nei vicini paesi medio-orientali e del Nord Africa, hanno portato alla cessazione di molti rapporti commerciali che negli ultimi anni erano stati costruiti con fatica, ma con buone prospettive di crescita per il futuro. Le liquidazioni della frutta estiva che verranno riconosciute ai soci produttori, in parecchi casi, riusciranno appena a coprire i costi di raccolta sostenuti dagli stessi. La produzione di frutta invernale risulta quantitativamente superiore a quella del precedente esercizio soprattutto per quanto riguarda le pere e le mele. Vi sono buone aspettative per la commercializzazione del kiwi, mentre si nutrono preoccupazioni per le pere e soprattutto per le mele condizionate maggiormente degli altri prodotti dall’embargo sulla Russia in quanto la Polonia, maggior produttore europeo di mele, riverserà buona parte della sua produzione sul mercato europeo.

Dopo due annate di importanti aumenti, il prezzo del vino ha subito una drastica riduzione soprattutto all’inizio dell’estate. La liquidazione ai soci dell’uva conferita, pur avendo subito una significativa riduzione rispetto al precedente esercizio, è stata tale da garantire ancora una buona produzione lorda vendibile per ettaro stante anche la notevole quantità di uva prodotta. La vendemmia 2014 si è conclusa con un notevole decremento delle quantità conferite ed una ulteriore diminuzione della gradazione alcolica media a causa delle abbondanti piogge estive. Si nutrono dubbi sulle prospettive di collocamento del vino prodotto stanti i quantitativi di vino in giacenza ed il calo generalizzato dei consumi.

Profonda crisi anche nel settore lattiero-caseario dove i consumi interni di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano, apparsi in calo all'inizio del 2014, negli ultimi tre mesi sono aumentati del 4%;

contemporaneamente, però, le quotazioni all'origine sono apparse i continua discesa (-14% in un anno) e proprio questi dati dimostrano che a prezzi bassi si può vendere di più. Anche se la produzione tende a diminuire, siamo ben lontani da elementi strutturali che possano salvaguardare il reddito e la prossima eliminazione delle quote latte non darà certo una mano in tal senso.

Il fatturato del settore avicolo è risultato in ascesa per le maggiori quotazioni dei prodotti venduti.

Notevole la soddisfazione dei soci conferenti che si son visti sommare al beneficio delle maggiori liquidazioni per i capi conferiti una sensibile diminuzione dei costi dei mangimi e delle altre materie prime.

L’occupazione nel settore agroindustriale risulta sostanzialmente stabile anche se continua la tendenza a non rimpiazzare i dipendenti che lasciano le azienda, privilegiando il ricorso all’occupazione avventizia.

Segnali non buoni sul fronte dell’export dei prodotti agroalimentari in cui l’embargo alla Russia, stabilito nella seconda metà dell’anno, ha portato alla necessità di collocare maggiori quantitativi sui tradizionali mercati europei. Sempre più necessaria quindi un po’ in tutti i settori la ricerca di nuovi sbocchi commerciali, non esclusi quelli oltre oceano, su cui collocare i prodotti agricoli sia freschi che trasformati.

sono mercati che, al momento, assorbono modeste quantità, ma che possono avere buone prospettive.

Continua la forte diminuzione del fatturato delle cooperative di abitazione.

In lieve calo il volume d’affari delle cooperative di produzione e lavoro con un seppur contenuto calo dell’occupazione.

Il settore solidarietà sociale mantiene la propria posizione sia in termini di fatturato che di occupazione.

Diverse cooperative mostrano segnali di difficoltà legate soprattutto ai tagli al welfare operati dal settore pubblico. Le cooperative sociali continuano a risentire inoltre, ancor più delle altre, dei lunghi tempi di pagamento da parte degli enti pubblici e della minor redditività dovuta all’aggiudicazione degli appalti al massimo ribasso ed alla sempre più pressante richiesta di figure professionali più qualificate senza il riconoscimento di adeguati incrementi sul valore dell’appalto. All’interno di questo settore risulta ancora particolarmente difficile la situazione delle cooperative di inserimento lavorativo che, quando operano nel mercato privato, sommano le difficoltà tipiche delle imprese di servizi a quelle di imprese dagli equilibri delicati.

Nonostante tutto la cooperazione continua ad investire anche se, in diversi casi, si tratta di investimenti di modesta entità. L’elevata percentuale di imprese che investono, quantomeno per mantenere gli

impianti adeguati ai sempre crescenti standard qualitativi richiesti dal mercato, sottolinea comunque la vivacità della cooperazione ed il tentativo di reagire proattivamente ai cambiamenti imposti dal contesto economico generale.

Continua a crescere il fabbisogno finanziario delle imprese cooperative, una necessità che si scontra con le note difficoltà che le imprese incontrano per accedere al credito.

Per la maggioranza delle imprese continua ad essere un fattore di difficoltà il ritardo nei tempi di pagamento del settore privato e del settore pubblico anche se nell’ultimo periodo la situazione è sensibilmente migliorata.

I dati forniti dalla Lega delle cooperative consentono un’analisi preventiva di quello che sarà il valore della produzione, della marginalità e dei livelli di occupazione a fine 2014 per le cooperative aderenti a questa associazione.

A livello dei singoli settori di attività, e considerando assieme i diversi aspetti, i settori che prevedono di chiudere meglio il 2014 sono le cooperative sociali, quelle di consumo e quelle di dettaglianti. Tutti questi settori prevedono di chiudere con un aumento del valore delle produzione mentre solo i dettaglianti prevedono di chiudere con una marginalità in aumento. All’estremo opposto dello spettro, si collocano le imprese che stanno soffrendo maggiormente la crisi dalla quale, dopo anni, ancora stentiamo ad uscire.

Si tratta, in particolare, delle cooperative di abitazione, di quelle culturali e turistiche che prevedono di chiudere con una stabilità di occupati e soci ed un calo del valore della produzione e dei margini. Il settore maggiormente colpito dalla crisi risulta, tuttavia, quello edile (settore su cui si riversa con maggior intensità la perdurante crisi del mercato immobiliare) che prevede di chiudere con tutti i parametri qui in considerazione in contrazione.

I dati messi a diposizione permettono anche di gettare un primo sguardo sul 2015. I settori che si attendono un 2015 migliore sono sempre quello delle cooperative sociali, di dettaglianti e di consumatori.

Di questi, solo le sociali e quelle di dettaglianti si attendono di aumentare l’occupazione. Le cooperative culturali e del turismo si aspettano un 2015 molto simile all’anno che stiamo per lasciarci alle spalle con fatturato e margini in contrazione e addetti e soci in sostanziale stabilità. Quelle di abitazione si attendono un peggioramento su tutti i fronti considerati, mentre quelle attive nell’edilizia si aspettano una stabilità del valore della produzione ma un calo dei margini e degli occupati.

Nel documento Rapporto 2014 (.pdf 5.9mb) (pagine 193-197)