• Non ci sono risultati.

Competitività e presenza del settore TA cinese a livello globale

2. Il settore TA in Cina

2.3. Competitività e presenza del settore TA cinese a livello globale

La già citata politica della "porta aperta" (门户开放政策 ménhù kāifàng zhèngcè) rie- cheggia ancora nella Cina contemporanea, delineando nuovi rapporti diplomatici ed economici. Il tesoro di Deng Xiaoping porta la sua modernità ed il suo caratteristico ampliamento delle relazioni internazionali ai giorni nostri, rafforzandosi con le più attuali iniziative politiche. Tra queste ricordiamo la cosiddetta "Go out policy", anche chiamata "Go global policy" (dal cinese 走出去 zŏu chūqu). Si tratta di un insieme di misure adottate dal Governo cinese alla fine degli anni Novanta (1999) con lo scopo di incoraggiare le aziende negli investimenti stranieri. Questo programma di interna- zionalizzazione delle imprese cinesi e della loro espansione oltre i confini nazionali si traduce principalmente in investimenti diretti (FDI, Foreign Direct Investment) e in un'attiva partecipazione ad opere pubbliche in altri Paesi. La spinta decisiva che porta all'adozione di tale "Go out policy" deriva da diverse spiegazioni: in primis, la Cina in quegli anni risente della forte pressione data dall'accumulo di riserve di capitale estero che agita i Paesi investitori a causa della convertibilità a tasso fisso della moneta cinese e così, per sopperire a questa situazione di irrequietezza straniera, lo Stato decide di investire parte di tale accumulo in acquisizioni e partecipazioni cinesi. Un'altra moti- vazione si palesa in seguito ai sempre più frequenti rapporti intrecciati dalla Cina con gli altri Paesi, relazioni che necessitano di crescita e maggior riconoscimento; si vuole dunque potenziare gli scambi commerciali affinché le industrie cinesi acquisiscano maggiore esperienza e riescano a raggiungere standard competitivi a livello mondiale, con prodotti di eccellenza e marchi di qualità a disposizione di consumatori non solo cinesi. Grazie ai continui incentivi statali verso le aziende, concretizzatisi anche all'in- terno dell'XI Piano Quinquennale (2006-2010) sotto la formula "Go further outwards" (进一步走出去 jìnyībù zŏu chūqu), l'ammontare degli investimenti stranieri sembra crescere senza freni, tanto che nel 2012 la Cina, oltre ogni aspettativa, raggiunge l'a- pice dei suoi investimenti stranieri oltre i confini nazionali con un totale di ben 77,2 miliardi di dollari, superando i 60,1 miliardi dell'anno precedente, per un aumento dun- que del +28,5% (What is meant by China's 'Go Out' policy?).

Le cifre rimangono positive anche negli ultimi anni, quando il Governo si dimostra costantemente impegnato nell'instaurazione di rapporti diplomatici, economici e com- merciali con i Paesi del mondo. Ritorna in auge la storica Via della Seta, sotto le vesti dell'iniziativa "One Belt One Road" (OBOR), dal cinese 一带一路 yīdài yīlù, inaugu- rata nel 2013 dal Presidente cinese Xí Jìnping (Fig. 14). Trattasi di un'iniziativa strate- gica da parte del Governo cinese, la quale si dirama in una "via della seta economica", annunciata nel settembre del 2013 e in una "via della seta marittima", promossa nell'ot- tobre dello stesso anno.7 Entrambe le direttrici mirano a promuovere la supremazia economica della Cina, espandendo i propri commerci, investendo in altri mercati, dif- fondendo i prodotti nazionali ed ampliando l'influenza nei rapporti internazionali. Il progetto prevede la costruzione di infrastrutture, miglioramenti nei trasporti e poten- ziamento delle operazioni logistiche, al fine di creare ulteriori sbocchi commerciali e nuove piazze per i prodotti cinesi. Questo ambizioso piano strategico intende svilup- pare le industrie regionali ed annodare le fila dei diversi Stati, includendo anche i Paesi meno sviluppati, come si può notare dal corridoio economico che collega la Cina al Pakistan, un collegamento dal quale beneficiano anche Paesi tra i quali Afghanistan, India ed Iran.

Fig.14 La nuova via della seta (McBride, 2015, p. 4)

7 Dal cinese semplificato 丝绸之路经济带和21世纪海上丝绸之路 sīchóuzhī lù jīingjì dài hé 21 shìjì hăishàng

I primi successi conseguiti grazie a queste iniziative si presentano anche nel settore tessile-abbigliamento cinese. Shanghai ne è un esempio: dopo il suo avviato processo di internazionalizzazione il settore TA cresce e si rimodella tanto che, nel 2017, l'80% delle entrate totali della Shanghai Textile Group corrisponde al fatturato del commer- cio estero, per una cifra di circa 5 miliardi di dollari. Sempre la Shanghai Textile

Group nel 2016, in termini di export, sale sul gradino più alto del podio tra le aziende

nazionali del TA, proponendo un suo peculiare layout, chiamato "1+5": percorrere una sola via, quella dell'internazionalizzazione (国际化 guójìhuà), occupandosi contem- poraneamente di cinque operazioni, ovvero la creazione di una base oltreoceano per l'approvvigionamento di materie prime, un'altra per la produzione, un'ulteriore base d'oltremare dedicata alle vendite, una base per l'integrazione del design innovativo ed infine un centro di distribuzione di forniture all'estero (Tian Li, 2017, p. 56).

Il Ministero del Commercio cinese afferma che il totale degli investimenti diretti ri- volti all'estero, riguardanti il settore TA, nel 2016 totalizza una cifra record, che, pa- ragonata allo stesso periodo dell'anno precedente, cresce addirittura dell'89,3% (Tian Li, 2017, p. 57).

Nel 2017 prosegue la corsa cinese, conseguendo continui successi in tema di esporta- zioni del settore TA. Nei primi sette mesi dell'anno appena trascorso, il totale dell'ex-

port raggiunge i 149,53 miliardi di dollari, in netto miglioramento rispetto ai corri-

spondenti mesi del 2016 (He Ming, 2017, p. 6). Ad attirare particolare interesse non sono solo i dati positivi raccolti negli ultimi anni, ma anche l'impegno costante da parte del Governo cinese nel promuovere l'integrazione e la collaborazione oltre confine. Nel 2017, in particolar modo, numerose sono le conferenze e le iniziative politico- economiche animate dal motto "根植本土、丝路全球" gēnzhí bĕntŭ, sīlù quánqiú, che sottolinea da un lato la volontà di mantenere le origini radicate in Cina, dall'altro la necessità di allargare le proprie mire ed azioni al di là dei confini nazionali, sfrut- tando la Nuova Via della Seta. Proprio nel 2017 il settore TA cinese si integra ufficial- mente all'interno dell'arena internazionale, formalizzandosi a Shanghai con la fonda- zione della "China Textile Go Global Union" (marzo 2017). Tale Unione è stata ap- provata dalla Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme e guidata dal Consi- glio nazionale cinese del Tessile e dell'Abbigliamento; vede al suo interno le principali

imprese del TA impegnate nello sviluppo nazionale ed internazionale e diverse orga- nizzazioni operanti in ogni ramo della catena industriale, contando 104 membri nel novembre del 2017 (Win-win future, A global silk road era of China textile industry!, 2018, pp. 27-28). La rivista China Textile riporta quelli che sono considerati i tre ser- vizi principali che l'Unione mette a disposizione per i membri al suo interno (Win-win

future, A global silk road era of China textile industry!, 2018, p. 28): essa costituisce

un ponte per una coordinazione a livello globale, promuove attività di investimento e potenziamento e si impegna nella ricerca dati. Riguardo quest'ultimo punto, essa si dedica all'analisi della cosiddetta "Situation and Strategy of Textile Industry in Foreign Trade Investment" per delineare un quadro generico sulla più aggiornata evoluzione del settore TA cinese in relazione al commercio estero, paragonando i dati import-

export e studiando le previsioni per i mesi futuri, in modo tale da organizzare le aziende

e la produzione interna ad esse.

Tramite questa Unione si organizzano numerosi incontri con i maggiori esponenti di molti Paesi, tra cui il Primo Ministro dell'Etiopia, delegazioni di Marocco e Tunisia o ancora il Governatore dello Stato dell'Arkansas, con i quali si pianificano collabora- zioni di ampia portata. Già nel 2014, più di 2600 imprese cinesi operanti nel settore TA, stabiliscono la loro produzione al di fuori dei propri confini, espandendosi a mac- chia d'olio in oltre cento Stati e regioni tra Sud-est asiatico, Nord America, Europa, Australia, Africa ed altri. I maggiori investimenti derivano dalle aree del Zhejiang, Jiangsu, Shandong e da altre zone costiere (Zhou Hongmei, 2015, p. 34).

Nei giorni dal 26 al 28 giugno 2017, la China Textile Go Global Union, al fianco di CCPIT TEX (China Council for the Promotion of International Trade - Textile), CNGA (China National Garment Association) e a cinque qualificate aziende cinesi del settore TA visitano anche l'Italia, in una delle zone più produttive del settore in esame, Vicenza (Win-win future, A global silk road era of China textile industry!, 2018, p. 29).

L'espansione del settore TA cinese raggiunge ogni angolo della Terra, stabilendo nuovi canali di vendita, proponendo prodotti qualitativamente validi e prezzi molto compe- titivi; la Cina attraverso un'ottimizzazione di aree quali logistica, ricerca e sviluppo e