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Le competenze e i costi

Nel documento STRUMENTI PER LA DIDATTICA E LA RICERCA (pagine 68-71)

Governare le relazioni

2. Le competenze e i costi

La gestione e la realizzazione dei progetti, in particolare la gestione del-le attività di comunicazione e promozione, chiama direttamente in causa il tema – in alcuni casi il problema – delle competenze e abilità comunicative, del tempo necessario e dei costi. Questioni non irrilevanti, su cui peraltro esiste un diffuso senso comune che spesso ha costituito alibi e intralcio alla realizzazione delle attività di comunicazione e promozione. Innanzitutto

i costi, spesso ritenuti alti e citati come impedimento e ostacolo: i progetti da noi analizzati sfatano, invece, questo luogo comune. Infatti, emerge con grande chiarezza e nettezza che la realizzazione dei progetti in questione ha comportato in alcuni casi costi davvero minimi, soprattutto per le asso-ciazioni di volontariato ma anche per l’impresa.

Il nostro costo è stato solo quello di stampare questi “buoni” da 1 euro.

Questo è stato l’unico modo di comunicazione a bordo e l’unico costo sostenuto, perché poi si basava sull’informazione a bordo che facevano per volontariato le hostess e gli stuart.

Noi non abbiamo sostenuto alcun costo […] ha gestito tutto Conad […]

perché non si è trattato di una iniziativa promossa da Conad e AIL, ma era una iniziativa di Conad per AIL!

Il costo maggiore è stato la tensostruttura! Per la comunicazione […] di-ciamo che il costo […] i nostri soci hanno un proprio budget a disposizio-ne e possono fare tante iniziative […] per cui sfruttano le risorse anche per questo: il volantino, il dèpliant, il manifesto ecc. Noi gli abbiamo costruito il logo e tutto l’impianto […] a loro basta fare la ribattitura del loro programma sulla cosa già preparata da noi ecco. Quindi i costi di investimento sono stati nostri […] il tutto insomma è stato pensato e predisposto a livello centrale.

In pratica, la Fondazione Il cuore si scioglie ha donato la struttura e creato gli strumenti di comunicazione, dopodiché questi strumenti servono al ter-ritorio con la ribattitura per sviluppare la loro attività, e il costo a quel punto ricade sul budget della sezione soci.

E non si tratta – va sottolineato – soltanto di quei soggetti più grandi e strutturati, meglio organizzati e con più esperienza; oppure di quei proget-ti sostenuproget-ti economicamente da soggetproget-ti – soprattutto imprese – più ‘forproget-ti e robuste’. Il risparmio e il contenimento dei costi sembra piuttosto essere l’effetto di quella capacità collaborativa – già da noi evidenziata – fondata sull’abilità di condividere e ‘mettere a frutto’ ciò che si ha: in termini sia, come si è visto, di competenze specifiche e risorse organizzative sia – e for-se soprattutto – di strumenti di comunicazione interna ed esterna utilizzati per promuovere e far conoscere il progetto già collaudati e presenti nelle organizzazioni.

Più problematica e controversa la questione relativa alle competen-ze necessarie per svolgere il lavoro di comunicazione. Un argomento che sembra riguardare prevalentemente, se non esclusivamente, i partner as-sociativi. Come le più recenti ricerche sul volontariato in Italia tendono a dimostrare, sembra esserci una crescente sensibilità nel mondo del volon-tariato verso i temi della comunicazione, come conseguenza della necessità

di valorizzazione delle propria presenza sul territorio e di far fronte alla gestione delle relazioni interne all’organizzazione e con gli interlocutori esterni: i referenti istituzionali, i media, gli stessi beneficiari dei servizi e delle prestazioni. Come conseguenza, sembrano crescere nuovi bisogni di comunicazione, avvertiti come sempre più indispensabili per il consegui-mento delle stesse finalità delle organizzazioni.

E tutto ciò appare abbastanza evidente anche nelle nostre interviste. La consapevolezza della importanza della comunicazione e di un irrinuncia-bile ruolo attivo nella sua realizzazione, da un lato porta le associazioni più

‘attrezzate’ sotto questo profilo a sottolineare ed enfatizzare l’importante ruolo svolto da strutture, figure professionali e competenze specifiche nel-la gestione del progetto, che non di rado si ripercuote positivamente anche sull’integrazione tra responsabilità del progetto e responsabilità delle atti-vità di comunicazione:

Vengo da un’esperienza di professione più giornalistica… per cui mi sono occupato sempre io dei testi. Anche perché Legambiente aveva la re-sponsabilità specifica della divulgazione e comunicazione, quindi promuo-vere i convegni, scripromuo-vere lo script televisivo, i testi, di tutte queste cose ce ne occupiamo noi. Tuttora quando noi ci occupiamo dei progetti ci occupiamo dell’attività di disseminazione… anche qui e in Toscana noi abbiamo tante competenze nel campo dell’educazione ambientale… Quindi gli stessi re-sponsabili dei progetti poi sono rere-sponsabili anche della comunicazione.

Diverso è l’ufficio stampa: abbiamo proprio un ufficio stampa con la cono-scenza dei giornalisti ecc. fanno i comunicati stampa… abbiamo un ufficio stampa toscano e uno nazionale. Anche perché il presidente precedente ve-niva da un’esperienza di ufficio stampa di una parlamentare.

Dall’altro lato, e complementarmente, le associazioni meno ‘attrezza-te’, perché più piccole, perché meno strutturate, anche se decisamente non meno consapevoli della importanza delle competenze comunicative per svolgere un lavoro tanto delicato e complesso, lamentano la mancanza di tempo e risorse umane per la comunicazione. Una mancanza che spesso costringe ad ‘arrangiarsi’, a fare di tutto, a non avere il tempo necessario per altre iniziative… a volte, a rinunciare.

Per anni sono stato direttore del notiziario, che ho inventato io, ho creato io, ma per quanto conosca l’italiano e per quanto abbia sensibilità della cosa di cui scrivo, non sono un giornalista. Quando abbiamo trovato una giorna-lista […] ha deciso di darci una mano e il notiziario è cambiato da così a così!

È lei oggi la direttrice. Ma se oggi fossi io a seguire il notiziario, direi: basta, ragazzi, non lo facciamo più! Perché è una questione anche di idee, di testa, di tempo.

Ci sono tante cose da fare! Però in Fondazione ci siamo io, mia moglie e una segretaria… e lo sai quante altre volte sarei potuto uscire sui giornali?!?

Però manca proprio il tempo. Da qui a giugno dobbiamo fare una decina di iniziative e allora come si fa? E poi c’è anche da lavorare!

Nel documento STRUMENTI PER LA DIDATTICA E LA RICERCA (pagine 68-71)