Dal 5 ottobre al 19 novembre 2018, il secondo piano di Palazzo Cini ospita Léon Bakst. Symbol of the Ballets Russes, esposizione che ripercorre la carriera del poliedrico artista reso celebre dalle sue innovative creazioni per i Ballets Russes di Sergej Djagilev
La mostra, a cura di Maria Ida Biggi e Natalia Metelitsa, è il risultato di un lavoro congiunto dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma e del Museo Statale del Teatro e della Musica di San Pietroburgo, in collaborazione con lo CSAR – Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari Venezia
L’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini e il Museo Statale del Teatro e della Musica di San Pietroburgo dedicano una mostra al poliedrico artista Léon Bakst (Grodno, 1866 – Parigi, 1924), universalmente conosciuto per il suo lavoro di scenografo e costumista per i Ballets Russes di Sergej Djagilev.
La mostra è interamente costruita sui bozzetti e i figurini bakstiani della grande collezione del Museo di San Pietroburgo, esposta in Italia per la prima volta. A integrazione di questi materiali, saranno esposti alcuni rari programmi di sala e delle raccolte iconografiche appartenute al maestro coreografo Aurél M. Milloss, di cui la Fondazione Giorgio Cini conserva l’archivio.
Léon Bakst. Symbol of the Ballets Russes, a cura di Maria Ida Biggi e Natalia Metelitsa e realizzata in
collaborazione con lo CSAR – Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari Venezia, si inserisce nell’ambito della Russian Season inItaly organizzata dal Ministero della Cultura russo per l’anno 2018 e sarà aperta al pubblico dal 5 ottobre al 19 novembre 2018.
Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti anni
136 La mostra ripercorre, attraverso figurini, fotografie e costumi di scena originali, la carriera del celebre scenografo e costumista dei Ballets Russes. Il percorso include i materiali relativi ai primi lavori teatrali di Bakst, quali Le Coeur de la Marquise, balletto con coreografie di Marius Petipa (1902), e le tragedie classiche Ippolitodi Euripide (1902), primo vero successo nella carriera del giovane artista, ed Edipo a Colonodi Sofocle (1904).
Cuore dell’esposizione sono i disegni delle acclamate creazioni realizzate da Bakst per i Ballets Russes, tra cui il dramma coreografico Cléopâtre, con Anna Pavlova e Ida Rubinštejn, spettacolo inaugurale della prima Saison Russeorganizzata da Djagilev a Parigi, e il balletto Daphnis et Chloé, musicato da Maurice Ravel e con le coreografie di Michel Fokine: di entrambi gli spettacoli è possibile ammirare in mostra, oltre ai disegni e alle fotografie di scena, anche i costumirealizzati per le rappresentazioni avvenute, rispettivamente, nel 1909 e nel 1912. Particolarmente interessante è il figurino per la regina d’Egitto realizzato proprio per Ida Rubinštejn, una tra le più affascinanti interpreti del Novecento.
Sono inoltre esposti i disegni relativi ai balletti Narcisse (1911), con musica di Nikolaj Čerepnin e coreografie di Fokine, interpretato da Tamara Karsavina, Vaclav
Nižinskij, Bronislava Nižinskae Vera Fokina; Carnaval (1910), balletto pantomimico con musica di Robert Schumann e coreografie di Fokine, con Karsavina e Nižinskij; LeDieu Bleu(1912),con musica di Reynaldo Hahn su libretto di Jean Cocteau e Federico de Madrazo, coreografato da Fokine e interpretato da Karsavina e Nižinskij; L’Oiseau de Feu (1910), con musica di Igor’ Stravinskij e coreografie di Fokine, per il quale Bakst creò i costumi delle protagoniste Tamara Karsavina, l'Uccello di fuoco, e Vera Fokina, la principessa Tsarevna.
I disegni di Léon Bakst, caratterizzati da una elaborata composizione grafica e da un acceso cromatismo, risentono profondamente sia dell’arte tradizionale russa sia dell’antico classicismo ellenico, entrambi rielaborati in chiave fantastica.I figurini di Bakst non sono semplici indicazioni per il sarto, ma definiscono profondamente i personaggi e il loro ruolo all’interno delle messe in scena. La mostra espone, inoltre, i figurini di alcune opere liriche cui Bakst lavorò all’inizio degli anni Dieci: tra queste, Thaïs di Jules Massenet, La traviata di Giuseppe Verdi, Faust di Charles Gounod e Manon Lescaut di Giacomo Puccini.
Molto importante per la carriera di Bakst fu la collaborazione con Gabriele D’Annunzio, per il quale curò l’allestimento de Le Martyre de Saint Sébastien, andato in scena in prima assoluta al Théâtre du Châtelet di Parigi la sera del 22 maggio 1911, con la musica di Claude Debussy.
A completare il percorso espositivo, una ricca serie di fotografie e costumi originali, supporto fondamentale per ricostruire la poliedrica attività dell’artista. Per l’occasione,
verranno esposti anche rari programmi di sala appartenuti al maestro coreografo Aurél M. Milloss, di cui l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini conserva l’archivio.
Léon Bakst (Grodno, 1866 – Parigi, 1924) si forma tra San Pietroburgo e Parigi. Con Sergej Djagilev e Alexandre
Benua è tra i fondatori della rivista «Mir iskusstva», su cui pubblica le sue prime opere grafiche. Nel 1902 inizia la sua carriera di scenografo e costumista per i teatri imperiali di San Pietroburgo. Tra rotture e riconciliazioni, la sua collaborazione con i Ballets Russes, che nasce nel 1909, si estende per quasi tutto l’arco della sua carriera
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